In the history of NFC South, the first back to back division champion” sono state le parole riservate da Ron Rivera alla sua squadra dopo la vittoria nella partita decisiva giocata nell’ultima giornata in trasferta al Georgia Dome, sede dello scontro che ha assegnato il titolo della NFC South 2014 ai Carolina Panthers.

Il miglior epilogo per una stagione nata bene seguita da una fase centrale paragonabile al peggiore incubo di tutti i tifosi, risvegliandosi improvvisamente nel momento finale quando le partite contano davvero; così è stato l’ultimo anno della franchigia di Charlotte nella stagione celebrativa dei suoi primi vent’anni di storia.

Ron Rivera

Ron Rivera

Da quando Carolina ha deciso di scegliere Ron Rivera come head coach e Cam Newton alla prima assoluta nella off season 2011 nessun’altra annata avrebbe avuto lo stesso peso di quella conclusasi al Divisional lo scorso Gennaio in casa di Seattle Seahawks.

Tutto nasce dal fatto che esattamente 365 giorni fa, scorrendo la deph chart, non si sarebbero più letti nomi storici come Jordan Gross e Steve Smith, due colonne dell’ultimo decennio trascorso di questa franchigia, segno chiaro del passaggio di testimone ai giovani emergenti nel roster, coloro che sono stati indiziati per essere presente e futuro del team in blu e nero.

Quando si avvia il ricambio generazionale si possono incontrare diversi problemi così come ricevere piacevoli sorprese, un pregio che bisognerà riconoscere all’organizzazione della franchigia è di aver ben eseguito questo processo nel tempo e non tutto in un tratto, cambiando prima la difesa e dopo l’attacco, riuscendo così sempre ad avere delle risposte positive in diversi reparti.

Se la difesa dei Panthers è avviata versa una terza stagione potenzialmente molto promettente, l’attacco dovrà superare ancora diversi esami ma ormai è ben chiaro che Cam Newton sarà la guida per i prossimi anni.

La Division comprendente Bucs, Saints, Falcons e appunto i Panthers, si è distinta per aver consegnato ai play off, tutto per il discorso legato alla division, una squadra con il record perdente: 7-8-1 è un record maturato con quattro vittorie fondamentali proprio nelle ultime quattro settimane di football dopo due successi ottenuti nelle prime due uscite stagionali.

Carolina ha avuto una fase centrale problematica con la difesa lasciata sola da un attacco latitante, un Newton mai sano per colpa di una caviglia prima e di un pericoloso incidente autostradale dopo, senza dimenticare una linea offensiva tutta da testare e un reparto wide receiver completamente da scoprire.

L’obiettivo era quello di ottenere delle risposte positive dopo una stagione dominante come quella del 2013, alla fine così è stato e pure se i soldi per investire sul mercato siano ancora mancati per le dure leggi del salary cap, ora il team ha una sua identità per compiere ulteriori passi avanti.

Ron Rivera presenta un record di 32-31-1, più di una volta ha visto il posto essere messo in seria discussione, lui ha sempre trovato le risposte giuste riuscendo a imprimere la sua dottrina difensiva trasmettendo al roster una filosofia di un gioco basata sulla fisicità confermata con le scelte effettuate all’ultimo Draft.

In una NFL che corre sempre meno e passa sempre più, Carolina sembra voler ancora puntare sulle corse, sui mismatch e su una difesa aggressiva e veloce: uno schema tutto ancora da testare anche se lo staff sembra poggiare in pieno questa decisione.

Molte fortune dei Panthers passeranno dal loro quarterback titolare Cam Newton arrivato a strappare un quinquennale da circa venti milioni di dollari a stagione.

Nel suo quarto anno tra i professionisti, Newton ha confermato di essere un fattore decisivo per le sorti dell’attacco dei Panthers perché possiede l’abilità di saper correre con tempismo ed efficacia, una soluzione importantissima riuscendo a conquistare first down importanti e condizionare continuamente le difese.

Pur avendo saltato le due partite con Tampa Bay per infortunio, Cam ha chiuso la scorsa annata con 3,127 yards lanciate, 18 touchdown messi a segno, 539 yards corse in 103 attacchi con una media di 5.2 yards ad attacco per un totale di 5 touchdown.

