Dopo un inizio di stagione particolarmente complesso, gli Steelers hanno ottenuto la prima vittoria della stagione battendo i Tampa Bay Buccaneers nel Monday Night. Come ha dichiarato nel postpartita Joe Haden riuscire a vincere la prima partita dopo quanto accaduto nelle prime due Week era l’unica cosa importante a prescindere da tutto il resto ma sarebbe sciocco e superficiale pensare che questa W rappresenti di per sè un reale cambio di rotta per la squadra di Mike Tomlin.

La vittoria è arrivata ma in modo rocambolesco. Dopo un eccellente primo tempo chiuso sul 30 a 10, la squadra è crollata nella seconda frazione di gioco subendo un parziale di 17-0 che ha portato i Bucs vicini ad una clamorosa rimonta. Negli ultimi 30 minuti gli Steelers hanno smesso di produrre gioco evidenziando i problemi già noti dopo le prime due partite favorendo così il ritorno degli avversari. La linea d’attacco priva di Gilbert e DeCastro ha subito la pressione della difesa avversaria e i blitz di Jason Pierre-Paul mentre la difesa ha mostrato ancora i propri limiti nonostante il rientro positivo di Haden e la crescita di rendimento di qualche elemento rispetto alle miserie di Cleveland e del match con Kansas City. Big Ben & co. sono comunque riusciti a cavarsela evitando una sconfitta dalle conseguenze catastrofiche ma non possono lasciarsi alle spalle quanto accaduto finora e se vogliono proseguire la stagione in modo positivo e riprendersi lo status di contender per la AFC devono seriamente fare i conti con le molteplici criticità che li affliggono.

Gli Steelers sono sempre stati una squadra particolare, con un ambiente particolare. Uno spogliatoio composto da tante personalità di spicco e differenti, con un certo modo di stare al mondo, tenute insieme in maniera sapiente da coach Tomlin, uno capace di gestire personalità forti e irrequiete e non a caso sempre ai vertici dei sondaggi di popolarità tra i giocatori della lega. Ora questi equilibri delicati sembrano scricchiolare. D’altronde se una superstar come Le’Veon Bell decide di “entrare in sciopero” non ci si può aspettare che non vi siano delle conseguenze al di là della mancanza in campo di un giocatore determinante. Più di uno tra i compagni di squadra si è fatto portavoce della frustrazione di quella parte del roster che si sente tradita dal 26 mentre altri come Brown hanno invece mostrato un atteggiamento più conciliante.

Le tensioni della preseason e i problemi interni si sono riverberati in campo compromettendo l’inizio di stagione della franchigia della Pennsylvania. Nella partita inaugurale contro Cleveland, dopo essere stati in vantaggio per 21 a 7 e col possesso del pallone a sette minuti dalla fine hanno strappato un pareggio rocambolesco, evitando la L solo grazie al maldestro Tyrod Taylor e ad un errore a fine overtime del kicker Zane Gonzalez e la settimana dopo è andata anche peggio. Nonostante Roethlisberger ci abbia messo tutto ciò che aveva e anche di più, all’Heinz Field ad uscire vincitori sono stati i Chiefs. La difesa, che già in estate era sembrata tutt’altro che affidabile, è stata asfaltata dalla rising star Pat Mahomes arrivando a concedere ben 42 punti agli avversari e in generale la squadra non è mai sembrata realmente sul pezzo.

In tutto questo caos a gettare benzina sul fuoco ci ha pensato Antonio Brown che stizzito dalle critiche via social, in particolare dall’affermazione di un ex membro dell’ufficio stampa , ha risposto sostanzialmente “trade me”, cosa di per sé poco rilevante che però in un momento e in un contesto così esplosivo ha dato la stura ad ulteriori polemiche e tensioni per la squadra, cosa di cui a Pittsburgh non sentivano per nulla il bisogno e per la prima volta da quando è Head Coach della franchigia black and gold Mike Tomlin ha mostrato di far fatica a tenere in mano le redini della squadra.

La vittoria complessa e provvidenziale con Tampa dà un po’ di ossigeno al gruppo e può aiutare a raffreddare le tensioni interne e ricompattare l’ambiente attorno al coach. Ora però c’è da agire cominciando dal dirimere il caso Bell, vera e propria spada di Damocle che incombe minacciosa sulla serenità della franchigia. Inutile girarci intorno, Pittsburgh deve tradare il running back e anche in fretta. Il front office, giustamente criticato anche da voci autorevoli come Terry Bradshaw per la gestione della situazione, deve cercare di trovare alla svelta una soluzione onde evitare il perdurare di un’atmosfera logorante e negativa che può soltanto danneggiare la squadra ulteriormente, consapevole del fatto che chiudere i conti con il running back non potrà comunque essere la panacea di tutti i mali di Pitt.

Tomlin e il suo staff dovranno lavorare per colmare le lacune dimostrate in campo in vista delle prossime partite. Domenica prossima li attende lo scontro inter-divisionale contro i Ravens, squadra ostica che ha iniziato molto bene la stagione guidata da Joe Flacco e che sta sorprendendo con un attacco ben più performante rispetto alla passata stagione. Una sconfitta contro un avversario diretto non avrebbe solo un impatto negativo sulle possibilità di vincere la division ma riporterebbe gli Steelers nell’occhio del ciclone e dopo la “tregua” di questa settimana la franchigia sarebbe nuovamente a rischio implosione.

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.