Link per il riepilogo della AFC

NFC EAST

Dallas Cowboys

Randy Gregory

Randy Gregory

Per Jerry Jones, la conduzione di questo Draft è una sorta di scommessa. Dallas ha puntato tutto sull’efficienza della propria linea offensiva per rendere produttivo Darren McFadden, a patto che questi resti in salute, decidendo di non portare nuovo talento a roster nel ruolo di running back. I Cowboys hanno coperto un’esigenza abbastanza urgente dato il rendimento delle secondarie, che hanno visto alternarsi giocatori pieni di belle speranze solamente pronti a deludere, un aspetto che ci si auspica non riguardi anche Byron Jones, corner dal fisico possente per il quale è stata investita la scelta di primo giro. In futuro i Cowboys saranno giudicati soprattutto per la selezione di Randy Gregory, prospetto dal talento immenso plagiato da gravi problemi caratteriali, che se gestito bene potrebbe aiutare tanto la pass rush. Damien Wilson è una selezione ragionevole, che aggiunge sostanza al sempre critico ruolo di linebacker interno, mentre la linea offensiva avrà un nuovo contendente per la posizione di tackle destro in Chaz Green, un terzo giro speso in maniera adeguata.

New York Giants

Ereck Flowers

Ereck Flowers

I Giants hanno colpito tre dei quattro settori che presentavano dei vuoti a roster, continuando nel contempo la ricostruzione della linea offensiva. La chiamata è caduta su Ereck Flowers, tackle proveniente da Miami che pare possedere le capacità per giocare a destra molto presto consentendo lo spostamento di Justin Pugh a guardia, e questa mossa potrebbe portare i Big Blue sulla strada giusta per ripresentare un fronte consistente dopo il ricambio generazionale dei due Super Bowl. La trade up al secondo giro per Landon Collins risolve un problema privando la squadra delle risorse per arrivare a capo di un altro, nel senso che il prospetto da Alabama è pronto per occupare il posto da strong safety, ma ancora una volta i Giants saranno privi di quel playmaker che cercano da anni nella posizione di linebacker. La terza necessità, quella del defensive end, è stata coperta attraverso Owamagbe Odighizuwa (auguri ai commentatori americani), un buonissimo valore al terzo giro, sceso per colpa di alcuni infortuni.

Philadelphia Eagles

Nelson Agholor

Nelson Agholor

Bocciati perché non è arrivato Mariota? No, dai non scherziamo. Potrebbero guardare vicino a loro gli Eagles, precisamente nella capitale, e vedere che non sempre gettare un cospicuo numero di scelte per un potenziale franchise qb (potenziale, sottolineiamo) non sempre paga dazio. Però, si discuterà per anni del fatto che Chip Kelly non ha stabilità nel ruolo più importante della sua filosofia, offensiva, a meno che Sam Bradford non resti in salute e giochi meglio di quanto ha fatto in passato. Detto questo, via libera alla presa di un altro giocattolo offensivo e di una severa presa di provvedimenti per le retrovie, che andavano migliorate da subito. Il nuovo giovane ricevitore degli Eagles è Nelson Agholor, molto simile a Jeremy Maclin per quello che sa fare, mentre Eric Rowe, JaCory Shepherd e Randall Evans debbono ringalluzzire con le loro doti atletiche un reparto dietro che ha concesso un numero di big play indigesto a Kelly ed al suo staff. I quali hanno fatto solo il loro dovere, intervenire dove serviva senza trade spettacolari.

Washington Redskins

Brandon Scherff

Brandon Scherff

Primo Draft per il nuovo GM Scot McCloughan, e già tira aria nuova. Tanta consistenza, niente cavolate sembra essere il nuovo mantra dei Redskins, i quali erano ben consci dello stato decadente del lato destro della loro linea offensiva, ed hanno lasciato andare Leonard Williams per prendere il solido Brandon Scherff, che potrebbe seriamente uscire dal camp con il posto di tackle destro in mano. McGloughan doveva rimpinzare il roster in vari settori ed ha operato mosse per ottenere un totale di dieci giocatori, tra i quali spiccano il defensive end/linebacker Preston Smith, che avrà compiti specifici di pass rush, ed il wide receiver Jamison Crowder, uno dei giocatori più spettacolari della storia dell’università di Duke, un buonissimo valore aggiunto preso al quarto giro che potrebbe nascondere qualche piacevole sorpresa strada facendo. La linea offensiva è uscita rinfrescata anche dalla presa di Arie Kouandjio, una guardia che gioca in maniera fisica sulle corse, le quali beneficeranno di un nuovo running back grazie a Matt Jones, quarto giro da Florida, utilizzato peri terzi down. Un Draft molto solido, lontano dalle velleità circensi tipiche di Dan Snyder.