Numeri che sottolineano come l’offense dei Panthers abbia bisogno di incrementare i suoi numeri nel gioco aereo, fattore dove Newton dovrà rispondere con una maggior accuratezza nei passaggi per facilitare il compito dei suoi wide receiver.

Il numero di intercetti è stato tenuto a 12, il più basso di sempre, così come il rate fissato a 82.1, ora Cam non ha più attenuanti, ha già dimostrato di poter essere il franchise quarterback della squadra e per farlo dovrà compiere gli ultimi passi di sviluppo in termini di letture e precisione dei passaggi.

Dovesse avere ancora problemi con gli infortuni, Derek Anderson si è dimostrato un sostituto sufficiente, difendendo la sua posizione di primo back up da Joe Webb, per lo stile più simile al titolare del ruolo.

Cam Newton

Cam Newton

I principali target di Newton sono stati il tight end Greg Olsen, autore di un 2014 sontuoso dove ha varcato la soglia delle 1000 yards ricevute con 6 touchdown realizzati, insieme alla prima scelta dello scorso anno, il wide receiver Kelvin Benjamin.

La sfortuna a volte è davvero un fattore contro cui si può nulla, infatti Carolina ha perso il suo talentuoso sophomore nell’allenamento contro i Dolphins per colpa di un movimento brusco che ha comportato la rottura del legamento crociato anteriore.

Una notizia straziante perché Benjamin era in rampa di lancio, stava dimostrando di avere un’ottima intesa con Newton e un potenziale ancora ampio da esprimere.

Sostituirlo sarà quasi impossibile, i Panthers avevano scelto lui come sostituito di Steve Smith, la sua assenza si farà parecchio sentire perché il resto del reparto presenta molti giovani tutti ancora da testare, Benjamin rappresentava la certezza che adesso è svanita e di fatto rispedisce i Panthers indietro di un anno quando ai nastri di partenza c’erano le incognite di linea e reparto wide receiver.

La speranza è che possa tornare al 100% il prossimo mentre verranno testati alcuni volti per capire se effettivamente potranno essere membri di questo progetto.

Olsen e Benjamin hanno ricevute numerose attenzioni dalle difese avversarie attirandone i raddoppi, la musica quest’anno potrebbe addirittura peggiorare per il discorso fatto precedentemente; il GM Dave Gettleman ha deciso di mettere a disposizione dell’offensive coordinator Mike Shula del nuovo materiale tra giovani e scommesse a basso costo.

Carolina ha fatto trade up nel secondo giorno del Draft per prendere Devin Funchess, ibrido tra la posizione di TE e quella di WR, potenzialmente un giocatore che opposto a KB13 potrebbe risultare un incubo per le difese avversarie vista l’imponente stazza dei due, tuttavia rimane un wide out da costruire, dotato di ottime leve, ma lontano dal essere quel wide receiver capace di creare separazione con la velocità.

Sarà interessante vedere l’utilizzo che ne verrà fatto fin dalle prime uscite, specie perché Rivera ha speso elogi per il ragazzo di Michigan University, anche se qualche perplessità rimane specie ora che sarà chiamato in campo più spesso.

Jerricho Cotchery ha confermato di essere ben lontano dalla sua forma migliore, così molte ambizioni passano dal ritorno di Ted Ginn Jr. che in NFL ha avuto una sola stagione positiva, guarda a caso quella del 2013 proprio con Newton, e dopo un anno perso nel deserto dell’Arizona, ora è pronto a rifarsi mettendo la sua incredibile velocità e la pur sempre utile capacità nei ritorni.

Una nota positiva nel ruolo di wide receiver è stata quella del rookie Corey Brown, undrafted capace di usare al meglio la sua velocità ricevendo 296 yards e 2 touchdown; nei recenti camp sembra essersi ancora migliorato, un’altra arma in più da poter utilizzare. Il TE Ed Dickson ha offerto un buon contributo nei giochi di corsa, mentre il WR free agent arrivato da Green Bay Jarrett Boykin proverà a entrare nei 53 dopo non aver lasciato un grande ricordo di se nel Wisconsin.

