Per nostra -mia- fortuna la pazzia della free agency di fermarsi non ne ha veramente nessuna intenzione: negli ultimi sette giorni un paio di trade, qualche regola finalmente -forse- sistemata a dovere ed una buona dose di drama -Odell Beckham chi?!- ci hanno aiutato a tenere l’interesse alto nonostante gli oramai due mesi di silenzio radio dal campo.
Che ne dite, posso partire?

1) I Rams ora fanno veramente paura

Siamo tutti contenti che finalmente la lega sia riuscita a semplificare la maledetta regola delle catch, ma probabilmente all’ordine del giorno ora dovrebbe esserci un nuovo problema che riguarderà tutti i team tranne uno: la rotazione difensiva dei Los Angeles Rams è quanto di più illegale possiate trovare nella National Football League.
Affiancare all’immarcabile Donald il defensive tackle più temuto dell’ultimo decennio, Ndamukong Suh, non dovrebbe essere consentito: dopotutto i quarterbacks della NFC West hanno una vita ed una famiglia da portare avanti e con questi due nella stessa squadra, probabilmente, faticheranno non poco ad uscire dal campo sulle proprie gambe.
Dopo aver speso i migliori anni della carriera negli inconcludenti Lions e nei putridi Dolphins finalmente Suh avrà l’occasione di scendere in campo con qualcuno in grado di evitargli il raddoppio in ogni singolo snap: il contratto da un anno servirà a tenere motivato un ragazzo che spesso si prende lunghe pause che lo portano ad affiancare a giocate da Hall of Famer serie da veterano con oramai più nulla da dimostrare e ben poca voglia di scendere in campo.
Attenzione cari lettori, la difesa dei Rams -guidata dal santone Phillips- sarà forse spettacolare tanto quanto il pirotecnico attacco: bruttissima storia per il resto della lega.

2) Le porte girevoli dei Giants, prima parte

Pierre-Paul ed il suo caratteristico guanto contro Tampa Bay lo scorso anno.

L’era Reese a New York è finita ed il nuovo GM David Gettleman non sta perdendo occasione per ribadire il tutto: giovedì un fulmine a ciel sereno ha colto di sorpresa la lega quando per un paio di scelte al draft -terzo e quarto giro- i Giants hanno spedito in Florida, a Tampa Bay, il proprio miglior pass rusher Jason Pierre-Paul dando vita ad una trade totalmente -ma forse nemmeno più di tanto- inaspettata.
Dopo avergli finalmente dato il tanto agognato contratto a lungo termine nel marzo dello scorso anno, New York oramai al centro di una rifondazione ribadita da gesti concreti più che da altisonanti annunci, ha preferito rinunciare alle controversie portate da un giocatore dall’indubbio potenziale ma non in grado di rimanere lontano dai problemi: i Giants infatti salveranno solamente due milioni e mezzo di dollari, non esattamente una cifra in grado di garantire una maggior libertà di movimento nella free agency.
Ottima mossa quella dei Buccaneers che, reduci da una stagione angosciosa per quanto riguarda l’atterrare il quarterback avversario, potranno contare oltre che al sopracitato Pierre-Paul pure sul perenne Pro Bowler McCoy e sui neo-arrivati Allen e Curry: so far so good, Bucs.

3) Le porte girevoli dei Giants, seconda parte

È una notizia degli ultimi giorni e della quale non sappiamo ancora il grado di serietà, ma a quanto pare il front office dei G-Men sembra disposto ad ascoltare offerte per Odell Beckham Jr.: ciò che state leggendo non è fantascienza, ma la pura e semplice realtà dei fatti.
La goccia che ha fatto traboccare il proverbiale vaso è l’indiscrezione che vedrebbe il ricevitore pronto a non giocare il prossimo anno in caso di mancato rinnovo contrattuale: stufi dei continui scandali fuori e dentro il campo, Gettleman e soci non hanno avuto problemi a ribadire il fatto che nessuno è veramente indispensabile in un team NFL -about that…- e che fino a prova contraria lì comandano loro.
Probabilmente Beckham a settembre vestirà ancora il blu di New York ed avrà circa 18 milioni di ragioni per essere contento di ciò, e per quanto si possa lodare il coraggio ed il carattere della nuova dirigenza questa non sembra certamente la migliore delle idee: è casa vostra e comandate voi, chiaro, ma per piacere non lasciate andare via il giocatore che spesso e volentieri vi ha tolto le castagne dal fuoco.
Guardare questo video per maggiori informazioni.

4) Dez -effettivamente- caught it!

