La free agency non finisce mai, chiaro, però la pretesa di scriverci sopra qualcosa ogni settimana ha al momento lasciato spazio alla realtà: le trentadue sorelle che formano la NFL hanno tappato i buchi -e rinforzato- i loro roster attraverso il draft, il quale arrivo ha lo stesso effetto su questa rubrica che la mezzanotte su Cenerentola.
Ci saranno ancora movimenti, tagli illustri e firme di mezza estate che sicuramente troverete sulla nostra pagina Facebook, ma senza provare a tirare per i capelli qualcosa che da settimane si stava inesorabilmente spegnendo, oggi, per chiudere col botto, vi propongo qualcosa di diverso e mai fatto -almeno da me- finora ; signori e -anche se la vedo difficile, purtroppo- signore, eccoci pure quest’anno all’ultimo episodio stagionale di Eligibles, che sarà incentrato sui protagonisti del draft e avrete modo di notare che sarà ben diverso dal solito.
Partiamo?

1) Leggiamo un po’ i tarocchi: Baker Mayfield

Baker Mayfield, ce l’hai fatta: dopo mesi passati a dividere l’opinione di esperti, non esperti e tifosi, sei stato scelto con la prima chiamata assoluta in una mossa che nonostante il nuovo corso Dorsey urla a squarciagola “BROWNS, BROWNS” … e non poteva essere altrimenti!
Non devo uscire fuori tema, in quanto in questo articolo voglio fare delle previsioni sul futuro dei giocatori più importanti del draft: ovviamente nulla di troppo serio.
Al momento Mayfield è il terzo QB nella depth chart dei Marroni dietro al QB2 per eccellenza, Drew Stanton che purtroppo per lui sarà scavalcato dopo la prima partita di preseason, esattamente dopo che Mayfield avrà completato 5 lanci su 11 per 47 yards ed un touchdown, numeri che ai Browns non sono per niente banali.
Catapultiamoci a settembre; dopo le inevitabili sconfitte contro Pittsburgh e New Orleans siamo nel terzo quarto di Jets-Browns: Cleveland arranca ed è sotto 13 a 3 e dopo che Taylor viene inesorabilmente sackato su 3&7 i fieri esponenti del Dawg Pound iniziano ad inneggiare disperati “BAKER, BAKER, BAKER, BAKER!”.
Ovviamente il campo non lo tasterà quella domenica, ma la successiva contro Oakland: Mayfield viene intercettato e le maliziose telecamere Fox lo inquadrano imprecante a bordocampo: un brivido percorre la schiena di ogni singolo tifoso dei Marroni, la profezia si è avverata, i Maya avevano ragione, ci troviamo davanti a Johnny Manziel 2.0.
Nulla di ciò si avvicina al reale, in quanto sono abbastanza fiducioso che con Taylor i Browns non sfigureranno, ma dopotutto chi sono io per prevedere che finalmente i Marroni riescano a trovare IL quarterback?

2) Josh Rosen

Rosen che guarda la depth chart dei Cardinals.

Se solo ci fosse ancora Bruce Arians…
L’annunciata competizione a tre fra Bradford, Rosen e Glennon -sì, quello dei 15 milioni di dollari a Chicago- la vincerà Bradford in nome di un conservatorismo più che comprensibile ma attenzione a Sam che nel momento in cui riceve la notizia che contro Washington giocherà da titolare, scrivendo un messaggio alla moglie si rompe il pollice, il crociato e pure un po’ le gonadi: a fine stagione annuncerà il suo ritiro dopo aver deciso di accettare un posto alla NBC, in quanto diciamocelo, per un quarterback bianco non molto vincente ma di bell’aspetto un posto nel booth c’è sempre.
A questo punto, con le spalle al muro, il coaching staff di Arizona opta per far esordire Glennon che purtroppo dopo due quarti ha già lanciato due intercetti e perso un fumble: Rosen time?
No, quello arriverà la settima settimana contro Denver con Arizona inchiodata a quota UNA vittoria ed il mondo scoprirà che Rosen è un quarterback assolutamente pronto alla NFL ed in grado di gestire un attacco senza particolari problemi.
Incoraggiato dalla brillantezza di Rosen e dalle giocate di David Johnson, Larry Fitzgerald annuncia al pubblico che giocherà ancora un altro anno, perché sì, quell’anno i Cardinals saranno veramente vicini al Super Bowl: piccolo dettaglio, sto parlando del 2024. Un Larry Fitzgerald è per sempre.

