Dimenticare la passata stagione e ricominciare daccapo. È una sorta di mantra da ripetere sino al kick-off quello dei Baltimore Ravens, franchigia che lo scorso anno ne ha viste di cotte di crude… fuori dal campo.

Sì perché i problemi non sono stati tanto quelli sul rettangolo di gioco – la squadra ha chiuso la regular season con un discreto 10-6 e una sconfitta nel divisional round dei play-off contro i Patriots – bensì quelli che hanno toccato il privato dei giocatori: prima di tutti il caso Ray Rice, rilasciato dopo la pubblicazione del video in cui il running back picchiava la fidanzata (diventata poi sua moglie), che ha tenuto banco per molti mesi.

A seguire una lunga serie di arresti per i più svariati motivi, dalla guida in stato di ebbrezza (Pierce e Hampton), agli atti di crudeltà sugli animali (Cody).

Non certo un bel biglietto da visita per una realtà che negli anni scorsi poteva vantarsi di essere tra le più tranquille nel panorama del football USA.

John Harbaugh, arrivato alla ottava stagione da head coach dei Ravens, ha dunque il compito di rilanciare le ambizioni della squadra campione del mondo nel 2012 e c’è da scommettere che punterà ancora sul devastante gioco di corsa per fiaccare la resistenza delle difese avversarie.

Qualcosa però potrebbe cambiare in fase offensiva: Gary Kubiak ha lasciato il Maryland dopo appena un anno di permanenza per andare a guidare i Denver Broncos e al suo posto è arrivato l’ex capo allenatore di Chicago Marc Trestman, amante dei passaggi in verticale.

Di sicuro il quarterback capace di sostenere il gioco del nuovo OC a Baltimore ce l’hanno: Joe Flacco dispone di un braccio potente e accurato, di una discreta mobilità e a 30 anni può tranquillamente affermare di essere nel miglior momento della carriera.

I numeri sono lì a dimostrarlo: nel 2014 ha lanciato 3986 yards e 27 touchdown, un record per lui. Il mega contratto offertogli dal proprietario Steve Bisciotti dopo il successo nel Super Bowl di tre stagioni fa pesa, ma il ragazzo cresciuto a Dalaware è ormai maturo e punta a sfondare il muro delle 4000 yard in questo 2015. In caso di necessità i Ravens potranno poi contare sull’esperienza del 34enne Matt Schaub, preso come backup dopo un anno poco edificante a Oakland e sulla freschezza di Bryan Renner.

Nel backfield il ruolo che era di Rice è ormai stato preso in pianta stabile dal sottovalutato Justin Forsett, autore di un super 2014 fatto di 1266 yards corse e ben 8 tds. La dirigenza dei Corvi crede in lui, tanto da avergli fatto firmare un contratto per altri 3 anni e c’è da credere che Harbaugh vorrà farne la punta di diamante dell’unità corse.

Forsett non avrà più come compagno di reparto il già menzionato Bernard Pierce, rilasciato dopo essere stato trovato ubriaco alla guida dell’auto, ma potrà comunque fare affidamento su Lorenzo Taliaferro (un altro che ha avuto qualche problemino con la giustizia) autore di 4 segnature nella sua prima annata tra i professionisti e sul rookie Javorius Allen, scelto al quarto giro del draft e proveniente da USC. Per quanto riguarda i fullback ci sarà ancora una volta Kyle Juszczyk a completare un pacchetto che dà qualche garanzia in meno rispetto alle passate stagioni.

Torrey Smith se n’è andato da Baltimore per accasarsi nei rinnovati 49ers e ha lasciato un vuoto consistente alla voce ricevitori. La prima preoccupazione dello staff tecnico dei Ravens è stata dunque quella di trovare un degno sostituto: ecco che la prima scelta al draft è ricaduta su Breshad Perriman, wide receiver cresciuto a UCF (115 ricezioni per 2243 yds e 16 touchdowns al college) e dotato di straordinarie capacità fisiche.

Con la sua velocità Perriman potrebbe rappresentare il target preferito del potente braccio di Flacco e un’arma perfetta per il tipo di gioco voluto da Trestman. “The Burner” potrà imparare i trucchi del mestiere da un veterano quale Steve Smith, ormai prossimo ad iniziare la sua 15esima annata in NFL. Le 36 candeline spente a maggio non sembrano essere un problema per l’ex Panther, che nella passata regular season ha portato a casa 1065 yards in ricezione e 6 marcature in end zone.

