Come già accennato durante la preview settimanale, la sesta domenica di regular season non era fra le più esaltanti in programma, o almeno ciò poteva valere fino al Sunday Night Football: nonostante un calendario non molto entusiasmante abbiamo avuto modo di divertirci e non poco grazie ai soli upsets ed a qualche partita tanto bizzarra quanto spettacolare.
Tergiversare non ha senso, partiamo immediatamente da quanto successo a Foxboro’.

Al termine di una partita ricolma di colpi di scena e big plays, a portare a casa la vittoria ci hanno pensato i New England Patriots, passati 43 a 40 su dei mai domi Kansas City Chiefs: presentarsi al break di metà partita sopra 24 a 9 sembrava poter garantire a Brady e co. una altrettanto agevole seconda metà di gioco, anche se il ritorno furioso dei Chiefs ha complicato decisamente i loro piani, poiché nel giro di poco più di un minuto KC si è riportata sul -8 grazie ad una catch n’ run di Hunt di ben 67 yards. Dopo un botta e risposta di piazzati, Brady ha commesso l’unico turnover della sua giornata perdendo l’ovale dopo un sack di Speaks: Mahomes di lasciarsi sfuggire l’occasione di portarsi sotto di una sola lunghezza non ha proprio voluto saperne niente, e così alla quarta giocata del seguente drive ha pescato Tyreek Hill liberissimo in end zone per il touchdown del 27 a 26. Dopo aver visto il passivo aumentare di tre punti grazie all’ennesimo piazzato di Gostkowski, Mahomes ha portato i suoi davanti per la prima volta dopo più di quaranta minuti di gioco connettendo ancora una volta con Tyreek Hill, questa volta per un touchdown da una iarda: in NFL al fuoco si risponde col fuoco, perciò Brady, ora con le spalle al muro dopo aver scialacquato un buon vantaggio, ha riportato avanti i suoi con un raro rushing valso il 34 a 30 Patriots, diventato velocemente 37 a 30 dopo che Gostkowski ha realizzato un altro field goal arrivato successivamente ad un inusuale three n’ out dei Chiefs.

Che giocatore che è diventato Tyreek Hill.

Mahomes, chiamato a rispondere immediatamente al back to back dei Patriots, di perdere tempo non ne aveva alcuna voglia e così con una sola giocata ha riportato la partita in perfetta parità trovando Hill libero in mezzo al campo: per l’incontenibile ricevitore di KC battere l’ultimo uomo -Harmon- si è rivelato essere poco più che una formalità, ed eccoci dunque sul 37 a 37 con poco più di tre minuti rimasti grazie al terzo touchdown della giornata di Hill. Purtroppo per i Chiefs però, i game winning drive sono il pane quotidiano di Tom Brady e dunque, anche grazie alla cinquecentesima ricezione in carriera di Gronkowski, New England ha ricoperto velocemente la quasi totalità del campo mettendo il proprio kicker in condizione di portarla a casa con un relativamente agevole piazzato da 28 yards: convertito senza alcun problema, questo field goal ha inflitto ai Chiefs la prima sconfitta dell’anno mentre ha regalato a Tom Brady la duecentesima vittoria in regular season della propria carriera, numero mai raggiunto da nessun altro quarterback nella lunga storia del gioco.
Che vittoria per i Patriots!

Purtroppo per noi e per chi li ha subiti, questa domenica ha portato in dote una buona dose di blowouts, grazie ai quali Baltimore, Seattle, Dallas ed i Chargers hanno portato a casa importanti vittorie.
Del 21 a 0 con cui i Ravens hanno asfaltato i Tennessee Titans non c’è molto da raccontare, se non che la poderosa difesa di Baltimore oltre che a tenere a bocca asciutta Mariota e soci è riuscita a mettere a segno ben 11 sacks, numero che ovviamente rappresenta un record nella rinomata storia difensiva dei Corvi: in sessanta minuti di gioco Tennessee è riuscita a guadagnare solamente 106 yards, rendendo così a Flacco ed il reparto offensivo dei Ravens tutto tremendamente più facile.

Effetto Gruden.

