Ultimi a far saltare il fattore campo in questo weekend di wild card sono stati i Philadelphia Eagles che con il ruggito dei campioni in carica hanno strappato una dramatic win nella Windy City, e Nick Foles diventa sempre più un mistero, un QB che da titolare non convince, ma che da backup vince. E vince pure i campionati.

In una partita segnata dal decisivo, decisivissimo, field goal mancato da Parkey, vogliamo però dar merito ai vincitori perché nel td di Tate al quarto down sta tutta la concretezza di questi Eagles che nel finale di stagione hanno tirato fuori gli artigli. Abbiamo Foles a lanciare e Tate a ricevere.

Se da una parte infatti continua la magia di Foles dall’altra abbiamo la prova che la trade per Tate è stata una mossa vincente. Fino a questa catch infatti la trade poteva essere definita un bust. Tate sulla carta andava a completare un attacco già di altissima qualità, con l’obiettivo di renderlo infermabile, ma le sole 200 e poco più yard guadagnate dal veterano avevano scontentato e non poco, tifosi e front office. Ora non più. Dopo ieri sera nessuno può mettere in discussione la bontà di una trade, anche se si tratta di una sola giocata, ma è proprio quella giocata che vale la partita e magari la stagione, evitando di sicuro il tanto odiato one and done ai playoff. La catch oltretutto ha messo in mostra le doti del singolo con una traccia esterna, vicino alla linea di fondo, con la pressione del quarto down e tutto il pubblico contro. Senza dubbio si tratta solo di UNA presa, ma al di là del peso specifico dell’evento, può lanciare la trasformazione di Tate in un’arma affidabile per Foles che potrà usarla proprio nel momento migliore, ai playoff.

A lanciare quel quarto down c’era Nick Foles che ogni volta ci aspettiamo cadere, fallire e rovinare la stagione delle propria squadra. Ma puntualmente non succede, ma perché allora ogni anno Foles deve ripartire da zero e dimostrare di essere uno che queste partite le sa giocare? Dopo la scorsa stagione altri QB avrebbero sicuramente guadagnato più merito, lui invece si ritrova a fare il panchinaro, ancora una volta. E ancora una volta la sua favola prosegue prendendo i suoi Eagles sotto e in difficoltà e mettendo insieme un drive con 3, 4 lanci difficili e riuscitissimi che mettono i suoi nella red zone avversaria, con meno di un minuto e dopo due corse discutibili e un incompleto arriva il momento della connessione con Tate. Ancora una volta Foles tira i suoi fuori dal fango con un ultimo drive imponente. Poi tutti parleranno del doppio palo colpito da Chicago poco dopo, ma le partite vanno viste nel complesso, anche se gli episodi sono fondamentali, ma ne raccontano solo una parte. Così facendo ci accorgiamo come Foles faccia bene anche ad Alshon Jeffery che ieri sera ha messo insieme 82 yard in 6 prese quando in stagione con Wentz non aveva superato le 50 in 6 partite consecutive. Niente di straordinario certo, ma l’alchimia tra i due funziona alla grande e di questo ne risente positivamente tutta la squadra perché le difese avversarie sono obbligate a marcarlo stretto, rischiando di aprire qualche buco dal lato opposto, e chissà mai se uno come Tate potrebbe approfittarne…

Lungi da noi comunque voler esaltare un ragazzo incompreso. Ricordiamo bene gli anni di Philadelphia, i primi, di St.Louis e di Kansan City dove Foles aveva il rispetto tipico di un titolare, ma buttava via le partite. Il Foles di adesso però è diverso, anche se fatica a buttarsi alle spalle quella nomea che si porta dietro. Non è bastato un Super Bowl, speriamo basti questa partita.

Una persona sicuramente si è convinta, malgrado suo, ed è proprio l’head coach di Chicago Matt Nagy, che a Kansas City allenava Foles e lo ha convinto a non mollare nel momento più buio della sua carriera. Oggi non sarà contento di essere uscito, ma sicuramente non si sarà pentito di aver aiutato un ragazzo in difficoltà a riprendersi il palcoscenico.

