Nonostante realtà e buon senso ci mettano davanti solamente a cinque o sei squadre classificabili come “Super Bowl material”, ad inizio stagione ogni squadra dopo mesi e mesi di offseason si sente in grado di arrivare fino in fondo: nessuno quest’anno ha più pressione degli Oakland Raiders che, dopo un sorprendente 2016 terminato di fatto con l’infortunio di Carr, sono loro malgrado coinvolti in una corsa contro il tempo- leggasi 2019 o 2020- per riportare il Lombardi ad Oakland, prima che i Raiders vengano spostati nella- sportivamente parlando- più fredda Las Vegas.
È lecito dunque parlare del 2017 come stagione da “Super Bowl or bust”?

Il momento in cui il 2016 dei Raiders da sogno si è trasformato in incubo: la gamba di Carr è rotta, stagione finita.

Si è abbondantemente capito che le fortune dei Raiders passano dalle mani di Derek Carr che diventato il giocatore più pagato della storia NFL dovrà “semplicemente” continuare quanto iniziato quasi due anni fa: muovere consistentemente un attacco il cui nucleo risiede in una fenomenale offensive line alimentando uno dei ricevitori più promettenti della lega e minimizzando il più possibile gli errori, proprio come nella scorsa stagione in cui lanciò solamente sei intercetti.

Guardando velocemente il calendario dei Raiders si può notare facilmente la bontà delle difese che incontreranno nel prossimo campionato: le compagne di division possono tutte vantare secondarie estremamente competenti, così come le varie Baltimore, New England e New York Giants che andranno a creare non pochi problemi all’attacco di Oakland.

Qual è il rimedio a tutto ciò?

Semplice, consegnare il pallone per più di 20 volte a partita a Marshawn Lynch, sul quale i dubbi non sono sicuramente pochi anche se quanto emerge dal training camp dà motivo a chiunque di essere ottimista, ed è sicuramente nel miglior contesto offensivo della propria carriera, grazie soprattutto a quella che secondo me è la migliore O-Line della lega.

La coppia di guardie Kelechi Osemele-Gabe Jackson è considerata da molti la migliore della lega anche per il semplice fatto che nessuno dei due lo scorso anno ha concesso un sack, e se consideriamo che fra di loro si trova Rodney Hudson, il miglior centro in termini di pass blocking della scorsa stagione, è facile immaginarsi il numero 24 scomparire nei tunnel creati dall’interno della linea e rompere tackle per portare quella in endzone quella che doveva essere una corsa di 5-6 yards.

La questione tackle è l’unica pecca nell’attacco di Oakland, pecca che sta prendendo una strana piega: fresco dal secondo Pro Bowl in carriera il 34enne Donald Penn non si sta allenando con i compagni da settimane a causa di una disputa contrattuale che se non dovesse risolversi al più presto potrebbe consegnare una maglia da titolare al giovanissimo ed inesperto David Sharpe, giocatore con innegabile potenziale ma preso al quarto giro poiché bisognoso di tempo prima di poter proteggere il lato cieco di Carr. Dopo la partenza di Austin Howard, accasatosi ai Ravens, il right tackle titolare- Penn permettendo- probabilmente sarà l’ex Giant Marshall Newhouse, reduce da diverse stagioni sottotono: il cambio di costa gli porterà bene?

Il receiving corp quest’anno è più ricco che mai: oltre ai ben noti Cooper e Crabtree, Carr potrà contare su Jared Cook, tight end autore di una buona stagione a Green Bay culminata con la clamorosa ricezione a pochi secondi dal termine dei tempi regolamentari contro i Cowboys, ed il velocista Cordarrelle Patterson che oltre ad occuparsi del return game potrà rendersi pericoloso se usato creativamente dallo staff di coach Del Rio. Amari Cooper e Michael Crabtree potrebbero tranquillamente essere il migliore duo di receivers se prima di tutto l’ex 49er eliminasse dal suo gioco i numerosi errori mentali che lo hanno portato ad essere il leader- con 9- nella poco gratificante classifica dei palloni droppati e se Cooper riuscisse a trovare la consistenza tipica di un WR1: infatti nella prima metà della scorsa stagione ha superato le 100 yards di ricezione ben quattro volte mentre nelle ultime otto partite non è mai andato oltre le 76 yards.

Mack riporta in endzone un intercetto lanciato da Newton: giocatore terrificante il numero 52.

Ciò che sembra ancora mancare ad Oakland per giocarsela alla pari con i Patriots è una difesa in grado di togliere pressione dalle spalle di Carr: parliamoci chiaro, il successo dei Raiders passa tutto dalla produzione offensiva, basti pensare che lo scorso anno la difesa è stata in grado di tenere sotto i 20 punti gli avversari in sole tre occasioni, numero che impallidisce davanti al tondo dieci fatto registrare dai Pats.

