Cam Newton

Cam Newton

Ad inizio Novembre scrissi un articolo riguardo il momento di forma dei Panthers decisamente ripresi dopo un inizio che aveva fatto pensare all’ennesima stagione vissuta nelle mediocrità. Il dubbio principale era legato alla qualità degli avversari affrontati in quanto diverse partite sono state caratterizzate da una condizione di forma decisamente a vantaggio delle pantere, apparse chiaramente con un più energia ad ogni snap e soprattutto una voglia di giocare di gran lunga superiore ad ogni avversario. Tutto avrebbe potuto risolversi una striscia di sfide che prevedeva la visita ai sempre rocciosi Niners, un Monday Night in quel di Charlotte contro Tom Brady e una calda trasferta a Miami Beach.

Tre settimane che avrebbero significato parecchio per l’evolversi della stagione in quanto i Saints li davanti non sembravano avere intenzioni di fermarsi e da dietro Arizona era comunque una minaccia concreta visti gli equilibri raggiunti da Carson Palmer e compagni. Il credo di Carolina fino a quel momento era stato uno: concretezza in attacco e difesa aggressiva, una ricetta fondamentale per  la costruzione di una serie di vittorie che verrà spezzata solamente lo scorso otto Dicembre nella fortezza Superdome.

Quindi tutto è partito da quella sfida al Candlestick Park in un caldo pomeriggio di inizio Novembre: le difese dominano sugli avversari, il front seven di Carolina sovrasta la linea dei Niners dall’inizio alla fine, Colin Kaepernick passa un duro pomeriggio toccando la terra del prato per ben sei volte e non riuscirà più ad incidere cedendo il passaggio alla formazione di Charlotte. La vittoria diffonde ottimismo: nel Monday Night seguente la squadra sfida a viso aperto i Patriots guidata da un Cam Newton formato Mvp riuscendo a portare a casa la vittoria anche grazie a un’ultima non chiamata sospetta su Gronkowski. A Miami si fatica parecchio però alla fine l’attacco piazza ancora la graffiata decisiva guadagnando un’altra importante vittoria.

La striscia di vittorie si spezza a New Orleans dove la difesa non riesce ad innescare i meccanismi adeguati e Drew Brees passeggia su una delle migliori difese della Lega. La sconfitta lascia a 8 le vittorie consecutive, un risultato mostruoso considerando le difficoltà della schedule pronosticate ad inizio anno, ma dal uragano nero oro spunta l’evidente mancanza di un primo cornerback capace di isolare il receiver più pericoloso, dettaglio piuttosto delicato da affrontare in vista di una post season sempre più concreta da affrontare.

Nonostante la vittoria sui Jets, ad ovest i Cardinals premono e non cessano di inseguire le pantere sfavorite dalla scontro diretto, quindi fondamentale è battere New Orleans in casa propria per assicurarsi i play off e magari anche la posizione di leader della division. Infatti, nel giorno in cui Ron Rivera segnava la sua decima vittoria stagionale contro Rex Ryan, i Saints cadevano sotto le cornate dei Rams evidenziando tutte le difficoltà avute in trasferta; ecco perché battere quei Saints che sembravano dover dominare la Nfc South non era poi tanto impossibile contando sul fattore campo.

In una giornata nuvolosa e piovosa la difesa dei Panthers riesce a contenere l’attacco avversario ma Newton non riesce a concretizzare salvo un big play di DeAngelo Williams che va a segnare un rush touchdown da 43 yards. I Saints hanno così tempo di riprendersi: dopo un lungo e logorante drive riescono ad affondare con la star Jimmy Graham, l’attacco di casa fatica e si entra negli ultimi due minuti con il possesso in mano ai Saints. Fortunatamente Sean Peyton decide di correre contro un top front seven e ancora due timeout a disposizione di Rivera, ne consegue un 3&out che lascia ai Panthers un’ultima speranza.

DeAngelo Williams

DeAngelo Williams

Tutto lo stadio è in piedi,  Newton chiama la prima huddle e subito dopo trova Ted Ginn Jr. libero per un guadagno di circa 35 yards; poco dopo New Orleans pressa forte, il talento di Auburn elude un blitz e trova sulla sinistra il wide receiver Domenik Hixon che non deve fare altro che riceve e segnare il touchdown che incorona una stagione fino ad ora letteralmente sorprendente. Carolina torna ai playoffs!

