Il draft è ufficialmente alle nostre spalle, e come ogni anno, il bello inizia ora: 256 giocatori da analizzare senza dato empirico alcuno -fatta eccezione per quanto combinato al college- e, soprattutto, tentare di capire se tale giocatore sia un buon fit per tale schema di tale offensive coordinator et cetera et cetera.
Questo è senza dubbio il mio evento NFL preferito, non me ne vogliano i playoff, anche se vedere gente nata nel 1997 approdare nel mondo dei grandi del football americano un po’ di problemi, sinceramente, me li crea: sto diventando vecchio?
Non sprechiamo altro tempo, andiamo: l’anno scorso valutammo a suon di stelline, quest’anno invece dopo essermi ricordato di essere ancora in Italia, ho optato per una classica valutazione da 1 a 10.

AFC NORTH

Baltimore Ravens

Cosa serviva: wide receivers e tight end, un middle linebacker da affiancare a Mosley, profondità per la linea d’attacco ed una soluzione per l’imminente post-Flacco.
Com’è andata: Hayden Hurst, South Carolina, TE (25); Lamar Jackson, Louisville, QB (32); Orlando Brown, Oklahoma, OT, (83); Mark Andrews, Oklahoma, TE (86); Anthony Averett, Alabama, CB (118); Kenny Young, UCLA, LB (122); Jaleel Scott, New Mexico State, WR (132); Jordan Lasley, UCLA, WR (162); DeShon Elliott, Texas, S (190); Greg Senat, Wagner, OT (212); Bradley Bozeman, Alabama, C (215); Zach Sieler, Ferris State, DE (238).

La stazza e le mani sicure ci sono: Hayden Hurst forse non era il miglior tight end disponibile, ma il più solido e sicuro.

Analisi: Baltimore ha indirizzato ogni proprio bisogno, specialmente quello del quarterback, in quanto con un anno di apprendistato dietro Flacco Jackson avrà modo di sgrezzare il proprio gioco -specialmente per quanto riguarda il footwork nella tasca- e, se il coaching staff riuscirà a costruire un piano schematico adeguato, Baltimore potrebbe diventare una delle squadre più elettrizzanti e pericolose della lega. Di Hayden Hurst preoccupa principalmente l’età, dato che entrare nella NFL a quasi 25 anni non è sicuramente ideale, ma le sue mani sicure torneranno comode a Flacco: lo stesso discorso vale per Mark Andrews, anche se nel suo caso i problemi sorgono nel momento in cui si analizza il suo blocking game. Lasley è in grado di essere pericoloso sia dalla slot che dalla tradizionale posizione di wideout, ma dovrà sicuramente limitare il numero di drops -19 su 131 passaggi ricevibili-, mentre Scott dovrà migliorare nel crearsi spazio affinando route running e footwork; Anthony Averett probabilmente avrà beneficiato dell’ottimo lavoro dei compagni ad Alabama, ma è un cornerback sicuramente solido, mentre DeShon Elliott fra un paio di anni potrebbe tranquillamente vestire una maglia da titolare. Orlando Brown dovrà dimostrare che il disastro delle combine è stato solo un incidente di percorso: se ci riuscisse, Baltimore si sarebbe assicurata un talento da primo round al terzo giro. 
Voto: 8. Ottimo draft l’ultimo di Newsome che, pensate un po’, ha aspettato ben fino al quarto turno prima di selezionare un giocatore di Alabama! Scherzi a parte, è riuscito a rimpolpare ogni posizione problematica e, soprattutto, a dare un futuro alla squadra che saluterà a gennaio: Lamar Jackson alla 32 potrebbe passare alla storia.

Cincinnati Bengals

Cosa serviva: qualsiasi tipo di rinforzo per la linea d’attacco, pass rushers, inside linebacker e qualcuno che riceva palloni oltre ad A.J. Green.
Com’è andata: Billy Price, Ohio State, C (21); Jessie Bates, Wake Forest, S (54); Sam Hubbard, Ohio State, DE (77); Malik Jefferson, Texas, LB (78); Mark Walton, Miami, RB (112); Davontae Harris, Illinois State, DB (151); Andrew Brown, Virginia, DT (158); Darius Phillips, Western Michigan, CB (170); Logan Woodside, Toledo, QB (249); Rod Taylor, Mississippi, G (252); Auden Tate, Florida State, WR (253).

Quattro anni titolare ad Ohio State sono un buon biglietto da visita per qualsiasi giocatore.

Analisi: L’obiettivo dei Cincinnati Bengals era quello di rifondare una linea d’attacco che non ha mai permesso al running game di decollare: gli innesti di Cordy Glenn e Billy Price sicuramente aiuteranno anche se il rookie da Ohio State dovrà essere più consistente. Jessie Bates è uno dei pochi safeties in grado di correre con i ricevitori rivelandosi estremamente efficace nella difesa uno-contro-uno, ma dovrà migliorare la meccanica dei tackle in quanto nel 2017 ne ha mancati ben 16; Hubbard, trascurato spesso e volentieri a causa dei fratelli Bosa, non è sicuramente il migliore atleta nella posizione ma può contare su tecnica e disciplina: non aspettatevi miriadi di sacks, ma potrà essere produttivo dal primo giorno. Walton offre praticamente le stesse cose di Giovani Bernard che essendo da un paio di stagioni l’ombra di sé stesso permetterà al rookie di trovare fin da subito spazio; Malik Jefferson ha avuto solo una buona stagione al college, l’ultima, ed ecco spiegato il motivo per il quale è finito al terzo round. Brown, Phillips ed Harris sono tutte scelte estremamente solide, anche se poco spettacolari, e sinceramente per quanto buone siano le scelte che hanno portato Taylor e Tate alla corte di coach Lewis al settimo round, avrei optato per un tight end.
Voto: 6,5. Draft poco spettacolare, ma alla fine ciò era quello di cui necessitava veramente Cincinnati: dal loro successo nel running game dipenderà gran parte della valutazione di questo draft, in quanto probabilmente Price avrà addosso una gigantesca lente d’ingrandimento per tutta la durata della stagione.

Cleveland Browns

Cosa serviva: l’immancabile quarterback, wide receivers, cornerbacks, offensive e defensive tackle.
Com’è andata: Baker Mayfield, Oklahoma, QB (1); Denzel Ward, Ohio State, CB (4); Austin Corbett, Nevada, G (33); Nick Chubb, Georgia, RB (35); Chad Thomas, Miami, DE (67); Antonio Callaway, Florida, WR (105); Genard Avery, Memphis, LB (150); Damion Ratley, Texas A&M, WR (175); Simeon Thomas, Louisiana-Lafayette, CB (188).

Antonio, per favore, passala.

