C’è statp un momento lo scorso anno, verso fine Novembre, in cui i Packers sembravano spacciati, imprigionati in un record 4-6 dopo quattro sconfitte consecutive che avevano annullato la partenza positiva della franchigia e alle prese con diversi problemi su entrambi i lati della palla, e poi… poi quel messia che risponde al nome e congnome di Aaron Rodgers ha preso per mano la squadra, inanellando una serie di prestazioni eccezionali, sempre più vicino a quel limite massimo dell’assoluta perfezione, e l’ha guidata lancio dopo lancio, completo dopo completo, TD pass dopo TD pass fino alla finale della National Conference per la seconda volta nelle ultime tre stagioni.

Jordy Nelson e Davante Adams

Una cavalcata incredibile interrottasi proprio sul più bello, ad una passo da quel Super Bowl che ogni anno è nei desideri di Titletown e del suo condottiero, sempre alla ricerca di quell’affermazione massima per rendere ancora più gloriosa una carriera che pare deciso a prolungare fino alla soglia dei quarant’anni, come ha dichiarato in una recente intervista, la stessa nella quale ha rivelato quale sarà l’obiettivo della franchigia nella stagione alle porte, ovvero “vincere due partite in più dell’anno scorso”, che tradotto per i comuni cristiani significa arrivare al Grande Ballo e successivamente vincerlo alzando al cielo il Vince Lombardi Trophy.

Sogno che con un quarterback del genere in cabina di regia, nel 2016 A-Rod si è confermato uno dei migliori della lega chiudendo con 4,428 yards, 40 TD pass e 7 INT. può tradursi in realtà ogni stagione, tanto più se l’interessato continua a trasformare in oro tutto ciò che tocca, nel suo caso i ricevitori, come un moderno Re Mida prestato al football americano; dopo aver fatto le fortune dei tanti transitati dal Wisconsin in questi anni sembra infatti sia giunto il momento della gloria per Davante Adams, seconda scelta del Draft 2014 che nella passata season, sfruttando anche i continui acciacchi di Randall Cobb, 610 yds, 4 touchdowns, ha chiuso secondo nel team con 121 ricezioni completate per 997 yards e 12 TD.

Sarà lui il nuoov WR#2 ad affiacare Jordy Nelson, 1,257 yds, 14 touchdowns, in depth chart relegando il prodotto di Kentucky al #3 davanti ad un folto gruppo di giovani che troverà sicuramente il modo e il tempo per contribuire nel corso del torneo, a cominciare da Geronimo Allison, in rampa di lancio dopo le prove offerte sul finire della passata stagione, fino ad arrivare ai vari Jeff Janis, Trevor Davis, e ai rookie DeAngelo Yancey e Malachi Dupre, ex five-star recruit che si è perso tra le fila di Louisiana State; selezionati al Draft per dare ulteriore profondità al reparto, questi ultimi due vanno ad aggiungersi agli importanti investimenti fatti in offseason da Ted Thompson per rinforzare il passing game e fornire ancora più opzioni a Rodgers.

Oltre al quasi omonimo Richard Rodgers nella prossima stagione i Packers potranno infatti contare su due tight end di buon valore e soprattutto in grado di produrre con continuità se innescati a dovere, l’ex Bears e Patriots Martellus Bennett e l’ex Rams Lance Kendricks, coppia che sarà molto utile all’offensive coordinator Edgar Bennett per sviluppare maggiormente le tracce interne e arricchire il palybook in possesso dell’head coach Mike McCarthy, sempre alla ricerca di nuovi giochi con cui cogliere impreparate le difese avversarie.

Ty Montgomery

Cambiamenti importanti anche per quanto riguarda il running game dopo l’addio di Eddie Lacy, accasatosi a Seattle, e la promozione sul campo del versatile Ty Montgomery, per la prima volta inserito a roster come RB dopo aver corso per 457 yards e 3 TD l’anno passato ed aver retto le sorti di un backfield messo a dura prova dagli infortuni; almeno inizialmente sarà l’ex receiver ad effettuare la maggior parte delle portate, ma con l’avanzare della regular season è molto probabile che trovino spazio le tre matricole arrivate in Wisconsin durante l’ultimo Draft, Jamaal Williams, Aaron Jones e Devante Mays, tutti prospetti intriganti che per motivi diversi hanno le potenzialità per ambire ad un ruolo importante nel prossimo futuro.

Sulla linea offensiva la perdita del veterano T.J. Lang è stata anestetizzata con l’ingaggio di un altro elemento esperto come Jahri Evans, ex Saints che andrà ad aggiungersi a Lane Taylor e Corey Linsley per completare un terzetto centrale che forma un muro pressochè invalicabile con gli OT David Bakhtiari e Brian Bulaga, due dei migliori interpreti del ruolo dell’intera NFL; Jason Spriggs, Kyle Murphy, Don Barclay e Justin McCray, altro nuovo arrivo, saranno i backup principali che torneranno certamente utili in rotazione, al pari del rookie Kofi Amichia, prospetto che può svilupparsi in un centro piuttosto affidabile.

