Dicembre è quel mese dell’anno in cui ogni sconfitta può essere quella fatidica, così come ogni vittoria può valere doppio: eccoci arrivati finalmente al periodo decisivo della stagione -mancano solo quattro settimane?!-, eccoci arrivati allo show personale di Russell Wilson, anche se di questo ce ne occuperemo a breve.
Quattordici partite giocate, ce n’è di football da raccontare: partiamo immediatamente.

Kamara sa anche volare.

Dopo il passo falso con i Rams ci si attendeva una risposta, puntualmente arrivata: vincendo 31 a 21 contro Carolina, New Orleans ha messo le basi per la fuga definitiva ed il controllo della temibile NFC South. Dopo un quarto la contesa sembrava poter essere aperta fino alla fine, in quanto il 7 a 7 con cui le squadre si sono presentate ai secondi quindici minuti di gioco ha rappresentato l’ultimo momento in la contesa era in parità: i touchdown di Ingram e di Michael Thomas hanno regalato a Brees e compagni un vantaggio di due possessi, parzialmente ricucito dal touchdown catch n’ run di McCaffrey che ha portato le squadre alla pausa lunga sul 21 a 14 per i padroni di casa.
L’ennesimo touchdown di Kamara -undicesimo in stagione- ha ridato ai ragazzi di coach Payton un vantaggio in doppia cifra portato a 17 dopo un piazzato da 31 yards di Lutz: con le spalle al muro Carolina ha saputo reagire riducendo a 10 lunghezze lo svantaggio con un pregevole touchdown di Devin Funchess, abile a ricevere un back shoulder pass e poi arrivare fino in end zone senza trovare alcuna forma di opposizione, ma il successivo fallimento dell’onside kick ha definitivamente chiuso la contesa poiché New Orleans, sempre con Kamara, è riuscita a guadagnare il primo down che gli ha successivamente permesso di schierare la victory formation in attesa di far trascorrere gli ultimi secondi che li separavano dalla nona vittoria stagionale. Ennesima partita da Madden di Alvin Kamara che toccando il pallone solamente 14 volte è stato in grado di guadagnare ben 126 yards e di trovare i sei punti in ben due occasioni, guadagnandosi così un sensazionale 89.9 di valutazione PFF. Vittoria molto importante per i Saints, la cui leadership della NFC South è più forte che mai anche perché…

… anche perché Atlanta, in una delle partite più interessanti della domenica, ha perso 14 a 9 contro i sempre più “veri” Minnesota Vikings in uno scontro a basso punteggio aperto fino all’ultimo minuto. L’imperativo in casa Vikings era quello di fermare ad ogni costo Julio Jones, specialmente dopo la paurosa prestazione della settimana scorsa contro Tampa Bay, e si può tranquillamente affermare che la missione è stata portata a termine nel migliore dei modi, poiché il ricevitore All-Pro è stato limitato a due sole ricezioni per 24 misere yards. L’attacco dei Falcons è riuscito ad evitare turnovers ed errori di ogni genere, ma una quasi totale incapacità di convertire terzi down -solo un tentativo su dieci è andato a buon fine- si è ovviamente rivelata un handicap insormontabile per Atlanta, limitata così a tre piazzati: il touchdown di McKinnon, pescato in end zone dal sempre ottimo Case Keenum, ha permesso a Minnesota di concludere la prima metà al comando con un solo punto di margine, colmato dal terzo ed ultimo piazzato di Bryant nel terzo quarto. Con un drive durato più di otto minuti Minnesota è riuscita a mettere a segno gli ultimi, decisivi, punti della contesa nel momento in cui Keenum ha connesso con il tight end Rudolph per un touchdown 6 yards: da lì in poi i Falcons non sono riusciti ad andare oltre ad un punt e ad un piazzato sbagliato, permettendo così a Minnesota di consumare il cronometro e di portare a casa la decima vittoria stagionale. Sugli scudi pure in questa occasione Case Keenum, che non solo ha evitato ogni tipo di errore possibile, ma è stato quasi perfetto fallendo solamente cinque dei trenta lanci tentati, concludendo a 227 yards e due TD dimostrandosi per l’ennesima volta estremamente affidabile. Il discorso in NFC North sembra definitivamente chiuso, mentre ai Falcons questa sconfitta potrebbe costare veramente cara.

