Cosa sta succedendo in questa NFL?
Riassumiamo velocemente la situazione arrivati ad un quarto di regular season: i Patriots che noi tutti vedevamo lanciati verso un arrogante 16-0, sono sul 2-2 proprio come quei Jets associati per mesi ad una stagione da zero vittorie mentre Buffalo, che a domicilio refila la prima sconfitta ai Falcons, conduce la AFC East sul 3-1, facendo sentire chiunque per necessità di redazione -o per bisogno disperato di parlare di football- si era pronunciato con roboanti pronostici.
Avventuriamoci insieme nella disamina della quarta settimana di NFL che emulando la precedente ci ha consegnato un abbondante numero di upset.

Probabilmente si sta parlando di qualcosa di ben più fondato di una semplice suggestione: il 20 a 0 con cui i Saints hanno annullato i Dolphins conferma che la qualità delle partite offerte dal connubio NFL-Londra è piuttosto bassa. Dopo aver messo efficacemente le catene fino ad arrivare sulla linea delle quattro yards di New Orleans, il pomeriggio di Cutler è di fatto terminato con l’intercetto di Crawley: da lì in poi l’attacco di Miami non è più stato in grado di convertire un singolo terzo down, permettendo così a Brees e compagni di rifarsi da una prima metà da soli 3 punti con un touchdown per Thomas ed uno per Kamara. Inquietante anche in questa occasione la prova di Jay Cutler, anche se al momento i problemi dei Dolphins sembrano avere origini ben più profonde. Il lavoro della linea d’attacco è stato gravemente insufficiente ma nonostante la continua pressione -nel 50% dei dropbacks- qualche responsabilità deve comunque cadere sull’ex Bears.

Dopo la drammatica prestazione contro i Saints, Newton si riscatta nel più clamoroso dei modi conducendo Carolina ad una fantastica vittoria per 33 a 30 sui Patriots. I dubbi sulla difesa di New England non vengono che rinforzati dall’ennesima prova disastrosa: il 22 su 29 con cui Cam si è procurato 316 yards e tre touchdown ha messo in evidenza tutti i limiti di una secondaria che sembrava immensamente migliorata con l’innesto di Gilmore. Inutile dunque l’ennesima meraviglia di Brady che con 307 yards e 2 TD non riesce a rimediare alle continue gaffe dei compagni e sul 2-2 dovrà sperare che l’incappucciato in panchina riesca ad inventare qualcosa per guarire un reparto che sembra soffrire enormemente la mancanza di un pass rush di primo livello.

Dopo quattro partite forse è il caso di dirlo: Gurley è ufficialmente ritornato.

Cosa dire di questi Los Angeles Rams?
Con un Zuerlein in grado di trasformare tutti e sette i piazzati tentati ed un Gurley da più di 200 yards (ed un TD da 53 yards) i Rams si impongono a sorpresa a Dallas sui Cowboys per 35 a 30.
Goff è sempre terribilmente efficace e pure in questa occasione riesce ad evitare turnovers, Gurley è infermabile e la difesa riesce a fermare per quasi tutta la seconda metà di partita l’attacco dei Cowboys, consegnando di nuovo la palla al proprio quarterback: la difesa di Dallas è sospetta a dir poco, ma la costanza con cui l’attacco di Los Angeles muove le catene è sorprendente e con un Donald in grado di mettere a segno 9 pressioni su Prescott -89.0 la votazione di PFF- sognare inizia a diventare lecito. I dubbi per coach Garrett saranno veramente tanti in quanto il reparto offensivo continua ad andare ad intermittenza ed il livello delle giocate della secondaria è troppo basso: vincere la division non è per niente scontato a questo punto.

