Dopo un’eternità, possiamo finalmente tornare a parlare di football giocato: certo, durante la preseason non abbiamo molte opportunità di vedere le nostre amate stelle calcare il grid iron, però è sempre estremamente affascinante assistere alle gesta di nomi decisamente meno altisonanti intenti a lottare per un posto a roster e portare avanti un sogno ricolmo di ostacoli, dolore e fatica.
Come oramai da tradizione, vedremo chi si è distinto e chi invece ha compromesso le proprie possibilità di sopravvivere agli infiniti tagli che precedono il rilascio della lista dei 53 che inizieranno la propria stagione accasati in una delle trentadue sorelle che compongono la National Football League.

Chi sale

I quarterback al secondo anno

In un campione di snap limitato, i vari Mayfield, Jackson e Darnold hanno avuto modo di giustificare parte dell’hype associato al loro nome: il condottiero dei Browns in un solo drive ha completato cinque dei sei lanci tentati per 77 yards ed un magnifico touchdown ricevuto dal sempre più valido Rashard Higgins, mentre Jackson contro le seconde e terze linee dei Jaguars ha mostrato evidenti miglioramenti tecnici togliendosi lo sfizio di trovare la end zone grazie ad un pregevole sforzo individuale di Snead. Darnold, invece, come Mayfield ha mancato il bersaglio in solo uno dei lanci tentati, connettendo con il neo-arrivato Jamison Crowder per un touchdown da tre yards: ribadisco che si tratta solamente di preseason, ma l’inizio non può che dare validi motivi per guardare all’imminente stagione con rinnovato ottimismo.

Daniel Jones, QB, New York Giants

Anche se il valore di quanto fatto è pressoché pari a zero, immagino sia stato parecchio soddisfacente per l’ipercontestata sesta scelta assoluta concludere il primo ed unico drive giocato della sua carriera con un perfetto cinque-su-cinque per 67 yards ed un touchdown: alla faccia degli haters!

Jakobi Meyers, WR, New England Patriots

Dopo aver catturato lo sguardo di innumerevoli occhi, l’undrafted free agent Meyers ha messo insieme una prestazione in grado di giustificare tutte le sopracitate attenzioni: degli otto palloni indirizzatogli, è stato in grado di riceverne sei, accumulando 69 yards che gli hanno fruttato due pregevoli touchdown. Dopo aver parlato per mesi di quanto senza Gronkowski il receiving corp dei Patriots sia scarno, Meyers ha colto al volo la ghiotta opportunità di affermarsi come valida opzione in un attacco storicamente difficile da assimilabile per un rookie: con prestazioni del genere tagliarlo diventerà pressoché impossibile e qualora dovesse guadagnare la fiducia di Tom Brady…

Patrick Ricard, FB/DT, Baltimore Ravens

La preseason non è il palcoscenico solamente di rookie o giocatori inesperti in generale, ma pure di veterani giunti ad un bivio della propria carriera: questo è senza dubbio il caso di Patrick Ricard, poliedrico fullback arrivato al terzo anno di permanenza a Baltimore che giovedì notte ha saputo distinguersi pure come defensive tackle mettendo a segno due sack. Tagliare un giocatore in grado di risultare terribilmente efficace in entrambe le fasi del gioco è particolarmente difficile: starà a Ricard dimostrare che quanto emerso contro i Jaguars non è stato frutto del caso ma piuttosto l’inizio di un incoraggiante trend.

Paxton Lynch, QB, Seattle Seahawks

A questo punto della carriera, per l’ex scelta al primo round Paxton Lynch il sogno di condurre ogni domenica l’attacco di una franchigia NFL sembra essere definitivamente compromesso: tutto ciò che è rimasto in mano al talentuoso ex Memphis è la possibilità di guadagnarsi il ruolo di backup da qualche parte e di ritagliarsi uno spazio in questa lega sotto questa veste. Contro la squadra che lo ha prima draftato e poi rilasciato, Lynch ha messo insieme una fantastica prestazione che ha di fatto ribadito quanto possa risultare pericoloso sia con le gambe che con le più “tradizionali” braccia: oltre ad aver sistematicamente distrutto la difesa dei Broncos con varie play-action, Lynch è riuscito a mettere a segno un ottimo touchdown di corsa nel quale è riuscito a sfruttare tutta la sua potenza vanificando il disperato tentativo dei difensori di contrastarlo prima della goal line. La strada rimane in salita, ma attenzione che se dovesse continuare così potremmo ancora sentire il suo nome.

Brian Burns, DE, Carolina Panthers

Se la prima impressione è quella che conta, l’investimento compiuto dai Panthers per assicurarsi Brian Burns sembra poter ripagare in pieno: contro Chicago la sedicesima scelta assoluta all’ultimo draft ha messo a segno due sack che sì, in preseason contano quello che contano, ma confermano la sempre più diffusa impressione che il pass rush di Carolina, tasto dolente la scorsa stagione, potrebbe risultare immensamente più pericoloso a settembre.

Tanner Hudson, TE, Tampa Bay Buccaneers

Sarà compito del guru Bruce Arians salvare la carriera di Jameis Winston, anche se in realtà molto del suo successo dipenderà dal supporting cast a suo fianco: nonostante una già pregevole profondità che comprende i vari Evans, Howard, Godwin e Brate, il sophomore Tanner Hudson ha catturato l’attenzione di tifosi e coaching staff ricevendo sette palloni per 84 yards ed un magnifico touchdown ad una mano che difficilmente verrà dimenticato tanto in fretta.

