Per meglio comprendere il disastro emotivo che i Jaguars stanno attraversando in questa travagliata stagione è necessario tornare per un momento alle premesse. Al termine dello scorso campionato Doug Marrone aveva centrato un traguardo totalmente inatteso, ottenendo dieci vittorie in regular season ed una qualificazione ai playoff che non perveniva dal 2007, colmando un decennio nel quale la franchigia era risultata essere lontana anni-luce dall’essere competitiva, se non quasi del tutto priva di speranza.

Doug Marrone non si attendeva una stagione così infernale…

Poi si sa, successi in doppia cifra non significano nulla se poi non sono seguiti da un percorso approfondito di postseason, quindi sorpresa ancor più grande quando Jacksonville, capace di domare i durissimi Bills e di vincere un confronto che vedeva sommati ben 87 punti contro i favoriti Steelers, era andata ad un passo dal Super Bowl fronteggiando Tom Brady con grande determinazione. L’istantanea di uno degli episodi più significativi di quel Championship è tuttora fresco nella mente di tanti: quarto periodo, tredici minuti e mezzo sul cronometro, Jaguars avanti su New England per 20-10, James White che riceve e corre sulla sideline in cerca di avvicinare i suoi alle ultime 20 yard, Miles Jack che gli strappa il pallone dalle mani, lo tiene stretto al corpo mentre cade a terra, ma viene fermato dagli arbitri essendo giudicato down by contact. La strada per la meta difensiva sarebbe stata spalancata, essere sopra di 17 punti in quel momento della gara e con quell’inerzia avrebbe rappresentato un ostacolo molto probabilmente insormontabile. Sarebbe invece finita come al solito, con l’attacco dei Jags non capace di far rendere il turnover, Brady in grado di giocare un quarto periodo robotico per scelte e precisione, ed i Patriots promossi all’ennesima partecipazione al Super Bowl, una delusione cocente per Marrone, convinto com’era delle potenzialità del suo roster.

Premessa lunga, certo, ma doverosa. Perché fa ben capire il pensiero dell’appena menzionato head coach, del rientrato Tom Coughlin, del general manager Dave Caldwell, tutti sicuri che la strada da percorrere fosse proprio quella giusta nonostante si andasse controcorrente rispetto ai trend Nfl, che i fantastici risultati ottenuti potessero sostenere delle convinzioni old school. I Jaguars erano andati al classico tanto così dal vincere la Afc e sfidare gli Eagles nella finalissima sfoggiando una difesa da sogno, un gioco di corse in grado di imporsi sin dai primi down grazie alla consistenza di Leonard Fournette, ed un quarterback mobile, inconsistente, ma che se tenuto lontano dagli errori aveva dimostrato di saper vincere più di qualche gara. I Patriots se ne sarebbero ricordati nella seconda settimana di gioco del presente campionato, schiantati dalle 376 yard con 4 mete ed un intercetto da parte di Blake Bortles nella gara che aveva fatto presumere una ripetizione del percorso dello scorso campionato.

Blake Bortles, il suo rinnovo contrattuale si è rivelato deleterio per la squadra.

Quest’ultima riga rappresenta proprio ciò che ha tratto profondamente in inganno tutti quanti, compreso lo stoico generale Coughlin. La questione non gira tutta attorno all’ex-Central FLorida, né gli si può imputare la totalità delle colpe per i fallimenti offensivi, ma gran parte dei problemi dei Jaguars derivano da una decisione che oggi, a posteriori, è sin troppo facile da commentare e deridere ma che si è rivelata assai dannosa, ovvero il rinnovo contrattuale deciso per un regista che pareva aver preso – con notevole ritardo – la strada giusta, ma che in realtà aveva semplicemente centrato un filotto di partite positive. Bortles era stato in grado di deprimere e stupire in quantità quasi identiche, oggi statistiche incredibili per le sue doti con rating ben superiori ai 100 punti, domani il ritorno alla mediocrità e alle decisioni che possono far affondare un’intera squadra, tutto sommato ben celate da un rendimento difensivo di eccellente livello, ed una struttura d’attacco basata sul possesso e sulla gestione del cronometro, elementi con i quali Marrone s’era fatto un baffo di tutte le innovazioni poste in atto dai vari McVay, Perderson e Reid.