I Bears si sogneranno quel field goal mancato all’infinito. Per quanto spettacolare però l’errore purtroppo non è inaspettato. Parkey è stato un punto di attenzione per tutta la stagione, ma il front office ha deciso di accontentarsi di quello che aveva, pagandone le conseguenze e buttando via un anno intero. La NFL coi kicker è davvero impietosa, a volte pure troppo, ma non si capisce la scelta di non cambiare quando già a novembre i Chicago erano proiettati in ottica playoff, e sappiamo bene quanto i field goal diventino fondamentali in post-season.  Guardare l’efficenza di Gould a San Francisco non può che far innervorsire ancora di più i fan che hanno visto andare via un veterano che ha commesso errori, ma che quest’anno è andato decisamente meglio del suo sostituto.

Come detto, di questo piazzato se parlerà all’infinito, ma è anche vero che i Bears si sono trovati a un kick di differenza perché il loro QB non li ha portati a navigare in acque tranquille. Su Trubisky i Bears hanno investito molto salendo di posizione al draft del 2017 e il loro QB ha riportato Chicago a vincere la NFC North, una division molto difficile dominata dai Packers di Rodgers. È altrettanto vero che proprio i suoi errori e delle decisioni sbagliate sono costate punti e yard. Nelle situazioni tese, dove bisogna essere perfetti, Trubisky ancora non ha portato il suo talento, indiscusso, ma ancora acerbo. La prima esperienza ai playoff è amara e se il quarto quarto lo ha visto mettere insieme lanci difficili e perfetti e mettere il suo kicker nella posizione di far avanzare tutti al divisional, è altrettanto vero che il 6-3 raccolto nel primo tempo è troppo poco, visto il grande lavoro fatto dalla difesa bloccando e intercettando Foles in più occasioni. Trubisky è stato straordinario nel quarto quarto, ma un franchise quarterback avrebbe dovuto vincere questa partita prendendo tutti i regali concessi dalla difesa e non mettendo il proprio kicker, poco affidabile, a giocarsi la partita intera. Peccato, la prospettiva c’è, ma di speranza non si vincono i Super Bowl. Di certo abbiamo che Chicago può essere competitiva per i prossimi anni a venire, Aaron permettendo.

Per gli Eagles, il prossimo step li vede tornare al Superdome, il luogo del delitto dove a metà stagione uscirono demoliti per 48-7, demoliti e dati per spacciati. Il divisional che si prospetta sarà però tutta un’altra partita, con un Championship Game in ballo, con degli Eagles molto più tonici e dei Saints in lieve calo nel finale di stagione. Sarà una rivincita? Per i tifosi Eagles, questo divisional potrebbe proprio essere come il canto delle fenice: rinascere dalle proprie ceneri lasciate lì solo qualche mese fa, significherebbe dimostrate una volta per tutte che anche la versione 2018 delle aquile è da prendere sul serio.

3 thoughts on “Il ruggito dei campioni: gli Eagles passano al divisional

  1. Non ho neanche la forza de scrivere… me lo sentivo… in tutti è tre i calci in partita facevo gli scongiuri ben sapendo che razza de calcia patate avevamo a mano…
    E me dovevi vedere in faccia quando ho visto il più facile dei facili field goal me se schiantava sul palo… avrei preso un rullo compressore e sarei andato avanti e indietro per ore sul grandissimo Parkey…
    Oggi invece passata la rabbia del momento me accontenterei de mandarlo ad allenarsi in autostrada!!!!😂😂😂😂😂
    Ancora non ci credo…
    👋🏻👋🏻👋🏻😂😂😂

  2. Foles soffre le aspettative. Lasciato libero di sbagliare tende a sbagliare meno e a produrre magate. Lasciarlo andare via per Philadelphia sarebbe un grave errore, quindi lo faranno. Spero che Pederson si opponga.
    Vorrei vedere Brees festeggiare un’ultima volta prima della Hall Of Fame e non so per chi tifare la prossima settimana.
    Capitolo Bears: c’è Tavecchio disoccupato e vanno a pigliare uno che prende 4 pali nella stessa partita? Per risparmiare quanto? 3/400mila dollari? Sagaci. Fortuna per loro che il resto della squadra c’è.

  3. Criticare Chicago mi sembra difficile… hanno fatto una stagione incredibile e neppure il più accanito tifoso poteva immaginare i playoff quest anno.
    Certo, l’amarezza rimane, ma sono convinto che questa squadra, con un po’ più di cura per i dettagli, l’anno prossimo potrebbe sorprendere tutti ancora una volta

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