Nulla da fare per Baltimore, annullata da Pittsburgh che si impone per 26 a 9: con un attacco incapace di produrre qualcosa -se non nel garbage time- agli Steelers basta capitalizzare gli errori dei Ravens sfruttando la prima grande prestazione stagionale di Bell che con 186 yards e due TD scava un gap assolutamente incolmabile per il Flacco di questi giorni.
Nessuna delle due voleva vincere, ma dopo quasi 70 minuti di gioco New York passa su Jacksonville per 23 a 20: Bortles dimostra che la prestazione contro Baltimore è stata una piacevole eccezione alla regola completando solo 15 dei 35 passaggi tentati mentre, nonostante qualche grave errore, McCown aiutato dalle big plays di Powell e McGuire fa quanto basta per mettere a tabellone i punti necessari per passare sui Jags. Parlando dei runningbacks di New York, non possono che sorprendere le 256 rushing yards che i sopracitati sono stati in grado di guadagnare.
Clamoroso fifty burger dei Texans che demoliscono i lanciatissimi Titans 57 a 14: Watson fa quello che vuole contro la difesa di Tennessee e dal momento in cui l’attacco degli ospiti non riesce a combinare nulla –se non un paio di rushing touchdown di Mariota- per tutta la partita, ecco a voi l’ennesimo upset dell’ultima settimana. Magnifica prova del quarterback di Houston che trova la end zone per ben quattro volte, dimostrando anche una sicurezza nella tasca impensabile per uno alla terza partita da titolare della propria carriera mentre dall’altra parte si incrociano le dita: Mariota è uscito per infortunio.
Cleveland ci conferma invece di essere quella della scorsa stagione perdendo per 31 a 7 contro i Bengals. L’unica meta della giornata viene realizzata a poco meno di due minuti dalla fine: totale dominio dei Bengals che guidati da un Dalton finalmente convincente – solo cinque incompleti a fronte di 286 yards e quattro touchdown per una votazione PFF di 88.7- trovano la prima W della stagione.

Primo touchdown per Jordan Matthews con la maglia dei Bills.

Il cuore e la determinazione di Buffalo conducono i Bills ad una sorprendente vittoria per 23 a 17 sui Falcons: gli infortuni di Jones e Sanu tolgono a Ryan le proprie migliori armi costringendolo ad incappare in improbabili errori –due intercetti, entrambi di Hyde-  e Buffalo, consumando il cronometro con le numerose corse di McCoy e Tolbert, riesce a mettere Hauschka in grado di convertire pesantissimi field goal, soprattutto verso gli ultimi minuti di gioco.
Certo, perdere i propri migliori ricevitori renderebbe la vita difficile a qualsiasi quarterback, ma come si fa a non innamorarsi di questi Bills? Dopo aver fermato la cavalcata di Denver i ragazzi di coach McDermott si prendono un altro scalpo di lusso refilando la prima sconfitta ai Falcons nel nuovo stadio. Grandissima prova di Charles Clay, in grado di tenere in costante apprensione la difesa di Atlanta con 112 yards buone per una votazione PFF di 91.5.
I Lions fanno quanto basta per avere ragione dei Vikings battendoli con un poco spettacolare 14 a 7 anche se a fare notizia è però l’infortunio di Cook il cui crociato sembra essere quasi completamente strappato: la sua promettente stagione viene così stroncata da un beffardo infortunio arrivato senza un vero e proprio contatto.
A non far pesare l’opaca prestazione di Stafford -37.8 per PFF- ci pensa Ameer Abdullah che con 109 yards dallo scrimmage e l’unico TD dell’attacco di Detroit dimostra finalmente di poter essere la tanto cercata risposta nel ruolo: correre contro i Vikings non è sicuramente un compito facile e se questo attacco riuscisse da oggi in poi a poter contare su un running game efficace, fermare Detroit potrebbe diventare veramente un problema.

A sorridere troviamo anche Seattle, Arizona, Philadelphia e Tampa Bay.
Così come nello scontro fra Jets e Jaguars, ad Arizona servono quasi 70 minuti per avere la meglio sui San Francisco: il 18 a 12 con cui i padroni di casa trovano la seconda vittoria stagionale è il frutto di una partita in cui sono stati messi a segno esclusivamente field goals fino a poco più di mezzo minuto dal termine, quando Larry Fitzgerald ha trovato la end zone per il definitivo vantaggio.
Dopo una prima metà sorprendentemente sofferta Seattle si scrolla di dosso Indianapolis battendola per 46 a 18: lo scarto così largo è stato permesso dal lavoro della difesa degli ‘Hawks, in grado di mettere a segno due touchdown, e da McKissic che con due segnature ha fatto evaporare definitivamente le speranze dei Colts. Immenso -come sempre- Bobby Wagner: oltre che a togliersi lo sfizio di mettere a segno un TD, in cinque snap dal pass rush è stato in grado di mettere a segno ben quattro pressioni, guadagnandosi così una valutazione PFF di 90.9.

136 yards, 8.5 a portata: mostruoso Blount.