3) Josh Allen

Non è che McCarron non sia in grado di essere un quarterback titolare, è che per qualche strana ragione l’accostamento di parole McCarron-starter non sembra poter essere realizzabile in questo mondo.
Dunque, per i motivi appena detti, McCarron inizierà settembre da backup dall’intrigante potenziale -story of his life- alle spalle, pensate un po’, di Josh Allen che esordirà contro niente poco di meno che i Ravens, a Baltimore.
Nonostante i tre intercetti lanciati ed i circa quarantasei sacks subiti -ventinove messi a segno da Suggs- Buffalo, sotto 12 a 7, ha un ultimo drive per tentare di portare a casa una vittoria che farebbe assolutamente morale: dopo il quarto screen pass consecutivo lanciato a McCoy, Allen coglie di sorpresa la difesa dei Ravens indirizzando l’ovale ad un liberissimo Zay Jones in end zone: drop, partita finita e prima sconfitta della carriera di Josh Allen, che comunque ha dimostrato di avere un buon braccio tentando 52 passaggi per 187 yards.
Ma tranquilli, c’è sempre e comunque Shady McCoy.

4) Sam Darnold

Sto sul serio per dirvi che i Jets potrebbero aver trovato il franchise quarterback?
Se non l’avete già intuito guardando l’immagine di copertina, Darnold potrebbe essere colui che porterà i Jets a non essere più dei Browns con delle divise leggermente migliori, ma una squadra in grado di competere in quella AFC East in cui Brady giocherà fino al 2035 grazie a ben localizzati impacchi di avocado e bacche di goji.
Darnold batterà McCown nella seconda partita di preseason dopo aver lanciato due touchdown in tre drive contro le terze linee dei Washington Redskins: non che al buon Josh dispiaccia abbracciare il ruolo di mentore, ma care emittenti televisive, riproporre dopo ogni drive il messaggio di sua figlia in cui dice di avere più o meno la stessa età di Darnold, fa ridere fino alla quattordicesima volta, poi basta.
Provando a rimetterci seri, Darnold guiderà i Jets ad un rispettabile 6-10/7-9 e, dopo un’offseason estremamente aggressiva New York nel 2019 ritroverà finalmente un posto ai playoff: ora sono serio.
Non guardatemi così, è l’unica cosa seria che dirò in questo articolo!

5) Paxton Lynch

Ma come, Paxton Lynch non è un rookie?
Ah.

6) Lamar Jackson

Vedere il nome RGIII sopra il proprio non è mai piacevole.

Lo zombie di Robert Griffin III spiegherà a Lamar Jackson le difficoltà che un quarterback afroamericano incontra nella NFL per trovare un minimo di rispetto e, dopo avergli mostrato il ginocchio tenuto insieme da una ventina di placche di titanio, farà passare a Jackson ogni voglia di essere un quarterback mobile.
Jackson, depresso e senza alcun punto di riferimento, cercherà in Flacco una figura paterna dalla quale imparare qualcosa, ma dopo aver tentato di abbracciarlo, un Cool Joe stizzito e sorpreso, lo atterra con una mossa da karate imparata nella offseason quando, al posto di cercare un po’ di chimica con i propri nuovi ricevitori, si iscrive ad un corso di arti marziali per usare un po’ dei milioni accumulati negli anni: Jackson sarà costretto all’infermeria tutta la stagione e, nonostante la totale mancanza di esperienza, nel 2019 diventerà il quarterback titolare dopo che Flacco ed il suo contratto saranno stati scaricati e presi in carico dai Marroni.
Il coaching staff dei Ravens, davanti ad un quarterback senza idea alcuna di come sopravvivere in una tasca NFL, architetta un innovativo schema offensivo in grado di esaltare le sue abilità atletiche: la wildcat formation e come per magia rieccoci nel 2008, tempo in cui i Dolphins e Ronnie Brown erano la cosa più eccitante della NFL dopo aver battuto New England grazie a questa formazione.

