Parlare di football vorrei che un giorno diventasse il mio lavoro, e ciò già lo sapete, ma davanti a quanto successo ieri è veramente complesso riuscire a formulare frasi di senso compiuto, perciò mi limiterò ad un riduttivo “wow”: week 14 è stato wow, nulla da aggiungere.
Partiamo immediatamente con la disamina delle incredibili partite di una domenica che senza ombra di dubbio passerà alla storia.

Vi avevo avvertito, a Miami succedono cose strane, sempre: il 34 a 33 con cui i Dolphins hanno soffiato la vittoria ai Patriots è arrivato grazie ad una giocata che difficilmente dimenticheremo a breve.
La partita è stata più combattuta di quanto ci si potesse aspettare, e Miami grazie ad uno stupefacente Brandon Bolden -ovviamente ex Patriots- in grado di mettere a segno due touchdown con due portate, è riuscita a concludere la prima metà di gioco sotto solamente di sei punti. Il 27 a 21 con cui i Patriots si sono presentati alla pausa lunga non era destinato a durare e dopo un piazzato fallito da Gostkowski, ecco che a passare davanti sono i Dolphins grazie ad un ottimo touchdown di Brice Butler, abile nell’avere la meglio sul cornerback a lui accoppiato e ad assicurarsi la ricezione del +1 Dolphins: dopo uno scambio di punt, a prendere il comando troviamo ancora una volta i Patriots grazie ad un piazzato. Il conseguente punt dei Dolphins ha dato a New England la possibilità di bruciare tempo prezioso e, grazie ad un altro field goal, di portarsi sopra di cinque punti, che come potete immaginare a meno di venti secondi dalla fine rappresentano un vantaggio piuttosto rassicurante: Miami per vincere ha bisogno di un pressoché impossibile touchdown.
Palla ai Dolphins, dunque, con soli sette secondi rimasti sul cronometro: Tannehill la lancia verso Kenny Stills, che dopo aver guadagnato 14 yards con un passaggio laterale la consegna a Parker che vedendo un lanciatissimo Kenyan Drake libero alle sue spalle pensa bene di “passarla” a lui.
Cari lettori, quante volte abbiamo visto serie di passaggi laterali prolungare partite fino all’immancabile “fumble finale”?
Ecco, non questa volta: Drake guadagna yards e segue i suoi blocchi, fino al momento in cui vede che l’unico uomo rimasto da battere è Gronkowski, ben più lento di un vero e proprio safety, e, come per magia, lo salta e dopo essere scappato da un disperato tentativo di tackle di Gronk, porta la palla in end zone per il più incredibile game winning touchdown degli ultimi anni.
Assurdo.

A sfruttare la clamorosa sconfitta dei Patriots, teoricamente ci avrebbero dovuto pensare i Pittsburgh Steelers, impegnati contro i più che abbordabili Oakland Raiders: in una domenica senza alcun senso ci si potevano aspettare sorprese, soprattutto visto quanto successo nelle partite delle diciannove, ma che i Raiders potessero vincere 24 a 21… non se lo aspettavano in molti!
Pittsburgh, sorprendentemente, fatica tutta la prima metà di gioco, conclusa su un comunque accettabile 14 a 10 anche se la seconda metà di gioco inizia con una grandissima sorpresa: a seguito di una botta alle costole rimediata nel drive con cui Pittsburgh ha preso il comando della partita, Roethlisberger è rimasto negli spogliatoi a discapito di Joshua Dobbs, inesperto sophomore raramente utilizzato.
E ciò lo si è potuto facilmente notare, in quanto da lì in poi gli Steelers non sono stati più in grado di muovere le catene: punt, turnover of downs, intercetto e punt recitano i primi quattro drive della seconda metà di gioco ed Oakland, dopo una serie tutta loro di banalità, finalmente pareggia con un touchdown del tight end Lee Smith.
Rientra Roethlisberger e Pittsburgh ricomincia a muovere le catene e così, nel giro di poco più di due minuti, Big Ben connette una seconda volta con JuJu Smith-Schuster, per il touchdown che avrebbe dovuto dar loro la vittoria: Carr ed i Raiders però non hanno nessun motivo per arrendersi e grazie soprattutto ad una bomba da 39 yards ricevuta da Seth Roberts, Oakland si porta in red zone, fa passare un po’ di tempo e trova il touchdown del +3, a venti secondi dalla fine, grazie ad una ricezione di Carrier su 4&goal.
Gli Steelers sembrano spacciati, ma grazie ad una giocata simile a quella vista a Miami, JuJu guadagna 43 yards e mette Boswell in ottime condizioni per portare la contesa ai supplementari con un semplice piazzato: Boswell però scivola, ed il seguente calcio viene facilmente bloccato dallo special team di Oakland e, come d’incanto, ecco una sconfitta pure per gli Steelers.