Il 26 a 24 con cui Philadelphia l’ha scampata sui Los Angeles Chargers rappresenta per gli ex San Diego la dodicesima sconfitta, dall’inizio della scorsa stagione, arrivata con uno scarto uguale o inferiore agli otto punti: a permettere agli Eagles di portare via questa preziosa vittoria in trasferta ci ha pensato un running game estremamente efficace –più di 200 yards- in grado di far scorrere, corsa dopo corsa, il cronometro. Il 90.0 con cui PFF ha valutato la partita del centro Jason Kelce palesa la bontà della prova di tutta l’offensive line degli Eagles.
Sempre con uno scarto di due miseri punti Tampa Bay affossa i New York Giants sullo 0-4 in una partita gravemente condizionata dalla pioggia, terminata 25 a 23. Nonostante molte difficoltà iniziali, Manning e soci riescono a muovere le catene con discreta efficacia portandosi sul 23 a 22 dopo la meta di Ellison ma, dopo aver fallito la conversione da due punti, offrono ai Bucs la possibilità di portare a casa la vittoria con un ultimo drive: Winston orchestra un drive magistrale mettendo l’impreciso Barth –un solo field goal convertito sui tre tentati- in condizione di calciare il piazzato dalla vittoria da 34 yards. Ottima la prova di Winston che contro la rinomata difesa dei Giants è stato in grado di lanciare per 332 yards, tre touchdown e soprattutto di evitare errori.

Si riscattano immediatamente i Broncos che, dopo l’improbabile sconfitta di domenica scorsa contro i Bills, rialzano immediatamente la testa battendo per 16 a 10 dei Raiders privati per quasi metà partita di Derek Carr: pure in quest’occasione l’infortunio di Mariota ha coinciso con una prematura uscita del numero 4 di Oakland. L’attacco di Denver si spegne dopo un primo quarto da 10 punti, lasciando così in partita la compagine di coach Del Rio: produrre qualcosa in attacco contro Denver è sempre un’ardua impresa ma, infortunio di Carr a parte, l’attacco dei Raiders ha confermato parzialmente i segnali di crisi fatti emergere contro i Redskins non riuscendo mai a trovare ritmo, touchdown di Holton escluso.
Sensazionale la prova della coppia di safety casalinga: Justin Simmons e Will Parks hanno infatti ricevuto entrambi una valutazione PFF ben superiore a quella di 85.0, con il primo resosi protagonista con l’intercetto che ha di fatto concluso la partita ed i sogni di rimonta di E.J. Manuel.

 

11 thoughts on “NFL Week 4: prosegue la pazzia

  1. I Bills mi paiono la scheggia impazzita di questo inizio di stagione.
    2 belle vittorie contro team pretendenti al superbowl, quali i Broncos e i Falcons, non sono male.
    Sai mai che, con Jets e Dolphins non troppo competitivi e questi Patriots un po’ arrancanti, possano finalmente centrare i Play off!
    ..Nella sfida tra i nostri team, grandissima atmosfera come sempre e partita dura, ma corretta.
    Però è mancato Flacco, come dici tu, soprattutto nella prima metà di gara. Non che Ben abbia fatto miracoli eh.. però i primi 2 drive sono stati emblematici.

    • le vittorie fuori pronostico ogni tanto ci vogliono senno sarebbe tutto scontato.
      Cam Newton finalmente si e’ destato e sono contento della scoppola subita dai patriots.
      Ma secondo voi i titans ed i raiders coi QB titolari avrebbero perso??
      cmq da tifoso Ravens, sono delusissimo.. Mattia ma abbiamo una squadra cosi penosa?
      una involuzione pazzesca da due anni a questa parte..soprattutto in attacco. vorrei una tua opinione
      Grazie

      • I Titans erano ormai già sotto di 25-30 punti quando Mariota si è rotto, mentre con Carr non saprei dirti.
        Per quanto riguarda l’attacco dei Ravens… credo che la mancanza di un gioco di corse -per gli infortuni della O-Line- annulli il play action game che alla fine è l’unico modo in cui una squadra con ricevitori e qb mediocri -non me ne voglia Flacco- può avere successo.
        La vedo veramente male per questi Ravens, purtroppo.

        • A questo punto si dovrebbe cedere Flacco, considerare il suo ciclo finito e avendo spazio salariale puntare su un altro regista e prendere ricevitore/I di livello .
          un RB come Blount non poteva essere preso?

    • A voi è bastato aspettare che il nostro attacco vi regalasse la palla in ottime posizioni di campo. L’attacco degli Steelers per il momento mi sta lasciando molto perplesso, anche se sono discretamente sicuro che prima o poi tutto inizierà a girare e se Bell inizia a macinare yards come lo scorso anno…

    • I Bills hanno concrete possibilità di lottare per una wild card fino all’ultimo, penso. Il titolo divisionale lo vedo invece sicuro ai Pats more solito. I miei Dolphins tornano nell’anonimato: la linea offensiva non regge e Cutler sta facendo disastri anche qui come in tutta la sua carriera. Moore dentro subito!