In una difesa che sotto Dom Capers è risultata dominante contro le corse ma decisamente incostante nel difendere i passaggi la D-line svolgerà ancora un ruolo fondamentale, e a guidarla sarà nuovamente Mike Daniels, autore di 4.0 sacks e 8.0 tackles for loss, ormai una certezza nella posizione di end sul lato opposto all’emergente Kenny Clark, DT spostato proprio all’esterno nella seconda parte della rookie season ma ancora pronto a giocare come Nose se necessario o utile a far rifiatare la new entry Ricky Jean-Francois, chiamato a Titletown per rimpiazzare Letroy Guion, tagliato dal team dopo una nuova sospensione per abuso di sostanze; frenato da un infortunio al piede il rookie Montavious Adams rischia di saltare una buona metà di stagione e non potrà così fornire il suo contributo, pertanto, salvo sorprese delle ultime ore, Brian Price e Chrisitan Ringo, tornano prepotentemente in lizza per giocarsi lo starting spot interno, consentendo così a Jean-Francois di aggiungere profondità ai DE.

Nick Perry

Alle loro spalle Clay Matthews, 24 placcaggi, 5.0 sacks, continuerà ad essere utilizzato come inside o outside a seconda delle evenienze, fungendo da playmaker in un reparto linebacker zeppo di giovani che centralmente farà affidamento su Jake Ryan, 81 tackles, e Blake Martinez, 65 placcaggi, e esternamente su un Nick Perry che dovrà dimostrare di meritarsi i 18 milioni di dollari garantiti dal nuovo contratto di cinque anni firmato in offseason; l’ex prima scelta da Southern California è reduce da un career high di 11.0 sacks e dovrà confermare di essere il pass rusher più letale della squadra in attesa che Kyler Fackrell alzi il livello delle sue prestazioni e crescano gli altri talenti del gruppo, Joe Thomas e Vince Biegel, prodotto della locale Wisconsin pescato nel quarto round del Draft.

Il Pro Bowler Ha Ha Clinton-Dix continua a ripercorrere le gesta del suo idolo Charles Woodson e si candida ad essere il nuovo leader della difesa dopo aver chiuso al secondo posto per tackles realizzati, 79, e averla guidata per intercetti messi a segno, 5, costituendo una solida coppia nel back-end con il collega veterano Morgan Burnett, leading tackler della squadra con 91 placcaggi all’attivo; insieme e facendo affidamento sull’innesto del rookie Josh Jones proveranno a rendere più solide delle secondarie che sono state messe a dura prova lo scorso anno, complici gli infortuni subiti da Quinton Rollins e Damarious Randall, ambedue in calo rispetto alla stagione 2015, e che ancora una volta dovranno sperare nelle giocate di un veterano, Davon House, tornato alla base dopo un biennio altalenante con i Jaguars.

La seconda scelta dell’ultimo Draft Kevin King e il giovane Ladarius Gunter, 54 stops, aggiungeranno profondità, ma nel caso del prodotto di Washington si spera anche qualità, nella posizione di cornerback, mentre l’esplosivo undrafted rookie Kentell Brice pare il più accreditato a prendere il posto di Micah Hyde come primo backup alle spalle di Burnett; proprio la perdita della safety si farà sentire negli special team, dove verrà a mancare un ritornatore produttivo da affiancare al già citato Cobb, un aficionados del reparto insieme a Mason Crosby, kicker giunto all’undicesima stagione con Green Bay.

Una città, una franchigia, sempre alla ricerca del risultato massimo per rendere ancora più unica l’unicità che la contraddistingue all’interno di tutte le leghe professionistiche americane, e che pare ormai quasi annoiata da tutti i titoli di Conference conqusitati negl’ultimi due lustri, tanto da chiedere continuamente un ulteriore sforzo ai suoi ragazzi, e soprattutto alla coppia Rodgers-McCarthy; quest’ultimo, dal canto suo, continua a dire che è con i trofei che si misura il valore degli allenatori e del giocatori, e visto che si è costantemente presentato come una persona ed un allenatore estremamente coerente non c’è alcun dubbio che l’unico trofeo in grado di renderlo pressochè immortale è quello intitolato ad un grande Packer del passato, forse al più Grande di tutti, lo stesso che lui ha già baciato nel 2010.

One thought on “Green Bay Packers preview 2017

  1. Bell’articolo ma ho qualche dubbio sulla difesa dei packers… è davvero da titolo?

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