Dilungarsi in ampollosi preamboli oggi non ha alcun senso, in quanto in questi giorni andremo ad analizzare ogni singola -circa- scelta del draft appena concluso: il 2019 è ufficialmente iniziato, i roster hanno iniziato a prendere una forma più definita e per la prima volta da metà marzo abbiamo tanto, forse troppo, di cui parlare.
Iniziamo immediatamente questa maratona partendo come sempre da quanto fatto dai sedici team AFC e, nei prossimi giorni, ci concentreremo sulla NFC.
Facciamo luce.

AFC NORTH

Baltimore Ravens

Cosa serviva: più ricevitori, pass rusher, rinforzi lungo tutta la linea d’attacco ed aggiungere profondità al corpo linebacker.

Com’è andata: Marquise Brown, Oklahoma, WR (25); Jaylon Ferguson, Louisiana Tech, OLB (85); Miles Boykin, Notre Dame, WR (93); Justice Hill, Oklahoma State, RB (113); Ben Powers, Oklahoma, OG (123); Iman Marshall, USC, CB (127); Daylon Mack, Texas A&M, DT (160); Trace McSorley, Penn State, QB (197).

Analisi: Qual era l’obiettivo principale dei Ravens in questo draft? Mettere Lamar Jackson in condizione di crescere come passer, ed a mio avviso l’aggiunta di Hollywood Brown lo aiuterà immensamente nel suo percorso di crescita: Brown è una macchina da yards after catch, una costante minaccia alla quale bisogna mettere solamente il pallone in mano per causare veri e propri disastri. Ferguson probabilmente avrà bisogno di tempo ed allenamento per diventare consistentemente efficace in NFL, ma Baltimore negli anni ha dimostrato di essere assolutamente in grado di sviluppare questo genere di talenti; ottima presa quella di Boykin, altro giocatore che se allenato al meglio possiede ogni tratto desiderabile in un WR1: per ora immagino saprà rendersi utile in red zone. Justice Hill è quel runningback che ogni volta che tocca l’ovale può mettere a segno un touchdown da 80 yards; Mack e Powers danno profondità a reparti nei quali fra qualche anno potrebbero giocare titolari, mentre Iman Marshall se sarà in grado di eliminare penalità e rendere più fluidi i propri movimenti potrebbe trasformarsi nel compagno di scorribande di Humphrey per il futuro. McSorley può essere visto come una mini-polizza assicurativa per Jackson, in quanto ciò che offre è molto simile a ciò che ha spinto Baltimore ad affidare il proprio futuro all’ex Louisville.

Voto: 8. Ottimo draft il primo di DeCosta: l’obiettivo era quello di adattare il reparto offensivo alle abilità di Jackson e di metterlo in grado di progredire come quarterback, e sicuramente non si può dire che non abbia fatto il possibile per riuscire in tale intento. Ci sono punti interrogativi, ma con un pizzico di fortuna Baltimore potrebbe schierare uno degli attacchi più esplosivi ed atletici della lega.

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Cincinnati Bengals

Cosa serviva: portare avanti la massiccia ristrutturazione della linea d’attacco, linebacker e tight end.

Com’è andata: Jonah Williams, Alabama, OT (11); Drew Sample, Washington, TE (52); Germaine Pritt, N.C. State, LB (72); Ryan Finley, N.C. State, QB (104); Renell Wren, Arizona State, DT (125); Michael Jordan, Ohio State, C (136); Trayveon Williams, Texas A&M, RB (182); Deshaun Davis, Auburn, LB (210); Rodney Anderson, Oklahoma, RB (211); Jordan Brown, South Dakota State, CB (223).

Analisi: Spendere una scelta al primo round per un offensive lineman magari non esalterà la maggioranza dei tifosi, ma un tackle affidabile era ciò di cui Cincinnati aveva realmente bisogno: Williams ha mezzi atletici e cerebrali per essere un day one starter. Sample, da molti visto come uno dei tight end più completi disponibili lo scorso weekend, aiuterà immediatamente Cincinnati in entrambe le fasi offensive, anche se forse sarebbe stato disponibile anche qualche round dopo. Pratt andrà immediatamente a colmare il vuoto lasciato da Burfict e con ogni probabilità saprà gestire relativamente bene le pesanti responsabilità che gli saranno lanciate suo malgrado addosso. Finley al quarto giro è un colpaccio e credo che con ogni probabilità Taylor farà il possibile per trasformarlo nel quarterback del futuro: servirà tempo. Se Wren riuscirà a trovare consistenza, troverà pure una maglia da titolare più prima che poi e lo stesso discorso si può fare per Michael Jordan -lo troviamo ogni anno un Michael Jordan al draft-, centro che avrà bisogno di tempo non solo per acclimatarsi alla NFL, ma pure ad una posizione della quale deve ancora imparare parecchie cose. Brown in molti big board era dato come giocatore top 150 il quale scivolone fino al settimo round si può spiegare guardando il nome del college da cui proviene: purtroppo anche nel 2019 si tende a sopravvalutare “la competitività della division”.