Vittorie fondamentali in ottica playoff quelle di Baltimore, Jacksonville, Tennessee e New England.

Attenzione che Baltimore ha motivi per crederci ai playoff.

Guidati, stranamente, dal loro attacco i Ravens hanno surclassato i Lions vincendo 44 a 20 una partita di importanza capitale: dopo una prima metà terminata sul 20 a 0 Baltimore, i Lions hanno accennato ad una rimonta che li ha portati ad un certo punto ad essere sotto di un solo possesso sul 27 a 20, ma un piazzato di Tucker ed il secondo viaggio in end zone di Collins hanno ridato ai Ravens tre possessi di vantaggio, portato successivamente a 24 punti quando Eric Weddle ha riportato in end zone un intercetto lanciato dal quarterback di riserva Rudock, subentrato ad un malconcio Stafford infortunatosi alla mano dopo essere stato intercettato dal rookie Humphrey. Finalmente una prestazione convincente di Flacco, in grado di lanciare per 269 yards e due touchdown senza mai commettere un turnover, anche se vale la pena lodare la partita del veterano Weddle, in grado di registrare anche uno strip sack oltre alla pick six, guadagnandosi così un ottimo 88.2 di valutazione PFF. Con questa vittoria Baltimore consolida il sesto posto in AFC e si presenta in ottima forma ad un finale di stagione non troppo complesso. Nessuna sorpresa a Jacksonville, dove i Jaguars hanno annientato i Colts per 30 a 10: la difesa di Sacksonville prosegue la propria marcia mettendo a segno quattro sacks e due intercetti, togliendo in questo modo responsabilità dalle spalle di Bortles che, senza particolari pressioni addosso, si è esibito in una delle migliori uscite stagionali lanciando per 309 yards e due touchdown, regalando così l’ottavo successo stagionale alla squadra. A quota otto vittorie ci vanno pure i Titans, vittoriosi per 24 a 13 su ciò che resta dei Texans; la contesa è stata molto più chiusa di quanto possa dirci il risultato, poiché con poco più di un minuto da giocare e con soli quattro punti da recuperare Houston ha avuto una concreta possibilità di portarla a casa fino al momento in cui Savage, cercando il solito Hopkins in end zone, è stato intercettato dal cornerback LeShaun Sims. Il conseguente touchdown con cui Derrick Henry ha abbellito il punteggio finale altro non è servito che a regalare punti a qualche disperato fantasy owner: chiudere una partita con un TD da 75 yards è un buon modo per garantirsi più portate nelle domeniche successive. Più problemi del previsto per i Patriots, che nonostante il peggior Brady della stagione hanno battuto Buffalo 23 a 3: per la seconda volta in stagione il numero 12 non è stato in grado di trovare la end zone, poiché a mettere a segno punti ci hanno pensato Gostkowski con tre pesantissimi piazzati e Rex Burkhead con due rushing TD. Ottima la prestazione del backfield di New England che trainato da Lewis ed il suddetto Burkhead è stato in grado di guadagnare 191 yards e di tenere in mano il pallino del gioco per tutta la contesa.

Vediamo quanto accaduto in AFC West, dove dopo settimane di caduta libera Kansas City è stata raggiunta al comando della division: perdendo 38 a 31 contro i sempre più commoventi Jets, i Chiefs hanno portato a quattro la serie di sconfitte consecutive. A nulla sono servite le big play di Kelce e Hill, entrambi autori di una “doppietta” con touchdown da 22 e 36 yards per il tight end e da 79 e 40 yards per il velocissimo ricevitore, poiché un eroico McCown è riuscito a rispondere colpo su colpo alle giocate dei Chiefs lanciando per un TD e correndo in end zone per altri due, fra cui quello decisivo a poco più di due minuti dal termine. Prestazione magnifica quella del duo Kearse-Anderson, capaci di ricevere 17 palloni per 264 yards complessive.

Non parte nel migliore dei modi la “Geno Smith Experience”.