NFC NORTH

Chicago Bears

Kevin White

Kevin White

Primo Draft di sempre davanti al pubblico amico, nel suo piccolo un evento. E’ stata subito ovazione per Kevin White, il quale sembra il ricevitore giusto al momento più consono vista la partenza di Brandon Marshall, a pensare alla combinazione tra White e Alshon Jeffery i tifosi dei Bears cominciano già a vedersi aumentata la salivazione. Il nuovo regime dirigenziale è andato ad operare bene sulle due linee, si potrebbe difatti aver reperito il centro del futuro nel consistente Hroniss Grasu, reduce dai successi ad Oregon, mentre dall’altra parte della trincea Eddie Goldman fornisce un tackle specializzato contro le corse, un buon valore per un secondo giro. La seconda parte delle chiamate è stata orientata alla profondità del roster, con particolare riguardo alla posizione di free safety e tackle offensivo, mentre il running back Jeremy Langford, quarto giro, potrebbe aggiungere dinamicità ed essere inserito presto nei terzi down.

Detroit Lions

Laken Tomlinson

Laken Tomlinson

I Lions sono stati i protagonisti di una trade tra le poche occorse al primo giro, che ha portato loro un doppio beneficio all’esigenza più urgente, la linea offensiva. Invertendo le posizioni di scelta con i Broncos hanno ottenuto difatti il veterano Manny Ramirez e successivamente selezionato Laken Tomlinson, vantando ora due nuove guardie da schierare da subito. Salutato Reggie Bush è arrivato Ameer Abdullah da Nebraska al secondo round, un ragazzo interessante per come sa esplodere in accelerazione a discapito delle 200 libbre, un bel giocattolo per Stafford a patto che elimini i problemi di fumble avuti al college. Grazie a chiamate difensive che hanno restituito profondità al roster con i corner Alex Carter (terzo giro, da tenere sotto osservazione) e Quandre Diggs (sesto giro), i Lions sono sebrati tra le squadre che si sono mosse meglio durante l’evento.

Green Bay Packers

Quinten Rollins

Damarious Randall

Molti gli interventi difensivi, atti a coprire alcune perdite importanti aumentando nel contempo la gamma di soluzioni presenti a roster. Due defensive back nei primi due giri portano al Lambeau Field un ottimo prospetto come Damarious Randall, un safety capace di coprire larghe porzioni di campo e di marcare a uomo, abbinandogli un giocatore strutturalmente molto simile come Quinten Rollins, che ha un passato pieno di basket ed ottime mani per intercettare. Jake Ryan è un prospetto da seguire con interesse potendo giocare linebacker interno od esterno, mentre Aaron Ripkowski è una scelta sensata, un fullback puro che a breve potrebbe rimpiazzare l’idolo John Kuhn. Brett Hundley, quarterback da Ucla, si prospetta come un solido backup per Aaron Rodgers, ma nulla più. Manca ancora un tight end in grado di fare davvero la differenza.

Minnesota Vikings

Trae Waynes

Trae Waynes

Si dice che il loro sia stato uno dei migliori Draft del 2015. Attraverso le scelte più alte i Vikings paiono migliorati dal punto di vista difensivo, il talento del corner Trae Waynes non è in discussione e le sue qualità atletiche sono idonee per lo schema utilizzato da Mike Zimmer, mentre il linebacker Eric Kendricks andrà a riformare tra i pro una coppia che a Ucla ha fatto sfracelli, quella con Anthony Barr. Tra le dieci chiamate effettuate, due giri intermedi hanno particolarmente catturato l’attenzione: il quarto round T.J. Clemmings, sceso per gli infortuni, può giocare tackle offensivo da ambo i lati; il quinto giro Stefon Diggs era il punto di riferimento per tutto l’attacco di Maryland ed aggiunge uno strato dinamico all’attacco coordinato da Norv Turner. I giri bassi sono andati su altri due tackle, giusto per rimpinzare il ruolo, ed incuriosisce il possibile sviluppo dell’end BJ Dubose con un coach come Zimmer ad insegnargli il mestiere.

NFC SOUTH

Atlanta Falcons

Vic Beasley

Vic Beasley

Quella dei Falcons è stata un’eterna ricerca verso un pass rusher degno di tale nome. Sarà finita, grazie alla selezione di Vic Beasley? A livello atletico la risposta non può che essere positiva, a livello tecnico dipenderà dall’applicazione del ragazzo, il cui compito sarà uno solo: stendere il quarterback avversario a ripetizione. Alle prese con tratti di notevole inconsistenza della linea difensiva, Atlanta ha speso un quinto giro per Grady Jarrett, un tackle diventato famoso perché gli andava a fuoco la casa mentre attendeva di sentire chiamato il suo nome, ma al di là di questo in rapporto alla posizione di scelta pare un investimento sensato. Tuttavia, il GM Thomas Dimitroff potrebbe aver pescato due piccole gemme su cui gravitava un po’ di scetticismo generale, ovvero il running back Telvin Coleman, penalizzato dal fatto di essere uno dei tanto buonissimi corridori della Big Ten dell’anno passato, ed il corner Jalen Collins, che copre un’area dove la squadra è veramente corta, ma che dovrà fare tanta esperienza dopo essere partito solamente dieci volte titolare a Lsu. Dovessimo scommettere su un giocatore vincente di questo lotto lo faremmo su Justin Hardy, un quarto giro che potrà sostituire anche da subito Harry Douglas nel ruolo di terzo bersaglio.

