Partiamo dai numeri, ventiduesima nella lega per yards totali in attacco, l’assenza per buona parte della stagione di Tony Romo, ha prodotto per i Cowboys solo 3.471 yards su passaggio mettendola al ventisettesimo posto in classifica, sulle corse però, come vedremo grazie alla linea d’attacco, hanno prodotto poco meno di 2.000 yards (1.890, per l’esattezza), piazzandosi nella top 10 della lega per le corse. 

In difesa il discorso non migliora molto, 23.4 punti di media concessi a partita per 5.570 yards concesse in stagione, la prima della seconda metĂ  della classifica.

Zora Neale Hurston disse There are years that ask questions and years that answer, tradotto: “Ci sono anni che pongono domande e anni che (le) rispondono (o danno risposte)”. A Dallas, sembra essere proprio uno di quegli anni in cui vengono poste domande, forse troppe, una su tutte, “Tony Romo riuscirà a rimanere lontano dagl’infortuni quest’anno?”I Cowboys sono le due facce della stessa medaglia, offense e difense sono esattamente “La Bella e la Bestia” di questa squadra.

ezekiel-elliott-nfl-dallas-cowboys-rookie-minicamp-1-1-850x560La Bella, l’offensive line dei Cowboys è, senza ombra di dubbio la migliore della Division e, probabilmente la migliore della Lega: Tyron Smith, La’el Collins, Travis Frederick, Zack Martin e Doug Free sono il sogno di ogni running back e la dirigenza li accontenta.

Tengono Darren McFadden, infortuni esclusi anche lui, firmano Alfred Morris, running back in arrivo direttamente dalla rivale nella capitale, ed al primo round del Draft scelgono uno degli migliori prospetti running back dai tempi di Adrian Peterson (frase che si sente un anno sì e un altro anche) in Ezekiel Elliot da Ohio State, andando così a comporre un pacchetto offensivo di corse estremamente competitivo.

In tema di ricezioni, Jason Witten guida il reparto con la sua affidabilità, seguito da Dez Bryant a cui si chiede proprio questa affidabilità, in questo caso corporea, cercando di rimanere più lontano dall’infermeria possibile.

Si aggiungono al reparto James Hanna sostituto numero uno di Witten o comprimario per un’eventuale formazione da doppio tight-end, Terrence Williams e Cole Beasley, sempre più arma di distrazione per le difese per i “secondi e lunghi” o “terzi e corti” downs. 

Tutto ciò capitanato da Tony Romo, vero e proprio ago della bilancia di questa squadra, cui si richiede di rimanere più in salute possibile, in caso contrario verso il fondo del Draft è stato scelto il quarterback da Mississippi State, Dak Prescott che potrebbe essere una sorpresa se dovesse giocare qualche snap come sostituto, proprio di Romo. 

“Qui casca l’asino”, perché se abbiamo parlato del bell’attacco, ora bisogna fare luce, ma tanta luce, su La Bestia, la difesa.

Una delle domande che si sentono ultimamente è: “Ma come faranno i Cowboys a sopravvivere alle prime quattro partite della stagione regolare?”.

La risposta non c’è, il calendario è dalla loro parte ma dovranno evitare il possibile 0-4 iniziale. DeMarcus Lawrence e Randy Gregory, defensive end titolari, sono stati sospesi proprio per le prime quattro settimane, per non parlare di Rolando McClain, sospeso per ben dieci settimane.

I Cowboys quindi dovranno fare affidamento su Sean Lee, come molti altri citati, reduce da un infortunio. Orlando Scandrick, leader di squadra in sack negli ultimi due anni e quello che potrebbe essere il suo alter-ego, Byron Jones, nel suo secondo anno, così da formare un solido duo in zona corner.

In aggiunta, nel draft è stato scelto, Jaylon Smith da Notre Dame reduce, manco a farlo apposta, di un grave infortunio al legamento crociato anteriore e laterale del ginocchio, che se dovesse tornare in piena forma, sarebbe di grande aiuto nell’accoppiarsi con Lee nella posizione di linebacker.

Note positive, dalla scorsa stagione e si spera anche nella prossima, sono gli special teams. Dan Bailey ha registrato un 93.8 per cento nei field goals, registrando un 100 per cento per gli extra-points, malamente sottovalutati la scorsa stagione da molte altre squadre visto lo spostamento sulle 15 yards. Nella media le yards nel punt, circa 45.2 yards a partita, poche invece quelle conquistate da Lucky Whitehead, circa 6.8 a partita.

In una stagione, la scorsa, dove la frase Defense wins championships è stata quanto mai confermata, i Dallas Cowboys entrano nella stagione 2016 nel modo più sbagliato possibile, se ci riferiamo a quella frase. Ezekiel Elliot è stato, a parer personale, uno specchietto per le allodole.

La squadra aveva bisogno di un playmaker in difesa, viste soprattutto le sospensioni del caso, invece è stato preso in attacco, sicuramente un futuro playmaker, ma in un ruolo già abbastanza affollato. C

ome detto in precedenza il calendario è favorevole, poi le partite bisogna vincerle, soprattutto per l’inizio e la fine del campionato, per il resto bisognerà vedere quanto la coppia Romo-Bryant riesca a stare in salute e quanta acqua riuscirà ad evitare d’imbarcare la difesa.   

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