Sarà bagarre invece per il ruolo di terzo ricevitore. Sono almeno tre i candidati per il posto: Kamar Aiken (24 ricezioni per 267 yds e 4 tds nel 2014), Marlon Brown e Michael Campanaro (102 yds e 1 td da rookie) ai quali si andrà ad aggiungere l’ultimo arrivato Darren Waller, preso al sesto giro nell’ultimo draft dopo una carriera collegiale passata a Georgia Tech.

Il campionato scorso non è stato sicuramente memorabile per Dennis Pitta, infortunatosi all’anca destra per la seconda volta dopo che lo stesso problema gli aveva fatto perdere quasi per intero la regular season del 2013. A questo punto il coaching staff ha deciso di tutelarsi. Vista la fragilità fisica di Pitta, la seconda scelta del draft è stata spesa proprio per garantire una maggiore solidità e un possibile ricambio nel ruolo di tight end: ecco dunque arrivare Maxx Williams, possente ed atletico TE che si è fatto le ossa a Minnesota, pronto a sfruttare il buco lasciato da Owen Daniels, il quale ha preferito seguire Kubiak ai Broncos. Troverà spazio anche Crockett Gillmore (1 td da debuttante in NFL) che farà la staffetta con Williams.

Dietro ai soli 19 sacks subiti da Flacco nella stagione regolare 2014 c’è un lavoro che molto spesso è invisibile, ma risulta essere estremamente importante, quello della linea offensiva. L’unico punto debole sembra essere stato il left tackle Eugene Monroe, apparso in grande difficoltà specialmente dopo l’intervento chirurgico al ginocchio.

Dal lato opposto della linea Rick Wagner sta emergendo come uno dei migliori tackle destri della lega, un vero muro contro le pass rush avversarie.

Per il resto solo certezze: le guardie Osemele e Yanda offrono garanzie nel momento in cui Forsett e compagni tenteranno le proprie sortite di corsa, e il centro Jeremy Zuttah non è sicuramente da meno rispetto a Gradkowski ceduto tramite trade a Denver. Occhio poi al giovane John Urschel, guardia di talento che costituisce una valida alternativa in caso di guai fisici dei due titolari e a James Hurst, tackle sinistro che potrebbe arrivare ad insidiare Monroe.

Se gli offensive coordinator sono cambiati a ritmo di uno all’anno, non si può dire altrettanto per la difesa: Dean Pees sarà infatti per il quarto anno consecutivo alla guida dell’intero reparto e proseguirà con la 3-4 che gli ha permesso di piazzarsi all’ottavo posto nella classifica delle migliori difese della NFL (unica franchigia della Afc North a posizionarsi tra le prime dieci).

Il DC non avrà più a disposizione il defensive tackle Haloti Ngata, ceduto ai Lions in cambio di una quarta e una quinta scelta al draft. Il giocatore destinato a sostituirlo sarà Timmy Jernigan, che ha già mostrato le sue doti nel finale dello scorso campionato mettendo a referto 4 sacks, ma che andrà giudicato nell’arco di una stagione intera.

Al suo fianco ci sarà un altro nome giovane e dal grande talento, quello di Brandon Williams, capace di coniugare potenza e rapidità. Da lui si attendono solo conferme. Per garantire la giusta dose di esperienza alla linea i Ravens hanno rimesso sotto contratto Chris Canty, inizialmente tagliato dal roster dopo un’annata con diversi problemi fisici.

Tra le riserve importanti rientri dagli infortuni per Brent Urban e Kapron Lewis-Moore i quali potranno tornare utili per dare un po’ di respiro al trio titolare. Un grande punto di domanda è rappresentato dalla terza scelta al draft, Carl Davis: il ragazzo di Detroit ha talento e tutti glielo riconoscono, eppure si è dovuti arrivare al terzo giro affinché venisse preso da una franchigia. Il motivo sembra essere legato al tipo di atteggiamento assunto dal ragazzo negli anni passati ad Iowa, poco volenteroso e poco disposto ad impegnarsi al 100 percento. A lui il compito di smentire le malelingue.

La partenza di Pernell McPhee in direzione Chicago è una perdita fondamentale, uno dei macigni che ogni franchigia è costretta a sopportare per non sforare il salary cap.

A prendere il suo posto nel ruolo di “situational player”, come lo chiamano gli americani, sarà Za’Darius Smith, caricato subito di una bella responsabilità al suo arrivo tra i professionisti.

E non è detta che questo sia il suo unico compito: Courtney Upshaw ha fatto bene quando si è trattato di bloccare le corse degli avversari, ma ha mostrato molte carenze come pass rusher. A Baltimore si attendono miglioramenti che, se non dovessero arrivare, porterebbero Upshaw a perdere una posizione nelle gerarchie di Harbaugh, venendo scavalcato proprio da Smith.