Lil’Jordan Humphrey, WR, New Orleans Saints

Punto uno: un giocatore con un nome del genere troverà sempre spazio in questa colonna.
Punto due: considerata la povertà a ricevitori dei Saints, giocate come quella che lo ha portato in end zone per i sei punti dopo aver prima mandato a vuoto un goffo tentativo di tackle e poi atterrato il secondo possibile tackler con un apprezzabile stiff arm, potrebbero fargli trovare un consistente spazio sui nostri schermi anche in autunno.

Christian Wade, RB, Buffalo Bills

In una sola partita l’ex giocatore di rugby ha giustificato tutto l’hype attorno al suo nome con una delle più belle giocate della settimana.
Piccolo dettaglio: quanto state per vedere è il suo primo tocco in una partita ufficiale in National Football League.

Chi scende

Mike Glennon, QB, Oakland Raiders

Per motivi non del tutto chiari, il sempre più spiritato Gruden sembra essere un convinto fan di Nathan Peterman, che dal canto suo ha giustificato tale infatuazione con una magnifica corsa da 50 yards: il veterano Glennon, invece, deve seriamente iniziare a guardarsi le spalle in quanto nonostante qualche buon lancio è stato protagonista di due grossolani errori che hanno condotto ad un paio di inevitabili intercetti. Le possibilità di far parte dei 53 di settembre non sono totalmente compromesse, ma è necessario un immediato cambio di marcia per rendere possibile il tutto.

Quenton Meeks, CB, Jacksonville Jaguars

In una partita persa 29 a 0 le probabilità di trovare in questa colonna un giocatore della squadra incapace di mettere a segno un singolo punto sono ovviamente alte: Quenton Meeks, undrafted free agent al secondo anno fra i professionisti, si è distinto per molti tackle sbagliati fra cui quello che ha permesso al veterano Snead di trovare la end zone per il primo touchdown stagionale di Lamar Jackson. Assicurarsi un posto nel reparto difensivo di Jacksonville è già di per sé complicato e prestazioni del genere non lo aiuteranno sicuramente nel suo intento.

Sam Tevi, OT, Los Angeles Chargers

Visti da chiunque come legittimi contender, i Chargers possono vantare uno dei roster più profondi e completi dell’intera lega, anche se ciò non significa che tale roster sia immune da lacune e posizioni in cui un upgrade potrebbe indubbiamente giovare: uno di questi spot è quello di right tackle, ruolo ricoperto lo scorso anno da Sam Tevi. Nonostante la fiducia del coaching staff, Tevi ha palesato preoccupanti difficoltà nel contenere i pass rusher avversari: la sua prestazione non può essere vista come un autentico disastro, però concedere ripetute pressioni potrebbe non solo costargli la maglia da titolare, ma pure il lavoro.

Mo Alie-Cox, TE, Indianapolis Colts

L’assodata abbondanza nel ruolo di tight end dei Colts non credo abbia eguali al momento, pertanto emergere in un gruppo in cui due ottimi veterani come Jack Doyle ed Eric Ebron battagliano costantemente per snaps potrebbe risultare molto difficile: per quanto i due giocatori appena citati brillino nel ricevere l’ovale, un tight end in grado di bloccare ed aprire varchi per il running game torna sempre comodo e sotto questo punto di vista giovedì notte Alie-Cox non si è dimostrato sicuramente all’altezza, concedendo agli edge rusher di Buffalo l’opportunità di mettere a segno diversi tackle for a loss. Urge correre immediatamente ai ripari.

Benny Snell, RB, Pittsburgh Steelers

Aspettarsi un contributo immediato da una scelta al quarto round è alquanto ingeneroso, ma la prestazione di Benny Snell contro la storicamente porosa difesa dei Tampa Bay Buccaneers non ci lascia particolari motivi per prevedere molti snaps nel suo futuro prossimo: con l’ottimo Conner saldamente in possesso delle redini del backfield, il rookie Snell aveva una buona opportunità per dimostrare a coach Tomlin di poter gestire parte delle portate, ma purtroppo non è andata così, in quanto per totalizzare 26 yards ha avuto bisogno di 13 portate, mentre al compagno di reparto Samuels ne sono bastate solamente due per racimolarne 21.

Antonio Brown, WR, Oakland Raiders

Assolutamente forzata, lo ammetto, ma la situazione Brown sta iniziando a rasentare il ridicolo: prima il congelamento del piede per una deprecabile negligenza durante una seduta di crioterapia, poi le minacce di ritiro nel caso la lega non gli permetta di indossare il casco da lui prediletto stanno facendo passare il duo Mayock e Gruden come folle per essersi garantito quello che sempre più analisti stanno iniziando a definire come un vero e proprio locker room cancer.

One thought on “Chi sale e chi scende dopo la prima settimana di preseason 2019

  1. Caro Mattia, mi sarei aspettato di leggere fra i flop anche il QB draftato dagli eagles Thorson, fra i peggiori di questa prima settimana. Mi è invece piaciuto l’ex Patriots Cody Hollyster.
    All’altezza delle aspettative invece il mio pupillo Chase Winovich

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