LO STATO DEI RAIDERS

derek-carr-nfl-preseason-detroit-lions-oakland-raiders4-850x560Qual è la situazione dei Raiders? Oltre a quella disastrosa in campo, dopo il 52-0 a St. Louis di domenica, la situazione dirigenziale dei “predoni” sembra perennemente senza via d’uscita, tanto che a 3 anni dalla morte di Al Davis e del potenziale cambio di direzione col figlio Mark e la carica di GM assegnata a Reggie McKenzie, apparentemente l’uomo giusto avendo fatto un lungo percorso d’esperienza ai Green Bay Packers sotto Ron Wolf e Ted Thompson, la confusione regna sovrana a Oakland. Stando ai fatti, la missione di McKenzie non si è proprio rivelata un successo, dall’ingaggio di Dennis Allen come head-coach all’ultima campagna acquisti, votata all’acquisto di veterani poco produttivi, al limite dell’imbarazzo quando pensiamo al running-game dei Raiders: 870 yards corse stagionali, meno di quanto hanno fatto singoli running-backs, per giunta come Marshawn Lynch (956 yards) senza aver brillato particolarmente! Licenziare anche McKenzie, o… il problema si chiama ancora Davis, ed è passato dal padre al figlio? Ci sono almeno tre esempi di ingerenza dell’attuale proprietario nelle ultime tre stagioni.

1) l’assunzione di Dennis Allen per la stagione 2012 non fu senza molti limiti, a partire da quelli salariali, che Davis impose al nuovo GM. Si parla della volontà di riportare Jon Gruden ai Raiders, ma la cosa poteva capitare già tre anni fa, anche se l’attuale situazione stadio, oltre alle strutture dove si allena la squadra, è poco invitante per qualunque allenatore top che volesse andare a Oakland. Sempre che vedere l’attuale roster non sia già abbastanza disarmante…

2) Rifiuto di firmare i vari allenatori del coaching staff per multipli contratti, altro elemento che  getta molte ombre sull’effettiva volontà di Mark Davis di rinforzare i Raiders, oltre al licenziamento di Allen senza rilasciare dichiarazione alcuna alla stampa, nè parlando all’interessato prima della decisione.

3) Veto alla firma di Rodger Saffold per presunti motivi medici all’inizio del periodo di firma dei free-agent questa offseason, quando l’offensive lineman ai Rams ha giocato tutte le partite stagionali dimostrandosi il giocatore solido che i Raiders avevano bisogno di assicurarsi, soprattutto (e ci risiamo!) non rifirmando Jared Veldheer per motivi economici…

Come se ne esce? Giocatori giovani e interessanti nel roster ce ne sono, da Derek Carr a Stefan Wisniewski al rookie Khalil Mack a T.J. Carrie, su cui ricostruire, e il draft darà sicuramente una mano. Ma l’idea è che ci vuole una rivoluzione a 360 gradi, dove anche un eventuale trasferimento dal vetusto O.co Coliseum, magari a Los Angeles, aiuterebbe a rompere questa ormai decennale maledizione che pende sui Raiders…

LA SITUAZIONE QUARTERBACK – NFC – prima parte

Tony Romo, Dallas Cowboys

romoLa debacle contro gli Eagles non deve sorprendere, visto che in una settimana normale Romo non si allena mercoledì, e ovviamente la partita infrasettimanale ha modificato la sua routine, facendoci vedere un giocatore fiacco e fuori ritmo. Rovescio positivo, i 7 giorni alla prossima partita, di nuovo di giovedì, permettono un ritorno progressivo alla forma, per un giocatore passato attraverso mille infortuni. Ad emblema della sua ottima stagione fino ad oggi, con 106.2 di rating è il terzo miglior quarterback dell’NFL…

