Robert Griffin III è stato sicuramente il giocatore di cui si è maggiormente parlato in questo campionato così deprimente per i Washington Redskins. Dando un occhio veloce ai numeri sembrerebbe di essere tornati nell’oblio, le tre partite vinte su undici disputate non sono certo un numero accettabile per una squadra che di questi tempi, un anno fa, viveva una striscia di vittorie consecutive che avrebbe portato dritto alla vittoria della Nfc East, e ad una qualificazione alla postseason che sapeva di miracoloso se rapportata all’inesperienza del regista in campo.

mc-pictures-eagles-at-redskins-20130908-015E’ difficile trovare la verità di quanto è accaduto quest’anno, ma molto è probabilmente da ricondurre a quel maledetto infortunio al ginocchio aggravato contro Seattle nella Wild Card che sancì l’eliminazione dei Redskins, un grave incidente che ha cambiato l’approccio alla susseguente offseason, essendo costato una lunga riabilitazione peraltro troppo affrettata, che non ha prodotto gli effetti desiderati se non a campionato già abbondantemente cominciato.

Nella Nfl, si sa, c’è fretta di vincere e Shanahan voleva cavalcare gli enormi progressi mostrati nel 2012 per tentare di arrivare più in là, ma né lui né Griffin hanno avuto la pazienza necessaria per attendere un momento migliore per il rientro dall’investimento più grosso della franchigia degli ultimi anni, il quale costerà ancora una prima scelta 2014 a favore dei Rams.

Non sappiamo dirvi con precisione se Griffin, oggi, sia lo stesso giocatore di un anno fa perché non ne possiamo monitorare i progressi da vicino, possiamo solo dare un giudizio lontano e parziale osservando come egli si muova con maggiore naturalezza rispetto al primo mese di campionato, di come abbia imparato a proteggersi meglio dai placcaggi che possono rovinarti una stagione, possiamo solamente presumere che sia vicino ad essere fisicamente al 100% soprattutto a livello atletico, e che questo sia il motivo per cui le sue eccitanti evoluzioni sul campo si siano viste solamente ad intermittenza.

Poi c’è la fretta, la cattiva consigliera di sempre. I Redskins, soprattutto ad inizio stagione, hanno vissuto enormi problemi in tutti i loro settori di squadra, Jim Haslett ha trovato risposte difensive solo dopo il primo mese di gare, l’attacco ha giocato così male che Washington ha affrontato più di metà dei suoi minuti di possesso in svantaggio, gli special team da secoli non offrono giocate di qualità con la costanza richiesta.

Un netto passo indietro, sicuramente non totalmente dipendente da RGIII.

Da imputare all’ex Heisman Trophy da Baylor c’è senza ombra di dubbio l’eccessiva foga nel voler testardamente essere l’eroe risolutivo della situazione, che lo ha portato ad eseguire numerose forzature ed a commettere un numero allucinante di turnovers, quando nella stagione d’esordio era stato, da rookie, uno dei quarterback più precisi di tutta la Nfl.

Gli intercetti sono più che raddoppiati e con le gare rimanenti, visto l’andazzo, possono ancora crescere: la percentuale di completi è scesa sotto il 60%, ma il fattore più controverso è dato da cifre che diventano strabilianti isolando i secondi tempi di quasi tutte le partite disputate, quando i Redskins hanno rincorso punteggi oramai irraggiungibili. Le indicazioni ci hanno detto che Griffin sta tornando ad essere la minaccia che era un anno fa, ha racimolato anche discreti numeri su corsa di recente, ma gli errori sono troppi, ed arrivano in momenti particolarmente decisivi di troppe gare.

tempG15RG312--nfl_mezz_1280_1024Alcune sue scelte sono immature, ed è strano parlare di immaturità per un ragazzo che nonostante i soli 22 anni sembrava dimostrare il contrario durante il campionato scorso.

Gli intercetti lanciati sono frutto di letture sbagliate, lanci fuori misura, passaggi forzati quando la pressione lo porta ad uscire dal campo con una perdita di yards, lui preferisce sparare ugualmente, ma trova solo perdite di possessi.

Parte della colpa va a dei gameplan non sempre brillanti, ma c’è qualcosa in Griffin che non va, forse è davvero sotto pressione per la prima volta in carriera – college compreso – e sente il bisogno di dimostrare di essere lo stesso di prima, forse fatica a reggere il peso delle responsabilità a questo livello – ma anche qui, ci vuole pazienza, come sta accadendo quest’anno per Cam Newton – e questo gli ha portato di recente delle critiche anche da parte dei compagni di squadra. Un vero leader deve saper ammettere di aver sbagliato. Griffin, un vero leader, lo deve ancora diventare.

Le sue cifre sono anche (ma non solo, sottolineiamo nuovamente) una conseguenza delle scelte tattiche. Spesso i due Shanahan prendono decisioni discutibili e le situazioni di gioco finiscono per snaturare quella che è la natura dei Redkins, ovvero quella di squadra votata alla corsa ed al big play costruito su una play-action credibile.

