Probabilmente dovremo farci l’abitudine a cotanta incertezza e, soprattutto, a tutte queste yards lanciate: mai nella storia del gioco cinque quarterbacks sono stati in grado di superare quota 400 yards, e tenetevi forte poiché questa interessante statistica non è l’unica novità regalataci dal fine settimana di football. Guardando l’header vi chiederete immediatamente a chi sia rivolto il dito medio di Earl Thomas, sfortunatissima vittima di infortunio: è rivolto all’avversario che gli ha rotto la gamba? Ad un altro membro dei Cardinals? No e no, in quanto il gesto in questione era indirizzato alla panchina di Seattle ed a Pete Carroll, reo di non avergli concesso il tanto agognato rinnovo contrattuale: Thomas entrerà in free agency da giocatore infortunato, lasciando così sul tavolo milioni e milioni di dollari, poiché difficilmente un trentenne reduce da una stagione in IR firmerà un contratto particolarmente lucrativo.
Potete trovare il tutto di pessimo gusto, ci mancherebbe, ma non potete sicuramente biasimarlo.
Detto ciò, vediamo cosa è successo in questa folle domenica di football.

Non iniziare dallo scontro fra Ravens e Steelers sarebbe impossibile, perciò addentriamoci immediatamente nel resoconto della partita fra due delle più grandi rivali di tutta la lega. Al termine di una prova quasi perfetta, Flacco ed i Baltimore Ravens escono vincitori dall’Heinz Field di Pittsburgh imponendosi 26 a 14 su degli inconcludenti Steelers. L’inizio dei Ravens è fulmineo, in quanto in neanche metà quarto Flacco e soci sono già sopra 14 a 0: ad aprire le danze ci ha pensato John Brown, pescato libero in end zone per un touchdown da 33 yards, mentre qualche minuto dopo Tony Jefferson vendicando il collega Chris Conte, umiliato da McDonald qualche giorno fa con un virale stiff arm, ha tolto l’ovale dalle mani di un sorpreso McDonald permettendo così a Flacco di capitalizzare il campo corto trovando Alex Collins libero nei pressi della goal line per il secondo touchdown della giornata. Piano piano Pittsburgh è rientrata in partita, favorita anche da un fumble a pochi centimetri dalla goal line di Collins, che invece di portare i suoi sopra di tre possessi ha permesso a Pittsburgh di rifarsi sotto 14 a 6, margine poi definitivamente colmato dall’ennesimo touchdown di Antonio Brown.

Che acquisizione quella di John Brown!

Il 14 a 14 con il quale si sono conclusi i primi trenta minuti di gioco lasciava presagire ad una seconda metà di fuoco, ma a salire in cattedra ci hanno pensato la difesa di Baltimore e l’infallibile Justin Tucker: con quattro piazzati ed un reparto difensivo in grado di non far più mettere a segno a Pittsburgh nemmeno un punto, i Ravens hanno passo dopo passo costruito un vantaggio rivelatosi incolmabile per Pittsburgh, che scivola così a quota una vittoria, due sconfitte ed un pareggio, mentre i Ravens si portano su un ottimo 3-1. Impeccabile prova di Flacco, che completando due terzi dei lanci tentati ha raccolto 363 yards, due touchdowns e soprattutto nessun turnover commesso.