Mark Sanchez, Philadelphia Eagles

Sorvegliato speciale per eccellenza, Sanchez ha evitato errori contro i Cowboys, guidato con efficienza la No-Huddle Offense di Chip Kelly, e pure improvvisato correndo 5 volte per 29 yards. Contro Seattle sarà un test sicuramente più duro…

Eli Manning, New York Giants

Altra giornata frustante per una stagione da dimenticare, senza intercetti ma con due pesanti fumbles nel corso della partita con Jacksonville. Il problema principale in tutta la stagione è stata la debolezza della linea offensiva, che condiziona Manning e lo porta a fare gli errori che lo hanno penalizzato in tutta la stagione…

Colt McCoy, Washington Redskins

Vista la situazione attuale di Robert Griffin, McCoy sembra scelta obbligata per Jay Gruden, e anche un tipo di quarterback adatto al gioco offensivo attuale dei Redskins. Rimane il fatto che, pur con un primo tempo fiacco e in balia della difesa dei Colts, il secondo tempo ha posto delle buone basi per le prossime 4 partite: 3 td’s e 392 yards lanciate da parte di McCoy sono un buon biglietto da visita…

Aaron Rodgers, Green Bay Packers

La prestazione contro i Patriots di domenica rende sempre più speciale la stagione del quarterback dei Packers, a livelli da MVP. 368 yards lanciate per due touchdowns e nessun intercetto, e il miglior qb rating dell’NFL con un siderale 118.6…

Matthew Stafford, Detroit Lions

Se giocasse sempre come giovedì contro i Bears, Stafford sarebbe stabilmente nell’elite della lega. Il problema per il qb dei Lions è di trovare stabilità al suo gioco, e Calvin Johnson dovrebbe avere un ruolo importante in questo nelle ultime partite stagionali…

Jay Cutler, Chicago Bears

Pur nella mediocrità complessiva del gioco di Cutler in questa stagione, almeno nell’accuratezza dei passaggi ha ancora una dote rilevante, visto che è settimo nella lega in questa stat. Il tutto viene vanificato perchè la maggior parte di questi passaggi sono a breve termine, per lo più screens, e che quando aumenta la profondità del lancio la precisione di Cutler cade drasticamente…

Teddy Bridgewater, Minnesota Vikings

Progressivamente il rookie qb sta adattandosi al gioco pro migliorando la release della palla, il ritmo del gioco, e la partita di domenica (15 su 21 per 138 yards e 2 tds 2 e un rating di 120), dimostra questo progresso. Ricordiamo anche che Bridgewater ha giocato tutta la stagione senza Adrian Peterson…

PROTAGONISTI

Gli arbitri

Non è provocazione, ma sempre di più vediamo flag-football, invece della versione che andava di moda anni fa. Ovvero il vero football, quello dove i quarterback mettevano numeri meno stellari, ma solo perché le bandierine non cascavano dalle mani degli arbitri peggio che se fosse una sfilata di majorette. Yards di penalità a partita medie passate da 52.49 a 56.07 in un solo anno, con un numero medio per team che raggiunge quasi le 7 a partita. Un sempre maggior numero di chiamate per uso illegale delle mani, oltre alle immancabili trattenute e interferenze offensive e difensive. Il risultato è di gonfiare i numeri dell’attacco, ma anche di snaturare il gioco, tenendo conto che le yards a partita dei vari Manning e Luck sono spesso il risultato di chiamate arbitrali più che giocate sul campo vero e proprio. Oltre al “roughing the passer”, eccesso di violenza sul quarterback, diventato quasi una barzelletta. Segni di cambiamento? Non particolarmente, visto che il prodotto football va bene così. Ma la nostra personale voglia di vero football, quello di almeno dieci-quindici anni fa, rimane tanta…

Anche per oggi abbiamo finito, appuntamento alla prossima settimana col grande football NFL…

One thought on “NFL Week In Review #13

  1. Giustissimo l’appunto sugli arbitri…..nonostante io sia un’amante del qb passatore…ritengo scandalose il 70% delle chiamate per interferenza

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