Se il reparto di wide receiver avrà le sue incognite, molte perplessità saranno legate alla linea offensiva, di sicuro il reparto con più incertezze di tutta la squadra e come ben si sa, una buona offensive line è fondamentale se si vuole ambire a fare strada.

In molti si aspettavano un intervento nei primi giorni del Draft, invece così non è stato e molto probabilmente i Panthers sperano di ripartire dal gruppo dello scorso anno con il ruolo di left tackle che sarà affidato a Michael Oher arrivato via free agent da Tennessee, la destinazione dove si è accasato Byron Bell, troppo lento e inadeguato alla posizione di blinde side.

Oher dopo un promettente inizio in NFL a Baltimore ha avuto parecchie difficoltà sia a destra sia a sinistra, Carolina spera che riunirsi al suo allenatore John Matsko possa giovarli per offrire un rendimento almeno sufficiente garantendo quella sicurezza in più a Newton che lo scorso anno è mancata.

Ryan Kalil, alla nona esperienza in NFL, rimane uno dei centri più affidabili in circolazione, attorno a lui lo scorso anno si sono comportate bene le guardie Andrew Norwell e Trai Turner, entrambi pronti ad entrare al secondo anno dopo aver chiuso in forte crescendo la prima avventura tra i professionisti.

La lotta più interessante si vedrà per lo spot di right tackle tra Mike Remmers, discreto e poco altro dopo essere stato pescato dalla practice squad dei Rams, contro l’interessante rookie selezionato al quarto giro da Oklahoma Darly Williams, potente run blocker con gli attributi per prendere la posizione da titolare. Amini Silatolu fu il secondo giro di qualche anno fa, continui infortuni gli hanno impedito di completare una stagione intera per tanto ora potrebbe rivelarsi un prezioso back up insieme al più espero Chris Scott.

La filosofia intrapresa dai Panthers ha fatto ben intendere che il running game, storica arma dell’era Fox, ricoprirà un ruolo ancora molto importante a prescindere dall’infortunio di Benjamin. Lo scorso anno Carolina ha prodotto 2,036 yards e 10 touchdown risultando il settimo attacco via terra con una media di 127.2 yards a giornata.

DeAngelo Williams è stato rilasciato perché ormai aveva esaurito la benzina, ora il posto da titolare sarà affidato a Jonathan Stewart, suo storico compagno che ha sempre dimostrato di essere un runner più completo a patto che tenga lontano gli infortuni.

Stewart è pronto è arrivato alla sua ottava stagione tra i pro, lo scorso anno è riuscito a riscattare un 2013 deludente confermando di essere quel corridore visto nei suoi primi anni in NFL.

Per molti aspetti il prodotto di Oregon è un RB adatto a quello che si cerca attualmente perché ha delle ottime letture dei blocchi, rompe i placcaggi e ha ottime mani in uscita dal backfield, tutto confermato da 809 yards corse in 175 attacchi con 3 touchdown in 13 partite totali, alle quali vanno aggiunte le 181 yards con uno score messo a segno su ricezione.

Dovesse rimanere sano come è stato nello scorso finale di stagione, i Panthers potrebbero rappresentare un cliente sempre scomodo da affrontare via terra se si considera la presenza di Newton nelle situazioni di play action.

Jonathan Stewart

Jonathan Stewart

I back up e membri della rotazione saranno Fozzy Whittaker, solido nelle situazioni di passaggio, meno in quelle con la palla in mano, seguito da un altro rookie pescato nel terzo giorno del draft, cioè Cameron Artis-Payne, corridore proveniente da Auburn che ha dato subito ottime impressioni e probabilmente sarà il principale sostituto a portare palla quando Stewart riposerà.

Mike Tolbert rimane uno dei migliori fullback della Lega, potente nelle corse brevi, bravo a ricevere quando chiamato in causa e tra i leader emergenti di questo gruppo.