Nonostante il valore assoluto delle squadre in questione non sia sicuramente fra i più alti, la curiosità attorno a Browns-Raiders era immensa: dopo quasi 70 minuti di gioco Oakland è finalmente riuscita a regalare a Gruden la prima vittoria in più di dieci anni, vincendo 45 a 42 una partita ricolma di colpi di scena. L’hype attorno all’esordio di Mayfield da titolare era immenso, e ad onor del vero il rookie ha sì commesso parecchi errori, ma è stato anche in grado di creare molte big plays e di trovare i sei punti in più occasioni. Il punto di svolta dell’incontro lo si ha ad un minuto e mezzo dal termine, quando a Carlos Hyde viene clamorosamente ribaltata una corsa che sembrava aver garantito primo down e vittoria: senza particolari motivi gli arbitri hanno cambiato la loro chiamata, dando così ad Oakland un’ultima grande possibilità per colmare lo svantaggio di otto punti che li avrebbe condannati alla quarta sconfitta stagionale. Un regalo del genere Carr non poteva non sfruttarlo, ed in un solo minuto prima ha trovato Jared Cook per il touchdown e poi ha connesso con Jordy Nelson per la fondamentale conversione da due punti: dopo un intercetto di Mayfield a tempo praticamente scaduto si va ai supplementari, dove Cleveland avrebbe una ghiotta occasione per scappare dal Coliseum con una preziosa vittoria successivamente ad un piazzato sbagliato da McCrane, ma Mayfield e soci non riescono ad evitare il three&out, dando così a McCrane l’opportunità di rifarsi e questa volta, dopo un altro brillante drive di Oakland, il rookie non sbaglia. Ottima prestazione quella di Carr, che con 437 yards lanciate e quattro touchdowns -a fronte di due intercetti- è stato in grado di mandare sia Cook che Cooper sopra quota 100 yards. Esordio in chiaroscuro quello di Mayfield, che commettendo quattro turnovers ha dato ad Oakland troppe ottime posizioni di campo.

Come valutate la prova di Mayfield?

Tornano a vincere Green Bay, New England e Jacksonville.
Dopo aver demolito Minnesota Buffalo ci ha dimostrato che sottovalutarli non è una saggia idea: i Packers e la loro difesa facendo tesoro dell’insegnamento offerto dai Vikings hanno annullato completamente l’attacco dei Bills vincendo 22 a 0. Nonostante un Rodgers non particolarmente brillante, a confezionare la vittoria ci ha pensato la difesa che con sette sacks, due intercetti ed un fumble recuperato ha reso il pomeriggio del rookie Allen un autentico incubo.
Guardando i record dei due team in campo uno poteva rimanere sbalordito dal 3-0 di Miami e dal poco esaltante 1-2 di New England: con un perentorio 38 a 7 i Patriots hanno ristabilito le gerarchie divisionali e, forse, trovato una nuova stella, in quanto a rubare la scena ci ha pensato il rookie Sony Michel con 117 rushing yards ed un touchdown. Nonostante un Brady ancora non troppo brillante i Patriots riescono ad annullare quasi completamente l’attacco dei Dolphins, concedendo loro l’unico touchdown della giornata a partita pressoché conclusa.
La sconfitta patita contro dei non esaltanti Titans aveva perplesso chiunque, ma imponendosi 31 a 12 sui Jets del rookie Darnold Jacksonville ritrova la retta via: nonostante l’ennesimo infortunio sofferto da Fournette, Jacksonville è troppo per dei volenterosi Jets e Bortles, aiutato da un iper efficiente Yeldon, si lascia alle spalla la bruttissima prestazione di domenica scorsa lanciando per 388 yards e due TD.