Guardando le statistiche Washington è addirittura davanti a Seattle per yards a tentativo e yards a partita, e per un nulla non è davanti agli Eagles, che sono al primo posto assoluto, ma la verità è che durante certi momenti di alcune gare specifiche il gioco di corse è stato letteralmente abbandonato quando magari nel primo tempo aveva funzionato a ripetizione, permettendo alle difese di bloccare con maggiore facilità delle iniziative diventate prevedibili.

Da qui nascono le forzature del quarterback, ma pure i motivi per cui si sono visti uno o due big play in tutto l’anno, quando invece il lancio profondo con il ricevitore praticamente smarcato e libero di andarsene in meta indisturbato, sono venute a mancare in maniera pressoché totale. E 18 fumble di squadra, non aiutano di certo.

Riflettendo su quanto accaduto, viene da pensare che l’anno potesse essere gestito in maniera diversa, che Griffin potesse essere risparmiato dall’esordire in fretta e furia per poi rivelarsi al 70/80% della sua forma ideale.

I Redskins hanno un buonissimo backup come Kirk Cousins, già protagonista di qualche importante spezzone di partita, che avrebbe potuto traghettare la squadra fino ad un rientro del titolare gestito con maggiore logica, in quanto avere Cousins in campo non sarebbe necessariamente significato perdere tutte le partite. E visti i risultati, schierare Griffin in certe condizioni non ha portato a chissà quali risultati differenti.

JN2_00781385439251Oggi i Redskins devono fare i conti con una stagione persa, avranno una scelta alta di cui usufruirà un’altra squadra, e dovranno ancora una volta riorganizzarsi per tornare a vincere quando invece speravano di aver creato qualcosa di ciclico.

E’ una squadra di grandi potenzialità offensive, nonostante non sia andata sempre bene durante l’anno nel muovere le catene, ma ha bisogno di un leader carismatico in grado di tornare a giocare con l’efficacia di un anno fa, senza sentire il bisogno di dimostrare nulla a nessuno.

Griffin non è diventato scarso d’un colpo e non è il frutto del cosiddetto hype che attornia tanti giocatori i quali sotto sotto non valgono quanto dichiarano, ha semplicemente bisogno di rivedere la sua crescita tecnica potendo avere a disposizione tutta una offseason per ripetere gli schemi fino ad ossessione compiuta. Gli manca un pezzo di crescita di cui altri giocatori hanno usufruito, in primavera potrà recuperare con la dovuta calma.

L’anno prossimo ne capiremo sicuramente di più e potremmo vedere un giocatore ansioso di rivalsa, ma ci vuole pazienza da parte dei fans, del coaching staff e non ultimo dal regista medesimo.

4 thoughts on “Under Review: RGIII, Shanahan e la pazienza

  1. Dopo aver letto l’articolo mi chiedo, non era Shanahan il mago dei gameplan per i RB a Denver? E’ stato preso perchè coach d’esperienza e perchè andava ai PO e vinceva titoli.
    A Washington rischia invece di mandare in vacca la carriera di un potenziale fenomeno (la partita con Seattle dell’anno scorso grida ancora vendetta), oltretutto Cousins è un signor giocatore e quando è stato schierato con un po’ di fiducia l’ha dimostrato. Quest’anno, vedendo come andava con le prime partite, ho evitato di fare l’abbonamento a gamepass ed evitare di rodermi troppo il fegato.
    La maturità la si deve chiedere a questo tipo d’allenatore e non ad un ragazzo di 22 anni che per il talento che ha dovrebbe essere un po’ più salvaguardato; anche dalla sua voglia di tornare al più presto.
    Altra domanda ancora siamo diventati i Kniks del football senza avere il mercato televisivo di NY? Gli indizzi che staff e giocatori vengano a farsi una vacanza ben pagata a Landover ormai sono più che ventennali.

    • “I Knicks del football” mi ha fatto scappottare…
      Guardando da fuori mi sembra che Washington abbia un po’ dormito sugli allori di una stagione (quella scorsa) davvero eccezionale, nel senso di unica e irripetibile… ha approfittato di annate orribili delle compagne divisionali (non che quest’anno stiano facendo sfracelli, ma un po’ meglio sì…) per andare ai PO con una squadra che a mio avviso ha davvero poco talento generale, specialmente nella linea offensiva (pessima), nel gruppo dei ricevitori e in difesa…. quest’anno questi limiti sono emersi alla grande, e il povero RG3 si trova sulle spalle le responsabilità di errori suoi (innegabili) ma anche – sempre secondo me – di una squadra vecchia e piuttosto scarsa

  2. Io credo che RGIII tornerà grande l’anno prossimo, anche se una stagione come questa può influire parecchio sulla psicologia di un giocatore abituato ad essere il migliore o quanto meno “uno dei…”!!
    E i Redskins devono considerare che se lui non tornasse quello di prima, l’anno prossimo difficilmente potranno contare su Kirk Cousins, assolutamente sprecato come back up in una lega dove gioca titolare gente di qualità ben inferiore…! quindi dovranno fare una scelta ponderata, e se sceglieranno, come penso, RGIII, dovranno construirgli una squadra attorno, a partire dalla OL, che sembra burro a volte..!!

    ciaoooo

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