7) Bradley Chubb

Convinti di essere un revival dei Ravens del 2000 o dei Bears dell’85, i Broncos affiancando Chubb a Miller sono andati a creare uno dei pass rushing duo più temibili della lega, ma: sono rari i casi in cui un pass rusher riesce ad ingranare subito -Bosa ne è il più recente esempio- e Miller ha già ventinove anni.
Chubb dimostrerà da subito potenziale, in quanto la prima giornata arrivano a Mile High i Seattle Seahawks e la loro linea d’attacco che, ovviamente, concederà i classici cinque/sei sacks a partita: due di questi saranno messi a segno da Chubb, che a fine partita verrà intervistato da Deion Sanders insieme a Von Miller, e nel giro di una settimana ecco ogni sito parlante di football americano verrà infestato da comparazioni di Chubb a Reggie White o Deacon Jones.
Il problema? La partita la vinceranno i Seahawks, in quanto purtroppo i sacks non portano punti a tabellone; affranto ed arrabbiato, Elway dopo aver perso 3 a 0 contro Baltimore nella terza settimana, uscirà dal ritiro venti anni tondi tondi dopo aver appeso le scarpe al chiodo.
E Paxton Lynch? Sarà forse pronto fra una quindicina di anni.

8) Saquon Barkley

Indispettito dall’affabilità e dal talento del nuovo rookie, Odell Beckham decide di cambiare ruolo e provarci come runningback, in quanto nessuno può prendersi un boccone più grosso della Grande Mela rispetto al suo: Barkley, che sembra proprio essere il classico bravo ragazzo senza particolari fronzoli, per non creare problemi accetta di buon grado di passare al ruolo di fullback à la Marcus Allen -che tanto bene non l’aveva presa- ma niente da fare, si rivela estremamente efficace pure in questo ruolo procurando così un esaurimento mentale ad OBJ che a questo punto chiede di essere scambiato ai Marroni dove si riunirà con il miglior amico Jarvis Landry.
Esaltato dal successo garantitogli dal nuovo runningback e dalla ritrovata qualificazione ai playoff, Eli Manning di ritirarsi proprio non ne vuole sapere nulla e firma un rinnovo di tre anni, a metà stagione, fino al 2021: Lauletta e Webb a questo punto decidono di lasciar perdere il loro sogno NFL e formano un nuovo duo pop… peccato solo che pure in questo caso Eli li abbia preceduti grazie alle pubblicità di Direct TV con il fratellone Peyton.

9) Quenton Nelson

È grosso per davvero Nelson.

Sono per le pari opportunità, perciò qui si parla pure di un offensive linemen.
Andrew Luck, commosso dal fatto che finalmente il front office che da anni lo ha messo al centro del proprio progetto abbia pensato alla sua salute, decide di ricompensarli per il pensiero gentile conducendo Indianapolis ad un perentorio 13-3 che varrà loro il primo seed nella AFC: il tutto, ovviamente, senza una difesa in grado di portare con un minimo di costanza pressione al QB avversario, sennò parleremmo di stagione perfetta.
Pro Bowler ed All-Pro alla prima stagione in NFL, Nelson è fra i principali motivi per il quale il duo Hines-Mack viene paragonato da chiunque ad Ingram e Kamara e, Luck, eletto Super Bowl MVP ci ricorda una volta per tutte che proteggere il proprio franchise quarterback è quanto di più importante un front office possa fare.
Ovviamente a conclusione di questo sogno, Luck si sveglia un po’ sudato: però, Nelson sarà un ottima guardia per tanti, tanti anni.