Volete qualche upset?
Che ne dite se parliamo delle sorprendenti vittorie di Tennessee, Cincinnati e perché no dei mostruosi Bears?
La sorpresa della giornata viene senza ombra di dubbio da Nashville, dove i Titans battono in extremis gli Eagles 26 a 23: dopo sessanta minuti di equilibrio Jake Elliott regala ai suoi i supplementari, nei quali sempre il kicker mette la difesa in grado di vincere la partita con uno stop grazie ad un altro piazzato, ma a questo punto i Titans con un drive impeccabile nel quale sono stati in grado di convertire tre quarti down, riescono a completare l’upset quando Mariota pesca su third&goal Corey Davis per il touchdown della vittoria. Immensa prova quella dell’ex Oregon, che con tre touchdowns totali -uno di corsa- ha risposto colpo su colpo ad un buon Wentz apparso decisamente più in palla rispetto a quanto visto contro i Colts.
Visti i record con i quali le squadre si affacciavano alla quarta settimana, definire upset il 37 a 36 con cui Cincinnati l’ha spuntata su Atlanta potrebbe essere ingiusto ma visto l’andamento della partita un po’ di stupore è più che giustificabile: sopra di cinque punti con quattro minuti rimasti sul cronometro, Atlanta ha permesso a Dalton di convertire due quarti down -pure qua?- e, a poco più di dieci secondi dal termine, Red Rifle è stato in grado di connettere con il sempre ottimo A.J. Green per il touchdown della definitiva vittoria. A nulla sono servite le 419 yards ed i tre touchdowns lanciati da Ryan: con una difesa falcidiata dagli infortuni i Falcons stanno continuamente scialacquando vantaggi nell’ultimo periodo di gioco e, analogamente a quanto successo contro New Orleans, pure in quest’occasione non sono riusciti a concretizzare l’encomiabile sforzo di un reparto offensivo che sembra aver ritrovato la forma di un paio di stagioni fa.

Eroico, come sempre, A.J. Green.

Probabilmente la Fitzmagic è ufficialmente finita, in quanto il 48 a 10 con cui Chicago ha demolito Tampa Bay riporta Fitzpatrick ed i Bucs definitivamente sulla terra: Trubisky, finora oggetto di critiche e diffidenza, è perfetto e lanciando cinque dei suoi sei touchdowns nella sola prima metà di gioco regala ai suoi la terza vittoria consecutiva, nella quale sia Cohen che Gabriel riescono ad andare in tripla cifra per yards ricevute. Scandiamo con calma i numeri di Trubisky: completando solamente 19 passaggi il sophomore è stato in grado di guadagnare ben 354 yards e di mettere a segno sei touchdowns, sfruttando alla perfezione ogni punto debole della porosa difesa di Tampa Bay.
Da segnalare pure il ritorno in campo di Winston, subentrato a metà partita ad un decisamente non magico Ryan Fitzpatrick.

Portano a casa una soffertissima vittoria pure i Cowboys, i Texans ed i Seahawks.
Dire che l’attacco di Dallas sia inconcludente e senza idee sarebbe un eufemismo, ma quando si può contare su un fenomeno come Zeke Elliott, mettere a segno qualche punto non dovrebbe essere poi così difficile: grazie a 240 yards totale di Zeke, Dallas riesce a spuntarla su Detroit 26 a 24. I Lions con paio di touchdowns nell’ultimo periodo di gioco erano riusciti a portarsi sopra di una lunghezza, ma con poco più di due minuti rimasti Prescott è stato in grado di muovere le catene grazie soprattutto ad una fantastica ricezione da 34 yards del numero 21 che ha regalato ai ‘Boys un’ottima posizione di campo per mettere a segno il piazzato della vittoria, convertito dal rookie Maher.
Al termine di una partita strana che verrà ricordata per una decisione alquanto stupida, i Texans hanno trovato il loro primo successo stagionale vincendo 37 a 34 contro i Colts al termine dei supplementari: i due touchdowns nell’ultimo periodo di gioco con i quali Luck ha portato la contesa agli OT sono stati vanificati dalla folle decisione di Reich che, con trenta secondi rimasti nei supplementari e la palla ancora nella propria metà campo, decide di provare a convertire il quarto down per poi fallirlo miseramente. A questo punto a Houston basterebbe guadagnare una decina di yards per rendere il compito del kicker più facile: Hopkins ne conquista immediatamente 24 ed a questo punto per Fairbairn realizzare un piazzato da 37 yards è una pura formalità.
Certo, no risk it no biscuit, però una decisione come quella di Reich non la si vedeva da tempo e, a ragione, probabilmente non si vedrà mai più. Con un piazzato convertito al termine della prima metà di gioco, Adam Vinatieri ha superato Morten Andersen al primo posto nella classifica di piazzati realizzati in carriera: un altro passo verso la giacca d’oro.