Voto: 7,5. Missione -sulla carta- compiuta, Cincinnati è riuscita bene o male a soddisfare ogni bisogno: c’è il quarterback “del futuro”, ci sono gli indispensabili miglioramenti nella linea d’attacco, c’è il tight end e c’è pure un linebacker. Le rifondazioni sono un processo lungo e spesso doloroso e Cincinnati ha chiaramente bisogno di tempo e pazienza, ma la strada intrapresa sembra quella giusta.

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Cleveland Browns

Cosa serviva: aggiungere profondità in secondaria, rafforzare il centro della linea difensiva e migliorare ancora la linea offensiva.

Com’è andata: Greedy Williams, LSU, CB (46); Sione Takitaki, BYU, LB (80); Sheldrick Redwine, Miami, S (119); Mack Wilson, Alabama, LB (155); Austin Selbert, Oklahoma, K (170); Drew Forbes, Southeast Missouri, OG (189); Donnie Lewis, Tulane, CB (221).

Analisi: Parto con una semplice premessa: non credo che con la numero diciassette sarebbero riusciti a prendere un giocatore dall’impatto di OBJ, perciò tanto di cappello a Dorsey.
Detto questo, Cleveland è comunque riuscita ad aggiudicarsi con la quarantasei Greedy Williams e solo questa scelta basta per portare avanti la narrativa che li vede come veri vincitori dell’offseason: prevedere Williams fuori dalla top 20 era pressoché impossibile, eppure… Takitaki, oltre ad un cognome piacevole, è un linebacker polarizzante che in alcuni big board ha riscosso molti consensi, in altri decisamente meno; Redwine probabilmente avrà un assaggio di NFL dapprima come special teamer e da titolare quando avrà dimostrato di non incappare più in erroracci in copertura che possono costare sei punti alla propria squadra. Il potenziale di Mack Wilson è assolutamente fuori discussione, ma ad Alabama non si è mai dimostrato in grado di trasformarlo in produzione: tempo e pratica potrebbero renderlo un futuro Pro Bowler. Forbes e Lewis rappresentano due ottime value pick, mentre su Seibert mi rifiuto di esprimermi, in quanto due anni fa su queste righe esaltavo la selezione di Zane Gonzalez e sapete tutti come sia finita.

Voto: 7. Cleveland non aveva a disposizione un capitale di scelte particolarmente succulento, però è riuscita ad aggiungere solidi contributori ed a mettere le mani su uno dei migliori cornerback disponibili, Greedy Williams. Buon draft che va a completare quanto fatto a marzo: saranno competitivi, attenzione.

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Pittsburgh Steelers

Cosa serviva: il successore di Shazier, skills player ed ogni genere di aiuto in secondaria.

Com’è andata: Devin Bush, Michigan, LB (10); Diontae Johnson, Toledo, WR (66); Justin Layne, Michigan State, CB (83); Benny Snell, Kentucky, RB (122); Zach Gentry, Michigan, TE (141); Sutton Smith, Northern Illinois, EDGE (175); Isaiah Buggs, Alabama, DT (192); Ulysees Gilbert, Akron, LB (207); Derwin Gray, Maryland, OT (219).

Analisi: Qualcuno potrebbe avere qualcosa da ridire sul selezionare un inside linebacker nella top ten, ma Bush va a cementare un cratere apertosi con il terribile infortunio di Shazier, altro esempio di MLB scelto al primo round e che con un po’ più di fortuna avrebbe potuto entrare nella ricca epica difensiva degli Steelers. Nessun GM è ai livelli di Colbert quando si parla di valutare il talento di un ricevitore, pertanto Johnson potrebbe seriamente trasformarsi nell’ennesimo Pro Bowler di una lunga serie. Layne facilmente avrà modo di tastare il campo fin da subito, in quanto il perenne bisogno di cornerback aveva portato molti insider a vederli utilizzare la numero venti per indirizzare il problema: Layne potrebbe essere il loro uomo. Snell e Gentry dovranno pazientare prima di ricevere un buon numero di snaps, ma sappiamo tutti che Pittsburgh non ha alcun problema ad affidarsi ai propri giovani, specialmente in attacco; Sutton e Gilbert vanno a dare profondità a ruoli in cui non si può mai possederne abbastanza, mentre Gray avrà l’occasione di assimilare quanto più possibile dai membri di una delle migliori linee d’attacco della lega: potrebbe affermarsi come titolare, prima o poi.