A raggiungere KC al comando della AFC West troviamo prima i Los Angeles Chargers, vittoriosi 19 a 10 sui Browns e poi Oakland, che in una partita piuttosto brutta è riuscita comunque ad avere la meglio sui Giants di Geno Smith con il punteggio di 24 a 17. Los Angeles domina per tutti i sessanta minuti di gioco senza riuscire però a concretizzare, poiché su sei viaggi in red zone ben cinque sono stati conclusi da tentativi di field goal -fra cui uno pure fallito- riuscendo a trovare i sei punti solo in una singola occasione, quando Rivers è riuscito a connettere per un touchdown da 7 yards con il solito, rinato Keenan Allen; buona la prestazione di Josh Gordon, cercato ripetutamente da Kizer -11 targets per lui- ed in grado di portare a casa 85 yards con quattro sole ricezioni. La spuntano invece i Raiders, guidati dal proprio rushing attack e da un Lynch particolarmente ispirato in grado di guadagnare 121 yards dallo scrimmage e di mettere a segno un magnifico touchdown da 51 yards: la “cura” Smith non ha sortito gli effetti desiderati per i Giants, incapaci pure in questa occasione di muovere le catene consistentemente come testimoniato dal 5 su 14 nei terzi down. Per McAdoo potrebbe essere finita già nelle prossime ore. Niente da fare per Denver, che perde pure contro Miami venendo umiliata per 35 a 9: sarebbe un eufemismo definire ridicola la prestazione di un Siemian mai entrato in partita ed in grado di completare solamente 19 dei 41 lanci tentati venendo intercettato in ben tre occasioni -fra cui una pick six-  facendo sembrare Jay Cutler un quarterback serio ed affidabile. Ottima la prestazione del cornerback Xavien Howard: sui 9 palloni indirizzati al ricevitore da lui marcato ha concesso solamente due ricezioni per 30 yards riuscendo pure a mettere a segno due intercetti fra cui la sopracitata pick six, guadagnandosi così una valutazione PFF di 94.8.

Spostiamo l’attenzione sulla NFC, dove vanno segnalate le vittorie di Green Bay, San Francisco e dei Rams.
Due motivi per cui i Packers possono ancora sperare nei playoff? Il primo è ovviamente che Aaron Rodgers ha ricominciato ad allenarsi, il secondo è il 26 a 20 ai supplementari contro Tampa Bay che tiene la squadra guidata da Hundley ancora in linea di galleggiamento per la postseason. A tenere in piedi l’attacco dei Packs ci pensa quasi esclusivamente Jamaal Williams che con 123 yards totali ed un touchdown è stato per lunghi tratti incontenibile, anche se a firmare la meta del successo ci ha pensato Aaron Jones che, con la prima portata della giornata, ha trovato la end zone al termine di una corsa da 20 yards.

Cinque su cinque per Robbie Gould contro i suoi ex compagni di squadra.

Prima partita da titolare ed è immediatamente vittoria per Garoppolo ed i ‘Niners, che passano di un soffio, 15 a 14, sui Bears: a mettere punti a tabellone per San Francisco ci pensa solo ed esclusivamente Robbie Gould, bravo a convertire tutti e cinque i piazzati tentati contro la squadra in cui ha giocato 11 stagioni, anche se voglio fare il guastafeste e dire che non è possibile portare a casa solamente 15 punti da ben cinque viaggi in red zone, in quanto il field goal più lungo della sua giornata è stato un abbordabile piazzato da 35 yards. Buona la prova di Garoppolo, in grado di tenere in piedi lunghissimi drive -anche senza concludere in end zone- e premiato da PFF con una valutazione di 86.7. Pochi problemi per i Rams ad archiviare la pratica Cardinals: il 32 a 16 con cui L.A. ha battuto Arizona è stato figlio di una buona partita in tutte e tre le fasi di gioco, in quanto Goff e l’attacco sono stati in grado di guadagnare consistentemente yards e di mettere Zuerlein in posizione di calciare ben quattro piazzati, mentre la difesa ha tormentato Gabbert per tutto il pomeriggio mettendo a segno sei sacks e due intercetti, fra cui una pick six di Ogletree, uscito successivamente per infortunio.