Analisi: I Browns… Sempre così vogliosi di stupirci! Baker Mayfield è il prospetto più boom-or-bust fra i quattro quarterback dell’Ave Maria -Jackson lasciamolo a parte, per ora- ma ignorare la sua produzione al college si è rivelato essere impossibile: Wilson e Brees ci hanno dimostrato che si può eccellere nonostante un’altezza non propriamente prototipica, perciò ora tocca a te, Baker. Ward è assolutamente un ottimo giocatore che probabilmente risolverà un loro problema da subito, ma passare oltre Bradley Chubb potrebbe rivelarsi nel giro di pochi anni l’ennesima gaffe dei Browns al draft. Capire dove giocherà Corbett al momento è impossibile, anche se con la 33 ero convinto prendessero Hernandez, il prospetto più intimidatorio del 2018; Chubb è uno dei migliori runningback del draft ed una vera e propria bestia nel correre addosso alla gente: pensate solo alle 3.7 yards after contact durante la sua carriera universitaria. Chad Thomas ha tutto il potenziale del mondo, anche se la sua produzione collegiale è abbastanza carente: serviranno tempo e ripetizioni, ma c’è il potenziale per qualcosa di speciale. Antonio Callaway nella stessa squadra di Josh Gordon? Non è una buona idea, e nonostante il talento da primo round, il suo amore per il football sembra decisamente minore rispetto a quello che ha per l’erba: non lo biasimo, anzi, però con tutti quei milioni di dollari in ballo… Avery è un talento intrigante, ma il coaching staff dei Browns dovrà decidere in fretta dove farlo giocare, in quanto al college aveva ben figurato sia da outside che da inside linebacker. Ratley avrà bisogno di tanto tempo per sviluppare il suo gioco -solo 47 ricezioni in carriera- ma ha fisico ed abilità atletiche per essere un fattore: le scelte al sesto round a volte servono anche a questo.
Voto: 7,5. Draft potenzialmente buono, ma troppo rischioso: Mayfield come prima scelta, Ward come quarta e Callaway offrono sicuro potenziale, ma la loro natura boom-or-bust potrebbe creare problemi e catalizzare pressioni inutili, esattamente ciò di cui i Browns non hanno bisogno.

Pittsburgh Steelers

Cosa serviva: un sostituto per Shazier, il quarterback del futuro, aiuto nel retro della secondaria e qualcuno che occupi molto spazio nella posizione di defensive tackle.
Com’è andata: Terrell Edmunds, Virginia Tech, S (28); James Washington, Oklahoma State, WR (60); Mason Rudolph, Oklahoma State, QB (76); Chukwuma Okorafor, Western Michigan, OT (92); Marcus Allen, Penn State, S (148); Jaylen Samuel, N.C. State, RB (165); Joshua Frazier, Alabama, DT (246).

The boys are back together!

Analisi: era quasi sicuro che Pittsburgh usasse una delle scelte alte per assicurarsi un safety, e così è stato: Terrell Edmunds è atleticamente bestiale, ma è ancora troppo inconsistente in copertura e deve affidarsi troppo spesso al suo atletismo per trovarsi in posizione, non al suo cervello. L’accoppiata Washington-Rudolph alzerà notevolmente la votazione degli Steelers: Washington è probabilmente il miglior deep-threat receiver di questo draft ed aggiudicarselo con la sessantesima chiamata è quasi uno steal, mentre Mason Rudolph può essere seriamente considerato come la soluzione alla vita dopo Roethlisberger, e facendo tesoro degli insegnamenti del veterano potrebbe diventare un titolare di successo nel giro di due o tre anni. Okorafor è alquanto difficile da valutare, poiché al momento altro non è che un project player e non è assolutamente pensabile vederlo in campo già da settembre; Marcus Allen non è il miglior cover-safety del draft, però è un tackler impavido con la stazza ideale per coprire anche i tight ends.
Jaylen Samuels? È un tight end? Un ricevitore? O un runningback? Per il momento non ne abbiamo idea, starà a coach Tomlin trovare un modo per sfruttare la sua versatilità.
Voto: 7+. Non ho amato la scelta di Edmunds alla 28, ma portarsi a casa Rudolph con la numero 76 fra un paio di anni potrebbe rivelarsi l’affare del decennio: dal suo sviluppo dipenderà buona parte del futuro degli Steelers.

AFC EAST

Buffalo Bills

Cosa serviva: quarterback, guardia e tackle visti i ritiri/cessioni, qualcuno in grado di ricevere quel maledetto ovale.
Com’è andata: Josh Allen, Wyoming, QB (7); Tremaine Edmunds, Virginia Tech, LB (16); Harrison Phillips, Stanford, DT (96); Taron Johnson, Weber State, DB (121); Siran Neal, Jacksonville State, DB (154); Wyatt Teller, Virginia Tech, G (166); Ray-Ray McCloud, Clemson, WR (187); Austin Proehl, North Carolina, WR (255).

High risk di sicuro, high reward vedremo.

Analisi: Voglio assolutamente essere smentito, sia ben chiaro, ma non sono stato particolarmente impressionato dal draft dei Bills. Edmunds insieme a Smith era il miglior inside linebacker disponibile, quindi non posso assolutamente dire che selezionare lui con la sedici sia stata una cattiva scelta, però la realtà dei fatti ci dice che Buffalo avesse ben altre necessità. Come già detto qualche giorno fa, Allen è stato a lungo definito il miglior quarterback del draft, ma per il momento è in un contesto non ideale nel quale c’è il concreto rischio che i suoi difetti vengano accentuati invece che nascosti: ripeto, voglio essere smentito. Harrison Phillips al terzo round è qualcosa di assolutamente inspiegabile: stiamo parlando di un DT che ha concluso il 2017 a quota 103 tackles! Taron Johnson è un cornerback che non può contare su un fisico ideale per la posizione, però potrebbe trovare spazio già a settembre nella rotazione come nickel. A Siran Neal servirà del tempo prima di poter essere d’impatto, però un giocatore con esperienza sia da safety che da cornerback torna sempre comodo; con la scelta numero 166 si sono assicurati Wyatt Teller, una delle migliori guardie del draft, nonché giocatore che potrebbe vestire una maglia da titolare già dalla prima settimana. Proehl e McCloud hanno una seria possibilità -data la pochezza del reparto- di avere un impatto fin da subito, ma è legittimo affermare che Buffalo forse avrebbe dovuto indirizzare questo problema nei round precedenti.
Voto: 6,5. Non me ne vogliate ma sono ancora parecchio perplesso circa il loro draft: hanno rinunciato a troppe scelte per assicurarsi Allen e Edmunds e per un team che fa del running game la propria forza, non rimpolpare la dilapidata linea d’attacco potrebbe essere stato un grave errore.

Miami Dolphins

Cosa serviva: tight end, runningback, inside linebacker, forse un quarterback -o forse no-, guardia.
Com’è andata: Minkah Fitzpatrick, Alabama, DB (11); Mike Gesicki, Penn State, TE (42); Jerome Baker, Ohio State, LB (73); Durham Smythe, Notre Dame, TE (123); Kalen Ballage, Arizona State, RB (131); Cornell Armstrong, Southern Mississipi, S (209); Quentin Polling, Ohio, LB (227); Jason Sanders, New Mexico, K (229).

Ed ecco a voi un altro difensore di Alabama scelto al primo round.