Voto: 7,5. Assicurarsi un leader difensivo come Bush era fondamentale: se a questo aggiungiamo pure le selezioni di Johnson e Layne -due possibili titolari già a settembre- diventa facile essere affascinati da quanto fatto dagli Steelers. Buon draft, servivano immediati contributori ed a quanto pare Pittsburgh è riuscita ad assicurarsene un paio in posizioni di bisogno.

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AFC EAST

Buffalo Bills

Cosa serviva: rifondare il front seven difensivo e continuare a costruire attorno a Josh Allen.

Com’è andata: Ed Oliver, Houston, DT (9); Cody Ford, Oklahoma, OT (38); Devin Singletary, Florida Atlantic, RB (74); Dawson Knox, Mississippi, TE (96); Vosean Joseph, Florida, LB (147); Jaquan Johnson, Miami, S (181); Daryl Johnson, North Carolina A&T, EDGE (225); Tommy Sweeney, Boston College, TE (228).

Analisi: Purtroppo sono costretto ad “analizzare” e non posso dilungarmi su quanto sia estasiato da quanto fatto in questi mesi dai Bills: qualche giorno fa avete avuto occasione di capire quanto sia innamorato di Ed Oliver, pertanto ritornare sulla nona scelta assoluta non avrebbe senso, anche perché sono quasi più affascinato da Cody Ford alla trentotto, giocatore che sarà con ogni probabilità schierato come tackle ma che sicuramente potrà ricoprire con successo anche il ruolo di guardia. Singletary e Knox caricano di elettricità un attacco che sembra predestinato ad un mastodontico salto di qualità e per calmare i dubbi riguardanti la mancanza di “dimensioni” di Singletary mi basta semplicemente puntare il dito verso un certo Tarik Cohen. Joseph alle battute finali del quinto round può tranquillamente essere visto come altro steal, mentre i due Johnson danno profondità ad una difesa già discretamente rifornita. Probabilmente la prossima stagione sarà ancora una volta lontana dal poter essere definita un successo, ma Buffalo a mio avviso è sulla strada, finalmente, giusta.

Voto: 8+. Sono veramente affascinato da quanto combinato dai Bills, che silenziosamente hanno messo insieme uno dei migliori draft dell’anno: Oliver alla nove è definibile come semi-steal, così come Cody Ford alla trentotto, giocatore che a mio avviso era da top venti e la cui versatilità potrà tornare immediatamente comoda. Nei round successivi si sono assicurati potenziale su potenziale, in quanto non dimentichiamoci che Buffalo non ha alcuna fretta di vincere.

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Miami Dolphins

Cosa serviva: quarterback (??), aiuto di qualsiasi genere per la linea d’attacco e pass rusher.

Com’è andata: Christian Wilkins, Clemson, DT (13); Michael Deiter, Wisconsin, OG (78); Andrew Van Ginkel, Wisconsin, LB (151); Isaiah Prince, Ohio State, OT (202); Chandler Cox, Auburn, FB (233); Myles Gaskin, Washington, RB (234).

Analisi: Rosen vale sicuramente una scelta bassa al secondo round, ma temo per lui che sarà inserito in un contesto terribilmente simile a quello dei Cardinals dello scorso anno: il rischio che Miami si abbandoni al tanking sfrenato per Tua o Lawrence lo mette ancora una volta in una posizione decisamente poco invidiabile. Lawrence è un colosso in grado di mangiare blocchi e permettere al resto della linea difensiva di sfruttare uno contro uno, ma francamente con la numero tredici sarei andato più per un pass rusher come Burns; Deiter risponde ad un bisogno primario, soprattutto con un quarterback inesperto come Rosen da proteggere, e potrebbe passare anni in Florida come titolare. Van Ginkel è il classico prospetto che con ogni probabilità a settembre non saprà rendersi utile alla causa, ma con un po’ di pazienza potrebbe terrorizzare i quarterback avversari per gli anni a venire; Prince, nonostante sia stato scelto piuttosto tardi, potrà lottare fin da subito per una maglia da titolare, ma per vincerla dovrà trovare una consistenza raramente esibita al college. Gaskin probabilmente vedrà il campo o in garbage time o in caso di infortuni a chi davanti in depth chart, mentre aggiungere un fullback può darci una preliminare indicazione di ciò che Flores vorrà dal suo attacco.

Voto: 7. Wilkins forse non risponde ad un loro bisogno primario, ma il suo talento da top ten non poteva essere ignorato; è inutile girarci troppo attorno, la mossa con la emme maiuscola non viene direttamente da una scelta, ma piuttosto dalla trade che ha portato Rosen in Florida: al modico prezzo di una scelta al secondo round potrebbero essersi assicurati il tanto agognato franchise quarterback.