Ad inizio stagione davvero in pochi ci avrebbero creduto, si sapeva delle potenzialità dell’attacco e del front seven con l’innesto di qualche uomo giusto dal draft però vi erano anche parecchi dubbi riguardo le secondarie e soprattutto legati alla maturità di Newton. Lo splendido lavoro di Ron Rivera e dei suoi assistenti ha permesso di trovare una soluzione al primo punto puntando forte sulla pressione esercitata dalla linea sulla tasca togliendo respiro al quarterback di turno riducendo il tempo per pensare e conseguentemente provocando sacks e turnovers.

Riguardo le statistiche i Panthers hanno la seconda miglior difesa della Nfl concedendo di media 14.7 punti a partita, 213.2 yards subite contro i passaggi, 87.2 contro le corse, secondi pure nei sacks con 51 messi a segno e sono la squadra che subisce meno punti di tutta la Nfl. I giocatori chiave sono cinque: la coppia di end composta da Charles Johnson e Greg Hardy ha realizzato 20 sacks, Star Lotulelei ha dato una svolta contro le corse assumendosi costantemente i raddoppi degli avversari, Thomas Davis sta giocando la sua miglior stagione di sempre mentre Luke Kuechly è divenuto il leader della difesa guidandola in intercetti, placcaggi e soprattutto con una leadership non comune per un sophomore.

Ma lo step che ha probabilmente permesso a Carolina di arrivare a questo punto è la crescita del proprio quarterback Cam Newton: dopo due anni dove ha dimostrato di avere qualità da prima fascia, il prodotto di Auburn è riuscito a mettere a completa disposizione le sue qualità a quelle della squadra gestendo meglio il pallone, assumendosi qualche rischio di chiamata e accettando di imparare a vivere con costanza nella tasca rispettando il gioco assegnatoli dalla sideline. Ha poi dimostrato di non nascondersi nei momenti del bisogno rimanendo concentrato e riuscendo a ribaltare situazioni delicate.

Davis,Kuechly,Hardy

Davis,Kuechly,Hardy

Ora arriva il bello: Carolina è attualmente qualificata alla post season con la seconda seed, per mantenerla dovrà battere i Falcons in casa loro e la cosa non appare non delle più facili in quanto Matt Ryan e il suo attacco stanno attraversando un buon momento di forma, mentre quello dei Panthers sembra avere qualche difficoltà di troppo complice l’assenza di Steve Smith per causa di un infortunio che lo terrà fuori almeno fino a Gennaio. Ecco perché saltare un turno di playoffs diventerà fondamentale al fine di riavere tutti gli acciaccati a completa disposizione, oltre poter disporre del fattore campo che in questi tempi ha condizionato diverse squadre.

Qualora si dovesse fallire l’obiettivo di saltare la Wild Card bisognerà cominciare a pensare di andare in un clima freddo come Philadelphia oppure nella Nfc North, vero che conta parecchio il fattore campo ma pure quello di forma ha il suo peso nei playoffs e attualmente i Panthers hanno la difesa più in forma della Lega, tutto passerà da come gira l’attacco e il recupero di Smith appare davvero fondamentale per poter dire qualcosa anche a Gennaio.

Il segreto dei Panthers è stato quello di non porsi alcun obiettivo, giocando una partita alla volta contando sulle proprie capacità e con lo spirito di voler dare sempre il massimo. Così sono arrivati a questo punto con un record di undici vittorie e quattro sconfitte, ora il gruppo deve continuare su questa strada perché Gennaio è un mese ostico dove spesso a fare la differenza sono la convinzione psicologica e la difesa.

Carolina non deve precludersi niente: ha un gruppo giovane con alcuni veterani che hanno già vissuto i playoffs, una difesa che può davvero rendere la vita difficile ai migliori attacchi e può sempre vantare su Cam Newton, uno che quest’anno ha deciso partite grazie alle sue improvvise scorribande e freddezza nei momenti cruciali. Se non si sfasano gli equilibri interni possono essere un gran bel problema per chiunque.

Tutto continua da quest’ultimo week end di Dicembre, tutto al solito ritmo: una partita alla volta.

One thought on “Carolina, una partita alla volta

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