Dopo cinque anni senza playoffs, Chicago spera di trovare la strada della postseason nella sua seconda stagione sotto la guida di John Fox, head coach che ha sempre contraddistinto le sue avventure in NFL, prima a Carolina poi a Denver, con una crescita costante che lo ha portato ad accumulare successi, e migliorare il record, di anno in anno; lui e il GM Ryan Pace hanno lavorato con decisione durante l’offseason per coprire tutti i needs mostrati dai Bears nel 2015, e nel farlo hanno scelto di puntare anche su parecchi veterani già conosciuti in precedenza dal coach, che aveva allenato molti di loro in Colorado.

Un volto nuovo, ma comunque conosciuto, sarà presente anche sulla sideline, dove Dowell Loggains, ex QB coach, ha preso il posto di Adam Gase come offensive coordinator, sfruttando l’ottimo rapporto costruito con Jay Cutler nel corso della passata stagione; artefice proprio con l’attuale HC dei Miami Dolphins dei miglioramenti del quarterback lo scorso anno, è in grado di garantire una certa continuità proprio sotto questo aspetto, che ha consegnato al mondo del football professionistico un Cutler in grado di gestire meglio l’ovale quando la ha tra le mani e meno propenso a cadere in errore per aver effettuato scelte avventate.

Una costante della prima parte della sua carriera che pare essere scomparsa quasi del tutto nel torneo 2015, quando il prodotto di Vanderbilt ha concluso la miglior season della carriera lanciando per 3,659 yards, 21 TD pass, 11 INT, e completando quasi il 65 percento, 64,4 %, dei suoi passaggi, raggiungendo un punteggio di passer rating pari al 92.3, il più alto da quando è passato professionista, nel 2006; numeri che, oltretutto, ha ottenuto dovendo rinunciare spesso ai due migliori target del team, Kevin White, fermato da un infortunio in preseason, e Alshon Jeffery, che ha combattuto con acciacchi di vario genere durante tutto l’autunno.

La prima scelta del Draft 2015 è stata una perdita pesante da digerire per l’attacco di Chicago, ed è naturale che il suo rientro porterà enormi benefici quest’anno, quando finalmente la franchigia della Windy City potrà schierare entrambe le sue armi sulle sideline, con la speranza che il talento da South Carolina riesca finalmente a stare lontano dagli infortuni e garantire un rapporto ancora più importante delle 54 ricezioni, per 807 yards e 4 TD, messe a segno nelle 9 partite disputate lo scorso anno; con loro due in campo, gli spot #1 e #2 della depth chart sono bloccati, e nel terzo si amplia il numero delle opzioni disponibili, con Eddie Royal, non sempre convincente, che potrebbe vedersi soppiantato dall’interessantissimo Daniel Breverman, reduce da una stagione molto produttiva, con oltre 27 yds di media a ricezione, con la divisa di Central Michigan in NCAA.

Sfruttando i ripetuti problemi fisici che hanno limitato la crescita di Marquess Wilson, 464 yards, 1 TD, ancora in dubbio per il kickoff weekend a causa di un infortunio al piede, le battute a vuoto di Josh Bellamy, 224 yds, 2 touchdowns, e la specializzazione di Marc Mariani e Deonte Thompson come returner, l’ormai ex Chippewas potrebbe essere una delle sorprese della stagione al pari dell’altro rookie Jordan Howard, che dovrebbe trovare fin da subito uno spazio importante nel backfield, utilizzando le sue qualità di power back per mettere in dubbio il ruolo di backup di Ka’Deem Carey, inserito con il contagoccie, 43 portate per 159 yards e 2 TD, nella seconda season in NFL.

Con Matt Fortè lasciato libero di cercarsi una nuova sistemazione, toccherà comunque a Jeremy Langford reggere le sorti del running game dei Bears, e confermare l’ottimo impatto avuto con il football professionistico lo scorso anno, concluso con 537 yds e 6 touchdowns all’attivo; al netto del problema al piede avuto nel match di preseason con New England nei giorni scorsi, il suo ruolo di starting runningback non sarà mai messo in discussione, mentre qualcosa potrebbe invece cambiare alle sue spalle, dove nelle ultime settimane è risalito con prepotenza il veterano Jaquizz Rodgers, probabilmente l’unico runner a roster in grado di fornire le dovute garanzie quando gli viene richiesto di ricevere fuori dal backfield.