Carolina Panthers

Shaq Washington

Shaq Washington

Difficile eseguire un Draft completo con così poche scelte a disposizione, solo cinque di cui due compensatorie, con la conseguenza che I Panthers sono tra le franchigie più discusse per il loro operato tra gli analisti americani. I problemi di linea offensiva restano quelli che erano, e per Cam Newton questa non è una buona notizia, la selezione dell’atletico linebacker Shaq Thompson alla 25ma assoluta ha fatto storcere il naso a molti, e la direzione fisica intrapresa da Ron Rivera per il suo attacco è stata confermata dalla selezione del wide receiver /tight end Devin Funchess, che tuttavia ha caratteristiche molto simili a quelle in dote a Kelvin Benjamin, lasciando il roster comunque sguarnito in termini di giocatori che sanno separarsi dal difensore. E per Cam Newton, è un’altra notizia non buona.  Puntando ancora molto sulle corse, ha senso la chiamata di Cameron Artis-Payne al quinto giro, che ha tutto sommato un buon valore.

New Orleans Saints

Stephone Anthony

Stephone Anthony

I Saints avevano il lusso di poter scegliere due volte al primo giro, avendo sacrificato Jimmy Graham per averne diritto. Convince maggiormente la più tardiva delle due prime scelte, nel senso che il linebacker interno Stephone Anthony è ideale per partire da subito titolare nella 3-4 di base, mentre il tackle offensivo Andrus Peat, preso in ottica di svecchiamento del reparto, potrebbe possedere delle caratteristiche atletiche più idonee alla posizione di guardia. Per questo si pensa che con due selezioni così alte si poteva fare di meglio. La difesa è stata il problema più grave dei Saints del 2014, per questo si è cercato di indirizzare verso quel reparto tante risorse di questa tornata di selezioni, come stanno a significare le chiamate del linebacker esterno Hau’Oli Kikaha (che non avrà più il lusso di avere Danny Shelton davanti ad aprirgli spazio come al college) e di un tackle difensivo come Tyeler Davison, possente ma da rifinire. Date le caratteristiche fisiche simili a Brees c’è da tenere d’occhio un prospetto come il quarterback Garrett Grayson, che avrà un eccellente maestro, ma dovendo sopperire così tanto alle lacune difensive i Saints hanno completamente perso di vista i ruoli di ricevitore e soprattutto di tight end, lasciando una sensazione di amaro in bocca.

Tampa Bay Buccaneers

Jameis Winston

Jameis Winston

Difficile girare attorno al fatto che il Draft dei Bucs sarà giudicato dal futuro sviluppo in possibile superstar da parte di Jameis Winston. L’iper-scrutinato quarterback da Florida State è stato preso per diventare il primo vero franchise qb della travagliata storia di Tampa, la quale sa il rischio che corre dato l’alto numero di incidenti fuori dal campo e l’immaturità del soggetto, ma che conosce altresì molto bene l’enorme quoziente intellettivo che questo ragazzo possiede per giocare quarterback in Nfl. Per il resto tanti dubbi. Donovan Smith, possente tackle destro, stabilirà la posizione per gli anni a venire o desterà nuovi sospetti verso il suo amore per il football? Ali Marpet, centro proveniente dalla Division III, riuscirà a stendere avversari con costanza anche a questo livello di gioco? Il linebacker Kwon Alexander riuscirà a prendersi un posto da titolare ad uno/due anni di distanza da oggi? Winston a parte, sembrano mancare ancora tanti pezzi del puzzle, nonostante i progressi siano dietro l’angolo.