E’ evidente che la perdita di Benjamin rischia di pesare più del dovuto, tuttavia se Carolina dovesse riprendere dalla versione vista a Dicembre con il running game sugli scudi, il passing game potrebbe giovarne liberando spazi per due velocisti come Brown e Ginn senza dimenticare il fisico di Funchess.

Con un attacco alle prese con le sue perplessità, ci penserà la difesa a tenere in gioco la squadra come spesso è accaduto nei recenti anni. Rivera e il suo assistente Sean McDermott hanno costruito un reparto basato sulla forza del front seven per aiutare un delle secondarie prive di grandi nomi ma capace di svolgere bene il suo lavoro.

Il punto cruciale sta sempre nei minuti che la difesa giocherà: la lunga striscia di sconfitte dello scorso anno è imputabile maggiormente al reparto offensivo perché capitato in stati di secca che hanno esposto la difesa a troppi drive per poter riuscire a contenere gli attacchi avversari.

Alla fine dei conti Carolina ha comunque avuto la nona difesa per yards concesse, nona contro il passing game, diciassettesima contro le corse e tredicesima per produzione di sacks, numeri importanti da cui lo staff vuole sicuramente ripartire.

Molto lo si deve al lavoro fatto dal front seven che lo scorso anno ha dovuto arrangiarsi per la perdita di Greg Hardy, sospeso per violazioni domestiche e ora entrato nel team dei Boys. La sua partenza si è subita specie all’inizio, poi col tempo sono usciti i giovani presenti a roster e Carolina ha ripreso ad esercitare una costante pressione che lascia poco tempo ai quarterback per pensare.

La guida della linea sarà affidata ancora al esperto end Charles Johnson, uscito con 8.5 sacks e 41 placcaggi e ormai una certezza, che dovrà fare da faro a tutti coloro che ruoteranno opposti a lui sul lato destro.

La posizione di end vedrà battersi il secondo giro dello scorso anno Kony Ealy, uscito con 4 sacks dal suo anno da rookie, contro Frank Alexander, terzo anno da Oklahoma che sembra essere arrivato al punto di poter concorrere realmente per un posto in rotazione dopo aver avuto diversi problemi con le sospensioni.

I due hanno ottime doti da pass rusher e sono la speranza per tutti i tifosi perché Wes Horton e Mario Addisson sono si ottimi elementi da rotazione ma non dei titolari.

Al centro della difesa la coppia composta da Star Lotulelei e Kawann Short ha dato i frutti sperati durante la loro chiamata nel draft 2013 offrendo un duo completo con Lotulelei capace di prendere i raddoppi e Short a portare pressione a conferma dei 43 placcaggi e dei 5.5 sacks realizzati in coppia.

Come se non bastasse i due back up sono due veterani come Colin Cole e Dwan Edwards, complementari e sempre pronti a entrare in azione con il secondo autore di 4 sacks. Con una linea così ben complementare e affiata, McDermott potrà impiegare il reparto linebacker per coprire maggiormente il campo in profondità anche se i blitz saranno una costante specie dopo l’ultimo primo giro del Draft.

Il reparto linebacker era già lo scorso anno tra i migliori della NFL (e dire che sia il migliore, ora, potrebbe non essere più un eufemismo) perché le prestazioni di Luke Kuechly e Thomas Davis hanno seminato il terrore e offerto sempre una guida da cui prendere spunto.

Thomas Davis ha ricevuto il premio Walter Payton Men of the Year, ma ancora più importante sono state le sue prestazioni in campo dove ha nuovamente confermato di essersi ripreso alla grande dopo essersi operato lo stesso ginocchio per ben tre volte di fila.  A 32 primavere sta giocando il miglior football di sempre, ha chiuso il 2014 con 100 placcaggi e 2.5 sacks risultando spesso decisivo quando bisogna sacrificarsi per la squadra; in questa off season ha nuovamente prolungato il contratto per altre due stagioni con l’intento di chiudere la sua carriera in Carolina.

Ma ormai in Carolina è chiaro a tutti che la posizione di middle linebacker sarà presidiata da Luke Kuechly, l’espressione del linebacker moderno e futuro capitano di questa difesa da qui per i molti anni a venire.