Poco da dire pure sul 27 a 3 grazie al quale i Seahawks hanno liquidato la pratica Raiders a Londra: per Russell Wilson è tutto decisamente troppo semplice e per un chiaro esempio di legge di Murphy oltre all’imbarazzante sconfitta vanno pure segnalati gli infortuni di Amari Cooper -concussion- e Derek Carr, infortunatosi al braccio con poco più di nove minuti rimasti sul cronometro. Buona prova quella del quarterback dei Seahawks, che potendo finalmente contare su Doug Baldwin -91 yards in sei ricezioni- ha raccolto 223 yards e tre TD.
Cari lettori vi invito a prestare attenzione a questi Los Angeles Chargers, vittoriosi pure ieri in modo decisamente impressionante: il 38 a 14 con cui L.A. è passata oltre a Cleveland è arrivato al termine di una partita in cui a Rivers sono bastati solamente 11 completi per raccogliere 211 yards e due touchdown, anche perché ad alleggerirgli la pressione ci ha pensato ancora una volta uno stupendo Melvin Gordon, che con soli 20 tocchi ha accumulato ben 150 yards totali trovando la end zone in tre occasioni.
Avevo puerilmente deriso il loro attacco e giustamente me l’hanno fatta pagare a caro prezzo: a seguito di una prestazione impressionante in ogni singola fase del gioco, i Cowboys hanno schiacciato degli smarriti Jaguars 40 a 7. Grazie ad un running game decisamente in giornata -più di 200 yards guadagnate- Dallas ha avuto modo di alternare passaggi e corse senza mai perdere d’efficacia, stremando così la temibile difesa dei Jags costretta a rimanere in campo per quasi 39 minuti: non pervenuti, pure in quest’occasione, Blake Bortles e l’attacco di Jacksonville, mai in grado di mettere insieme un drive serio e di far rifiatare il proprio esausto reparto difensivo. Prestazione maiuscola quella di Dak Prescott che ha risposto alle tante critiche a lui rivolte con 183 passing yards e due TD alle quali vanno aggiunte altre 82 rushing yards ed un’ulteriore meta.

Vincono soffrendo Atlanta, Houston, Miami e Carolina.

Se solo Ryan potesse contare su una difesa…

Tornano finalmente al successo gli Atlanta Falcons, passati 34 a 29 su dei buoni Tampa Bay Buccaneers: come sempre, l’attacco dei Falcons va che è una meraviglia, ma pure in quest’occasione l’ottimo operato del reparto offensivo viene messo a repentaglio da una difesa falcidiata dagli infortuni che era a poche yards dal vedersi costretta a capitolare ancora una volta, ma fortunatamente per loro il lateral pass che avrebbe permesso a DeSean Jackson di portare avanti i suoi a tempo scaduto è rimbalzato fuori dal campo. Fantastica prova quella di Ryan, che lanciando per 354 yards e tre TD ha inscenato un ottimo duello con Jameis Winston, autore anche lui di una prestazione maiuscola: purtroppo per lui e per i Bucs, però, i due intercetti si sono rivelati fatali.
Houston vince ancora una volta in modo alquanto sospetto passando 20 a 13 sui Bills, ma ehi, una vittoria è sempre una vittoria! Un infortunio occorso al gomito di Josh Allen ha costretto Buffalo ad affidarsi a Peterman, che ad onor del vero era entrato in campo col piglio giusto regalando ai suoi il touchdown del 13 a 10: dopo che i Texans hanno realizzato il piazzato della parità con poco più di un minuto e mezzo da giocare, Peterman probabilmente a seguito di un’epifania si è ricordato di essere uno dei QB più comici della nostra generazione ed ha lanciato un agghiacciante intercetto acciuffato da Johnathan Joseph e riportato in end zone per il 20 a 13 finale. Dirvi che nel drive successivo Peterman abbia lanciato un altro intercetto ha senso o lo avevate già comodamente previsto?