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New England Patriots

Cosa serviva: pass rusher, skills player in grado di non far sentire eccessivamente la mancanza di Gronkowski e linebacker.

Com’è andata: N’Keal Harry, Arizona State, WR (32); Joejuan Williams, Vanderbilt, CB (45); Chase Winovich, Michigan, DE (77); Damien Harris, Alabama, RB (87); Yodny Cajuste, West Virginia, OT (101); Hjalte Froholdt, Arkansas, OG (118); Jarrett Stidham, Auburn, QB (133); Byron Cowart, Maryland, DE (159); Jake Bailey, Stanford, P (163); Ken Webster, Mississippi, CB (252).

Analisi: Mentre alcuni team -vedasi Baltimore- tentano di assemblare una squadra di velocisti, New England sta decisamente tornando indietro nel tempo facendo della fisicità il proprio marchio distintivo: Harry è un ricevitore estremamente abile nell’acchiappare palloni contestati e nonostante non sia un reale pericolo sul profondo, potrebbe dare a New England un’immediata arma in red zone nel post-Gronkowski. Williams è un gigante in grado di accoppiarsi con i ricevitori più fisici della squadra avversaria e sono sicuro che l’Incappucciato troverà un modo per renderlo più consistente e mascherare la sua mancanza di velocità; Winovich alla settantasette è un puro e semplice steal: sembra un giocatore assemblato in un laboratorio diretto proprio da Belichick e la sua inesauribile energia gli varrà snaps di qualità fin da subito. Selezionare un altro runningback ha perplesso i più, ma la recente corsa Super Bowl ci ha dimostrato quanto poter contare su più opzioni dal backfield possa mandare in crisi i defensive coordinator avversari; Cajuste e Froholdt potranno essere il nucleo della linea d’attacco del futuro, mentre Webster e Cowart aumentano la profondità di una secondaria sempre più spaventosa. Stidham sarà il successore di Brady? Impossibile predirlo, anche perché molto facilmente qualche squadra disperata lo strapperà ai Patriots per una seconda scelta al draft del 2024: un Tom Brady è per sempre, a quanto pare.

Voto: 8,5. Se vincono anche al draft è veramente finita: draft sensazionale, Williams e Winovich sembrano destinati a ricoprire un ruolo piuttosto importante fin da subito e con la supervisione di Belichick potrebbero trasformarsi in contributori fondamentali da subito. Qualcuno li fermi.

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New York Jets

Cosa serviva: migliorare la linea d’attacco, pass rusher ed aiuto in secondaria.

Com’è andata: Quinnen Williams, Alabama, DT (3); Jachai Polite, OLB, Florida (68); Chuma Edoga, USC, OT (92); Trevon Wesco, West Virginia, TE (121); Blake Cashman, Minnesota, LB (157); Blessuan Austin, Rutgers, CB (196).

Analisi: Nonostante la mai nascosta disponibilità a svendere la terza scelta assoluta, i New York Jets non hanno potuto fare a meno di garantirsi una stella pressoché sicura del calibro di Williams: gli unici asterischi vicini al suo nome li troviamo a causa della ridotta altezza, ma non devo essere sicuramente io a ricordarvi che un altro d-tackle considerato sottodimensionato al draft era Aaron Donald, il difensore più dominante della lega. Il pazzesco 2018 di Polite è stato vanificato da delle Combine sciagurate, e quello che a gennaio/febbraio era considerato un pressoché sicuro first rounder si è trasformato in un third rounder: il potenziale non manca e Gregg Williams potrebbe sicuramente ricavare un pass rusher da più di dieci sack a stagione. Edoga dovrà riuscire ad essere più consistente e “nel gioco” con la testa: in tal caso New York si sarebbe garantita un titolare per il futuro prossimo ed un ottimo tackle in grado di rendere la vita infinitamente più facile a Bell. Wesco probabilmente dovrà accomodarsi dietro Herndon, ma vista la sua abilità nel bloccare potrebbe tastare il campo più prima che poi; Cashman -altro cognome splendido- dà atletismo ad una difesa che abbonda di tale virtù, mentre Austin se si dimostrerà in grado di recuperare definitivamente da un grave infortunio al ginocchio potrebbe rivelarsi uno steal.

Voto: 7,5. Williams è già una stella oggi, a fine aprile, figuriamoci cosa sarà a settembre. Polite possiede talento da primo round ma delle Combine disastrose lo hanno fatto precipitare fino al terzo round, dove i Jets sono stati ben felici di accoglierlo: nonostante le poche scelte a disposizione New York è riuscita a mettere le mani su giocatori che miglioreranno da subito un roster che a questo punto è senza dubbio fra i più ricchi di talento nella lega.

