THE WINTER GAME

Se il baseball è il summer game, il gioco estivo, il football è certamente il gioco dell’inverno, quello che trova la sua sublime sintesi in partite giocate in campi fangosi o innevati, con temperature abbondantemente sotto lo zero, e dove l’epica corre a fiumi.

Poi naturalmente il primo finisce in autunno avanzato, mentre l’NFL è appena iniziata sotto cieli estivi, ma quello che conta è che negli States ogni sport ha una sua collocazione ben precisa, e anche un suo significato, non sempre magari così positivo.

La prima giornata della National Football League sembra così avviarci all’autunno, e forse anche in questo il suo significato per gli americani è diventato così importante, quasi ad essere una positiva alternativa alla fine della bella stagione e al ritorno a scuola e al lavoro.

Qualunque siano le squadre che tifate, la prima partita stagionale è come un ritorno alle belle abitudini, a rivedere i colori familiari delle squadre che amiamo e i giocatori preferiti in una sorta di parata di gala: quindi benvenuto football, e benvenuti voi col nostro Weekly-in-review…

RAMS ALLA CARICA

The Shot Heard Around The World di Bobby Thompson, The Drive di John Elway, The Catch di Dwight Clark, mai nessuno è stato capace di sintetizzare le emozioni sportive come gli americani, e anche se quella di domenica tra Rams e Seahawks in fondo è solo la prima partita stagionale, quante emozioni in sintesi ci ha offerto: e Marshawn Lynch bloccato ai supplementari in una situazione di quarto down, proprio il gioco che tutti urlavano a coach Carroll come quello da chiamare negli ultimi secondi del Super Bowl, è stato fatale a Seattle e spinto i Rams, da troppi anni comparse nel grande circo dell’NFL, alla ribalta da troppo tempo negata.

Mai suona in questo caso più beffardo a sua volta il pensiero che la squadra stia abbandonando St. Louis (da qui anche il minore afflusso al botteghino da anni per la squadra del Missouri), proprio nel momento in cui Jeff Fisher sta finalmente mettendo insieme i pezzi nel modo giusto: un quarterback tosto e col controllo della situazione, Nick Foles, una squadra capace di non perdersi per strada neanche quando il vantaggio di 24-13 si è mutato in un 24-31, insomma al momento attuale manca solo un pubblico numeroso per dare ulteriore carica ai Rams, anche se il problema non si pone al momento per coach Fisher: “Come dico sempre, venite e fate il tifo per noi, non perdete l’occasione per appoggiare la nostra squadra”.

E con un trasloco a LA che occhieggia minaccioso alle spalle, mai occasione può essere più propizia del 2015, almeno per altre 7 partite…

PROTAGONISTI

MARCUS MARIOTA

Nella sfida tra rookie quarterback indovinate chi ha avuto la meglio? Dal risultato finale, massacro a favore dei Titans, Marcus Mariota ha indubbiamente fornito le indicazioni migliori rispetto a Jameis Winston,  con un bilancio finale di 13 su 16, per 209 yards e 4 touchdowns.

La differenza principale tra i due è sembrata la maggior tranquillità del primo nel muoversi tra le diverse formazioni offensive con molta facilità, sia giocando sotto il centro che nella shotgun: meno a suo agio Winston, che già al suo primo passaggio è stato intercettato da Coty Sensabaugh.

Giustamente coach Whisehunt ha cercato di soffocare l’eccessivo entusiasmo verso il suo giovane giocatore, ma una cosa è certa: dalle parti di Nashville la speranza di avere una squadra di nuovo competitiva non sembra finalmente campata in aria…

OCCHIO, E’ SOLO WEEK 1

La prima giornata provoca spesso reazioni esagerate, e anche se la regular season dura solo 16 partite per ogni squadra, sicuramente molti primi verdetti verranno rimangiati nelle prossime settimane: vediamo alcune delle prime frettolose reazioni registrate negli ultimi giorni.

  1. MARCUS MARIOTA AVREBBE DOVUTO ESSERE LA PRIMA SCELTA AL DRAFT: in verità Mariota ha sconfitto una squadra terribile nelle ultime stagioni, e anche se ottima la sua prova, ci sono molte domeniche davanti a noi dove sicuramente i due quarterback avranno i loro buoni e cattivi momenti, essendo rookies. Quindi, per il momento, nessun busto a Canton per l’ex fenomeno di Oregon…

2. BUFFALO DA PLAYOFFS: ottimismo motivato, ma è meglio andare con i piedi di piombo nello stato di New York. Nel 2011 e 2012 due ottime partenze, per 3-0 e 2-1 portarono a un bilancio finale di 6-10. La squadra attuale sembra avere buone basi anche come coaching staff, ma troppe volte abbiamo dato i Bills ai playoffs, senza grandi risultati…

3. PEYTON MANNING E’ FINITO: è vero che lanciare meno di 200 yards, con un intercetto ritornato in touchdown, non è da Manning, ma deve esserci una via di mezzo tra questa versione e il quarterback che anche l’anno scorso ha lanciato 39 touchdowns. Finito sicuramente no, in cattive condizioni attualmente sì…

VERSO WEEK-2: BILLS-PATRIOTS

Un upset per i Bills, contro i quotati Colts di Andrew Luck, e una vittoria in casa contro gli Steelers, polemiche a parte, abbastanza morbida per Brady e compagnia. L’obiettivo per Buffalo sarà di sfatare il tabù quasi imbarazzante che ha verso Tom Brady, capace in carriera di avere 23 vittorie in 26 partite contro i Bills, e anche per domenica non sarà esattamente facile il compito per la squadra di casa, pur con una difesa potenzialmente stellare: Rob Gronkowski, Julius Edelman, sono matchup da incubo, ma occhio all’ex Scott Chandler, in ottimo spolvero contro Pittsburgh.

Sulla carta, Rex Ryan ha veramente la possibilità di fare del male agli odiati Pats, ma New England ha almeno 3 armi formidabili che chiunque squadra fa fatica ad affrontare: un super quarterback, un tight-end di eccellenza, e soprattutto Bill Belichick. Ognuno potrà pensarla come vuole, ma il Darth Vader dell’NFL è senza pari quando si tratta di ottenere il 120 per cento dalla propria squadra. E lo diciamo senza ironia…

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