Nel suo terzo anno tra i professionisti, Kuechly ha completato il suo gioco unendo l’innata abilità di placcatore a quella di coprire il campo con estrema efficacia, uno step che ne fa un giocatore completo unendo velocità, istinti, carisma e determinazione. In soli tre anni ha messo a segno 473 placcaggi, per due volte ha guidato la Lega in questa categoria, ha totalizzato 6 sacks, 27 deviazioni difensive e 7 intercetti, sarà lui a chiamare gli schemi ed a raffigurare una difesa ormai sotto il suo pieno controllo.

Luke Kuechly

Luke Kuechly

Se già così Carolina presentasse un reparto molto temibile, nella notte del primo giro è stato chiamato Shaq Thompson proveniente da Washington.

Thompson è un atleta di primo livello, ma il suo impiego in NFL dovrà ancora essere definito perché al college ha fatto tutto tranne che crescere in un ruolo fisso girando tra linebacker, defensive back e running back.

In NFL è chiaro che sarà un difensore, attualmente sembra giocare da strong side però nel suo futuro e contando la costituzione fisica-atletica potrebbe diventare una strong safety. Pur piacendo poco come scelta in virtù del ruolo, Thompson rispetta sempre la linea filosofica di Rivera: velocità, aggressività da vendere e tanta imprevedibilità da aggiungere a un front seven tra i migliori della NFL. I pochi snap che verranno lasciati da un team verranno divisi tra A.J. Klein, inadeguato nel coprire il ruolo da titolare, contro il rookie David Mayo.

A fronte di grandi nomi presenti nei primi sette uomini dello schieramento, McDermott dovrà sempre fare i conti con un reparto delle secondarie che rimane un cantiere aperto e senza un vero e proprio playmaker.

I Panthers non hanno mai speso una pick alta per selezionare un cornerback, hanno preferito lavorare nei giri intermedi ottenendo discreti risultati e chiamando a se alcuni veterani a basso costo, come lo è stato l’anno scorso Antoine Cason, risultato inadeguato a coprire questo ruolo, mentre quest’anno sarà affidato a un vecchio leone come Charles Tillman, bandiera dei Bears, che per un anno ha accettato di rimettersi a servizio di Ron Rivera.

Attualmente è molto difficile decifrare quali saranno i quattro titolari perché Carolina cercherà di trovare in ogni momento l’assetto migliore da mettere in campo: sicuramente Tillman non dovrà occuparsi dei target più veloci vista l’età, rimane un ottimo run stopper e un veterano di tutto rispetto con 36 intercetti realizzati e 42 fumble forzati, per cui dovrà spesso occuparsi dei wide out più grossi.

Opposto a lui, Josh Norman si è ben distinto lo scorso anno riuscendo a riprendersi lo spot da titolare con 48 placcaggi effettuati,11 passaggi deviati e 2 intercetti messi a segno, cifre incoraggianti unite a un carattere molto pungente. Il quinto giro dello scorso anno Benè Benwikere ha giocato una solida annata da rookie (33 placcaggi e un intercetto) che fa ben sperare tutti i tifosi in vista del suo secondo anno. Melvin White e  Carrington Byndom concorreranno per un posto nei 53 anche se la dirigenza potrebbe optare per un uso massiccio delle safety.

Bené Benwikere

Bené Benwikere

In fondo al campo agiranno la strong safety Roman Harper, a tratti in evidente declino, a tratti il pezzo giusto con la sua esperienza che lo ha portato a essere leader della squadra con 4 intercetti e 62 placcaggi realizzati, ovviamente la speranza è che confermi quanto di buono fatto.

Accanto a lui lo scorso anno fu preso con un quarto giro Tre Boston, prodotto locale di North Carolina; Boston dopo essere stato a lungo sulla side line ha chiuso in crescendo facendosi notare parecchio in copertura, come per Bené si spera che tutto possa continuare anche quest’anno.

Per dare profondità al reparto è arrivato Kurt Coleman dopo aver girovagato tra Philadelphia e Kansas City in cinque anni tra i pro: il prodotto di Ohio State ha chiuso lo scorso anno con 3 intercetti e sta avendo un buon impatto nel camp e potrebbe rivelarsi un jolly importante nelle rotazioni insieme al confermato Colin Jones, all’occorrenza pure nickel CB, veloce e rapido con l’interessante rookie undrafted Dean Marlowe da seguire nel caso dovesse entrare a roster.