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AFC WEST

Denver Broncos

Cosa serviva: il quarterback del futuro, aiuto di qualsiasi tipo per il front seven ed armi per il quarterback del presente.

Com’è andata: Noah Fant, Iowa, TE (20); Dalton Risner, Kansas State, OL (41); Drew Lock, Missouri, QB (42); Dre’Mont Jones, Ohio State, DT (71); Justin Hollins, Oregon, OLB (156); Juwann Winfree, Colorado, WR (187).

Analisi: Con ogni probabilità, Denver avrebbe speso la decima scelta assoluta per Noah Fant, tight end in grado di mettere Joe Flacco a proprio agio fin da subito: anche se non completo come l’ex compagno Hockenson, Fant è un atleta incredibile in grado di generare yards after catch come fosse uno slot receiver. Dalton Risner è quel giocatore che ogni tifoso spera di poter tifare nella squadra del cuore poiché la sua versatilità gli permette di ricoprire -ad ottimi livelli- più ruoli lungo la linea d’attacco; il vero capolavoro di Denver -e per una volta di Elway- è stato assicurarsi Lock con la numero quarantadue, nonostante molti lo vedessero come sicuro first rounder: dovrà decisamente migliorare consistenza e precisione prima di poter condurre un attacco, ma al momento non gli manca sicuramente il tempo poiché per il futuro più prossimo under center troveremo il veterano Flacco. Il cavallo di battaglia di Jones è la versatilità e grazie a ciò Denver si è garantita un futuro titolare ed un immediato contributore poiché avrà modo di assaggiare il campo fin da subito a causa di inevitabili infortuni; Hollins al momento aggiunge solamente profondità ad un reparto di primo livello che per essere definito tale deve poter pure contare su valide alternative. Winfree è stato preso come giocatore da sviluppare che probabilmente non avrà modo di vedere il campo per almeno un paio di anni ma che con un po’ di fortuna potrebbe ritagliarsi uno spazio in futuro, magari durante l’era Lock.

Voto: 8. Sono riusciti ad assicurarsi Fant, giocatore che con ogni probabilità avrebbero selezionato con la decima scelta poi ceduta agli Steelers; Risner è uno dei prospetti più duttili dell’intero draft che saprà rendersi utile in più modi fin da subito. Mettere le mani su Lock, il “quarterback del futuro” con la numero 42 a posteriori potrebbe rivelarsi come il vero colpo del draft: la definizione di value pick.

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Kansas City Chiefs

Cosa serviva: un sostituto per Hill, aiuto in secondaria, linebacker e profondità per quanto riguarda la O-line.

Com’è andata: Mecole Hardman, Georgia, WR (56); Juan Thornhill, Virginia, DB (63); Khalen Saunders, Western Illinois, DT (84); Rashad Fenton, South Carolina, CB (201); Darwin Thompson, Utah State, RB (214); Nick Allegretti, Illinois, OG (216).

Analisi: La trade che ha permesso a coach Reid di abbracciare il criminalmente sottovalutato Frank Clark è costata a Kansas City la scelta al primo round e gli sviluppi della terribile vicenda riguardante Hill hanno di fatto obbligato il front office ad utilizzare la loro scelta più alta per assicurarsi il suo successore, ossia Mecole Hardman: pretendere che offra immediatamente la produzione di Hill è utopico, però ha i mezzi atletici per emularlo anche se deve ancora crescere moltissimo come ricevitore prima di poter diventare il faro del passing game. Thornhill saprà rendersi utile pressoché subito, in quanto la sua versatilità ed intelligenza gli permettono di coprire con discreto successo sia il ruolo di cornerback che di safety, mentre Saunders è il classico esempio di super atleta con potenziale pressoché infinito: un suo utilizzo creativo potrebbe dare al loro enigmatico reparto difensivo una notevole spinta. Thompson al sesto giro è un affare, in quanto Reid si è dimostrato in grado di sfruttare a pieno le abilità dei propri skills player, mentre Fenton per il momento altro non serve che a dare profondità; Allegretti, infine, potrebbe essere utilizzato sia come guardia che come centro, ma starà a Reid decidere se affidare ad un rookie le chiavi della linea offensiva per rimpiazzare il dipartito Morse.

Voto: 6,5. La trade che ha portato Clark alla corte di Reid li ha privati di succulente scelte, ma KC è riuscita a rinforzare la secondaria ed a garantirsi Hardman, giocatore che con ogni probabilità riuscirà a ritagliarsi uno spazio importante fin da subito: vogliono vincere ora, ma sciaguratamente i loro giocatori chiave non riescono a rimanere fuori dai guai, perciò sarà fondamentale che i rookie riescano a contribuire fin da subito.

