Nelle prime 13 partite l’attacco degli Eagles, con Carson Wentz alla guida, ha ottenuto buonissimi risultati grazie a un ritmo abbastanza alto che vedeva il quarterback come il principale responsabile del tutto, e con tutto intendiamo non solo i passaggi ma anche le corse, visto che in stagione ha corso la palla per ben 64 volte con un risultato di 299 yards. Wentz operava molto spesso dalla shotgun alternando read options a lanci veloci tra i numeri per Ertz e fuori per i suoi wide receivers, e questa era proprio la chiave della sua efficienza, un buon bilanciamento con delle giocate quasi sempre in positivo nei primi due down in modo da non arrivare a dei terzi e lunghi, situazioni nelle quali ha invece faticato molto, si veda la partita contro i Seahawks. Con lui da leader Philadelphia aveva un attacco sì bilanciato ma molto più pericoloso per via aerea, motivo per cui nonostante si segnasse e anche molto lo si faceva in tempi più corti rispetto a un attacco più improntato sulle corse, questa sarà infatti una differenza chiave che analizzeremo dopo.

Le RPO (run pass option) c’erano ma Wentz ne faceva un uso ridotto preferendo di gran lunga le play action rese ancora più efficaci dopo l’acquisizione di Jay Ajayi a stagione già iniziata, un’aggiunta che ha avuto un buon impatto sin da subito dando a Wentz un running back capace di essere pericoloso nei primi due down anche con corse laterali rendendosi complementare a un Blount che predilige le corse centrali soprattutto in terzo down o in goal line situation. Visto l’ammontare di passaggi fatti dal numero 11 e l’elevato numero di running backs è stato difficile sfruttarli tutti, costringendo lo staff al loro utilizzo in situazioni specifiche in base alle loro caratteristiche, un qualcosa che ha forse reso un pochino prevedibile l’attacco degli Eagles in certe occasioni.

Con Foles in campo coach Pederson ha dovuto modificare quasi radicalmente il suo playbook e l’approccio alla partita, avendo a che fare con un buon quarterback ma con caratteristiche totalmente diverse da quelle del suo collega non avrebbe avuto senso di chiedergli di fare il Wentz o solo il manager. Di conseguenza Philadelphia – visto anche l’eccellente linea offensiva e soprattutto di un lato forte composto da Kelce, Brooks e Johnson – ha deciso di correre di più la palla e di farlo in un modo creativo capace di rendere Foles in contemporanea pericoloso, per far ciò ha calcato la mano sulle RPO che soprattutto nei playoffs dove sono state usate con maggior frequenza hanno dato i loro frutti. Questo nuovo stile d’attacco consente a Foles di decidere se lasciar correre la palla all’halfback oppure se tenerla e lanciare a un qualunque ricevitore, per far ciò si richiede un ottima capacità di leggere la difesa soprattutto a snap fatto in modo da fare la cosa giusta.

Foles è un ottimo quarterback quando si parla di leggere le difese e di lanciare senza concedere intercetti, ovviamente il processo d’adattamento non è stato facile e il momento complicato con le relative pressioni non lo hanno di certo facilitato ma nonostante tutto sono riusciti ad arrivare al Super Bowl e soprattutto nel Championship contro i Vikings il merito di Foles è stato evidente a tutti, visti i 38 punti all’attivo contro una delle più forti difese della Lega. A beneficiare dell’arrivo di Foles sono stati ovviamente i running backs che hanno visto aumentare il numero di corse totali a partita e quindi si è arrivati ad impiegarli anche in più situazioni, visto che a differenza di una I-formation o di una classica shotgun, con le RPO per le difese è molto più difficile leggere che tipo di corsa potrà fare il running back. Col numero 9 l’attacco ha rallentato i ritmi correndo di più la palla e ciò ha consentito alla difesa di stare meno in campo aumentando la propria efficienza vista la maggior freschezza con cui può tenere il campo.

Wentz al suo secondo anno ha dimostrato di poter giocare a livelli alti e di aver trovato una buona continuità, Foles ha dimostrato invece di essere un quarterback degno di essere uno starter in questa Lega se messo nelle condizioni tattiche ideali. I pochissimi snap eseguiti con la squadra titolare e una ruggine derivata da anni travagliati dove non ha visto il campo con continuità sono pesati, ma ora sta dimostrando che con un po’ di lavoro può rendere questi Eagles per la prima volta campioni assoluti, se questo accadrà sarà soprattutto merito di una linea offensiva composta da Wisniewski e Kelce che leggono ogni situazione e aiutano moltissimo i QB negli audibles, da Johnson e Brooks che sono due bulldozer e da un Vaitai che sta facendo del suo meglio per rimpiazzare Peters contro i più pericolosi pass rushers che agiscono dal lato debole.

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