15 16 17 25.

Non stiamo dando i numeri. Non si tratta di kabala.

Sono dati significativi dei San Francisco 49ers 2017:

– 15 sono i rookie a roster
– 16 sono i giocatori infortunati dopo week 3
– 17 i giocatori acquisiti via free agency o trade
– 25 è l’età media dei giocatori

Dare ad un general manager e ad un capo allenatore esordienti sei anni di contratto significa da una parte
ritenere di aver trovato persone competenti e affidabili sulle quali puntare forte, dall’altra programmare
consapevolmente una rivoluzione interna lenta e graduale. La proprietà ha sconfessato palesemente le proprie stesse scelte compiute negli ultimi tre anni e tutte quelle del precedente front office. Il nuovo ha cominciato non dalle fondamenta ma dagli scavi, dopo aver con poca fatica abbattuto le macerie rimaste del regime precedente.

Tre settimane dentro la stagione regolare abbiamo assistito quindi a tre partite francamente difficili da
interpretare per la discontinuità di situazioni di gioco della quale siamo stati spettatori. Attacco imbarazzante e imbarazzato contro due difese solide – o presunte tali – e difesa invece che tiene il campo almeno per metà partita nelle prime due uscite (Carolina in casa e Seattle fuori). Attacco scoppiettante e difesa imbambolata contro una squadra che aveva esitato in attacco ed è in possesso di una difesa valida (LA Rams in casa).

Quali sono i veri 49ers? Impossibile a dirsi, oggi e probabilmente per tutta la stagione.

La squadra è piuttosto giovane e quasi del tutto nuova. Poche sicurezze vengono da qualche acquisizione di
giocatori maturi (Garcon, Juszczyk) e da qualche veterano (Staley e Reid). Moltissime prospettive, tra dubbi
e speranze, offre il roster formato per più di metà da rookie, giocatori ai primi anni con poca esperienza di
campo e scommesse.

In attacco, è evidente, si sta lavorando sul personale di supporto, nel football quanto mai fondamentale, in
attesa di un quarterback che prenda le redini momentaneamente rette da Hoyer, ammirevole per
l’impegno ma sostanzialmente incompleto.

Alcuni skill player stanno mostrando buone qualità, i ricevitori in particolare; molto interessante è la
scommessa su Matt Breida, undrafted free agent, come primo rincalzo del RB Hyde (a fronte di una
precocissima bocciatura di Joe Williams, scelto al terzo giro). Il tight end George Kittle sembra ancora
piuttosto acerbo. Preoccupante invece è la situazione della linea d’attacco, i punti fermi della quale sono
Staley, ormai avanti in età, il centro Kilgore, con una certa predisposizione agli acciacchi, e “la montagna
che corre” Trent Brown; sulle guardie non c’è solidità e sarà da osservare l’inserimento dell’ultimo acquisto
Laken Tomlinson, che nelle prime uscite ha alternato buone giocate ad amnesie e sciocchezze.

L’attacco del futuro dovrà essere costruito prima di tutto ringiovanendo e consolidando questo reparto. Gli ultimi 49ers competitivi – ricordiamo – hanno avuto la linea d’attacco pressoché immutata per tre anni, schierando
almeno 4 giocatori provenienti dal draft.

Più ombre che luci ha presentato ad oggi la difesa, anche se la scelta di Saleh come coordinatore e del 4-3 come schema base sembra aver alzato i giri degli uomini di linea draftati al primo giro negli ultimi anni (Buckner in particolare). Il front 7 complessivamente pare in una fase di scrutinio più che di consolidamento, a causa dell’infortunio di Foster, del lento recupero di Bowman, delle condizioni fisiche discutibili di Lynch e del contributo alterno di Armstrong.

Sono stati acquisiti uomini di grande esperienza come Earl Mitchell ed Elvis Dumervil, per dare stabilità e per fare da chiocce ai giovani. Dopo anni nei quali Baalke, il precedente GM, ha scelto numerosi defensive back, non privi di talento, stranamente le secondarie sono tra i reparti più preoccupanti. Tra le safety spiccano i veterani e si parla bene anche delle riserve, ma da parte dei cornerback tra preseason e stagione regolare abbiamo assistito a numerose
prestazioni insufficienti: la speranza è che si debbano all’inesperienza, il timore è che si tratti di inadeguatezza.

Spesso in queste tra partite iniziali è sembrato di vedere una squadra di polli. Speriamo si tratti di polli da
allevamento, da ritrovare domani come giocatori completi, finiti e funzionali al progetto di Lynch e
Shanahan.

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