Vittoria importantissima al termine di una partita incredibile quella dei Dolphins che dopo settanta minuti di gioco passano 31 a 28 su dei Bears stranamente scialbi in difesa: che Brock Osweiler fosse in grado di battere i Bears non se lo poteva probabilmente immaginare nemmeno lui ma dopo un quarto quarto in cui Miami ha riacciuffato per i capelli la contesa in ben due occasioni grazie a due big plays di Albert Wilson -touchdown da 43 e 75 yards in risposta ad uno di 29 yards di Anthony Miller- i Dolphins sono riusciti a portare la partita ai tempi supplementari, dove sono riusciti agevolmente ad arrivare nei pressi della goal line, salvo che, emulando quanto fatto da Jordan Howard qualche ora prima, Drake ha criminalmente perso il controllo dell’ovale in end zone commettendo un sanguinosissimo fumble che ha dato così a Chicago la possibilità di vincerla con un piazzato. Ovviamente il piazzato è stato fallito da Parkey e grazie anche ad un Drake voglioso di riscatto Miami è riuscita nuovamente a percorrere il campo ed a vincerla grazie al primo game winning field goal del rookie Sanders.
Questa volta ai Panthers non riesce la rimonta: Carolina si sveglia decisamente troppo tardi ed è costretta a capitolare 23 a 17 contro dei buoni Washington Redskins. I Panthers, spuntati e proni all’errore, ci mettono troppo tempo ad entrare in partita e Washington nel mentre scappa via portandosi sul 20 a 9: Torrey Smith riporta i suoi sotto di tre punti grazie ad un touchdown ed alla successiva conversione da due punti, ma Washington riesce a bruciare preziosi minuti con un drive culminato in un piazzato ed a Cam e compagni questa volta non riesce il miracolo, poiché su quarto down l’ovale cade innocuo a terra e Washington può finalmente tirare il definitivo sospiro di sollievo.

Vittorie importanti pure quelle dei Rams, dei Jets e dei Vikings.
Goff stranamente tentenna, ma con un Gurley del genere per i Rams non vincere è pressoché impossibile: grazie alla miglior rushing performance della sua già leggendaria carriera, Todd Gurley ha trascinato L.A. alla sesta vittoria su altrettante partite battendo 23 a 20 dei discreti Broncos, i cui sogni di rimonta sono stati infranti da un onside kick eseguito in modo alquanto rivedibile da McManus. Meglio che vi dia i numeri della partita di Gurley: in 28 portate ha guadagnato 208 yards -trovando la end zone in due occasioni- alle quali vanno aggiunte pure due ricezioni per 17 yards. Ed intanto i fantasy owners ringraziano.

Se continua così diventerà difficile non dargli l’MVP.

A termine di una partita costellata di errori e piazzati, i Jets trovano la terza vittoria della loro stagione facendo precipitare Luck ed i Colts su un deprimente 1-5: il 42 a 34 con cui Darnold ha vinto lo scontro a distanza con Luck ha visto il kicker Jason Myers convertire ben sette piazzati -su sette tentativi- resi possibili anche dai quattro turnover commessi da Indianapolis, autori fino a questo punto di una stagione tanto volenterosa quanto sfortunata.
Vincono cavalcando un ottimo Latavius Murray -24 portate per 155 yards ed un TD- i Minnesota Vikings, che passano 27 a 17 su dei discreti Arizona Cardinals: pensare che Arizona potesse vincere contro una squadra ben equipaggiata come Minnesota era alquanto ingiusto, ma pure ieri, nonostante i zero touchdown lanciati, Rosen ha fatto vedere parecchie cose buone lasciando così intendere che il futuro potrebbe sorridere ad Arizona.

Concludiamo il nostro viaggio con la partita più bella del primo pomeriggio americano, ovverosia il 28 a 21 con cui i Pittsburgh Steelers hanno avuto la meglio sui Cincinnati Bengals. Che ci trovassimo di fronte ad una partita equilibrata lo si era abbondantemente inteso dal 14 a 14 sul quale le due compagini si sono affacciate alla seconda metà di gioco: ad un paio di touchdown da una iarda di James Conner ha risposto Tyler Boyd con un’altrettanto impressionante doppietta, arrivata ad onor del vero anche a causa delle enormi lacune difensive di Pittsburgh… vero Artie Burns?
Un paio di piazzati di Boswell hanno dato a Pittsburgh sei punti di vantaggio con poco più di tre minuti da giocare, ma grazie ad un buonissimo drive Cincinnati si è riportata avanti con solo un minuto e diciotto secondi da giocare: il touchdown di Joe Mixon, come vedremo fra qualche istante, ha solo illuso Cincinnati… poiché nel drive successivo Roethlisberger ha condotto senza troppi problemi i suoi in zona field goal grazie ad un paio di lanci a JuJu Smith-Schuster, e sulle 31 dei Bengals con quindici secondi ancora sul cronometro, ecco il colpo di genio. Percependo l’imminente blitz, Roethlisberger ha immediatamente scaricato l’ovale ad Antonio Brown che anche grazie ad un ottimo blocco di Justin Hunter ha avuto la strada completamente spianata fino alla end zone per il touchdown del 26 a 21, diventato successivamente 28 a 21 dopo la conversione da due punti realizzata da JuJu. Grandissima prova da parte di ogni skill player di Pittsburgh: Conner oltre che ad aver trovato i sei punti in due occasioni ha pure guadagnato 111 yards in 19 portate, mentre sia JuJu che AB sono andati comodamente oltre quota 100 yards.