Chi la ridarà questa “facile” vittoria a Pittsburgh?

Cade l’imbattibilità di Lamar Jackson, che al termine di una partita incredibile è costretto ad abbassare la testa al cospetto dei Kansas City Chiefs, passati 27 a 24 su dei buonissimi Ravens. Baltimore, incredibilmente, è riuscita a rendere umano Mahomes presentandogli ogni tipo di blitz immaginabile per tutto il pomeriggio, e, con quattro minuti rimasti sul cronometro, è sopra di un touchdown. Mahomes, pure in questo drive, ha vita difficile e per convertire un 4&9 deve prima improvvisare una pazzesca fuga dalla pressione dei Ravens e poi, oramai fuori dal campo, lanciare un missile terra-aria perfetto nelle mani di Hill, che con le sue classiche yards after catch ha ben pochi problemi a guadagnare altre dieci-quindici yards. Baltimore la pelle la vende cara e mette KC davanti ad un altro fondamentale quarto down, questa volta in piena red zone: a Mahomes non servono magie, un semplice scarico a Damien Williams è tutto ciò che serviva a loro per impattare il risultato sul 24 pari. Baltimore avrebbe abbastanza tempo per abbozzare una mezzo game winning drive, ma chiedere a Jackson di condurre un attacco NFL in un two minutes drive, al momento, è pura fantascienza: il dinamico QB dei Ravens, infatti, perde il controllo dell’ovale a seguito di un sack di Houston e regala a Kansas City l’opportunità di vincerla con un piazzato, puntualmente fallito da Butker.
Si va ai supplementari, dunque ed il coin toss viene vinto dai Chiefs, che dopo un drive di cinque minuti, riescono a mettere il field goal del vantaggio: tenere Jackson ed i Ravens a secco garantirebbe loro la vittoria e, grazie ad un paio di penalità fra cui un difficilmente comprensibile offensive pass interference, l’Ave Maria lanciata da Griffin -Jackson è uscito per infortunio- su 4&22 viene solamente sfiorata da Snead e KC si assicura, soffrendo forse troppo, l’undicesima vittoria stagionale.

Inutile dirvi che questo lancio Mahomes lo abbia completato.

A Dallas, dopo tre quarti di noia, succede di tutto ma a portare a casa il successo -e molto probabilmente la division- sono i Cowboys, che vincendo 29 a 23 legittimano una volta per tutte la trade che ha portato Cooper in Texas.
I primi tre quarti si concludono su un deprimente 9-9, ma ad avere il possesso è proprio Dallas, che a dieci minuti dal termine si porta sul 16 a 9 grazie ad un touchdown da 28 yards del sempre più in palla Cooper: dopo uno scambio di punt che toglie solamente due minuti dal cronometro, Philadelphia trova il touchdown del pareggio con Dallas -non è uno scherzo- Goedert, anche se la parità dura giusto un paio di pubblicità, in quanto Prescott nella prima giocata del seguente drive connette ancora una volta con Cooper per un pazzesco touchdown da 75 yards. Palla a Philly dunque che dopo essersi vista annullare un touchdown -ancora una volta di Dallas Goedert- percorre metodicamente il campo fino ad arrivare in red zone, dove a portarla in parità ci pensa, fra tutti, Darren Sproles con una ricezione da sei yards.
Dallas non riesce a sfruttare a dovere il tempo rimasto e così si va ai supplementari: il coin toss lo vince Dallas, che dopo aver bruciato ben otto dei dieci minuti dei supplementari, vince la partita grazie ad una fortunosa carambola che termina, fatalità, proprio nelle mani di Cooper, che indisturbato mette a segno il terzo touchdown della propria giornata, quello che con ogni probabilità si rivelerà il più importante della stagione dei Cowboys.