Quello che un anno fa era diventato un turnaround storico tra un anno e l’altro si è riproposto nel presente campionato, ma al contrario. Fermi a quota 3-8 ed incapaci di vincere dallo scorso 30 settembre, un’eternità, i Jaguars sono crollati sotto le loro stesse sicurezze, pronti a riproporre quell’impasto vincente ma errando nelle valutazioni e nel calcolo delle possibili conseguenze quando le prove a disposizione erano più che sufficienti, e le risorse monetarie si sarebbero potute indirizzare in altre direzioni. Durante lo scorso febbraio ogni esperto era sostanzialmente sicuro che Jacksonville avrebbe positivamente risolto la sua personale equazione, nella quale mancava solo un quarterback adeguato per raggiungere il Super Bowl, ma staff e dirigenza hanno creduto in Bortles inchiostrandolo per altri tre anni ed inchiodando loro stessi, dal momento che già in due occasioni il regista è stato relegato in panchina dimostrando di non valere l’investimento, ed oggi, a buoi scappati, la stagione verrà portata a conclusione da Cody Kessler, che non ha mai vinto una partita Nfl.

Jalen Ramsey, protagonista indesiderato della offseason, troppe chiacchiere.

Una difesa regredita, non più capace di fornire big play a ripetizione (si è passati dal secondo al ventiquattresimo posto per turnover generati) ed i continui infortuni di Fournette hanno scoperto il classico vaso di Pandora, creando – assieme al notevole accumulo di infortuni occorsi in particolare alla linea offensiva ed al reparto tight end – il quadro che stiamo osservando oggi. Il tutto non può che portare a pensare un futuro di riserva di lusso per Bortles visto il forte impatto del suo contratto sul salary cap, perché per cercare di competere di nuovo la squadra dovrà pensare di adeguarsi ai migliori settori aerei che circolano in questo momento, trovando quindi un quarterback affidabile e produttivo, lo stesso prototipo di giocatore che la squadra avrebbe potuto reperire in free agency o via trade nella scorsa primavera. Oggi invece nessuno si prenderebbe carico del contratto di Bortles, nemmeno abbinandovi una scelta alta sul modello della cessione di Brock Osweiler da Houston a Cleveland nel marzo del 2017, per cui non resta che tagliarlo successivamente al termine della stagione 2019, riducendo l’impatto della cosiddetta dead money sul cap della franchigia e risparmiando 6.5 milioni di dollari in tal senso.

Il motivo della ricaduta dei Jaguars nei bassifondi Nfl è quindi del tutto filosofico. Se la difesa fosse quella dello scorso anno probabilmente le lacune del gioco aereo sarebbero rimaste ben mascherate, ma così non è stato visto il calo nei turnover provocati, l’aumento delle conversioni di terzo down concesse, l’alterato rapporto tra corse e lanci dovuto agli infortuni ma anche da una cattiva gestione del personale. Viene spontaneo chiedersi il motivo della trade per Carlos Hyde, costata relativamente poco (un quinto giro, però non si sa mai che ne può venir fuori…) ma a tutti gli effetti inutile visti i soli 27 snap giocati dall’ex-Browns, in una mossa che sembrava appositamente organizzata proprio per restituire linfa vitale al pensiero di Marrone, cui è tanto caro il tempo di possesso offensivo.

Leonard Fournette è mancato tantissimo all’attacco.

Oggi ci si trova invece a raccogliere i cocci delle proprie decisioni, con un ambiente instabile (che dire oggi di tutte le sparate mediatiche di Jalen Ramsey, che nemmeno ha giocato ai livelli del passato?), il salary cap intasato (non c’è solo Bortles, pure la linea offensiva possiede contratti tra i più alti per il settore, e gente come Moncrief è stata pagata più del necessario) e con i soliti provvedimenti che non servono a niente, come il licenziamento dell’offensive coordinator Nathaniel Hackett quale conseguenza della sconfitta contro i Bills, punendo la stessa persona lodata per i progressi di Bortles quando la medesima avrebbe magari meritato un’opportunità in più con un quarterback diverso a gestire la situazione.

Non resta che affrontare con dignità quel che resta del campionato, ed affrontare una offseason molto carica di pressione e responsabilità, con la ricerca del nuovo quarterback quale missione principale, senza dimenticarsi di un necessario ridimensionamento mentale delle proprie effettive capacità. Essere giunti ad un passo dal Super Bowl non significa arrivarci automaticamente nella stagione successiva: la storia lo insegna da sempre, ma i Jags si sono fatti trovare clamorosamente impreparati.

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