No, non è un nuovo capitolo meno “oscuro” della serie di videogiochi, né il terzo capitolo della saga di film usciti del nuovo millennio. Il genere, però, è lo stesso, l’orrore.

L’orrore dell’inizio di stagione per i Cleveland Browns, inaspettato a parer mio, zero vittorie e sette sconfitte, nella stagione regolare, se vogliamo aggiungere anche quelle nel precampionato saliamo a undici sconfitte consecutive.

Io per primo scrissi un articolo, qui su Play.itUsa, a fine maggio dove elogiavo il lavoro svolto da Sashi Brown e Paul DePodesta e la loro voglia di voltare pagina dopo quei famosi tredici anni senza playoff, tanto che scrissi testuali parole: toccando un po’ il fondo, non si può che risalire.

cody-kessler-cleveland-browns-quarterbackSembra invece che questo fondo si voglia ritoccare, verosimilmente all’anno scorso, quel record di 3-13 sembra sempre più vicino e il valzer dei quarterbacks sembra non finire. Un attacco che si salva solo per le corse con una media 120.6 yards a partita e l’ottavo posto nel ranking. Ma una difesa delle peggiori della lega, trentesima in punti concessi a partita e trentunesima per yards totali concesse a partita.

Cos’è successo? Come si è arrivati fin qui?

Se ai piani alti, Brown e DePodesta hanno fatto di tutto nel mercato per rendere la squadra competitiva, sul campo Hue Jackson e Robert Griffin III dovevano essere la chiave di volta per la squadra, invece il primo nella conferenza stampa dopo la sconfitta contro i Cincinnati Bengals – pesante perché hanno concesso ai rivali di Division 559 yards totali – ha cominciato a recitare il mea culpa dicendo: “I take responsibility for it all. It’s not our players; we’ve got to fix some things and keep working on some things and we will.” (Io mi prendo la responsabilità di tutto questo. Non è nei nostri giocatori; dobbiamo sistemare alcune cose e continuare a lavorare in altre cose e lo faremo). Non so se tutto questo sia incoraggiante o no per i tifosi dei Browns ma sicuramente metterci la faccia è sintomo di professionalità, detto questo togliere la responsabilità ai giocatori è piuttosto riduttivo.

Perché proprio l’altra, sopracitata, chiave di volta, era RG3, il quarterback si è infortunato alla spalla nella partita inaugurale contro i Philadelphia Eagles, quelli di Carson Wentz e della sempre più famosa trade,  infrangendo così buona parte dei sogni di rinascita della franchigia. Dopodiché c’è stato il caos in cabina di regia, nelle successive sei partite, si sono alternati ben quattro quarterbacks. Partendo dal veterano McCown, che è durato una sola partita. Per poi vedere il rookie quarterback preso al terzo round Cody Kessler da USC, titolare nelle successive cinque partite nelle quali lancia quattro touchdowns e un solo intercetto con una media di 7.1 yards a lancio e una percentuale del 66.9.

huePurtroppo Kessler non gioca molto in queste cinque partite, perché all’inizio della  sua terza partita deve uscire per una commozione, non dovuta al ritorno in campo di Tom Brady ma per una botta alla testa, lasciando il posto al veterano Charlie Whitehurst che contro la difesa dei Patriots fa quel che può. Nell’ultima partita succede la medesima cosa, commozione cerebrale per Kessler e spogliatoio. Al suo posto il quinto quarterback utilizzabile, l’altro rookie, Kevin Hogan da Stanford preso al quinto round dai Kansas City Chiefs. Rilasciato, partecipa al training camp e ad alcune amichevoli pre-stagionali dei Green Bay Packers, verso il taglio dei 53 giocatori viene nuovamente rilasciato e assegnato alla “seconda squadra” dei Browns una settimana prima dell’inizio della stagione regolare. Promosso in prima squadra, nel suo debutto contro i Bengals, Hogan lancia con il 50% e due intercetti ma si distingue segnando il suo primo touchdown, con una corsa di 28 yards, entrando  nel libro dei record per la più lunga segnatura su corsa di un quarterback nella storia dei Cleveland Browns.

“What’s next?!” Questo è quello che ci si chiedono un po’ tutti, dag’addetti ai lavori ai fans. Tifosi che speravano in un po’ di magia anche per i Browns, visto il momento d’oro della città, con le NBA Finals vinte a giugno dai Cavaliers e le MLB World Series raggiunte degli Indians. Invece niente sogni e niente magia, almeno per il momento per i Browns, nelle le prossime partite dovranno limitare i danni in difesa, dare continuità ad un quarterback che sia Kessler o Hogan e su tutte, vincere qualche partita perché non diventi umiliante già scendere in campo.

L’importante che non gettino la spugna su quanto abbiano costruito in questi mesi e continuare a lavorare in vista del Draft 2017, a mio parere, unica e prossima àncora di salvezza per rafforzare la squadra. 

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