Grazie Adam.

È l’ora di Rosen in Arizona: nonostante il discreto esordio del rookie i Cardinals vengono traditi dal proprio kicker Dawson, che sbagliando un paio di piazzati ha permesso ai Seahawks di vincere 20 a 17 una partita decisamente equilibrata. Farà discutere anche la scelta di Wilks, che sul 3&5 a due minuti dal termine invece di cercare il primo down che li avrebbe avvicinati tantissimo alla vittoria decide di provare a correre, vedendo Johnson venire fermato immediatamente: Dawson da 50 yards non riesce a centrare i pali e con un’ottima posizione di campo Wilson fa quello che deve mettendo Janikowski in condizione di portare a casa la doppiavù con un field goal da 52 yards convertito magnificamente. Buona prova quella di Rosen, che lanciando 180 yards ed un TD ha fatto tutto quello che poteva per mettere i suoi in condizione di vincere, ma drops ed imprecisione di Dawson hanno privato lui ed Arizona della prima vittoria stagionale.

Concludiamo con i successi di Chargers e Saints.
Soffrendo molto più del dovuto i Los Angeles Chargers si sono imposti sui San Francisco 49ers 29 a 27: nonostante under center ci sia Beathard i ‘Niners se la giocano alla pari con Rivers e compagni che anche in quest’occasione devono fare i conti con un kicker piuttosto impreciso, poiché Sturgis oltre a sbagliare un field goal ha pure mancato due extra points che in una partita così chiusa sarebbero potuti costar caro ai Chargers. Dopo un inizio traumatico nel quale ha lanciato una pick six, Rivers si è via via ripreso concludendo con 250 yards e tre TD, anche se a rubare la scena ci ha pensato Melvin Gordon che con 159 yards complessive ed un TD su ricezione ha dimostrato di aver compiuto il definitivo salto di qualità.
Grazie ad un onnipotente Kamara i Saints si sono imposti 33 a 18 sui Giants: in una giornata in cui Drew Brees non è stato in grado di lanciare nemmeno un touchdown a caricarsi la squadra sulle spalle ci ha pensato il funambolico runningback che con 181 yards totali ed un hat trick di TD -fra cui una fantastica corsa da 49 yards a tempo pressoché scaduto- ha reso felici milioni di fantasy owners ed ha portato i suoi Saints in testa all’intricata NFC South.

