In svariate occasioni si può arrivare a parlare di squadre in grado di dare a chiunque incroci il proprio cammino un grande fastidio, formazioni che possono creare un gran quantitativo di problematiche a qualsiasi squadra, gruppi di giocatori che emergono da sotto il fogliame quasi come una grossa sorpresa a conti ormai fatti. Nel corso della passata stagione questo tipo di appellativo è toccato agli Arizona Cardinals, che per pochissimo hanno mancato i playoffs l’anno scorso, e che puntano nel corso di questa annata a ripetersi se non addirittura a migliorarsi.

Dopo una misera stagione da 5-11 e l’ultimo posto nella NFC West, la formazione dell’Arizona termina la passata regular season al terzo posto con il record di 10-6, solo alle spalle delle future finaliste della NFC: ossia i Seattle Seahawks, futuri vincitori del Vince Lombardi Trophy, ed i San Francisco 49ers.

Una bella scommessa è stata quella di Carson Palmer, incredibilmente ed anche sorprendentemente vinta da Bill Bidwill, almeno finora. Il quarterback ottiene infatti il career high per yards su lanci a quota 4.274 e sotto certi aspetti sembra quasi avvicinarsi all’ottima stagione 2005 in quel di Cincinnati, Ohio.

Tuttavia le cose non sembrano andare decisamente nello stesso verso in questa stagione regolare. La quale ha purtroppo già visto mancare, in occasione dell’ultima vittoria ottenuta sul punteggio di 25-14 contro i New York Giants del minore dei fratelli Manning, il quarterback ex Oakland Raiders.

A quanto pare il problema relativo al nervo della spalla destra di Palmer non gli consentirebbe né di agguantare come si dovrebbe la palla, né tanto meno gli permetterebbe di lanciare alla propria normale velocità e soprattutto con la consona precisione. Un bel problema per un quarterback ormai sui 34 anni, che potrebbe anche intaccarlo in relazione al resto della regular season e non solo.

Non è una novità che i problemi ai nervi possano portare a lunghe degenze, è più che risaputo. A questo punto per Palmer si parla sia di possibile partenza già contro i San Francisco 49ers, quando la formazione di casa a Tempe (AZ) sfiderà la squadra guidata da Jim Harbaugh e Colin Kaepernick, o addirittura di probabile sosta per un mese o più. Difficile ora come ora affermare quanto Palmer dovrà stare fermo, ma se ci sarà la possibilità Bruce Arians ha affermato che manderà in campo il proprio condottiero.

Andre Ellington

Andre Ellington

Dopo una gara da quasi il 65% dei completi per 304 yards e due touchdowns, ed un rating di 108.4 condito da vittoria di una sola lunghezza contro i San Diego Chargers nell’esordio stagionale del double header del Monday Night Football, Palmer è stato prontamente rimpiazzato da Drew Stanton nell’episodio subito successivo contro i New York Giants, culminato nella vittoria come detto sopra.

Un Drew Stanton che non ha certamente brillato, ma tutto sommato non ha deluso considerando di aver disputato la sua prima gara da starter dal lontano 2010. Quasi il 50% dei completi per 167 yards senza segnature, ma anche senza intercetti alcuni. I New York Giants sono probabilmente tra gli avversari più morbidi da affrontare in questo momento, ma a differenza dei loro quattro turnovers i Cardinals non ne hanno commesso nessuno dimostrandosi ancora una volta una formazione solida e concreta, e che ora si ritrova solitaria in testa alla Division con il record di 2-0.

Importante è stata la prova del prodotto di Michigan State soprattutto nel primo drive del match, ben 80 yards culminate nel primo touchdown della gara, e quando il numero 5 ha condotto la propria formazione dalla propria linea delle 7 yards fino al field goal del 14-13, momento in cui i Giants non hanno più messo punti sul boxscore.

Un Drew Stanton quindi che si sta rivelando una più che discreta arma per la squadra dell’Arizona, ma che dovrà affrontare il primo vero test nel corso della prossima gara contro la più che fisica difesa dei San Francisco 49ers, con il front seven che verrà prontamente e sapientemente guidato da Justin Smith e Patrick Willis.

Tuttavia i problemi fisici di Arizona non si fermano a Carson Palmer. Pare infatti che uno dei pezzi forti dell’attacco di Arians soffra ancora di problemi al piede sinistro: trattasi del RB Andre Ellington.

Tuttavia, nonostante il dolore, Ellington si è dimostrato (soprattutto nel secondo episodio stagionale) un’ottima e fruttuosa arma per l’head coach dei Cardinals. Le sue cifre parlano finora di 144 yards in 28 portate a livello complessivo, per una media di poco oltre le 5 yards. Niente male insomma per un membro del backfield con problemi abbastanza gravosi ad una così fondamentale parte del corpo come il piede.