Analisi: Stiamo parlando di un team facente parte della AFC East, ovvero quella division in cui marcare Rob Gronkowski è da anni ed anni il più grande enigma: Minkah Fitzpatrick oltre ad essere uno dei migliori giocatori in assoluto del draft, è un ibrido in grado di coprire chiunque, wide out, slot receivers ed anche tight ends, ed ovviamente la sua scelta mi è piaciuta e non poco. Con la dipartita di Julius Thomas indirizzare la situazione tight end era di fondamentale importanza: missione compiuta, in quanto Gesicki con la sua stazza può rivelarsi una macchina da touchdown nonché copertina di Linus sui terzi down, mentre Smythe è un più tradizionale blocking tight end in grado comunque di ricevere qualche pallone qua e là. Jerome Baker ha atletismo ed esperienza per avere impatto immediatamente, però dovrà migliorare in copertura se vorrà giocare tutti e tre i downs; il punto di forza di Kalen Ballage è senza alcun dubbio la versatilità, in quanto può tranquillamente coprire i ruoli di runningback, kick/punt returner e pure, perché no, di slot receiver ed anzi, sembra offrire più potenziale come pass-catcher che come ball-carrier. Fatico a comprendere perché abbiano scelto Jason Sanders, kicker che nell’ultimo anno ha sbagliato ben un terzo dei quindici piazzati tentati.
Voto: 7,5. Draft estremamente solido, impreziosito dall’innesto di Fitzpatrick, giocatore che francamente difficilmente si poteva pensare ancora disponibile alla numero undici. Gesicki e Ballage rispondono immediatamente ad un grandissimo punto interrogativo di questo roster, mentre Baker potrebbe finalmente risolvere il perenne problema dei Dolphins riguardante i middle linebackers.

New England Patriots

Cosa serviva: offensive tackle, inside linebacker, quarterback (!!!), pass rushers.
Com’è andata: Isaiah Wynn, Georgia, T (23); Sony Michel, Georgia, RB (31); Duke Dawson, Florida, CB (56); Ja’Whaun Bentley, Purdue, LB (143); Christian Sam, Arizona State, LB (178); Braxton Berrios, Miami, WR (210); Danny Etling, LSU, QB (219); Keion Crossen, Western Carolina, DB (243); Ryan Izzo, Florida State, TE (250).

Non male per un runningback capitare nella stessa squadra del proprio left tackle.

Analisi: L’approdo di Nate Solder ai Giants ha aperto immediatamente una voragine in una delle posizioni più importanti del gioco: questa voragine è stata colmata da Isaiah Wynn, giocatore probabilmente sottodimensionato per ricoprire il ruolo di tackle, ma la cui tecnica e consistenza dovrebbero permettergli di esprimersi a livelli altissimi fin da subito indipendentemente dal ruolo in cui sarà schierato. Michel è un runningback estremamente efficiente nel pass blocking e dall’indubbio valore sulle ricezioni, ma sinceramente con la 31 avrei optato per il compagno Chubb o per Ronald Jones. Buonissima invece è la scelta che li ha portati a Dawson, uno dei migliori slot defender disponibili: sappiamo tutti l’importanza della slot nella NFL moderna, quindi sacrificare una scelta al secondo round per un difensore del genere ha assolutamente senso. Bentley può per ora essere visto come Jerod Mayo 2.0, ovvero un ottimo run defender che va in grave apprensione ogni qualvolta gli venga chiesto di coprire un runningback o un tight end; Braxton Berrios è la chiamata più Patriots che esista: slot receiver, bianco e sottodimensionato, serve altro? Christian Sam è forse al momento troppo lento per una maglia da titolare, ma con snaps ed allenamento potrebbe diventare un solido backup; Ryan Izzo è un ottimo blocker, e se sotto la guida di Belichick riuscisse a migliorare nel ricevere palloni ci troveremmo davanti all’ennesimo steal dei Patriots… draft steal!
Voto: 7+. Buono pure il draft dei Pats, che a suon di trade sono riusciti ad accumulare scelte ed a colmare alcune delle lacune apertesi durante la free agency: non aver pescato un quarterback nei primi giri potrebbe però rivelarsi un errore e Michel alla 31 non mi entusiasma particolarmente.

New York Jets

Cosa serviva: ovviamente un quarterback, runningback, qualche ricevitore, tight end ed aiuto per la linea d’attacco.
Com’è andata: Sam Darnold, USC, QB (3); Nathan Shepherd, Fort Hays State, DT (72); Christopher Herndon, Miami, TE (107); Parry Nickerson, Tulane, CB (179); Folorunso Fatukasi, Connecticut, DT (180); Trenton Cannon, Virginia State, RB (204).

Solo il tempo ci dirà se i Giants hanno fatto un regalo ai Jets passando oltre a Darnold.

Analisi: I New York Jets forse hanno un quarterback per il futuro prossimo, e già questa è una notizia: probabilmente di mettere le mani su Darnold non se lo sarebbero mai aspettati, ed ora hanno a roster un leader vero, un quarterback in grado di esaltarsi e risolvere partite serrate nel crunch time con un’esaltante abilità nel creare giocate sia dentro che fuori dalla tasca.
Shepherd non è assolutamente pronto per la NFL, e spendere una scelta al terzo giro per un giocatore che avrà bisogno di un paio di anni di apprendistato prima di poter giocare con regolarità non mi sembra particolarmente intelligente, considerata anche la scarsità di picks disponibili; Herndon è uno dei tight end più esplosivi e pericolosi dopo la ricezione dell’intero draft ed avrà fin da subito modo di ricevere snaps significativi. Nickerson alla 179 è un’ottima value pick, in quanto a Tulane negli ultimi anni ha assolutamente dominato venendo spesso e volentieri relegato in un’isola contro il miglior ricevitore avversario; Fatukasi non offre tanto dal punto di vista del pass rush, ma è un ottimo run defender in grado di mangiare spazio con la propria imponente stazza. A Cannon mancano decisamente muscoli per sopportare la vita da runningback NFL, però il suo atletismo lo rende un pericoloso change of the pace runner.
Voto: 8. Buon draft quello dei Jets, che seppur rinunciando a tanto sembrano finalmente essere riusciti ad assicurarsi il tanto agognato franchise quarterback. Solo la storia ci dirà se avranno fatto bene o meno ad investire tutto questo capitale su un singolo giocatore, ma per il momento la scelta sembra piuttosto sensata.

AFC WEST

Denver Broncos

Cosa serviva: quarterback, runningback, wide receivers, cornerbacks e pass rushers.
Com’è andata: Bradley Chubb, N.C. State, OLB/DE (5); Courtland Sutton, SMU, WR (40); Royce Freeman, Oregon, RB (71); Isaac Yiadom, Boston College, DB (99); Josey Jewell, Iowa, LB (106); DaeSean Hamilton, Penn State, WR (113); Troy Fumagalli, Wisconsin, TE (156); Sam Jones, Arizona State, G (183); Keishawn Bierria, Washington, LB (217); David Williams, Arkansas, RB (226).

Possono Chubb e Miller diventare il pass rushing duo più pericoloso della lega?