  2. Per il secondo anno consecutivo Minnesota perde QB e RB titolari. Dopo Bridgewater (tornerà mai su un campo di football?) e Peterson (che a NO sembra in vacanza) ora tocca a Bradford (quando tornerà disponibile) e Cook (ci si vede tra un anno). Anziché far giocare le peggiori partite della stagione a Londra non si potrebbe far giocare i Vikings a Lourdes?
    E anche oggi una gioia domani…

  3. Ciao Mattia…grazie come al solito per il report. Che mi dici dei Seahawks quest’anno? A parte l’eterno fallimento dell’O-line (non mi capisco come mai dico mai si investa qualcosa di decente li’) hai idea del perche’ l’alchimia tra Wilson & Graham e’ pari a zero? Pur essendo un mega estimatore del prima, mi rendo conto che si tratta di un QB molto atipico che non e’ certamente perfetto al millimetro come lo sono altri quotati QB…pero’ i lanci dell’ultima gara li ha droppati clamorosamente Jimmy secondo me…

    • Da tifoso Seattle dico la mia: sin dal suo esordio ho visto pochi quarterbacks lanciare in modo preciso e accurato come Wilson in tutte le zone del campo, soprattutto quando serviva. Almeno fino all’anno scorso, ossia da quando la linea offensiva è diventata impresentabile. Nei primi anni di Wilson non è che la O-line fosse il reparto migliore di Seattle, ma il suo lo faceva e lasciava relativamente tranquillo il buon vecchio Russell. Dall’anno scorso, con almeno metà degli offensive linemen rookies (e anche qualche responsabilità in più x il QB, vista la dipartita di Lynch), la situazione è decisamente cambiata in peggio e per tutto lo scorso campionato ho visto Wilson preoccuparsi come prima cosa non di trovare ricevitori liberi, ma di scappare dai difensori avversari, che puntualmente mezzo secondo dopo lo snap gli erano addosso. Questo gli ha sicuramente tolto fiducia e serenità, e in effetti le prestazioni ne hanno risentito. Quest’anno la linea offensiva è forse leggermente migliorata, ma è pur sempre pericolosa: a parte nel secondo tempo di questa domenica contro Indianapolis, ho continuato a vedere Wilson sempre sul chi va là e costretto a numeri di escapologia degni di Houdini, Spero (anche se con poco slancio..) che l’ultima partita sia la svolta della stagione: sono abbastanza confidente che con una linea nella media Wilson sarebbe in grado di portare Seattle alle partite di gennaio, per non dire febbraio.

      Per quanto riguarda Graham e il mancato feeling con Wilson, in effetti la potenzialità non è ancora stata espressa e onestamente il tempo delle scusanti riguardanti il playbook e la nuova squadra è finito. Se ti capita guarda Graham durante le huddles con i compagni: è sempre un po’ distaccato, non vive il momento con la cattiveria agonistica giusta e sembra un corpo estraneo all’attacco. Secondo me patisce il fatto di non essere più l’arma principale del proprio quarterback, come ai tempi di New Orleans, e l’essere uno dei tanti ricevitori non lo galvanizza. Tornando indietro non so se Carroll rifarebbe la trade che ha portato Unger in Louisiana..

      • Il modo con cui Wilson cerca di sgattaiolare per non farsi mettere sotto dagli avversari alcuni volte e’ irriverente…in questo momento non c’e’ nessun altro QB che riuscirebbe a fare quello che Wilson fa con quella linea offensiva che si ritrova.

        Su Graham io credo ci sia tanto dell’infortunio ricevuto che secondo me gli ha un po’ rallentato tutta la motivazione per dare il meglio di se’..e’ vero che ai Saints era il fulcro…ma e’ anche vero che stando ai Saints era gia’ difficile che vedesse i playoffs negli ultimi anni figuriamoci il Superbowl.

        Sulla linea offensiva non capisco come Carroll si ostini a farla con rookie o avanzi di altre squadre. Anche l’ultimo trade e’ stato fatto a vantaggio della difesa e a discapito dell’attacco (Kearse che a me non dispiaceva manco)

    • Credo che Roquinho abbia abbondantemente -nonché correttamente- risposto alla tua domanda! Seattle arriverà ai playoff, credo, ma quel qualcosa che nel 2013/2014 li faceva arrivare per primi su ogni pallone mi sembra sia scomparso! Vediamo.

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