L’annata sportiva 2016 dei Dolphins è stata alquanto sorprendente, uno score di 10-6 e la conquista inaspettata di un posto ai playoff. Per la seconda stagione da HC di Adam Gase ci si aspettava che la squadra proseguisse sull’abbrivio dell’annata precedente ma al contrario il 2017 di Miami si è rivelato fallimentare. La squadra ha chiuso con un record di 6 vittorie e 10 sconfitte a 3 partite dai rivali divisionali di Buffalo che hanno conquistato la wildcard per i playoff. Le scelte intraprese dalla dirigenza di richiamare dalla pensione Cutler per sostituire l’infortunato Tannehill e di scambiare il top RB Ajayi con Philadelphia hanno lasciato molte perplessità. Come del testo l’aver firmato Lawrence Timmons e un Julius Thomas agli sgoccioli non ha avuto alcun esito positivo.
Gli errori del front office, gli infortuni, i malumori di Landry e il rendimento modesto di alcuni giocatori chiave sono il cocktail che ha prodotto la pessima stagione passata.

I Dolphins hanno puntato nuovamente su Ryan Tannehill.

Con coach Gase confermato insieme al DC Burke è stato assunto come nuovo OC Dowell Loggains, proveniente dai Chicago Bears. La scelta più radicale però riguarda il quarterback, ruolo per cui si è deciso di puntare decisamente su Tannehill, rientrante dal brutto infortunio alla gamba, anziché firmare un free agent di primo piano o fare trade up per scegliere un QB al draft. Questa piena legittimazione del prodotto di Texas A&M è una di quelle scelte estreme che rischiano di avere nel bene o nel male un impatto notevole sul destino della franchigia anche per gli anni a venire e comunque vada non si può negare che i vertici dirigenziali Grier e Tannenbaum abbiano avuto il coraggio di prendersi le loro responsabilità con un simile azzardo.

Dunque il cammino di Miami ripartirà da Tannehill alle cui spalle ci sarà Brock Osweiler con l’ex Jets Bryce Petty e David Fales a giocarsi il ruolo di terzo quarterback. Con Jarvis Landry mandato a Cleveland, il reparto WR è stato integrato con la firma di Danny Amendola, il quale dovrà superare lo scetticismo di chi lo ritiene un prodotto del sistema Patriots poco utile in altri contesti. Partiranno titolari insieme all’ex New England DeVante Parker e Kenny Stills, ai quali si chiede giocoforza di fare un passo avanti rispetto alla mediocrità delle stagioni precedenti. Da Kansas City è arrivato poi Albert Wilson, con l’ambizione di togliere il posto ad uno dei tre starter designati. Confermato invece il returner Jakeem Grant. C’è poi un gruppo di giovani WR, fin’ora nell’anonimato, che lotteranno per un posto a roster: Isaiah Ford tagliato fuori dalla rookie season per un infortunio al ginocchio, Rashawn Scott, Malcolm Lewis e il prodotto di Rutgers Leonte Carroo.

Dopo la stagione fallimentare di Julius Thomas, i Dolphins cercano nuova linfa per il reparto tight end da Mike Gesicki 42esima scelta da Penn State. Le sue caratteristiche corrispondono al profilo per cui un anno prima avevano pensato a Thomas: un TE produttivo, fisico, con una grande elevazione abbinata alla capacità di prendere posizione. Al suo fianco, con compiti prettamente da bloccatore, un ottimo specialista come MarQueis Gray. I due backup saranno l’altro rookie Durham Smythe, scelto al quarto giro e l’ex Broncos A.J. Derby.

Kenyan Drake affronta la prima stagione piena da titolare.

Da molte stagioni i Dolphins stentano a trovare un assetto affidabile per la propria linea d’attacco. Nell’ultima stagione in particolare la OL di Miami ha reso molto poco nel running game e PFF.com l’ha posizionata ad un misero 29esimo posto. Per il 2018, confermati i due OT Ja’Wuan James e Laremy Tunsil, da cui ci si aspetta un ulteriore miglioramento nel suo terzo anno da pro, e il prodotto di Idaho Jesse Davis, che nella sua stagione da rookie ha saputo imporsi come right guard titolare venendo poi utilizzato anche da RT nel finale di stagione in sostituzione dell’infortunato James. Rispetto all’anno scorso fuori invece la guardia Bushrod e il centro Mike Pouncey, entrambi insufficienti per rendimento e dentro al loro posto l’ex Packers e Bears Josh Sitton, una delle migliori guardie della lega, e il centro Daniel Kilgore. Le aggiunte in free agency, in particolare quella di Sitton, rafforzano senz’altro il reparto che avrà il compito di proteggere il fragile Tannehill e aprire i varchi per le corse dei running back Frank Gore e del sostituto designato di Ajayi, Kenyan Drake.