Analisi: Qualche giorno fa avevo criticato la scelta di Chubb, ma vedendo come si è evoluto il draft è chiaro che ci troviamo davanti ad una decisa presa di posizione da parte di John Elway: questo è un team che vuole fare della difesa -ancora?- la propria forza, quindi procurarsi un compagno di merende per Von Miller ha alquanto senso, anche se personalmente avrei provato a draftare il quarterback del futuro. Sutton è uno dei ricevitori più fisici e consistenti di questa classe, e se riuscirà a migliorare la produzione after-catch, un giorno potremmo parlare di lui come il miglior ricevitore uscito da questo draft. Freeman con la 71? Steal assoluto: nonostante una stazza da fullback è in grado di eccellere sotto ogni aspetto di gioco, e potrà godere di un buon numero di snaps fin da subito. Yiadom è un buon corner che dispone della fisicità che i GM di oggi sognano la notte parlando di cornerback, ma non è ancora un prodotto finito e fatica notevolmente in campo aperto. Jewell, a differenza del compagno sopra, non dispone di un corpo ideale per il ruolo di middle linebacker, ma la sua consistenza su tutti e tre i downs lo rendono un serio candidato ad una maglia da titolare fin da subito; se Hamilton risolve il problema dei drop potrebbe tranquillamente vedere parecchi targets fin da subito, in quanto la sua abilità nel correre le tracce lo porterà spesso e volentieri ad essere libero. Come Fumagalli sia scivolato fino alla 156 è qualcosa che mai scoprirò, però Denver si è garantita un altro possibile day-one-contributor con una scelta relativamente bassa. Bierria, Williams e Jones probabilmente saranno relegati alla practice squad, però non è da escludere che qualcuno di loro inizi il campionato nel 53 men roster.
Voto: 8,5. Tanti giocatori d’impatto selezionati il terzo giorno, cosa mai banale: rimarrà sempre l’eterno dubbio Chubb/quarterback, ma se Keenum si confermasse sui livelli dello scorso anno… e se tutto ciò rappresentasse l’ultimo debole segnale di fiducia verso Paxton Lynch? Vi ricordate di Paxton Lynch, vero?

Kansas City Chiefs

Cosa serviva: qualsiasi giocatore di qualsiasi ruolo difensivo, ma principalmente cornerbacks e linebackers.
Com’è andata: Breeland Speaks, Mississippi, LB (46); Derrick Nnadi, Florida State, DT (75); Dorian O’Daniel, Clemson, LB (100); Armani Watts, Texas A&M, S (124); Tremon Smith, Central Arkansas, CB (196); Kahlil McKenzie, Tennessee, G (198).

I run-stopper hanno ancora spazio in questa lega.

Analisi: Poche scelte quest’anno per i Kansas City Chiefs che hanno devoluto gran parte del loro capitale ai Buffalo Bills per assicurarsi Mahomes lo scorso anno. La versatilità è il punto di forza di Breeland Speaks, ma problemi di temperamento potrebbero costargli numerose penalties: la sua tendenza ad effettuare tackles con il casco potrebbe rivelarsi fin da subito problematica per i Chiefs, poiché le nuove regole perseguono aspramente questo tipo di contatto. Nnadi è un ottimo run defender ma per il momento non offre praticamente nulla per quanto riguarda il pass rush; O’Daniel è uno dei migliori cover linebacker di quest’annata e potrà essere usato in matchup specifici contro il tight end di turno: buonissima scelta questa. Watts probabilmente è il miglior giocatore selezionato in questo draft dai Chiefs, ed è scivolato così in basso principalmente per la stazza ridotta: dovrà migliorare nei tackle, poiché i 55 missed tackles fatti registrare in carriera non possono essere tollerati per colui che spesso è l’ultimo uomo fra avversario e end zone. Tremon Smith è un cornerback dall’indubbio potenziale, ma necessiterà abbondanti dosi di disciplina per trovare spazio nella rotazione: tende spesso ad essere ultra-aggressivo con il pallone, prendendo rischi inutili che potrebbero trasformare una ricezione da 10 yards in un touchdown subito.
Voto: 6-. I sacrifici fatti per assicurarsi Mahomes hanno compromesso questo draft, nel quale comunque hanno tentato di risolvere i problemi più gravi del loro roster: hanno preso però giocatori con troppi asterischi, se e ma.

Los Angeles Chargers

Cosa serviva: quarterback, offensive e defensive tackle, linebackers ed un erede per Rivers, forse.
Com’è andata: Derwin James, Florida State, S (17); Uchenna Nwosu, USC, LB (48); Justin Jones, N.C. State, DT (84); Kyzir White, West Virginia, S/LB (119); Scott Quessenberry, UCLA, C (155); Dylan Cantrell, Texas Tech, WR (191); Justin Jackson, Northwestern, RB (251).

Steal, nulla da aggiungere.

Analisi: Per chi non lo sapesse, i furon San Diego Chargers possiedono una delle migliori secondarie di tutta la NFL grazie a prodigi come Hayward, King, Williams ed il rientrante Verrett: aggiungiamo a questa sfilza di talenti pure Derwin James, una specie di Landon Collins senza alcun punto debole ed in grado pure di mettere pressione ai quarterbacks. Nwosu avrà bisogno di tempo prima di essere un fattore, in quanto tutta la sua produzione deriva dall’atletismo piuttosto che dalla tecnica: data la profondità aspettare non dovrebbe essere un problema, ma dalla scelta numero 48 ci si aspetterebbe un contributo immediatamente. Justin Jones al terzo giro sembra urlare “reach”, ma probabilmente il front office di L.A. avrà visto qualcosa che noi comuni mortali non siamo in grado di percepire; White è un ulteriore esempio dell’ibrido safety/linebacker che tanto va di moda al giorno d’oggi, anche se per eccellere dovrà migliorare la propria tecnica di tackle, in quanto su 163 tackles tentati ne ha mancati ben 17. Quessenberry potrà imparare da niente di meno che Pouncey, e la sua versatilità potrebbe permettergli di coprire più ruoli lungo la O-Line; Cantrell probabilmente non sarà mai un deep-threat, ma l’importanza di un possession receiver competente non deve essere sottovalutata.
Voto: 6,5. Erano partiti benissimo con la scelta di James, ma da lì in poi hanno spostato gli occhi su vari “project player” pronti all’uso fra qualche anno; non condivido la scelta di non cercare il vice-Rivers, Geno Smith e Cardale Jones non sono in grado di giocare da titolari.

Oakland Raiders

Cosa serviva: una semi-totale ricostruzione difensiva attorno a Mack, wide receivers ed uno sguardo al futuro per quanto riguarda la linea d’attacco.
Com’è andata: Kolton Miller, UCLA, T (15); P.J. Hall, Sam Houston State, DT (57); Brandon Parker, North Carolina A&T, T (65); Arden Key, LSU, DE (87); Nick Nelson, Wisconsin, CB (110); Maurice Hurst, Michigan, DT (140); Johnny Townsend, Florida, P (173); Azeem Victor, Washington, LB (216); Marcell Ateman, Oklahoma State, WR (228).

Ovvio talento da top 10, ma problemi cardiaci lo hanno fatto scivolare fino al quinto round.