In ogni caso manca ancora da Ellington la cosa forse più importante: gli approdi nelle endzone avversarie. L’unico touchdown su corsa appartenente la squadra dell’NFC West è stato finora siglato da Jonathan Dwyer in una delle nove corse tentate. Non un’ottima statistica per una squadra senza il proprio quarterback titolare, senza dimenticare il fumble perso dallo stesso Ellington contro i Chargers, ma vi è ancora sicuramente tempo per migliorare.

Non dimentichiamo inoltre che dopo la gara casalinga contro Kaepernick ed i 49ers, i Cardinals potranno godere del bye per cui il problema di Ellington potrebbe facilmente essere buttato alle spalle in breve termine.

Un elemento in cui Arizona riesce spesso e volentieri ad incidere in maniera piuttosto profonda e marcata è il gioco aereo. Indubbiamente Larry Fitzgerald è la colonna portante di questo aspetto del gioco di Arians e, nonostante ancora non abbia potuto godere di alcuna segnatura, sta dando segnali importanti. Dopo una sola ricezione contro San Diego, il quantitativo contro i Big Blue viene addirittura sestuplicato. Contro i Giants infatti Fitzgerald è finalmente diventato di nuovo il top receiver per numero di ricezioni (sei come detto) e yards (51). Manca il touchdown per chiudere con la ciliegina sulla torta, è vero, ma va ribadito che nella suddetta gara il quarterback non era Palmer ma Stanton.

Ma non è il solo Fitzgerald l’unica minaccia che Arizona ha tra le frecce al proprio arco. Un altro importante nominativo è Michael Floyd. Una fantastica partita è stata disputata dal numero 15, sicuramente il ricevitore numero due nella gerarchia della Bird Gang. Cinque le ricezioni, 115 le yards ed un longest da 63. Sicuramente la combo Floyd-Fitzgerald è potenzialmente in grado di creare e formulare una diversificata quantità di problematiche alle secondarie avversarie.

Come si può notare, quindi, l’attacco di Arizona non è da sottovalutare. Ma è anche e soprattutto con la difesa che Arians ha deciso di dare una ferma e precisa impronta alla propria formazione.

Inutile forse sottolineare che il leader del reparto è uno dei migliori shutdown corners dell’intero parco della National Football League: ossia Patrick Peterson. In parecchi sicuramente ricorderanno le “schermaglie social” che il membro della secondary dei Cardinals ha potuto scambiare con Richard Sherman, e sicuramente cose di questo tipo non sono destinate a trovare un epilogo.

Quel che è certo è che Peterson alla lunga uscirà allo scoperto (anche per forza di cose) e con lui anche le sue incredibili giocate.

Calais Campbell

Calais Campbell

Tuttavia perdere giocatori del calibro di Darnell Dockett, Daryl Washington e Karlos Dansby potrebbe essere il più grande tra i “concerns” che affliggerebbero gli interessati nei confronti di Arizona. La presenza di Calais Campbell, Larry Foote e Tony Jefferson sta cercando di sopperire e non far sentire l’assenza dei primi tre.

Nel corso della season opener la difesa di Arizona è stata in grado di tenere sotto i 20 punti un attacco che contro la difesa campione in carica, capeggiata proprio dalla Legion of Boom di Sherman, ne ha totalizzati addirittura 30.

Come si può evincere, quindi, questa squadra è ancora in grado di creare una moltitudine di sfaccettature, tutte differenti tra loro. Mancare i play-offs l’anno scorso è stata una batosta abbastanza pesante per questa formazione, che così tante persone, tanti addetti ai lavori e tanti appassionati è stata in grado di sorprendere in uno dei più piacevoli modi.

Non resta che aspettare la prossima gara casalinga dei Cards e valutare cosa la difesa potrà fare contro un reparto offensivo così completo, composto da un mobile quarterback, un pacchetto ricevitori di tutto rispetto ed un running game solido, concreto, produttivo, fruttuoso ed incredibilmente difficile da fermare. In più va ribadito che ciò che Arizona si troverà davanti sarà una delle difese più fisiche, agguerrite e prepotenti da sfidare, considerando soprattutto tutti i problemi avuti in offseason in relazione a quello che la stessa vorrà mettere in mostra, soprattutto dopo la pessima sconfitta patita contro i non impossibili Chicago Bears alla primissima nel nuovo Levi’s Stadium.

Anche quest’anno Arizona si è presentata come una squadra abbastanza completa, in grado di dare fastidio. Tuttavia l’elemento sorpresa potrebbe non essere più dalla sua parte: come andrà a finire?

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