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Los Angeles Chargers

Cosa serviva: ricevitori, offensive tackle ed aiuto nel centro della linea difensiva.

Com’è andata: Jerry Tillery, Notre Dame, DT (28); Nasir Adderley, Delaware, S (60); Trey Pipkins, Sioux Falls, OT (91); Drue Tranquill, Notre Dame, LB (130); Easton Stick, North Dakota State, QB (166); Emeke Egbule, Houston, OLB (200); Cortez Broughton, Cincinnati, DT (242).

Analisi: Ci limitassimo a parlare di talento, Tillery sarebbe stato quasi certamente selezionato nella top ten, ma un infortunio alla spalla lo ha reso protagonista di una caduta libera fermata dai Chargers: se mostrerà di averlo superato del tutto Los Angeles si è garantita un futuro Pro Bowler che con Adderley va a dare ulteriore linfa ad una delle difese più giovani e forti del campionato. Pipkins con ogni probabilità è stato selezionato troppo presto e salvo miracoli al training camp non potrà contribuire fin da subito, e sinceramente ciò mi perplime, in quanto avrebbero potuto mettere le mani su qualcuno pronto ad aiutarli immediatamente in una posizione di assoluta importanza. Tranquill e Egbule danno profondità, velocità e dinamicità al reparto difensivo, mentre Cortez Broughton tenterà di assicurarsi un posticino nel roster finale grazie alla propria esplosività e primo passo, anche se dovrà drasticamente migliorare l’utilizzo delle mani, utensili di primaria importanza per un lineman. Stick è un atleta sensazionale che dovrà assimilare il più possibile da Rivers per provare lanciare la propria candidatura una volta finito il regno del numero 17.

Voto: 7,5. Personalmente avrei indirizzato prima i problemi della linea d’attacco: ciò non cambia il fatto che Tillery possa rendersi utile fin da subito, migliorando una già buonissima difesa nella quale pure Adderley sarà costretto a contribuire fin da subito. Draft solido che ha rafforzato ulteriormente una delle più promettenti difese della lega, esattamente ciò di cui i Chargers avevano bisogno.

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Oakland Raiders

Cosa serviva: di tutto, principalmente in difesa.

Com’è andata: Clelin Ferrell, Clemson, DE (4); Josh Jacobs, Alabama, RB (24); Johnathan Abram, Mississippi State, S (27); Trayvon Mullen, Clemson, CB (40); Maxx Crosby, Eastern Michigan, DE (106); Isaiah Johnson, Houston, CB (129); Foster Moreau, LSU, TE (137); Hunter Renfrow, Clemson, WR (149); Quinton Bell, Praire View A&M, EDGE (230).

Analisi: Mayock e Gruden hanno sicuramente fatto i compiti per casa e, probabilmente, sanno ciò che stanno facendo, ma Ferrell con la numero quattro francamente non riesco ancora a spiegarmelo: l’affinità schematica c’è ed è una variabile mai da sottovalutare, ma con una scelta così alta Oakland avrebbe potuto mettere le mani su portentosi pass rusher del calibro di Allen, Oliver o Burns. Ho amato la scelta di affidare le chiavi del backfield a Jacobs, di gran lunga il miglior runningback -o perlomeno, il più “sicuro”- disponibile, e non ho molto da contestare per quanto riguarda Abram, safety iper fisico che dà il proprio meglio in run defense. Mullen con la quaranta è un’altra scelta che mi confonde, in quanto sicuramente le misure ci sono, ma mi sembra ancora troppo grezzo per poter giocare da settembre e da una scelta al secondo round aspettarsi un contributo immediato non è follia. Crosby è uno di quei giocatori che compensa i limiti atletico-tecnici con un’intensità a momenti quasi maniacale, mentre Isaiah Johnson è un altro cornerback che analogamente a Mullen possiede dimensioni ideali anche se nel suo caso a preoccupare è la poca esperienza, in quanto ricopre questo ruolo solamente da un paio di anni. Moreau e Renfrow sono due buone aggiunte in uno dei corpi ricevitori più ricco e profondo della lega e personalmente ammiro la passione ed il desiderio del piccolo ma mai domo Renfrow.

Voto: 6,5. Non voglio mettere in discussione il valore delle scelte di Mayock, ma è indubbio che aver selezionato Ferrell alla numero quattro rappresenti un chiaro “reach”: valutare l’intero draft senza rimanere condizionati da ciò mi è veramente difficile, pertanto il voto non può essere particolarmente alto. Sono comunque riusciti a garantirsi dei buoni giocatori in posizioni di assoluto bisogno: Jacobs e Moreau ottime scelte, a mio avviso.