La bellezza del football americano la si può incontrare anche nel libro delle regole, libro ricolmo di sofismi e frasi messe insieme in un modo incomprensibile ai più: probabilmente è più facile passare l’esame di procedura civile a giurisprudenza che comprendere a pieno la metà delle regole di questo sport.
Quando l’applicazione delle regole arriva a richiedere venti minuti di replay, però, c’è sicuramente qualcosa che non va. Dopo anni di proteste e dibattiti da bar, finalmente la NFL ha deciso di fronteggiare e risolvere l’annoso problema delle catch: chi di voi una settimana fa avrebbe saputo dare un’esatta definizione su cosa sia -o non sia- una catch? Nessuno al mondo ci sarebbe riuscito, non rimaneteci male.
Secondo la nuovissima regola passata con 32 votazioni favorevoli e ben zero contro -sorpresa!- si ha una ricezione quando ognuna di queste tre condizioni viene rispettata allo stesso tempo:
1- il ricevitore ha il controllo della palla
2- ha due piedi o una parte del corpo in campo
3- è in grado di fare una football move.
Come potete vedere il termine football move è piuttosto ambiguo e lascia spazio a diverse interpretazioni, ma per esempio allungarsi per raggiungere la linea di meta o il primo down può passare sotto questo termine: dunque, Dez e Jesse James… caught it!

5) L’incapacità dei Dolphins di farne una giusta

Frank Gore è uno dei migliori runningback di sempre, e forse la sua quasi fastidiosa consistenza lo ha reso scontato agli occhi di molti: ci sono pochi dubbi sul fatto che sia uno dei giocatori più sottovalutati del nuovo millennio NFL.
Questa ridotta -e riduttiva- introduzione serve a mettere in chiaro che il giocatore in questione mi piace veramente tanto, però -quanti però ci sono nei miei articoli?- a 35 anni e dopo tre stagioni sotto le 4.0 yards a portata, probabilmente in NFL non dovrebbe più giocarci: non dite ciò ai Miami Dolphins che dopo aver spedito Ajayi a Philadelphia a vincersi il Super Bowl hanno deciso di ingaggiare l’ex ‘Niners e Colts mettendoci di fronte ad una delle mosse più enigmatiche dell’intera free agency.
Certo, un veterano serio e rispettabile è sempre utile, soprattutto in spogliatoio, ma che senso ha mandare via mezza squadra per “un cambio di cultura” e poi ingaggiare un 35enne con più di 3000 portate in carriera?
Capirli i Dolphins…

6) La strana settimana dei fratelli Bennett

La notte del fattaccio.

Michael e Martellus Bennett sono fra i giocatori più polarizzanti e controversi dell’intero panorama NFL e la loro abilità nel prendersi le prime pagine di siti anche non sportivi è quasi senza pari: vediamo un po’ cos’hanno combinato la scorsa settimana.
Prima il fratello minore Martellus tramite Instagram ha annunciato il proprio ritiro dal mondo del football americano, mostrando genuino entusiasmo per la carriera da illustratore che lo attende, poi, ben più grave, Michael è stato prima condannato e poi arrestato per un incidente accaduto più di un anno fa al Super Bowl vinto proprio dal fratello e dai New England Patriots: secondo l’accusa, una volta finita la partita Bennett sarebbe entrato in campo per festeggiare il fratello da una zona non aperta al pubblico e incontrata resistenza da parte della security si sarebbe fatto strada sfruttando a dovere la propria stazza e spingendo a terra una signora 66enne disabile.
Per il momento non si sa ancora nulla sul suo futuro NFL e sulla possibile pena che dovrà scontare, ma sicuramente la nuova avventura con gli Eagles non è partita sotto i migliori auspici.

7) Movimenti di ricevitori

Essere un ricevitore nel 2018 sembra portare particolarmente bene: evoluzione del gioco, dicono.
Anche questa settimana fra i movimenti più interessanti troviamo proprio quelli che li riguardano, a partire dalla firma di Mike Wallace con gli Eagles: con quasi 1800 yards guadagnate durante i due anni di permanenza nell’anemico attacco dei Ravens, Wallace ha dimostrato di avere ancora la velocità necessaria ad “allungare” le difese avversarie e, soprattutto, rappresenta un sicuro upgrade al dipartito -sempre ex Ravens- Torrey Smith. I Jets, che da perdere non hanno assolutamente niente, hanno messo sotto contratto l’oggetto misterioso Terrelle Pryor che dopo un 2016 fenomenale è incappato in un 2017 costellato da infortuni e mancanza di chimica con Cousins; concludiamo lo spazio riservato ai wide receivers con la firma di Allen Hurns con i Dallas Cowboys: il suo valore è indiscutibile, ma le 11 partite perse nelle ultime due stagioni non rappresentano sicuramente il miglior biglietto da visita in una squadra con seri problemi nella posizione.
What a time to be a receiver!