Dicembre è il mese dei Seahawks, ed ora ciò lo sanno pure gli Eagles di Wentz: il 24 a 10 con cui Seattle ha battuto Philadelphia ci testimonia ancora una volta, come se ce ne fosse bisogno, che quando conta di più Russell Wilson è in grado di caricarsi la squadra sulle spalle ed imbastire il miglior one man show della lega.
La prima metà di partita non è stata certamente spettacolare, in quanto il 10 a 3 con cui Seattle si è avviata verso gli spogliatoi ci racconta di un Wentz stranamente in difficoltà contro una difesa che seppur orfana di due dei suoi leader -Sherman e Chancellor- è stata in grado di limitare l’esplosivo attacco di Philadelphia ad un solo misero piazzato.
Del terzo periodo si può solamente segnalare il touchdown di Lockett che ha dato due possessi pieni di vantaggio a Seattle, arrivato dopo che Wentz ha commesso un sanguinoso fumble ad una misera iarda dalla end zone provando a raggiungere la linea di meta; a nulla è servito il touchdown con cui Agholor ha provato a riaprire la partita, poiché nel drive successivo Wilson ha connesso con McKissic per il touchdown del 24 a 10 con un lancio da 15 yards: per gli Eagles da lì in poi solo briciole, in quanto nel drive successivo Wentz non è riuscito a convertire un quarto down venendo infine intercettato nel drive della disperazione nato dopo un punt di Seattle.
Si ferma così a nove la serie di successi consecutivi per Philadelphia, mentre Seattle portandosi sull’8-4 prende per il momento possesso di una wild card.

4 thoughts on “NFL Week 13: benvenuti a dicembre

  1. Vittoria sui lions da me inaspettata ma di importanza capitale in chiave playoff. Questo finale di stagione si fa interessante , gia domenica prox ci saranno scintille nello scontro coi steelers , sicuramente la partita sulla carta piu proibitiva per I ravens. Bengals, browns e colts sono battibilissime… (facendo gli scongiuri)
    Se l’attacco gira bene nulla e’ compromesso..
    Unico neo l’infortunio x Smith…. ma si sa I ravens sono abbonati agli infortunati illustri
    Go Ravens Go

  2. Che partita i miei Seahawks!! Per fortuna ho ciccato completamente il pronostico (avevo dato 27-17 per gli Eagles). Difesa stellare: Clark si è risvegliato dal torpore che l’aveva contraddistinto fino a questo punto della stagione, Richardson sta dimostrando che i primi due anni ai Jets non erano stati un fuoco di paglia, Bennett sta facendo il Bennet, Wagner è semplicemente di un altro pianeta, McDougald ha fatto ieri la partita della vita non facendo rimpiangere Chancellor, Coleman è stato una sicurezza e il rookie Griffin ha messo la museruola a Jeffery, cosa che di questi tempi non è per niente facile, e sta dimostrando che la sua scelta al draft è stata ottima. L’unico che ha patito è stato Maxwell, ma oggi come oggi Agholor darebbe filo da torcere anche a Peterson.
    Attacco finalmente un po’ più equilibrato con una prestazione finalmente solida di un running back (Davis), ottimo anche come ricevitore. Wilson continua la sua corsa all’MVP vincendo la sfida con il maggior candidato, Wentz, che comunque ha fatto vedere sprazzi di alta classe. La linea offensiva non ha sicuramente chiuso in cassaforte il QB, avendo permesso 16 pressioni sul numero 3, però da qualche partita tutto il pacchetto sembra più unito, si inizia a vedere ogni tanto qualche buco x le corse e per lo meno non assistiamo a prestazioni oscene ed imbarazzanti come quelle della prima parte della stagione!!
    Ora i Jaguars, che mi fanno meno paura degli Eagles, ma che giocano in casa e stanno mostrando in difesa momenti di LegionOfBoomite pazzeschi. Se in attacco giochiamo però come ieri 3/4 del lavoro è fatto: Bortles sotto pressione è improponibile e la difesa sulle corse, x fermare Fournette, al momento a Seattle sta funzionando alla grande. Vedremo..

  3. Mi sa che, una volta tanto, i tifosi dei Ravens preferiscano una vittoria degli Steelers piuttosto che dei Bengals nel Monday night..

    • Gli steelers hanno una striscia di 7 win, magari domenica la marcia viene interrotta….

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