10) Un ringraziamento speciale a tutti voi

L’offseason NFL non è esattamente il terreno fertile dal quale ricavare dieci notizie a settimana, soprattutto dopo una ventina di giorni dall’inizio della free agency: spesso scrivendo mi sorge spontaneo chiedermi se effettivamente quanto vi stia dicendo sia interessante o meno e, grazie a voi, ho avuto la prova che sì, anche parlare di Kamar Aiken può essere interessante.
Vedervi ogni settimana leggere questa rubrica, commentarla dandomi le vostre idee ed impressioni è quanto di più appagante possa esistere per un redattore disperato come me ed ho pensato bene di rubare lo spazio ai Nuggets per ringraziare voi, il motivo per cui ogni giorno, in ogni redazione proviamo a creare qualcosa -come 7for7 degli amici Giorgio e Andrea- di fresco ed innovativo che vi possa continuamente stimolare a leggerci.
Per me, per noi tutto ciò non è banale: grazie di cuore, cari lettori.
Anche quest’anno per “Eligibles” è tutto, vi aspetto nelle prossime settimane per qualcosa di nuovo: ora devo studiare un po’.

5 thoughts on “Eligibles: prevediamo il futuro dei migliori giocatori del draft

  1. Ciao Mattia,

    anche se seguo questo sito prevalentemente per gli articoli riguardanti la NBA, volevo farti i complimenti.
    La tua passione e la tua capacità di spiegare il Football anche a chi ne capisce davvero poco (o quasi nulla come il sottoscritto) è contagiosa. Continua così e non curarti troppo di alcuni troll che si affacciano in risposta a certe tue prese di posizione. Considerali come un primo assaggio di notorietà, acquisita attraverso una passione che un giorno, spero per te, possa diventare anche un lavoro.

    • Certo, io potrei risparmiarmi certe sfuriate da piccolo isterico, però…
      Grazie mille, veramente belle parole ed il solo fatto che tu abbia deciso consapevolmente di un po’ del tuo tempo per dirmi ciò…
      Grazie!

  2. Beh io non vedo l’ora di vedere i vari Rosen, Darnold, Mayfield e Allen misurarsi con la NFL. I motivi di interesse sono tantissimi! Non riesco a seguire molto il football universitario, quindi non ho grandissima conoscenza di questi rookie QB ma gli auguro di essere la nuova ondata di campioni che tutti si aspettano. Nella NFL odierna stanno per tramontare grandi QB come Brady (sì anche lui non giocherà col catetere fino a 60 anni), Roethlisberger, Eli Manning e altri (anche il buon Flacco, che campione non è mai stato a mio parere…), quindi c’è bisogno di aria fresca. Molto dipenderà anche dalle squadre costruite intorno a loro. In generale gli spunti di interesse sono tantissimi, soprattutto per quanto riguarda il sorgere di nuove squadre dopo anni terribili: Chicago promette bene, Cleveland ha tutta la mia simpatia e ha sicuramente mezzi per puntare almeno a un 8-8, Denver sarà sicuramente più competitiva, i Jets hanno un QB finalmente…. Inoltre vedremo le corazzate di sempre: i “maledetti” Patriots con Brady più anziano e una offensive line più debole, Green Bay con Rodgers ok, Phila chiamata a ripetersi… Insomma non vedo l’ora di iniziare!!!

  3. Ciao Mattia, nonostante facciamo il tifo per due team storicamente rivali (ma per fortuna i tifosi del Football non sono come quelli del calcio), mi aggrego a tutti complimenti, meritatissimi.
    E’ sempre bello leggere le tue valutazioni, molto competenti e mai banali, grazie a te si conosce sempre meglio quell’universo un po’ oscuro in Italia che è la NFL.
    In bocca al lupo con Lamar Jackson, chissà che un domani non vedremo le sfide tra lui e Mason Rundolph, un po’ come quelle tra Flacco e Roethlisberger, che tanto ci hanno appassionato

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