Pur senza McPhee il pacchetto di linebacker di Baltimore fa comunque paura: sugli esterni ci saranno i veterani Elvis Dumervil (17 sacks la stagione scorsa) e Terrell Suggs (12 sacks), non proprio gli ultimi arrivati nella Lega. Gli interni saranno C.J. Mosley, andato al Pro Bowl e arrivato a un passo dal vincere il titolo di Defensive Rookie of the Year grazie alla sua forza e rapidità, e Daryl Smith, 33enne che ha dimostrato di meritarsi ancora la fiducia dei Ravens con 127 tackles e 2 fumble forzati.

Passiamo a parlare del backfield: partito bene nella prima metà della regular season 2014, Jimmy Smith si è poi seriamente infortunato a un piede, tanto da doversi operare e finire nella IR list. Rinunciare a un giocatore di tale calibro sarebbe però stato eccessivo e i Corvi hanno così puntato su un suo pieno recupero offrendogli un rinnovo di contratto da 48 milioni di dollari. Uno dei due posti da cornerback sarà dunque il suo. E l’altro?

L’altro dovrebbe appartenere a Lardarius Webb. Diciamo dovrebbe perché anche lui ha passato una stagione complicata, martoriata dagli infortuni e segnata da numeri non eccelsi. Il ruolo che riveste necessita di un pieno recupero, cosa che non può ancora essere data per scontata. Partirà titolare, ma Baltimore ha comunque scelto di tutelarsi andando a prendere Kyle Arrington, lasciato partire dai Patriots. Tutti gli altri (Malvin, Jackson e il rookie Walker) dovranno giocarsela per un posto tra i backup.

Veniamo ora alle dolenti note: la posizione di safety è stata una dei punti deboli del roster dei Ravens nel 2014. Matt Elam ha deluso le aspettative e la dirigenza dei neroviola non ha fatto nulla per nasconderlo.

Difficile che vinca la concorrenza del redento Will Hill, preso l’anno scorso a fine luglio dopo essere stato cacciato dai Giants a causa dell’ennesima sospensione per abuso di droghe, e autore di un grande intercetto contro i Saints trasformato in touchdown.

La secondaria dovrebbe migliorare grazie all’arrivo di Kendrick Lewis, free safety capace di forzare 3 fumble, intercettare 2 lanci e far registrare 84 tackles l’anno passato a Houston. Infine Baltimore spera di recuperare, anche se è ancora presto per dire quando, Terrence Brooks, bloccato nella sua stagione di debutto in NFL da un infortunio a un ginocchio.

Il passaggio di Jacoby Jones ai San Diego Chargers ha aperto la caccia al nuovo returner: il candidato numero uno pare essere Asa Jackson, seguito da Michael Campanaro e da DeAndre Carter. Alla fine dei match di pre-season arriveranno le prime risposte con Jerry Rosburg, allenatore degli special team, che dovrà indicare il prescelto.

Nessun problema invece per quanto riguarda i kicker: Justin Tucker è sinonimo di accuratezza. Nel 2014 il texano non ha fallito neanche un field goal dalle 50 yards in giù, mancando solo 5 tentativi quando il calcio partiva da distanze siderali. Sam Koch ha rintuzzato le critiche di chi non lo considera un buon punter con una media di 47,4 yds che gli è valsa il rinnovo del contratto per altri 5 anni (guadagnerà 16,25 milioni di dollari) diventando così uno dei giocatori più pagati in questo ruolo.

La stagione dei Corvi non sarà una passeggiata. Il calendario li metterà subito di fronte ai Denver Broncos di Peyton Manning al Mile High Stadium e poi ci sarà da ospitare i Seattle Seahwaks a metà dicembre, sfida che aprirà un trittico di incontri casalinghi che potrebbero risultare decisivi per la conquista dei playoff.

I due match con gli Steelers saranno carichi di tensione come sempre, ma quello che conta veramente è la fame di questa squadra. Flacco è già entrato nell’olimpo dei quarterback vincenti, ma sa che per distinguersi c’è bisogno di infilare un altro anello al dito. E poi questa potrebbe essere una delle ultime chance per giocatori come Steve Smith, non lontanissimi dal canto del cigno e ancora a secco di successi al Super Bowl.

Molto dipenderà dalla salute fisica del roster: se i giocatori chiave rimarranno in salute allora Baltimore può essere una seria candidata alla vittoria della propria division e un contendente pericoloso nella post-season.

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