Sarà dura da digerire questa sconfitta per i Bengals, poiché un successo avrebbe affossato Pittsburgh permettendo loro di volare su un ottimo 5-1: purtroppo per Cincinnati ora Baltimore gode del loro stesso record, mentre Pittsburgh sul 3-2-1 è tutto fuorché in ritardo per il treno playoff.
Ne vedremo delle belle.

5 thoughts on “NFL Week 6: 200 special

  1. Conferma che i kicker vincono e perdono le partite.

    Thielen prosegue nella sua striscia d’oro (e una ricezione da supereroe) guadagnandosi definitivamente la definizione che i telecronisti usano per lui: “Special”.

    Ora che i Browns hanno smesso di essere la barzelletta della NFL serviva un rimpiazzo e chi meglio dei Raiders: 100 milioni nel water e via.

  2. Male male i Raiders, e sì che con Carr, Cooper e Mack parevano in rampa di lancio un paio di stagioni fa.
    Poveri Bills, non bastavo i 4 superbowl persi e la lunga striscia lontano dai Play off? Anche Peterman dovevano sorbirsi?
    AFC e NFC North combattutissime (al successo esterno degli Steelers rispondono i Ravens con un bel shutout sui Titans), gran vittoria dei soliti inossidabili Patriots e i Rams si mantengono imbattuti nonostante un Goff meno performante.

  3. Gira e rigira i Patriots non mollano! La parabola discendente c’è a mio parere, ma sono capaci ancora di vendere cara la pellaccia e da qui fino alla fine della stagione ormai… li vedo capaci di tutto. Con Edelman e Gordon il buon Brady ha ritrovato mani affidabili cui far pervenire la palla (in aggiunta a Gronk ovviamente) ed infatti contro i Chiefs ha sfoderato una prestazione paurosa. Bene i durissimi Ravens, malissimo Raiders e Giants che vedo già fuori da ogni discorso post season.

  4. Quando qualche mese fa si è saputo che una delle 3 partite londinesi avrebbe coinvolto Seattle mi sono detto che non potevo perdere l’occasione di vedere dal vivo i miei Seahawks e domenica quindi ero seduto sul mio bel seggiolino a Wembley! Inutile dire che vedere le azioni da vicino e non alla tv dà un’emozione particolare e ti fa apprezzare ancora di più l’eleganza di questi giganti ballerini.. già solo il riscaldamento è uno spettacolo nello spettacolo! Venendo alla partita faccio alcune considerazioni sulle 2 squadre.
    Seattle
    Il terremoto che ha caratterizzato gli ultimi mesi della squadra verde-blu, sia a livello di coaching staff che di giocatori, poteva portare ad una stagione disgraziata con molti bassi e pochissimi alti. D’altronde gli stessi analisti davano a Seattle un pronostico di al max 4-5 vittorie. La paura maggiore dei tifosi era quella di vedere una squadra allo sbando, pronta ad affrontare una profonda rifondazione in odore di tanking. Credo che dopo 6 partite queste paure possano essere messe nel cassetto. Seattle alla fine della regular season potrà anche non raggiungere i playoffs (ma io se fossi in voi non ci scommetterei..), ma sarà comunque sicura di aver gettato delle solide basi per le stagioni future grazie ad una squadra giovane che ha già dimostrato in queste partite di saper tirar fuori attributi e personalità. Non mi addentro in questioni tecniche, non sono un esperto, dico solo che x fortuna pur senza Legion of Boom questa squadra ha un’anima!
    Oakland
    Non credo ci sia molto da dire su una squadra che gioca una partita come quella di domenica. Dagli spalti mi è parsa evidente una grossa confusione serpeggiante tra giocatori e allenatori. Chiamate discutibili, errori tecnici banali e infortuni hanno trasformato il match in uno scontro impari. L’emblema della squadra è la O-line: falcidiata da infortuni e con innesti all’ultimo minuto di rookies, ha fatto fare un figurone ai DT e DE di Seattle; ad un certo punto sembrava che i Seahawks schierassero contemporaneamente Chandler Jones, Geno Atkins, Aaron Donald e J. J. Watt!! E comunque se un allenatore non cerca di costruire un rapporto con il suo miglior giocatore e lo da via come x togliersi uno sfizio, ma di cosa vogliamo parlare!?!? Ohi ohi Gruden..

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