E’ probabile, come già verificatosi negli scorsi anni, Carolina andrà dove la difesa riuscirà a portarla perché questo reparto è sempre nell’orbita tra l’essere una difesa da Top 5 a Top 10, dipenderà molto dal rendimento del front seven e da come molti giovani risponderanno alle responsabilità che li verranno assegnate.

Ovviamente l’attacco dovrà metterci del suo, l’autonomia è tanta ma non infinita e si rischia di andare incontro a sfide dove si rischiano di prendere imbarcate di yards che potrebbero far dubitare del reale valore di questo reparto, salvo poi ricredersi quando il tempo di impiego si normalizza e la difesa può esprimere al massimo la sua versatilità.

Nel 2013 gli special team ricoprirono un ruolo fondamentale nel percorso dei Panthers, invece lo scorso anno il rendimento è calato e ci si aspetta una risalita da parte di tutti i componenti. Il kicker Graham Gano è passato da una percentuale di realizzazione da 88.8 a 82.9% (29/35) e in totale il reparto ha concesso una media di 32.4 yards a ritorno sui kick off, un dato da migliorare assolutamente con la chiamata di Bruce DeHaven a coprire il ruolo di coordinatore.

Lo stesso punter Brad Nortman ha visto due calci venire bloccati oltre a un abbassamento della media di yards per calcio dopo(44.9 contro 47.8), invece rimane stabile la posizione di long snapper con il solido J.J. Jansen a coprire la posizione. I ritorni saranno di Tedd Ginn in compagnia di Whittaker e Corey Brown, specialisti della posizione e ben comportatosi ogni volta chiamati in causa.

Fare previsioni quest’anno nella NFC South sarà parecchio difficile perché i Saints dovranno registrare una difesa ben lontana da quella messa in scena nel primo anno di Ryan, i Falcons rimangono sempre una squadra offensivamente molto temibile ma dall’altro lato del pallone bisognerà vedere quanto tempo ci vorrà a Dan Quinn per mettere in mostra le sue capacità mostrate a Seattle, inoltre Tampa Bay, la peggior squadra vista dodici mesi fa, ha inserito un quarterback come prima scelta assoluta e il suo impatto sarà tutto da verificare.

Carolina, volenti o nolenti, rimane la formazione di per se più amalgamata anche se ora le aspettative non sembrano essere le stesse dopo quanto accaduto intorno al venti di Agosto.

La schedule prevede l’esordio contro i Jaguars e poi la prima sfida casalinga contro i temibili Houston Texans per poi affrontare Bucs e Saints.

Dopo la bye alla week cinque ci saranno quattro sfide di fuoco contro Seattle, Philadelphia, Indianapolis e Green Bay, tre delle quali da affrontare tra le mura amiche del Bank of American Stadium; escludendo l’impegno a Dallas nella week 12, il finale di stagione potrebbe essere ben più semplice rispetto alla fase centrale della stagione.

Se tutto dovesse girare per il verso giusto, Carolina potrebbe ambire a vincere tra le otto e le nove partite ma così come calare drasticamente e arrivare a sei, l’importante è che il team riesca a rimanere in corsa per il titolo della Division dato che rispetto allo scorso anno potrebbe cambiare poco in termini di record di qualificazione.

In uno stadio finalmente tornato gremito grazie alle due qualificazioni ai play off, andare a Charlotte potrebbe essere una piazza scomoda per diverse squadre. Cam Newton sarà l’ago della bilancia perché ha già mostrato di essere capace di essere l’unico trascinatore dell’attacco, figuriamoci poi se il resto della squadra dovesse rispettare le previsioni di crescita.

In una stagione nata male, la mentalità trasmessa in questo gruppo potrebbe essere la soluzione a tutte le difficoltà che verranno affrontate, le rivali divisionali sono avvisate, lo scettro della South non verrà ceduto con tanta facilità.

 

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