Proprio in fase di ricezione si attende un ulteriore crescita da parte di Zach Miller, 439 yards, 5 TD, che con la fuoriuscita di Martellus Bennett dovrebbe essere ancora più coinvolto da Cutler, lasciando ai colleghi Khari Lee e Rob Housler il compito di dare una mano, come blocker, alla linea offensiva che ha perso per strada Hroniss Grasu, candidato starter nella posizione di centro ma out for season a causa di un infortunio, e successiva operazione chirurgica, al ginocchio;  in sua assenza sarà probabilmente uno dei nuovi arrivati, Ted Larsen, a guidare una OL che sposterà nuovamente Kyle Long all’interno, dove affiancherà il rookie Cody Whiteair nel ruolo di guardia, lasciando all’esterno Bobby Massie e Charles Leno, rivelatosi un solido left tackle nel corso della passata stagione.

In difesa Vic Fangio continuerà ad installare la sua 3-4, unendo al valido second rounder 2015 Eddie Goldman, NT autore di 4.5 sacks, due volti nuovi, l’ex Saints e Patriots Akiem Hicks, uno dei migliori interpreti del ruolo di DE nella linea a 3 dell’intera NFL, e l’interessantissimo rookie Jonathan Bullard, prodotto di Florida che pare aver incrementato le sue possibilità di partire titolare al day one, facendosi preferire ai veterani Mitch Unrein e Ego Ferguson durante il training camp.

In mediana molto dipenderù dall’impatto che avranno i due nuovi inside linebacker dei Bears, Danny Trevathan e Jerrell Freeman nella zona nevralgica del campo, dove servirà una maggiore attenzione rispetto a quanto visto nel corso del torneo 2015, in cui hanno inciso parecchio i ripetuti problemi fisici avuti da Pernell McPhee, 53 placcaggi, ancora alle prese con il recupero post operazione chirurgica dello scorso Dicembre; Nick Kwiatkowski, valido prospetto da West Virginia, potrebbe fornire un contributo immediato al reparto e risultare un prezioso backup al termine della sua prima stagione in NFL, facendo rifiatare una coppia centrale che dovrà supportare adeguatamente lo stesso McPhee, Willie Young, 30 placcaggi, 6.5 sacks, la prima scelta Leonard Floyd, e il veterano Lamarr Houston, 8.0 sacks, all’esterno.

Nelle secondarie Adrian Amos, 67 tackles nella rookie season, raccoglierà l’eredità di Antrel Rolle nello spot di free safety, lasciando l’emergente Harold Jones-Quarley, 1 intercetto e 1 forced fumble, e il fourth rounder 2016 Deon Bush a lottare per quello di strong; sulle sideline, Tracy Porter, 12 pass defended la scorsa stagione, garantirà esperienza e solidità ad un reparto che rischia di perdere l’altro cornerback titolare Kyle Fuller, 2 INT, reduce da un intervento in artoscopia al ginocchio e in ritardo, a quanto trapela dall’Illinois, con i programmi di rientro, e sarà costretto a puntare sui meno esperti Bryce Callahan, Jacoby Glenn e Deiondre’ Hall, quarta scelta dell’ultimo Draft.

Gli special team saranno ancora affidati alla gamba di uno dei migliori kicker della lega, Robbie Gould, 33 field goal trasformati su 39 tentati, e al giovane punter Pat O’Donnell, reduce da una positiva season da matricola e pronto a consegnare l’ovale in posizioni di campo scomodissime per gli avversari, dando proprio alla difesa guidata da Fangio la possibilità di essere molto più incisiva rispetto alla passata stagione; dall’apporto della defense e dal rilancio di un running game che non sempre è stato all’altezza nel corso del 2015, dipenderanno molte delle fortune dei Bears in questa stagione alle porte, quella in cui, molto probabilmente, si deciderà una fetta del futuro di Fox e Cutler.

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