Un nuovo capitolo ha inizio. Potrebbe sembrare un concetto abbastanza estremo questo, ma i Detroit Lions che prenderanno il via alla stagione 2015 saranno decisamente differenti rispetto a quelli del recente passato.

Tante partenze importanti, di grandissimo impatto, in favore dell’arrivo di qualche veterano, il tutto contornato da una serie di elementi di cui ancora ad oggi si attende il definitivo ingresso tra l’elite della National Football League.

Bisognerà ripartire dal record di 11-5 dell’anno scorso, estremamente positivo per questa squadra, ma soprattutto da una bruciante sconfitta in una Wild Card che mancava ormai dal 2011, il solo secondo appuntamento alla post-season addirittura dal secolo scorso. Cosa attende in questa nuova corsa Jim Caldwell e la franchigia del Michigan?

ATTACCO

Stranamente i due maggiori punti interrogativi sono coloro che dovrebbero trascinare a suon di grandi prestazioni il reparto offensivo. Riuscirà finalmente Matthews Stafford a farsi spazio tra gli elite dei quarterback della NFL? Si riprenderà da una stagione sicuramente positiva, ma non straordinaria, Calvin Johnson?

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Matthew Stafford, QB dal grande potenziale mai tirato fuori

Da Caldwell ci si aspettava un lavoro differente nella passata stagione: riuscire ad alzare il livello del reparto offensivo. È invece riuscito a creare una delle migliori difese di tutta la lega, la numero uno contro le corse.

Ma anche se l’exploit non è arrivato i numeri di Stafford sono migliorati in aspetti decisamente importanti: fatta eccezione per il solo 2010, dove giocò solo tre partite, il quarterback di Detroit è riuscito nel career best in quanto a intercetti (12 a fronte dei 19 dell’anno precedente), anche se è purtroppo calato anche il numero di touchdown (22 contro i 29 del 2013).

Ma il numero fondamentale, quello che afferma che tipo di quarterback sei, non ha fatto il balzo decisivo: il QBR è stato ancora ben al di sotto di quota 90 (85.7) e la cosa ha ovviamente avuto ripercussioni sull’intero reparto. I Lions hanno infatti chiuso al 22° posto in quanto a punti realizzati (20.1 avg), qualcosa di non ottimale considerando che si sta parlando di una lega che cerca e avvantaggia sempre più veri e propri raid aerei.

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Che sia il 2015 l’anno di Megatron?

Il tutto ovviamente ha un valore maggiormente pregnante quando consideriamo che il WR numero uno dell’intero parco della National Football League, tale Megatron, ha per la seconda volta negli ultimi cinque anni mancato la doppia cifra in touchdown. Il numero 81 ha saltato tre partite, questo è vero, ma nel 2013 è riuscito con appena una presenza in più a realizzare quattro touchdown in più.

È ovvio che il punto cardine dell’attacco della franchigia di casa nella MoTown dipenderà sostanzialmente dal rendimento del duo citato sinora, il tutto ovviamente considerando altre variabili di grande importanza, come ad esempio la offensive line. Quest’ultima l’anno scorso non ha reso come Caldwell sperava, concedendo di fatto 45 sack (career high per Stafford) e non creando le giuste occasioni per un running game che nell’annata passata si è piazzato come 28°.

Un altro punto cardine dovrà essere il lavoro di Joique Bell, vuoi perché il quasi sempre infortunato Reggie Bush non c’è più, vuoi perché colui che ha preso il suo posto è “solamente” un rookie, ossia Ameer Abdullah. Su questo fronte un buon contributo potrebbe arrivare da Laken Tomlinson, ma è ovviamente ancora troppo presto per parlare.

Sarà (questa volta per davvero) l’annata dell’esplosione di Stafford? O i tifosi della MoTown dovranno ancora una volta sperare nelle prodezze di Megatron?

DIFESA

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Ndamukong Suh, accasatosi nell’ultima free agency nei lidi dei Fins

Il vero punto di domanda. Quale futuro dopo le dipartite di Ndamukong Suh e Nick Fairley? Su questa combo Caldwell ha costruito una difesa a dir poco granitica, contro cui pochissime squadre sono riuscite a toccare almeno quota 20 punti.