In difesa si registra la perdita notevole del DT Ndamukong Suh e la potenziale coppia titolare Jordan Phillips-Davon Godchaux sulla carta non dà grosse garanzie, tanto più se come primo backup c’è l’ex Bucs e Lions Akeem Spence. Va meglio invece coi defensive end. Cameron Wake ha disputato l’ennesima stagione in doppia cifra alla voce dei sack e a quanto pare non sembra risentire degli anni che passano inoltre in free agency è stato firmato un altro edge rusher molto produttivo come Robert Quinn. Se a questi due aggiungiamo poi William Hayes, Andre Branch e Charles Harris appare chiaro come il reparto sia il più qualitativo dell’AFC East.

Miami dispone inoltre di linebacker versatili e di qualità. I tre starter probabilmente saranno Kiko Alonso, che ha chiuso oltre i 100 tackle le prime due annate in maglia Dolphins, il MLB da Ohio State McMillan che ha saltato tutta la rookie season per un infortunio e l’ex Saints Stephone Anthony. I backup sono di assoluta qualità e potranno concorrere a contendere ai tre citati, in particolare ad Anthony e McMillan, il posto da titolare. C’è l’ex Seahawks Garvin, il rookie Jerome Baker e una coppia di semisconosciuti, reduci però da una stagione positiva, ossia Chase Allen e Mike Hull.

Dietro, al sempre performante Reshad Jones è stato aggiunto il talento cristallino di Minkah Fitzpatrick che contro ogni pronostico, un po’ perchĂ© era dato tra i primi cinque, un po’ perchĂ© si pensava che Miami pensasse prima ad altre posizioni, è stato scelto con la decima chiamata. I due potenzialmente formano una delle migliori coppie di safety dell’intera NFL. Occhio però a T.J. McDonald che farĂ  di tutto per conservare il posto da titolare.

Reshad Jones comanda le retrovie.

Tra i defensive back di Miami attenzione anche a Xavien Howard che è di certo tra i cornerback più in crescita dell’intero campionato. A duellare per l’altro slot da CB titolare Bobby McCain, Tony Lippett e Cordrea Tankersley, che ad oggi è il favorito per la titolarità.

Lo special team guidato da un eccellente coach come Darren Rizzi rimane di ottima qualità anche senza il suo membro più importante, la safety Michael Thomas che ha firmato con i Giants. Nel ruolo di punter è stato confermato dopo la prima stagione il prodotto di Arizona State University Matt Haack. Viceversa il kicker Parkey non sarà più parte della squadra e a contendersi il posto saranno due rookie: Greg Joseph e il favorito Jason Sanders, uno dei due kicker scelti all’ultimo draft.

La speranza in casa Dolphins è che la squadra ritrovi la compattezza che le ha permesso l’exploit del 2016. Molto dipenderà dall’esito della scelta di dare fiducia a Ryan Tannehill. Se il QB fallirà con lui andrà giù tutta la squadra e di certo il front office sarà messo di fronte alle proprie responsabilità. I tifosi di Miami si augurano invece che il 17 riesca finalmente ad imporsi come leader e che giocatori chiave come Drake, Parker e Stills facciano il salto di qualità da cui non si potrà prescindere al fine di essere competitivi per la corsa ai playoff. Sarà inoltre determinante anche l’impatto dei rookie, in particolare Fitzpatrick e Gesicki nei quali Gase e lo staff ripongono aspettative importanti.

A Miami sono in tanti, dall’head coach alla dirigenza passando per tanti giocatori al secondo e terzo anno, a giocarsi molto nel campionato che ci apprestiamo a vivere e la franchigia si potrebbe trovare ad un bivio, tra un repulisti importante o l’inizio di un ciclo, laddove la strada da imboccare sarà decisa dell’esito della stagione che ci apprestiamo a vivere.

One thought on “Miami Dolphins 2018 Preview

  1. Vista la preseason, ho molti dubbi. Non tanto sull’ attacco, che giĂ  stentava l anno scorso, quanto sulla difesa. Tannehill porterĂ  miglioramenti certi dopo Cutler e poi il parco rb e te è nettamente migliorato rispetto al 2018, per cui si potrĂ  fare abbastanza bene (se Tannehill si fa male però la stagione Ă© chiusa subito). Il dramma Ă© in difesa: a livello dt c Ă© una voragine incolmabile e anche a livello in siamo messi malissimo. La secondaria Ă© buona ma il mondo correrá in mezzo contro di noi, trovando voragini. La linea difensiva ha un buco enorme in mezzo e subito dietro l unico decente Ă© Alonso (che non mi ha mai esaltato comunque), affiancato da un secondo anno che ha saltato tutto il 2017 per infortunio e un rookie veloce ma davvero troppo leggero. Il calendario poi per le ultime 5 o 6 partite Ă© terribile, per cui prevedo sofferenze a non finire anche quest’ anno purtroppo.

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