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AFC SOUTH

Houston Texans

Cosa serviva: mettere Watson in grado di non subire quattro-cinque sacks a partita, aiuto in secondaria ed un three-down back .

Com’è andata: Tytus Howard, Alabama State, OT (23); Lonnie Johnson, Kentucky, CB (54); Max Scharping, Northern Illinois, OT (55); Kahale Warring, San Diego State, TE (86); Charles Omenihu, Texas, DE (161); Xavier Crawford, Central Michigan, CB (195); Cullen Gillaspia, Texas A&M, RB (220).

Analisi: Che Houston volesse Dillard era chiaro, così chiaro che Philadelphia non ha esitato ad imbastire uno scambio con Baltimore per anticipare la loro mossa: sconvolti da tale trade, sono andati a selezionare Tytus Howard, giocatore immensamente talentuoso ma visto dai più come project che come contributore da settembre. Johnson è l’ennesimo cornerback con dimensioni ed apertura alare perfette per il ruolo ma con gravi punti interrogativi circa efficacia e consistenza. Scharping alla cinquantacinque mi è piaciuto e lui, a differenza di Howard, sembra destinato ad un’immediata maglia da titolare: la linea d’attacco dei Texans è stata costantemente fra le peggiori nella lega lo scorso anno e proteggere il futuro di Watson deve essere la loro unica priorità. Warring è il classico cestista convertitosi in tight end ed ovviamente possiede i mezzi atletici per diventare una macchina da touchdown ma forse selezionarlo così presto non è stato appropriato; Omenihu è un ottimo run defender che con un po’ di pazienza potrebbe diventare pure un ottimo pass rusher, mentre per avere un’idea di cosa offra Crawford vi basterà leggere quanto detto su Lonnie Johnson: a quanto pare la statura serve ancora a garantire un lavoro in questa lega!

Voto: 6-. La confusione causata dal furto di Dillard ha sconquassato completamente i loro piani -anche se il tempo avrà modo di smentirmi- ed il loro voto è inevitabilmente condizionato dalla mancata selezione di un runningback in un round centrale: Lamar Miller è un buon giocatore, ma Houston per competere seriamente meriterebbe un runningback con più potenziale.

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Indianapolis Colts

Cosa serviva: aiuto in secondaria, ricevitori e difensori in grado di portare pressione dall’interno della linea difensiva.

Com’è andata: Rock Ya-Sin, Temple, CB (34); Ben Banogu, TCU, OLB (49); Parris Campbell, Ohio State, WR (59); Bobby Okereke, Stanford, LB (89); Khari Willis, Michigan State, S (109); Marvell Tell, USC, S (144); E.J. Speed, Tarleton State, LB (164); Gerri Green, Mississippi State, EDGE (199); Jackson Barton, UTAH, OT (240); Javon Patterson, Ole MIss, OL (246).

Analisi: Sto iniziando ad avere una seria man crush per Chris Ballard: accumulare scelte e grazie a quelle migliorare profondità e qualità del proprio roster selezionando i giocatori desiderati è indice di una maestria che un GM al terzo anno non dovrebbe avere. Ya-Sin doveva essere selezionato al primo round, in quanto dove altro lo vedreste un giocatore la cui ricezione più importante concessa misura solamente 17 yards? Banogu possiede atletismo e dimensioni che se saranno accompagnate da una costante crescita tecnica potrebbero valergli una maglia da titolare più prima che poi; Okereke e Willis, in misura minore di Banogu, offrono intrigante potenziale per il futuro in una difesa che promette sempre meglio. Tell sembra più destinato a giocare come cornerback che come safety, in quanto gli manca la fisicità necessaria per ricoprire tale posizione; Speed e Green per il momento offrono profondità in ruoli fondamentali: si può dire altrettanto di Barton e Patterson, due giovani di buone speranze che sono approdati in una delle linee offensive più brillanti della scorsa stagione.

Voto: 7,5. Altro giro, altro draft spettacolare degli Indianapolis Colts: Ya-Sin saprà rendersi utile fin da subito e dà a Reich un quasi sicuro day one starter, mentre i vari Campbell, Banogu ed Okereke offrono un immenso upside. Unica pecca? Non aver selezionato un d-tackle in un draft così profondo, ma occorre ricordare sempre e comunque che Indy dispone di una marea di spazio salariale: stanno costruendo una dinastia.

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Jacksonville Jaguars

Cosa serviva: pass rusher e qualsiasi tipo di aiuto per Nick Foles.

Com’è andata: Josh Allen, Kentucky, DE (7); Jawaan Taylor, Florida, OT (35); Josh Oliver, San José State, TE (69); Quincy Williams, Murray State, LB (98); Ryquell Armstead, Temple, RB (140); Gardner Minshew, Washington State, QB (178); Dontavius Russell, Auburn, DT (235).