Analisi: Ecco a voi il draft più strano ed inspiegabile dell’anno.
Nonostante la miriade di bisogni difensivi, il team di Gruden ha scelto di spendere la propria prima scelta per un tackle atleticamente dominante -a volte- ma troppo inconsistente e debole per avere successo in NFL. P.J. Hall è uno degli interior linemen più produttivi dell’intero draft, ma forse la sua produzione deriva anche da un livello medio di competizione basso; Brandon Parker altro non è che un altro project player, non esattamente ciò di cui una squadra che in due round ha preso tutti questi rischi necessita: ed eccoci dunque arrivati ad Arden Key, giocatore dal talento cristallino ma con numerose red flags caratteriali ed altrettanti dubbi sulla sua passione per lo sport.
Hurst, se riuscirà a rimanere sano ed a non essere limitato dai problemi cardiaci, è uno steal clamoroso -in moltissimi big boards era fra i primi 10 giocatori- ma pure in questo caso il rischio mi sembra eccessivo; Ateman all’ultimo round è una clamorosa value pick, ma draftare un punter al sesto round dopo aver lasciato andare Marquette King… meglio che mi fermi qui.
Voto: 4,5. Rischi su rischi su rischi: basti pensare alla trade che ha portato Martavis Bryant ad Oakland. Siamo sicuri che prendere tutti questi giocatori con problemi caratteriali sia una mossa saggia per un team che a breve si trasferirà a Las Vegas? Troppi rischi inutili e troppi bisogni ignorati: sicuri ne valga la pena?

AFC SOUTH

Houston Texans

Cosa serviva: profondità e competenza per la linea d’attacco, wide receivers/tight end, aiuto in secondaria.
Com’è andata: Justin Reid, Stanford, S (68); Martinas Rankin, Mississippi State, T (80); Jordan Akins, UCF, TE (98); Keke Coutee, Texas Tech, WR (103); Duke Ejiofor, Wake Forest, LB (177); Jordan Thomas, Mississippi State, TE (211); Peter Kalambayi, Stanford, LB (214); Jermaine Kelly, San José State, CB (222).

Sarebbe bello, e non poco, che pure il fratello Eric trovasse un lavoro.

Analisi: Hanno dovuto aspettare fino alla sessantotto per fare la loro prima chiamata, ma l’hanno sfruttata nel migliore dei modi: se Justin Reid riuscirà a pulire alcuni aspetti del suo gioco che lo hanno portato a concedere qualche big play di troppo, ci troviamo davanti ad un futuro Pro Bowler. Martinas Rankin è stato draftato come offensive tackle, ma probabilmente sarà relegato al ruolo di guardia o centro poiché non ha l’atletismo necessario per coprire i migliori edge rushers della lega; Akins dovrà migliorare mani e nel blocking game, però è fra i tight end più atletici di questo draft e la sua chiamata non è assolutamente malvagia, anche se personalmente avrei preferito Fumagalli. Coutee non diventerà mai un go-to-guy, però la sua velocità allungherà le difese aprendo spazi per i compagni e permettendogli di collezionare qualche big play qua e là; Ejiofor è un giocatore in grado di fare tutto piuttosto bene pur senza eccellere in nulla, e se riuscirà a migliorare il proprio repertorio di mosse potrà diventare un rispettabile pass rusher. Kalambayi non è più riuscito a replicare l’ottimo 2015, ma il potenziale per un posto nel roster sicuramente non manca.
Voto: 6. Se valutiamo solamente questo draft raggiungere la sufficienza è alquanto difficile, ma occorre tenere presente che grazie alle scelte smerciate lo scorso anno sono riusciti a garantirsi Watson. Reid migliorerà da subito una secondaria che complici le molte partenze degli ultimi anni non è semplicemente più stata la stessa.

Indianapolis Colts

Cosa serviva: proteggere Andrew Luck, pass rushers e qualcuno a cui consegnare l’hand-off 15/20 volte a partita.
Com’è andata: Quenton Nelson, Notre Dame, G (6); Darius Leonard, South Carolina State, LB (36); Braden Smith, Auburn; G (37); Kemoko Turay, Rutgers, DE (52); Tyquan Lewis, Ohio State, DE (64); Nyheim Hines, N.C. State, RB (104); Daurice Fountain, Northern Iowa, WR (159); Jordan Wilkins, Mississippi, RB (169); Deon Cain, Clemson, WR (185); Matthew Adams, Houston, LB (221); Zaire Franklin, Syracuse, LB (235).

Essere comparati a più riprese a Larry Allen ha sicuramente il suo perché.

Analisi: Le scelte di Nelson e Smith rispondono immediatamente a due enormi necessità -protrattesi per anni-: proteggere Andrew Luck ed aprire qualche buco al runningback di turno. Nelson è un potenziale day-one Pro Bowler e la sua combinazione di fisico ed atletismo lo rendono uno dei migliori prospetti offensivi dell’ultimo decennio; Braden Smith fa della forza bruta il proprio tratto distintivo ed è un ottimo run blocker. Leonard forse non ha goduto della miglior competizione possibile durante il corso della propria carriera, ed un ottimo Senior Bowl gli è probabilmente valso una chiamata così alta. Turay è uno dei prospetti più intriganti e misteriosi di questo draft, e probabilmente è stato scelto così in alto grazie ad un fantastico biennio fra 2014 e 2015. Tyquan Lewis è un tackler estremamente affidabile e versatile che tornerà sicuramente utile sotto varie vesti a coach Reich; se un prospetto viene a più riprese paragonato ad Alvin Kamara forse qualcosa di buono avrà combinato durante la sua carriera collegiale: Nyheim Hines è uno dei runningback più esplosivi del draft e se riuscirà a migliorare nel passing game, Indianapolis potrebbe aver trovato finalmente la risposta nel backfield. Fountain e Cain sono due ricevitori assolutamente incompleti ma con potenziale situazionale: Cain è uno specialista della deep ball -anche se il suo successo dipendeva anche dal fatto che a lanciargli l’ovale ci fosse Watson- e Fountain è un atleta eccezionale troppo discontinuo per essere draftato nei round precedenti. Adams e Franklin, data la scarsa competizione posizionale, avranno modo di battagliare per qualche snap fin da subito, anche se attendersi troppo da scelte così basse non ha sempre senso.
Voto: 8-. Buonissimo draft quello dei Colts, che finalmente hanno capito che draftare offensive linemen non è un reato perseguibile legalmente. Se Luck tornerà in campo potrà finalmente godere di una tasca -teoricamente- pulita e su un running game promettente.

Jacksonville Jaguars

Cosa serviva: wide receivers, tight end, guardia, inside linebacker per il post-Posluszny.
Com’è andata: Taven Bryan, Florida, DT (29); D.J. Clark, LSU, WR (61); Ronnie Harrison, Alabama, S (93); Will Richardson, N.C. State, T (129); Tanner Lee, Nebraska, QB (203); Leon Jacobs, Wisconsin, LB (230); Logan Cooke, Mississippi State, P (247).

Il front seven di Jacksonville ora è un pericolo pubblico.