NFC WEST

Arizona Cardinals

D.J. Humpries

D.J. Humpries

Squadra che per ammissione del suo stesso head coach non aveva grossi buchi da coprire, e c’è da credergli, dato che la perdita più grande dei Cardinals è stata quella del defensive coordinator Todd Bowles. Ad ogni buon conto il lavoro del GM Steve Keim sembra davvero egregio, tenuto conto dell’addizione di Mike Iupati tra i veterani, e la selezione di D.J. Humpries tra i rookie, due mosse importantissime per una linea offensiva che oggi sembra aver terminato la sua lunga ricostruzione. Ed è il reparto più importante, dato che Arizona corre male e deve proteggere il più possibile il ginocchio del rientrante Carson Palmer, il quarterback che quando è in campo fa vincere questi Cardinals. A proposito di corse, il terzo giro David Johnson sembra un buonissimo complemento per Andre Ellington, e sa ricevere molto bene. Ben tre selezioni sono state orientate allo svecchiamento della linea difensiva, in particolare Markus Golden e Shaq Riddick hanno le caratteristiche dei giocatori in grado di entrare in rotazione da subito contribuendo alla pass rush. Un Draft apparentemente molto solido.

San Francisco 49ers

Arik Armstead

Arik Armstead

Gli analisti americani sono abbastanza convinti che questo sia stato il peggior Draft condotto da Trent Baalke. Forse perché i 49ers non hanno guardato completamente le loro esigenze e sono rimasti fedeli ai gradi dati ai giocatori di loro interesse, mancando di coprire alcuni settori falciati dai ritiri e dagli infortuni. Dalla tornata di selezioni non è uscita una valida alternativa di talento ai problemi che San Francisco ha nel settore linebacker interno e corner. E’ stato un Draft di prospetti grezzi, dalla cui definizione dipende molto del futuro successo della franchigia, se la prima scelta Arik Armstead diventasse metà di ciò che rappresenta Justin Smith sarebbe già un passo avanti, ma ci vorrà comunque del tempo, sul safety Jaquiski Tartt persistono dubbi sulle doti in copertura, intriga invece Eli Harold, preso più giù del previsto, in un terzo round che rende probabilmente giustizia ad un giocatore dotato di grande esplosività istintiva, ma ancora molto grezzo. Ci sarà molto da lavorare anche su Blake Bell, il famoso Bellzoder di Oklahoma, un tempo quarterback oggi interessante tight end per le situazioni di corto yardaggio, e su DeAndre Smelter, ricevitore di Georgia Tech che nonostante il fisico possente può liberarsi sul profondo, il quale sta recuperando da un crociato rotto. Due guardie offensive prese al sesto e settimo round non potranno certo sostituire il talento di Mike Iupati.

Seattle Seahawks

Frank Clark

Frank Clark

La squadra di Pete Carroll è una di quelle che può essere giudicata diversamente dalle altre, in quanto la prima scelta a sua disposizione è stata ceduta quale parte dello scambio messo in atto per ottenere Jimmy Graham, uno dei tight end più dominanti della Lega. Siamo oramai abituati a scelte sorprendenti da parte dei Seahawks, per cui è netta la difficoltà provata anche solo a giudicare una chiamata come quella di Frank Clark, defensive end da Michigan State ricolmo di problemi fuori dal campo, soggetto che molti scout hanno dichiaratamente ritenuto poco affidabile. A livello fisico è una forza della natura, ma il dubbio sorge nel momento stesso in cui una franchigia già priva di una prima scelta utilizzi un secondo round per un soggetto con un passato di violenza domestica alle spalle. Con il poco rimasto a disposizione Seattle ha cercato di prendere un adeguato numero di giovani da sviluppare per la linea offensiva, dato che hanno perso il centro Max Unger nella trade per Graham, ma solo il tempo potrà dare un giudizio su Mark Glowinski e Terry Poole, due quarti giri. L’highlight del Draft dei Seahawks sembra essere Tyler Lockett, un ricevitore un po’ leggero per essere un vero numero uno tra i pro, ma che può allinearsi ovunque ed è tecnicamente affidabilissimo.

St. Louis Rams

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Todd Gurley

Le scelte dei Rams sembrano far pensare che si vogliano attrezzare per competere con le avversarie divisionali utilizzandone le stesse armi: un gioco di corse consistente, e tanta qualità difensiva. Se la difesa è già stata ben caricata di talento negli ultimi due anni, stavolta era il turno dell’attacco, con una particolare concentrazione sulla linea offensiva, la quale ha visto ben quattro chiamate nella propria direzione. La prima scelta è andata su Todd Gurley, tanto per rimanere nell’ambito di un giocatore sul prototipo di Steven Jackson andando incontro alla filosofia di coach Fisher, e vista l’abbondanza di attenzioni riservate alla linea offensiva ci sarà di sicuro competizione quando sarà il momento del training camp. Quattro prospetti superiori alle 300 libbre indicano che si vuol proteggere adeguatamente Nick Foles e che si desidera correre molto, in particolare Rob Havenstein e Jamon Brown si giocheranno la chance di stabilizzare la debole parte destra. L’impressione è che St. Louis potesse aggiungere un altro ricevitore di talento alla batteria, e che la selezione di Bud Sasser al sesto giro sia tardiva per la risoluzione istantanea del problema.

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