13 thoughts on “NFL Week 4: un parziale ritorno alla normalità

  1. Caro Mattia,
    sante parole le tue… Non mi dilungherò sui mille motivi di interesse della giornata appena conclusa, ma spenderò due parole sui miei Delfini…. Una sconfitta a Boston ci può sicuramente stare, ma non così, senza produrre nulla in attacco e senza difendere quasi nulla sulle corse!!! Così come non c’era da esaltarsi o illudersi nelle settimane precedenti, così non c’è da deprimersi adesso, ma è tutto molto chiaro: pochissimo ancora è stato fatto per “avvicinarsi” ai top team. Se vuoi dimostrare di essere entrato (o se vuoi dimostrare di cercare di voler entrare) tra quei 10 – 15 team che giocano un football duro, spietato e che sempre lottano per un posto ai playoffs, non puoi sbandare così. Gase non è riuscito assolutamente a mischiare le carte in tavola col suo playbook e quindi il buon Belichick si è fatto una risata e lo ha distrutto: ergo, la squadra è crollata, perché non abbiamo in roster giocatori in grado di creare miracoli (Gase ha costruito un team di operai che lavorano da gregari in un meccanismo globale diretto unicamente dal coaching staff, senza licenze “poetiche” individuali dettate dal talento). La linea offensiva ha dato centesimi di secondo per “ragionare” a Tannehill e non ha aperto un buco che fosse uno per Drake e Gore: quindi la linea difensiva Patriots ha stradominato mettendo a nudo la debolezza dei nostri DT (puoi ruotarli finchè vuoi, ma complici anche gli infortuni, la stazza e la qualità mancano!). In difesa Brady e Co. hanno martellato sulla corsa in maniera tale che anche in RB anonimo (Michel) ha trovato praterie. Le secondarie poi sono crollate ben presto nella nostra difesa, dopo che nei primi due quarti sono stati in campo oltre 20 minuti!!! E va bene. Si tratta della classica disfatta periodica che arriva spesso a Miami, come l’uragano (ricordo lo 0- 41 di Baltimore e la wild card di Pittsburgh solo negli ultimi due anni) e continuiamo a giocare un football di seconda fascia che non ci consente quasi mai di infastidire gli squadroni, ovverosia quelle squadre che sempre giocano ad un livello di efficienza e di durezza superiori (penso negli ultimi 5 anni a Vikings, Eagles, Patriots, Steelers, Ravens, Green Bay…). Adesso spero solo che si raccolgano i cocci e si continui a giocare contro almeno le squadre alla nostra portata (Cincinnati al momento non so bene se lo sia….). Per il resto, work in progress come sempre da venti anni e, per fortuna, stop ai facili entusiasmi.

  2. Nel post sopra ho fatto un po’ di pasticcio: la linea difensiva Patriot ha distrutto la nostra OL, non i DT!!! E invece la rotazione continua è operata sui DT (infortuni permettendo) per tenerli freschi se possibile e, soprattutto, per mascherare la generale deficienza del reparto! Rileggere, prima di postare, sarebbe sempre buona regola….

    • Una regola che nemmeno io ho del tutto appreso!
      Leggere i tuoi commenti è sempre una sincera gioia, parlare di football con te è un piacere però… DAI! Un po’ di animo! Immagino che sia dura tifare Dolphins, però la tua rassegnazione è veramente triste!
      Detto ciò credo che grazie ad una division scarsotta ce la possiate fare!

  3. Questo week è decisamente uno di quelli dove tutto va bene… vero Trubby???🤣… grandissimi Bears che sfoggiano una difesa come al solito “pressure” che costringe i QB avversari a liberarsi in fretta dell’ovale! L’attacco visto oggi sembrerebbe mostruoso ma viste la partite precedenti sappiamo bene che bisogna continuare a lavorare… Trubisky visto fino ad oggi è certamente un QB di quelli che possono fare di tutto (che non è sempre positivo per la squadra…😅)! Comunque questo giro è andato tutto perfettamente… mancava solo qualche TD della difesa e poi segnavano tutti!😂
    Ora ci vuole la CONTINUITÀ che è poi la cosa più difficile da mantenere!😉
    Go Bears!💪🏻🐻

  4. Non mi ero accorto che i Rams avevano preso pure Suh… Direi quindi che salvo infortuni a Goff è Suhperbowl garantito. Bears in rampa di lancio: terranno?
    Kicker sempre più decisivi, nel bene e soprattutto nel male. Perciò Baltimore può dare fastidio a chiunque.

    • Mattia, sembra che finalmente i ravens abbiamo ritrovato flacco e l attacco . Sembra proprio che jon brown sia stata una scelta piu che azzeccata.
      Cosa ne pensi

      Go ravens

      • L’inizio è promettente, ma sono oramai completamente disilluso quando si parla di Flacco e soci.
        So far so good, per pensieri più profondi ti prego di contattarmi dopo week 17: scaramantico? Molto.

  5. Complimenti ai Ravens, che ce ne segnano 26, ma potevano essere molti di più.
    Nel secondo tempo solo una squadra in campo.
    Al di là dei nostri demeriti, bene l’attacco di Flacco, che muove spesso la catena e produce punti (che per l’appunto, potevano essere tranquillamente una quarantina)

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