Analisi: Al primo round avrei optato per un giocatore da skill position come tight end o wide receiver, ma prendere un project player come Bryan, vista anche la profondità nel reparto dei Jags, potrebbe pagare dividendi fra qualche anno. D.J. Clark non è sicuramente fra i prospetti più pronti e tecnicamente NFL-ready, ma la sua velocità -4.34 nelle 40 yards- dà a Jacksonville un interessante deep threat. Come Ronnie Harrison sia scivolato così in basso è incomprensibile, ma i Jags si sono assicurati un safety in grado di coprire anche un eventuale Rob Gronkowski. Will Richardson è un ottimo tackle, finito al quarto round solo ed esclusivamente per problemi fuori dal campo costatigli ripetute sospensioni. Tanner Lee è una polizza assicurativa in caso qualcosa andasse estremamente storto a Blake Bortles, però immaginarlo in campo nel 2018 è totalmente irrealistico; quanto appena detto si può considerare valido pure per Leon Jacobs, linebacker ancora decisamente troppo grezzo per aspirare ad una maglia da titolare: ha dei modelli da cui imparare estremamente validi.
Voto: 6,5. Chiaramente Jacksonville vuole costruire una rotazione difensiva simile a quella che ha permesso agli Eagles di vincere il Super Bowl, però avrei provato a cercare più rinforzi nelle skill positions offensive.

Tennessee Titans

Cosa serviva: qualsiasi tipo di linebacker, tight end del futuro, safety.
Com’è andata: Rashaan Evans, Alabama, LB (22); Harold Landry, Boston College, DE/OLB (41); Dane Cruikshank, Arizona, S (152); Luke Falk, Washington State, QB (199).

Coach Vrabel sembra crederci parecchio in Evans.

Analisi: La partenza di Avery Williamson ha reso prioritaria la selezione di un inside linebacker: Rashaan Evans è forse il linebacker più talentuoso dell’intero draft, ma visto l’investimento fatto dal front office per assicurarselo dovrà migliorare in fretta alcuni aspetti che rendono il suo gioco non del tutto completo, come per esempio le sue coverage skills, dalle quali probabilmente dipenderà la sua intera carriera. Harold Landry è il pass rusher più atletico di tutto il draft, il suo primo passo spesso si è rivelato letale a fior fiore di tackle e se dimostrerà di essersi lasciato definitivamente alle spalle l’infortunio alla caviglia che lo ha limitato la scorsa stagione, potrebbe rivelarsi una delle migliori prese dell’intero draft. Cruikshank è uno dei migliori safety per quanto riguarda la run defense e vale bene una scelta al quinto round; Falk non ha sicuramente il talento -soprattutto per quanto riguarda il braccio- per essere un quarterback titolare, però potrebbe rivelarsi un decente backup.
Voto: 7. Solo quattro giocatori selezionati: l’impatto di Evans e Landry determinerà il successo -o meno- di questa classe. Scelte necessarie ed anche abbastanza audaci.

22 thoughts on “NFL Draft 2018: le pagelle per ogni team AFC

  1. Sono d’accordo con te su tutto Mattia e sono contento per i miei Dolphins (un QB decente non sarebbero mai riusciti a prenderlo con il pick 11, ma Fitzpatrick è un dono del cielo; bene i due TE, bene il RB che si spera si riveli anche meglio del rimpianto Ajaji preso al 5° giro due anni fa e poi l’incomprensibile kicker…; il vero problema resta comunque la situazione QB – Tannehill.). Solo una cosa ti faccio notare: da vero fan, sei stato un pelo troppo generoso con i tuoi Ravens! Io direi 7,5 come voto se tutto girerà per il verso giusto: Hurst è un bestione affidabile ma ha perso comunque tre anni già di carriera nfl e su Jackson c’è tanto, tanto, tanto, tanto da lavorare per farlo diventare un franchise QB. Al momento è un ottimo scrambler, che può correre e creare problemi alle difese avversarie…con le sue gambe, non con il suo braccio!!!

    • Difficile darti torto, però prova a capire la mia esaltazione per Jackson: siamo da circa 20 anni una delle squadre offensivamente più prevedibili e noiose della NFL, un atleta come lui se non altro è in grado di rendere interessante pure l’attacco di Baltimore… per i media!

      • Un redattore non deve essere di parte come te. Altrimenti confondi le persone, le cazzate che dici su Cousins e i Ravens sono veramente difficili da comprendere. Ti consiglio di commentare in futuro in maniera obbiettiva e non in base alle tue simpatie personali.

        • Devi proprio essere una persona simpatica e piacevole, caro il mio Norbert Toth.
          Fortuna che l’Internet ti dà la possibilità di nasconderti dietro il tuo amato PC o smartphone che sia, sennò difficilmente saresti ancora qua a commentare in modo iper costruttivo come sempre.

          Fossi in te invierei una lettera alle varie testate americane nella quale esponi le tue teorie, tipo quella che Phillips sta rovinando i Rams: oltre che simpatico sei pure geniale.

          Mi piacerebbe discutere in privato dei nostri modi di vedere la NFL, perché ti prego, ci metto letteralmente giorni a fare ‘sti maledetti articoli, e sentirmi la predica dall’ennesimo fallito dell’internet senza nome e volto, non è poi così piacevole, dato che caro il mio Norbertino, ‘sta roba qua la faccio gratis.
          Non sono obbiettivo? Nessuno mi paga per esserlo, quindi non vedo perché continuare a rompere… anche se tanti nei commenti han dato contro le tue fantastiche teorie.
          Giornata no? Frustrazioni? Non venire a scaricarle su Internet, fatti un goccio o fuma qualcosa, non venire a tentare di demoralizzare un 22enne perplesso dal fatto che un senza nome e volto trovi costantemente il tempo di scrivere piacevolissimi pensieri sotto gli articoli di suddetto 22enne.
          Calmati caro mio, per l’ennesima volta, il mio “non essere obbiettivo” non mi permette di guadagnare qualcosa o di avere successo, scrivo semplicemente ciò che penso, così come fai te in questi teneri commenti: il bello della democrazia, dicono.

          Grazie e per favore, tagliala.

  2. Raiders : Troppi rischi inutili e troppi bisogni ignorati: sicuri ne valga la pena?,più che altro n’è valsa la pena prendere un “fu” allenatore fermo da 9 anni solo per soddisfare una fissa personale di Davis jr. e che è ripartito da -0 pur già avendo una squadra,bene o male,intelaiata da Del Rio (che avrei tenuto) ? parrebbe di no,ma sarà il campo a sentenziare.
    Per me si prospetta un’altra stagione,l’ENNESIMA (e se n’è perso il conto di quante),decisamente negativa.

    • Magari salterà fuori che Gruden ci ha visto più lungo di tutti noi ed i Raiders faranno un 11-5/12-4, ma per le mosse fatte finora… esaltarsi è alquanto difficile.

      • Sul fatto che Gruden c’abbia visto lungo non v’è dubbio,c’ha visto lungo 100 milioni di volte 😉

      • Sarà che sono scemo… ma io sono esaltato da gennaio..