8) Continua il lavoro a Green Bay

Che i Packers abbiano fatto tre major moves in free agency è già di per se una notizia: il ritorno in Wisconsin del veterano Tramon Williams non ha sicuramente avuto la stessa risonanza mediatica delle mosse precedenti, ovvero quelle con cui hanno aggiunto Jimmy Graham e Muhammad Wilkerson, però vale sicuramente la pena parlarne un po’. I 35 anni non portano sicuramente in dote l’etichetta soluzione a lungo termine, però occorre sottolineare che lo scorso anno nel deserto dell’Arizona si è guadagnato la nona miglior votazione per un cornerback nella classifica di PFF: il suo 88.8 lo mette davanti a gente come Talib, Harris, Sherman, Rhodes e Peterson.
La difesa dei Packers è ben lontana dal poter essere definita profonda o efficiente, ma con questo genere di mosse il 2018 dovrebbe rivelarsi meno amaro per i ragazzi guidati da Pettine.

9) Una trade interessante per diversi motivi

Buona fortuna Su’a Cravens!

Su’a Cravens è un nome che probabilmente a molti di voi dirà poco se non niente, perciò lasciatemi un attimo presentarvi il ragazzo: cinquantatreesima scelta assoluta al draft del 2016, Cravens è un safety moderno anche in grado di giocare nel ruolo di middle linebacker -tipo Buccannon dei Cardinals-, ha guadagnato notorietà la scorsa estate quando per motivi ancora poco chiari -probabilmente conseguenze di concussions- ha dapprima annunciato il suo ritiro, salvo per poi ripensarci e perdere comunque tutta la scorsa stagione.
Reintegrato nel roster verso fine stagione, Cravens ha definitivamente deciso di portare avanti il proprio sogno NFL e mercoledì mattina -americana- è stato scambiato ai Broncos per una scelta al quinto giro ed un paio di swap di scelte nei giri centrali del prossimo draft: a Denver probabilmente giocherà come safety, ruolo nel quale Justin Simmons si è annunciato al mondo lo scorso anno, e anche se la strada per la maglia da titolare sembra essere piuttosto impervia, il ritorno in campo dopo il flirt con il ritiro è certamente una buona notizia.

10) Nuggets!

Trentasette anni e non sentirli: il veteranissimo Benjamin Watson è tornato in Louisiana ai Saints dopo averli lasciati due stagioni fa per cercare fortuna a Baltimore. Mossa strana quella dei Patriots che sopperire alla partenza di Dion Lewis hanno messo sotto contratto l’oramai perso Jeremy Hill: dopo una stagione rookie da più di 1100 rushing yards l’ex Bengals non è mai più riuscito a correre per almeno 4.0 yards a portata e l’anno scorso, seppellito nella depth chart da Mixon e Bernard, ne ha totalizzate solamente 116. Movimenti di quarterback pure questa settimana: Drew Stanton è approdato ai Cleveland Browns, Osweiler ai Miami Dolphins e Cody Kessler ai Jacksonville Jaguars. Ottima mossa ancora una volta da parte dei Browns, che assicurandosi E.J. Gaines hanno rafforzato ulteriormente la loro secondaria: il suo 86.6 di PFF gli è valso il tredicesimo posto nel ranking posizionale.

9 thoughts on “Eligibles: storie dalla free agency NFL, terza settimana

  1. All’interno della campagna Dolphins atta a portare la squadra ad avere il pick n. 1 al Draft 2019 (altro non sarà a meno di miracoli perché la squadra ha un deficit di talento davvero notevole al momento), l’ingaggio di Gore ha un senso ancora. Gase non vuole avere un cavallo da tiro unico a RB e punta deliberatamente sul giovane Drake, con Gore utile nel fare da mentore-veterano e pronto a dare un contributo in linea con le sue energie da buon 35-enne (senza contare che Gore è un ottimo ricevitore anche…). Quindi Gore ci sta. E ci sta anche la cessione di Suh, strapagato per quel ruolo tre anni e non così dominante a Miami (a LA sarà sicuramente devastante, visti compagni che avrà in linea…, a Miami era sistematicamente raddoppiato e quindi il suo effetto spesso svaniva). Quello che non ci sta assolutamente è fidarsi ciecamente del ritorno di Tannehill (che non è mai stato un QB franchise), prendere Osweiler come secondo QB, prendere Amendola che ormai viene con la pancia piena a prendere il sole a Miami (se starà bene per più di 5 partite di fila), cacciare Pouncey uomo franchigia (sostituito da Killgore…., onesto gregario) e avere aspettative a TE su Mc Donald e a LB su McMillan reduci da infortuni lunghi. Il draft 2018 non ci salverà. Credo proprio che si voglia puntare al draft 2019 (al draft a questo punto meglio prendere Vita Vea e assestare la difesa che non un QB come Rudolph Mason o Lamar Jackson che saranno gli unici forse disponibili).