Analisi: Ai più può sembrare che rifornire il pass rush non dovesse essere la priorità numero uno di Jacksonville in questo draft, ma è umanamente concepibile passare oltre un talento come quello di Allen? Anche perché sono riusciti ad assicurarsi l’uomo per il quale, secondo la quasi totalità dei mock draft, avrebbero dovuto investire la numero sette, ovverosia quel Jawaan Taylor il cui punto di forza è il run blocking: tutti già sapete che nonostante l’arrivo di Foles la mentalità dei Jaguars rimane run first, pertanto questo è un ottimo accoppiamento. Oliver è uno dei tight end più fisicamente dotati del draft, pertanto il fit è presente pure in questo caso; Quincy Williams quasi sicuramente sarebbe stato disponibile ben più tardi, ma evidentemente il front office dei Jags deve aver visto qualcosa in lui che li ha spinti alla follia pur di non correre il rischio di perderlo. Volete ulteriore fisicità? Aggiungiamo allora Ryquell Armstead, runningback estremamente difficile da contrastare e che si alimenta di contatto per rompere miriadi di tackle; Minshew è un quarterback estremamente sottovalutato che fa della precisione il suo punto di forza e che, con Foles come mentore, potrebbe maturare a tal punto di diventare titolare, prima o poi. Russell è un buon run defender che però faticherà a trovare spazio in un reparto di ricco di talento.

Voto: 8. Non perdiamoci in inutili analisi, riuscire ad assicurarsi Allen alla sette e Taylor alla trentacinque non può non valer loro un voto automaticamente alto: in molti mock-draft Taylor era associato a Jacksonville con la numero sette, non la trentacinque! Mi ha lasciato un po’ confuso la scelta di Quincy Williams, ma se ben allenato -e con un po’ di tempo- Jacksonville potrebbe avere fra le mani un futuro titolare. Che draft.

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Tennessee Titans

Cosa serviva: pass rusher, ricevitori ed aiuto in secondaria.

Com’è andata: Jeffery Simmons, Mississippi State, DT (19); A.J. Brown, Mississippi, WR (51); Nate Davis, Charlotte, OG (82); Amani Hooker, Iowa, S (116); D’Andre Walker, Georgia, OLB (168); David Long Jr., West Virginia, LB (188).

Analisi: Ignorando i terribili errori di gioventù, Simmons è un giocatore che se non fosse per la rottura del crociato di qualche mese con ogni probabilità sarebbe stato selezionato nella top five: tremendamente efficace sia sulla corsa che sul pass rush, Simmons possiede un talento in grado di svoltare completamente il destino dell’intero reparto. Sinceramente credevo che Brown venisse scelto al primo giro, non a metà del secondo, ma sta di fatto che Tennessee si è assicurata il ricevitore più completo dell’intero draft: mani, fisicità ed agilità avevano portato molti a vederlo come il miglior WR disponibile. Davis potrà giocare sia come guardia che come tackle visto che al college ha occupato entrambe le posizioni, ma facilmente si allineerà affianco al centro; Amani Hooker alla centosedici rappresenta un altro colpaccio, in quanto pochi safety si sono rivelati altrettanto efficaci in copertura. Walker e Long danno profondità in reparti in cui Tennesee ha sicuramente bisogno di aiuto: Walker credevo andasse via un po’ prima, ma evidentemente sbagliavo.

Voto: 7,5. Buon draft pure quello dei Titans: draft indirizzato chiaramente al futuro, in quanto la prima scelta Simmons forse non calcherà nemmeno il campo la prossima stagione. A.J. Brown alla cinquantuno rischia di essere il vero steal del draft e credo che con ogni probabilità il suo contributo sarà ingente fin da subito. Questo draft ha aggiunto profondità e competizione, ed a mio avviso l’impatto delle scelte fatte si farà sentire più negli anni a venire che nella prossima stagione.

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3 thoughts on “NFL Draft 2019: le pagelle per ogni team AFC

  1. Scusa Mattia, giusto un tuo pronostico per i miei Bills, secondo te riusciranno ad arrivare ai playoff o anche quest’anno sarà per il prossimo?

    • Ciao Roberto!
      Dopo aver visto velocemente il calendario -anche se manca ancora troppo e può succedere di tutto- non credo i playoff siano un obiettivo realistico, ma un 8-8 potrebbe essere alla loro portata: non è sicuramente il 2019 l’anno della verità, la loro ricostruzione mi sta piacendo e credo che in un paio di anni -con un possibile ritiro di Brady all’orizzonte- possano iniziare a dire la loro. Seriamente.

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