Che trade quella di Cooper!

Calmiamoci un attimo e parliamo delle vittorie ben più tranquille di Giants, Lions e Packers.
A New York per avere la meglio sui Redskins di Sanchez basta solamente metà partita: il 40 a 16 finale è stato reso meno amaro da un paio di touchdown in garbage time di Josh Johnson, subentrato ad un patetico Sanchez nell’ultimo periodo di gioco. Barkley, giocando solamente metà partita, guadagna 197 yards in meno di venti tocchi e, con un fantastico touchdown da 78 yards, ribadisce ancora una volta che l’Offensive Rookie of the Year, per quanto buono Mayfield possa essere, è roba sua ed esclusivamente sua.
Che dire del 17 a 3 con cui Detroit ha sconfitto Arizona? Poco, ma non biasimatemi, suvvia: cosa posso raccontarvi di una partita in cui gli attacchi, cumulativamente, non sono nemmeno riusciti a raggiungere quota 500 yards dallo scrimmage?
Esattamente, niente!
La prima partita senza McCarthy è un successo e Green Bay batte senza alcun problema gli Atlanta Falcons imponendosi 34 a 20: il risultato in questo caso è alquanto bugiardo, in quanto il passivo è stato reso meno pesante da un paio di touchdown in garbage time dei Falcons, utili solo per chi ha la fortuna di avere Julio Jones a roster nel fantasy football.

Per quanto riguarda l’AFC, vanno segnalate le vittorie di Browns, Jets, Colts e Chargers.
La caduta libera dei Panthers continua e, grazie a dei solidissimi Browns, la striscia di sconfitte consecutive si allunga a cinque: il 26 a 20 con cui i Panthers hanno dovuto abbassare la testa al cospetto dei Browns è arrivato al termine di una partita che può essere vista come microcosmo della stagione di Carolina. 
Cleveland contiene egregiamente l’attacco dei Panthers e grazie ad un paio di big play Mayfield crea quel tanto che basta per mettere punti a tabellone e portarsi sopra di sei con pochi giri d’orologio rimasti: a quel punto a salire in cattedra ci pensa la difesa dei Marroni, che prima costringe Newton al turnover of downs su 4&goal e poi, una volta riconsegnata la palla ai Panthers tramite punt, Randall mette a segno l’intercetto decisivo sul primo lancio del drive della disperazione di Cam.
Non ci si attendeva molto, ma in un modo o nell’altro Jets e Bills ci hanno offerto una partita estremamente avvincente: il 27 a 23 con cui Darnold ha vinto il duello a distanza con Allen è stato reso possibile dal fondamentale touchdown da una iarda di McGuire su 4&goal. Pure in questo caso, a tenere in partita i Bills ci hanno pensato le gambe di Allen, capaci di guadagnare più di 100 yards in sole nove portate.

Morte, tasse TY contro Houston.

Si ferma a nove la striscia di vittorie consecutive dei Texans, battuti in casa loro da degli ottimi Indianapolis Colts 24 a 21: per lunghi tratti della contesa, l’attacco dei Texans non è stato in grado di muovere le catene mentre Luck, aiutato dal sempre ottimo Hilton -199 yards pure ieri-, è stato capace di tenere i suoi sempre avanti. A decidere la partita, fra tutti, ci ha pensato l’improbabile Zach Pascal, che ricevendo un ottimo touchdown da 12 yards ha dato ai suoi dieci punti di vantaggio con poco più di tre minuti da giocare nel terzo quarto: questo gap si è poi rivelato essere troppo per i Texans.
Soffrono un po’ più del dovuto ma alla fine vincono: il 26 a 21 con cui i Chargers hanno avuto la meglio sui Bengals è arrivato a termine di una partita sorprendentemente chiusa fra due squadre in periodi di forma diametralmente opposti, e con questo successo L.A. si è quasi assicurata un posto in offseason.