  2. Suh ai Rams è veramente tanta roba. Devo dire che la dirigenza dei Rams è in ripresa dopo un paio d’anni di follie.
    Ma io mi chiedo una cosa a tal proposito: nell’era Fisher io adoravo vedere come giocava la linea di difesa: Donald Quinn Brockers e Farley erano uno spettacolo da vedere.In questo secondo me Fisher era un mago.Ma l’attacco era veramente osceno.
    Lo scorso anno la situazione si è rovesciata, con il nuovo allenatore l’attacco è diventato devastante ma la difesa è crollata a causa di un difensive coordinator assolutamente incompetente.
    I Rams non possono giocare con la 34 devono giocare sempre con la 43.
    La butto li: non potrebbero far tornare Fisher come defensive coordinator?

    • Sono crollati per quanto riguarda le rushing yards, te lo concedo -da 103 a 122 a partita- ma concedono il quinto peggior passer rating al QB avversario -78.4-, dato ben migliore del 95.5 del 2016: nel 2016 hanno concesso 32 TD e messo a segno solo 10 intercetti, l’anno scorso invece 21 TD e 18 INT.
      Wade Phillips “defensive coordinator assolutamente incompetente”? Cosa mi tocca leggere…

      • Considera pure il fatto caro Mattia che i Rams con fisher stavano con la difesa in campo 50 minuti su 60 perché l’attacco faceva solo Three e out.
        Per questo le statistiche valgono fino a un certo punto.
        Ora io ti chiedo Donald e Brockers giocano meglio in una difesa 34 o 43?
        Dai su non scherziamo!!!

        • Il fatto che Donald abbia vinto il Defensive Player of the Year proprio nel primo anno di Phillips DC dovrebbe rispondere alla tua domanda, credo.
          Time of possession dei Rams nel 2016: 29.20 minuti a partita.
          Time of possession dei Rams nel 2017: 29.39 minuti a partita.
          Hai altre statistiche a cui appellarti o la chiudiamo qua?
          In ogni caso viva la speculazione, che non manchi mai!

          • Continui a prendere la statistica dei Rams 2016 quella dell’esonero di Fisher, quello dove la squadra ha mollato a metà stagione, vatti a guardare 2014 e 2015. Io ti dico che la difesa dei Rams con Fisher vincevano le partite senza alcun appoggio dell’attacco e invece i Rams dello scorso anno perdevano le partite Grazie a un Defensive Coordinator che è riuscito a dimezzare la forza difensiva della squadra.
            Prima contro i Rams si faceva fatica a correre i quarterback avversari venivano pressati in una maniera fantastica, in parte è così anche adesso visto che Donald sta ancora in squadra insieme a Brockers e Co.
            Però io ritengo Fisher un grandissimo allenatore difensivo, molto meglio di quello attuale, come ritengo un allenatore migliore nel complesso quello attuale rispetto a Fisher.
            Lo posso dire o devo solo assecondare tutte le cose che scrivete voi?
            Fisher anche nei molti anni passati a Tennessee ha dimostrato di saper creare grandi difese e io ho semplicemente chiesto perché non possa fare il defensive coordinator piuttosto che il capo allenatore.
            Io da tifoso dei Packers gli darei la difesa in mano subito.
            Poi tu Mattia continua a sostenere che Wade sia un grandissimo poi vediamo il prossimo anno.
            Come vedremo il tuo amato Cousins quello che combinera’ a Minnesota.Io dico che non andranno ai playoff poi vediamo…..

          • Puoi dire ciò che vuoi, ma se a dire una determinata cosa sei praticamente l’unico al mondo mi sembra doveroso porti un reality-check appoggiato da delle statistiche. Nel 2015 il T.O.P dei Rams era 27.30 (inferiore, ma non di troppo) mentre nel 2014 era 29.12… perciò… ok!
            Se Cousins non va ai playoff pace, spero ci sarai te a ricordarmelo a gennaio: dopo tutto passare ore su ore a scrivere gratuitamente (scelta mia, ci mancherebbe) assume più senso se il Norbert Toth di turno viene a rinfacciarti ciò che hai sbagliato 5 mesi prima!
            In ogni caso, contento te!

    • Io credo che del caro vecchio Wade si possa dire tutto, meno che sia incompetente. A Denver è ancora giustamente venerato come la Madonna, senza di lui i Broncos il Super Bowl 50 l’avrebbero visto col binocolo!
      E da tifoso Seahawks io ho paura che quest’anno, dopo un anno di conoscenza dei suoi nuovi giocatori e con l’innesto di game changers quali Suh, Peters e Talib, Phillips possa far diventare la difesa dei Rams una macchina schiacciasassi devastante..

      • Tutto quello che di buono ha creato Fisher a livello difensivo questo incompetente defensive coordinator lo distruggerà

Leave a Reply to deoloneCancel reply

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.