Per contrappesare è arrivato un veterano come Haloti Ngata, ma l’ex Baltimore Ravens potrebbe non disporre della cattiveria mista a “strafottenza” che hanno permesso a Suh e Fairley di fermare chiunque si trovasse loro davanti, in ogni modo possibile (anche poco consoni al regolamento in talune occasioni). Ma non si tratta solo di Ngata.

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DeAndre Levy, il prossimo leader difensivo per la MoTown

Ezekiel Ansah potrebbe essere l’uomo giusto per i Lions, nel caso riuscisse a rimanere in salute. Jason Jones potrebbe a sua volta dire la sua, mentre Gabe Wright potrebbe presentarsi come un giocatore voglioso di contribuire. Un ruolo maggiormente importante spetterà per forza di cose a DeAndre Levy, vuoi per le partenze di cui sopra, vuoi per l’estensione giunta all’inizio del mese. Un importante posto nella depth chart potrebbe spettare anche a Kyle Van Noy, sempre che l’ernia patita l’anno scorso non si faccia rivedere dalle parti del Ford Field.

Passando alla secondary servirà soprattutto che le safety mantengano il volume dimostrato nella passata stagione. Per un singolo reparto undici intercetti sono tanti e la continuità è quello che serve maggiormente alla franchigia della MoTown.

La posizione che maggiormente ha pagato le assenze l’annata passata è quella di CB, in particolare a causa degli infortuni. La depth quindi risulterà fondamentale per la squadra di Caldwell, e l’arrivo di Alex Carter e Quandre Diggs dal draft potrebbe rivelarsi una carta da non tralasciare. Dal canto suo Rashean Mathis dovrà istruire il più possibile i due giovani prospetti, magari insieme al neo arrivato Josh Wilson.

Come l’anno scorso tutto dipenderà dal front seven. Le partenze, gli arrivi, la continuità e il rendimento, il tutto con delle corpose ripercussioni su una secondary da rivedere e riassemblare in parte, ma che ha comunque dei punti focali da cui ripartire. Uno dei migliori reparti dell’intera NFL, dovrà (probabilmente) di nuovo rivelarsi la marcia in più per la MoTown.

SPECIAL TEAMS

Una delle cose più strane dell’anno scorso. Un reparto che è sembrato sotto una sorta di maledizione e che potrebbe essere costato carissimo ai Detroit Lions, forse anche un titolo divisionale. Dopo le parentesi Nate Freese e Alex Henery, fino addirittura ad una possibile (e nuova) infatuazione Giorgio Tavecchio, la franchigia della MoTown ha optato per Matt Prater, al rientro da problemi extra sportivi.

L’ex Denver Broncos ha portato solidità da questo punto di vista e la sua conferma è stata semplicemente scontata. Per quanto riguarda i punt Sam Martin è stato anch’egli confermato nonostante gli errori nella Wild Card contro i Cowboys. La regular season deve averlo aiutato in tal senso. Da rivedere la coverage unit e il returning game. Jeremy Ross non sembra convincere molto e Abdullah potrebbe addirittura arrivare a soppiantarlo. Non resta che attendere per osservare le scelte di Caldwell in merito.

CONCLUSIONI

Finalmente i Detroit Lions sono tornati alla post-season nella passata stagione. Le basi per confermarsi sono decisamente solide, ma bisognerà valutare nel corso di un’intera stagione regolare se le dipartite di Suh e Fairley saranno così importanti da costringere Caldwell a forzare la mano a Stafford e Johnson, rischiando di conseguenza maggiormente e mettendo sul piatto qualcosa di più.

La Division sarà molto dura: tra i confermatissimi Green Bay Packers, i Minnesota Vikings che stanno trepidamente attendendo il rientro di All Day e i Chicago Bears con tantissima voglia di rivalsa dopo il pessimo ultimo posto dell’anno scorso, la NFC North resta una delle Division più competitive di tutta la NFL. Riusciranno i Lions a ripetersi?

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