In NFC, invece, vincono Bears, ‘Niners e Saints.
Un’altra delle sorprese della giornata viene da Chicago, dove i Bears -ehm, la loro difesa- sorprendentemente battono i lanciatissimi Los Angeles Rams 15 a 6: Chicago alla vigilia era ben consapevole che per portare a casa la W avrebbe dovuto annullare completamente l’attacco dei Rams e, incredibilmente, è riuscita in questa impresa mettendo a segno tre sacks -fra cui uno per i due punti del safety-, quattro intercetti e, ancor più assurdamente, è riuscita a limitare Gurley a solamente 58 yards totali. Con una difesa così sognare è assolutamente lecito e Chicago a seguito di una vittoria del genere, deve essere tenuta in considerazione come squadra che ai playoff potrebbe fare strada.

Da Bears!

Denver, in un modo o nell’altro, è in piena corsa playoff anche se le loro possibilità si sono ridotte notevolmente a seguito del 20 a 14 patito contro i ‘Niners: a regalare la vittoria a San Fran ci ha pensato un incredibile George Kittle in grado di guadagnare 210 yards in sole sette ricezioni nei soli primi trenta minuti, chiusi poi sul 20-0 49ers. Nonostante una difesa finalmente in grado di annullare ogni iniziativa offensiva dei ‘Niners, Denver è riuscita a rientrare in partita grazie ad un touchdown di Lindsay ed uno di Hamilton, ma sotto di sei a poco meno di quattro dal termine, San Francisco è riuscita a muovere le catene quel tanto che basta per bruciare il cronometro e regalarsi la terza vittoria della loro stagione.
Vincono con troppa inutile sofferenza pure i Saints, che grazie a tre touchdown consecutivi fra terzo e quarto quarto si sono imposti 28 a 14 sui Tampa Bay Buccaneers: devono inquietare, però, i continui giri a vuoto offensivi nella prima metà di gioco nella quale Brees e compagni sono riusciti a mettere a segno solamente tre punti.

8 thoughts on “NFL Week 14: la domenica dei miracoli

  1. Per i ravens sconfitta pronosticabile , rimangono 3 partite di cui la piu difficile è coi chargers..
    In afc diverse squadre sono appaiate a 7/6. Ne vedremo delle belle…
    Mi chiedo però chi sara il QB titolare dei ravens?
    Torna flacco?

  2. Mamma mia che goduria siderale!!! I miei delfini mi hanno davvero fatto godere ieri! Una vittoria così, all’ultimo istante, contro i Patriots, con uno schema folle quanto sempre frutto della disperazione, a 7 secondi dalla fine, partendo dalle proprie 31…. mi mette il cuore in pace per tutta la stagione! Continuo a non credere ad una reale possibilità di acciuffare i playoffs, ma adesso qualche chance reale c’è. Dopo 27 punti presi nei primi due quarti, ero già disperato nonostante il nostro attacco stesse girando a mille come non mai quest’anno. Poi…il miracolo. Che goduria infinita!

  3. Yes… grandi Bears! Riuscire a vincere nonostante Trubisca (per gli amici…😂) spari tre cioccolatino per la difesa Rams puntualmente mangiati… è una gran goduria!😂
    Difesa che inizia veramente a riprendere le somiglianze dei Monsters of the Midway!!!👍🏻😉
    Diciamo che entrambi gli attacchi erano in vacanza!!!😂😂😂
    Grandi Bears!!!🐻

  4. Ma perché Gronkowski era in campo nella fase difensiva? È un tight end.

  5. Trovo strano che Gronkowsi si trovasse in campo come cornerback. Lui gioca in attacco. Magari uno più agile riusciva a fermare l’azione.

    • negli hail mary passes a difendere si mette spesso il miglior ricevitore offensivo, ancor di più se grande e grosso..lo facevano pure i Boys con Dez Bryant!! Il problema è che Miami non lo ha fatto il lancio dell’Ave Maria….

  6. Grazie Lucio per la spiegazione. Sono questi dei particolari importanti che mi piace conoscere, e che contribuiscono a rendere il football americano il migliore sport di squadra da vedere in assoluto.

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