        Del Rio non intelaiato un cazzo di niente visto che l’unico draft decente che ha fatto sta squadra, ovvero quello dove ha selezionato Mack, Carr, Jeckson ed Ellis, risale al 2014, ovvero prima che arrivasse. Da li in avanti è stato un scempio totale a parte Cooper preso con la quinta assoluta del 2015 ( resta ingiudicato il draft dell’anno scorso visto che per infortunio non abbiamo mai visto le prime due scelte.. )
        Del Rio l’anno scorso ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare, dallo staff ( mandare via Musgrave e tenere Norton è davvero un colpo di genio.. ) alla gestione dello spogliotaio. Ripartire da lui avrebbe voluto dire perdere un altro anno. Mandarlo via è stata una delle poche cose giuste e sensate fatte da Mark Davis.. prendere Gruden invece è stata la cosa migliore che potesse fare.. Gruden la scelta migliore sul mercato, la miglior mente offensiva disponibile e il miglior modo per proteggere il primo investimento di questa franchigia, Derek Carr.. che grazie alla fantastica idea di Del Rio di affiancargli un OC inesperto e che poi si è rilevato inadeguato, è regredito pericolosamente nel 2017!
        Gli hai dato 100 milioni… beh se si pensa che ne prendeva 6,5 all’anno per fare il commentatore ad ESPN ( SEI MILIONI E MEZZO EH.. 4/5 degli HC dell’NFL 6,5 milioni all’anno non li hanno mai visti neanche con il binocolo ) si capisce perché gliene hai dati 10 per tornare ad allenare.. d’altronde il prezzo lo fa il mercato e Gruden di certo si sa vender bene visto che le offerte per tornare ad allenare, in tutti questi anni, non gli sono certo mancate.

        Sul draft.. troppi rischi sicuramente.. troppi bisogni ignorati anche no. Il bisogno fondamentale era OT avendo Penn a 35 anni e ancora fermo per l’intervento al piede.. In FA hai preso Giacomini che l’anno scorso è stato ampiamente il peggior OT della lega.. Poi a roster hai Alexander, che non è un fenomeno e ora si è preso pure una sospensione di 4 gare per doping e Sharpe selezionato con il quarto giro lo scorso anno.. Senza OT non riesci a sviluppare gioco e di conseguenza non vai da nessuna parte ( senza contare che Carr sono due anni che esce con le ossa rotte, prima la gamba e l’anno scorso la schiena .. ).
        In difesa il ruolo che è rimasto scoperto è LB centrale.. ma li spero che si rifirmi Bowman.
        Ad ogni modo, ne parliamo il prossimo anno.. io è da gennaio che godo D

        • Sto a quello che il campo ha detto : con Del Rio la squadra è tornata ai p.o. dopo 13 anni,ha sbagliato con Downing o.c. ma conoscendo la squadra,pur così avendo buttato via un anno,avrebbe potuto correggere (o distruggere tutto),adesso sì che si ricomincia da zero e,mi sbaglierò,ma il prossimo campionato lo vedo come quest’ultimo.
          Spero che il tuo godimento possa diventare anche il mio,ma per il momento,visto il draft,sono molto scettico,motivo in più perchè Bowman venga rifirmato.

          • Purtroppo sono sulla linea di pensiero di Angelo, in quanto credo che Gruden abbia preso troppi rischi, così come la società in quanto il problema a mio avviso non sono i 100 milioni di dollari, ma piuttosto i 10 anni di contratto: Gruden non ha il carattere esattamente più facile del mondo, metti caso che fra due anni la sua relazione con Carr si deteriori, che si fa?
            In ogni caso Massimo sono felice del tuo godimento, essere felici durante l’offseason è un qualcosa che non provo da anni, precisamente da quando i Ravens spedirono Boldin a San Francisco per un sacchetto di patatine ed una gazzosa.

            Grazie dei vostri commenti, che spendiate dieci minuti del vostro tempo per commentare così approfonditamente: non è per niente banale e non avete idea di quanto ciò ci faccia piacere.

          • Del Rio ha sbagliato con Downing ma ha sbagliato anche con Norton.. la difesa dei Raiders è stata inguardabile per tutto il suo mandato, nonostante lui stesso sia un allenatore difensivo.. Appena ha avuto la decenza di licenziarlo, mettendoci Pagano mica belichick, improvvisamente la difesa ha cominciato a mettere su numeri “normali”.. Poi la gestione dello spogliatoio che gli è praticamente esploso in faccia. Oggettivamente non aveva senso continuare con lui dopo l’anno scorso. C’era bisogno di un cambiamento e per me Gruden è la migliore possibilità.
            Certo è un rischio firmarlo per 10 anni, come è stato decisamente rischioso questo draft. Ma alla fine la . storia dei Raiders è questa.. siamo una franchigia che si è sempre presa grandi rischi in ogni cosa e direi che la Storia dice che il più delle volte ci è andata più che bene, a parte gli ultimi anni di Al Davis dove non era più lucido come un tempo..
            Con McKenzie si è dovuto ripartire da 0 e ha fatto il suo.. ora siamo competitivi, serviva fare l’ultimo step e con Del Rio quel gradino non lo avremmo mai fatto.
            Gruden può farlo.. si è preso tanti rischi in questo draft forte del contratto di 10 anni e della sua grande personalità.. Vuole costruire la sua squadra, non a caso a firmato 23 giocatori in FA.. ci vorrà del tempo per vedere il risultato finale ma il valore di questo roster per me è già alto e in mano a uno staff di livello come questo, già da quest’anno secondo me avremo modo di divertirci.
            In ogni caso, tra qualche mese avremo il primo verdetto. Di certo tutti stanno aspettando Gruden al varco e lui ne è ben consapevole.

          • Aggiungo. È vero Gruden ha un carattere forte, come tutti i grandi HC mi verrebbe da dire, ma pensare che litighi con Carr, ovvero la ragione principale per cui è tornato ad allenare, lo vedo abbastanza improbabile.. è un po’ come se BB litigasse con Brady..
            Gruden è amato e rispettato dalla maggior parte dei grandi che hanno avuto la fortuna di averlo come HC. Basta andare a vedere la conferenza stampa di presentazione di gennaio per farsene un’idea e del numero di leggende presenti X rendergli omaggio.. presenze non dovute.

          • Me lo auguro vivamente per voi caro Massimo, sarebbe alquanto romantico che riusciste a portare a casa il Lombardi prima di andare a Las Vegas.

  3. Lamar è un giocatore che entusiasma, però anche io ho dei dubbi, mi piacerebbe per lui che fosse stato voluto fortemente dall’offensive coordinator più che dal GM. Fondamentalmente lui è l’opposto di Flacco come stile di gioco, comunque anche a me piacerebbe che potesse farci divertire anche in NFL.

    A me Corbet piaceva, è vero che Hernandez è più grosso e impressiona di più negli highligth, però gioca a un livello leggermente inferiore e Corbet ha senso per i Browns perché con un QB mobile come Mayfield hanno più bisogno di lineman mobili che assecondino i suoi spostamenti più che di gente grossa che tenga la tasca ferma come serve per dire se hai Manning.