La difesa 4-3 gestita da Ken Norton Jr. poggia sulla produzione del Defensive MVP in carica Khalil Mack autore di un 2016 ben più impressionante di quanto possa dire l’ingannevole undici, ovvero il numero di sacks: Mack ha pressato il quarterback avversario nel 18.7% degli snap mettendo a segno 96 pressioni, comodamente il miglior dato nella lega. Dall’altra parte della linea troviamo Mario Edwards Jr., promettente defensive end draftato due anni fa al secondo giro la cui carriera finora è stata deragliata da continui infortuni e appare scontato dire che questo sia l’anno della verità per l’ex Florida State. Poca esperienza anche al centro, in quanto i tackle Justin Ellis Darius Latham in totale la scorsa stagione hanno messo a segno solamente 37 tackles: fiducia incondizionata o mancanza di alternative? Un nome da tenere d’occhio è quello di Jihad Ward che dopo un’anonima prima stagione tenterà di rifarsi ed arrivare ad una maglia da titolare.

Il pacchetto linebacker non infonde particolare fiducia al di fuori di Bruce Irvin: ad affiancarlo infatti troviamo Jelani Jenkins che lo scorso anno a Miami è stato autore di una stagione disastrosa riassunta dal 30.8 di votazione PFF- peggior dato della lega- ed il sophomore Cory James, reduce da un 2016 altrettanto complicato. Il centro della difesa è da anni uno dei più grandi problemi dei Raiders che la passata stagione hanno concesso ben 1027 yards ai tight end avversari: al Gillette Stadium a gennaio non puoi permetterti di regalare qualcosa a Gronkowski.

Il vero MVP di questi Raiders.

Sulla carta il livello medio della secondaria dovrebbe essere alto, ma quanto emerso dalla scorsa stagione ci racconta esattamente il contrario: concedendo circa 258 yards a partita i Raiders schierano solamente la 24esima pass defense della lega anche se ciò può essere rimandato all’inefficacia del pass rush che nonostante la presenza di Mack ha racimolato solamente 25 sacks.

L’arresto di Sean Smith, il miglior cornerback dei Raiders, complica gravemente la situazione di una secondaria che oltre all’ex Chief per il momento può contare su David Amerson e T.J. Carrie: se Amerson riuscirà a raggiungere il livello di Smith- 18esimo miglior CB per PFF- probabilmente la stagione di Oakland prenderà una piega favorevole e non dimentichiamoci della prima scelta all’ultimo draft, Gareon Conley, che risolti i problemi con la giustizia avrà poco tempo a disposizione per ambientarsi in una division che fra i vari wideout vede Thomas, Sanders e Allen . Dietro di loro troviamo il veteranissimo Reggie Nelson ed il sophomore Karl Joseph, entrambi reduci da annate anonime: non facciamoci ingannare dal numero di intercetti, le responsabilità del malfunzionamento della difesa dei Raiders è da attribuire anche a loro.

Lo special team vede ritornare per la diciottesima stagione Sebastian Janikowski come kicker accompagnato dall’eccentrico punter Marquette King che nel 2016 è stato inserito nella formazione del Second Team All-Pro anche se tutti gli occhi saranno per Patterson che a mio avviso è il miglior kick returner della lega dopo Tyreek Hill: se sarà in grado di replicare le 31.7 yards per kickoff fatte registrare la scorsa stagione potrà garantire ai Raiders una posizione migliore rispetto a quella regalata dal generoso touchback. Attenzione però al nostro Giorgio Tavecchio, pronto anche quest’anno a sfruttare al massimo ogni opportunità datagli in preseason: contro i Cardinals infatti Janikowski ha sbagliato l’unico field goal tentato mentre Giorgio oltre a convertire l’extra point ha pure realizzato un piazzato da 43 yards!

Come vedete i motivi per sognare non mancano, l’attacco è fra i più produttivi e costanti della lega, ma è inutile fare voli pindarici da preseason: con una difesa ben radicata nei sottofondi di ogni classifica significativa ed in grado di concedere lo scorso gennaio 27 punti alla ciurma guidata da Osweiler è impensabile pensare di battere Patriots o Steelers. Ma la missione è ufficialmente iniziata, non c’è spazio per “se” o “ma”, si deve vincere ora, davanti al Black Hole, davanti ad un pubblico leale e caloroso in grado di amare follemente una squadra per lunghi anni ridicola, insomma, davanti ad Oakland.

2 thoughts on “Oakland Raiders 2017 Preview

  1. Poco da aggiungere.. la nostra stagione passerà dal l’attacco.. anche se mi aspetto un miglioramento della difesa rispetto allo scorso anno, credo che i frutti del lavoro fatto in questi ultimi due draft, praticamente dedicati X intero alla difesa, si vedranno più che altro dal prossimo anno in avanti..
    Sean Smith, al di la dell’arresto, stava giocando con le riserve in questo trading, quindi direi che abbia avuto un notevole calo che già si era intravisto nella scorsa stagione..
    Lynch deve aiutarci a tener l’attacco in campo il più tempo possibile.. dobbiamo essere nelle condizioni di poter influire sul cronometro.
    Abbiamo una división altamente competitiva, forse la migliore della AFL e questo comporterà che difficilmente ci sarà una squadra che farà il vuoto..
    Sono curioso di vedere se saremo in grado di migliorarci rispetto all’anno scorso, dove in definitiva, oltre ad un attacco produttivo, abbiamo messo sempre molto coraggio nelle giocate e voglia di vincere..
    In ogni caso, se si pensa a come eravamo ridotti soltanto due stagioni fa, l’idea di giocarcela con tutti è già di per se una grande gioia e soddisfazione..

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