    E mi piace vedere che anche tu sei un fan dell’uomo con nove dita del Wisconsin (Fumagalli), anche io lo avrei voluto per i Packers :-)

    • Il coaching staff dei Ravens ha per le mani una sfida indubbiamente difficile, ma diciamo che è lo staff adatto per farlo rendere al meglio!
      D’accordo con te per quanto riguarda Corbet, effettivamente ciò non lo avevo considerato, soprattutto perché Hernandez è così gigantesco che il football sembra si vinca con i centimetri, non con la strategia.

  4. Premetto che ormai ho rinunciato a fare previsioni x le scelte…….guardo i draft come curiosità e poco altro………cmq volevo giusto fare un paio di appunti all articolo:

    1) la mancata scelta di chubb da parte di cleveland.
    Consideri questo fatto un errore……..io invece ritengo che sia stata una scelta molto sensata
    Guardiamo i fatti: il ruolo dell edge rusher è diventato uno dei ruoli dalla gestazione più lunga di tutta la nfl. E questo x varie ragioni. La più evidente è l enorme divario atletico tra college e nfl. Spesso ai rushatori al college basta essere molto atletici ed esplodere allo snap x liberarsi dell uomo di linea e penetrare nel backfield. In nfl questo nn è possibile ed è molto più importante un ampio bagaglio tecnico x riuscire ad avere la meglio sulla OL. Se si guardano infatti le carriere dei migliori edge rusher, si nota facilmente come di solito necessitino di un periododi appendistato di 3/4 anni nn x esplodere, ma solo x iniziare ad avere una produzione solida.
    Adesso…….cleveland ha già scelto lo.scorso anno un edge rusher con la prima assoluta che al suo primo anno ha lasciato intravedere si lampi di talento ma anche la necessità di lavorare molto x migliorarne la solidità del suo gioco.
    Inoltre, nel lato opposto di garrett, gioca ogbah che è in nfl da 2 stagioni, quindi molto giovane anche lui, e che mostrato una buona crescita riuscendo a diventare titolare, quindi ci troviamo in presenza di 2 giocatori molto giovani, che necessitano ancora di un periodo di apprendimento e che x questa ragione sarebbe consigliatp che venissero affiancati da un veterano
    Chubb nn è molto diverso dai mules garrett…….x questo aveva poco senso prenderlo x i brown…….significava semplicemente inserire l ennesimo giocatore si di talento, ma pur sempre molto giovane……cioè l ennesimo giocatore che se va bene inizio ad intravederne i frutti tra almeno 3 anni…….in una ruolo già coperto da giocatori nelle sue stessa condizioni.
    Mi si potrà obiettare dicendo “ma lo stesso discorso vale x tutti i ruoli e chubb è un talento unico”……..ok, certo che il discorso vale x tutti i ruoli, ma almeno il rischio lo corro su un ruolo scoperto, nn su un ruolo coperto, che sta iniziando a dare frutti e che quindi.potrei essere sistemato x i prossimi anni…….x quanto riguarda il talento unico…..beh…….nel 2013 al primo giro entrarono dion jordan, ansah, mingo, jarvis jones e bjorn werner…….tutti con le stigmate di pass rusher dominanti…….tutti che dopo 5 anni hanno cambiato squadra nella migliore delle ipotesi o addirittura fuori dalla nfl, ad eccezione di ansah……guarda caso quello considerato più ad alto rischio bust e che invece è esploso dopo 3 anni.

    2) ho letto varie volte come necessità di squadra “qb” in franchigie che presentano un titolare pro bowl solo perché in là con l età……..questo presumo x l idea di iniziare a pensare al sostituto da “costruirsi in casa”……….beh no……..nn ho mai visto una squadra nfl ragionare a questo modo……….chi sceglie un qb al draft di solito lo fa x 2 ragioni: o nn ho un titolare affidabile (giri alti di norma il primo) o cerco un back up (scelta giri bassi). Chi ha un titolare lavora x l immediato, anche se questo è in la con l età e prossimo al ritiro come rivers mannig e brees……quindi lavoro x proteggerlo (ol), giocatori x togliergli peso offensivo e alternative di gioco (skill position), migliorare la difesa. Una volta che questo si ritira allora penso al suo sostituto
    La scelta di un qb al primo giro in concomitanza di un titolare affermato nel ruolo è un eccezione…….significa che è avvenuto qualcosa di particolare e inaspettato…….caso emblematico packers con rodgers che scivola fino alla 24 e che a quel punto prendi senza esitazioni anche se hai come titolare farve……..o i patriots con brady alla 199

  5. Devo intervenire a gamba tesa Mattia e ne avrei fatto volentieri a meno. Apprezzo i tuoi articoli e approfondimenti sul Football, frizzanti e mai banali, pubblicati su un sito che non si prefigge fini di lucro. Tutto ciò dovrebbe aiutare coloro che amano questo sport a rimanere sempre aggiornati, ma purtroppo c’è sempre qualche guru da tastiera che si erge a paladino delle proprie cause sparando sentenze a destra e a manca, simpatico come una zecca negli zebedei.
    Continua così che vai alla grande, Ale

      • Ti rispondo io al posto suo: è possibile sapere di quale front office nfl fai parte?!? No perché, visto che sembri avere le “risposte” su tutte queste cose (e soprattutto che siano univoche), è presumibile che tu sia presente nell organigramma di qualche franchigia.
        No perché io, dopo 10 anni che seguo e studio la nfl assiduamente e dopo 3 di football praticato a livello agonistico-amatoriale e con l idea di seguire il corso da coach, ho capito più che altro che questo è uno sport dagli equilibri estremamente fragili e da dei meccanismi estremamente complessi nonostante un apparente semplicità. Perché di base, ciò che un giocatore deve fare su un campo è semplice, un wr deve correre una traccia, una linea deve bloccare, un rb deve correre in uno spazio……..ma il tradurre, adattare e sincronizzare tutto questo in un campo è tremendamente complesso e necessita di gente “intelligente”
        Per esperienza personale, alle tue domande si può rispondere ad uno solo modo: “tanti e vari fattori”, molti dei quali nn dipendenti dalla singola volontà ma del tutto casuali……….perché i patriots e belichick, possono anche avere un organizzazione all avanguardia, etc……….ma è molto probabile che se nn avessero pescato brady alla 199, nn avrebbero vinto 5 anelli……….magari partecipavano con frequenza ai playoff, ma nn 5 anelli………..e lo stesso dicasi x brady……..se nn fosse finito a new england magari la sua carriera sarebbe finita da un pezzo………..o magari ne avrebbe 6 di titoli

        Ma cmq……..sentiamo l esperto……….quali sono queste risposte?………

  6. Ragazzi, non voglio fare il moralizzatore, ma già siamo quattro gatti in Italia ad amare il football..se ancora trasformiamo questo spazio virtuale di discussione in una corrida…allora andiamo bene! Mattia tiene una rubrica e dice la sua. Io dico la mia. voi dite la vostra. L’obbiettivo di creare uno spazio di condivisione e discussione è centrato. Poi le chiacchiere sportive stanno sempre a zero…nessuno ha mai ragione o davvero torto… Ognuno dica la sua e stop.

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