steelers-terrible-defense-1024x1024Quando si pensava a Pittsburgh fino a poco tempo fa non poteva non venirne in mente la difesa. Gli occhi di ghiaccio di Dick LeBeau, un ultra-settantenne con una grinta energetica che tutti firmeremmo per avere alla sua età, un reparto difensivo conosciuto per concedere pochissimi punti, altrettanto poche e sudate yards, iper-aggressivo nei confronti degli avversari e pieno di protagonisti capaci di interpretare al meglio il football difensivo di questo grande stratega.

Non è stato esattamente questo quanto è accaduto contro i Patriots, gli stessi Patriots che avevano oramai definitivamente perduto la propria identità di squadra capace di attaccare alla grande come usava fare un tempo, quando schiacciava una pretendente dietro l’altra sotto la potente schiera di playmakers in dote al roster. Quel medesimo schieramento di forze che Pittsburgh opponeva agli avversari è oggi invecchiato, molti pezzi storici si sono oggi ritirati, hanno cambiato squadra per svernare oppure sono ancora presenti ma con possibilità limitate, e dal rendimento complessivo è chiaro che il lavoro di ricostruzione non è stato eseguito del tutto a dovere.

Il sistema di gioco degli Steelers si basa anzitutto sull’efficienza dei blitz e sulla capacità della linea difensiva di difendere bene contro le corse, ma questi due aspetti funzionano bene solamente a tratti. Il reparto linebacker non è più dominante, e questo è forse il problema focale della situazione, e la pass rush è praticamente assente con la sola eccezione del sempre valoroso LaMarr Woodley, il fronte non è più lo stesso dopo gli anni d’oro dati da Aaron Smith e Casey Hampton, ragion per cui viene da pensare che il notoriamente ottimo front office di Pittsburgh non abbia selezionato i giocatori giusti per aggiornare l’età della squadra, e qui parte delle critiche possono essere allargate anche dal punto di vista offensivo, dato che al prossimo draft la franchigia dovrà cercare l’ennesimo tackle sinistro.

Ziggy Hood ha difatti fatto molto poco per giustificare il pick al primo giro del draft 2009 e all’attualità non è che un backup con buone statistiche nella difesa contro le corse ed una pass rush inconsistente; Jason Worilds non si è sviluppato come si credeva potesse e per prenderlo gli Steelers passarono sopra a Sean Lee, l’attuale star dei Dallas Cowboys; Sean Spence aveva delle potenzialità intriganti ma è cronicamente infortunato al ginocchio e sembra possa saltare anche questa stagione (la squadra ha i minuti contati per toglierlo dalla PUP list); i rookie Jarvis Jones e Vince Williams se non altro hanno dalla loro parte la scusante dell’inesperienza, e con grandi difficoltà stanno cercando di aggiustarsi al gioco professionistico. La conseguenza è che la mancanza di pressione lascia inevitabilmente scoperte le secondarie, con risultati a dir poco disastrosi, e se uniamo questo aspetto al fatto che nonostante il rientro del rookie Le’Veon Bell il gioco di corse degli Steelers, altro punto di forza di un tempo, è il trentesimo di tutta la lega, non è difficile capire perché la squadra abbia vinto solo due delle otto partite sino a questo momento disputate. E non può non fare un certo effetto vedere Pittsburgh seppellita sotto 55 punti, peggior risultato di sempre nella lunghissima storia della franchigia, e 610 yards, che assomigliano di più ad un tabellino di una difesa collegiale che altro.

Per quanto giochi ancora troy-polamalu-11in maniera eccellente Troy Polamalu ha passato i trent’anni ed il suo stile di gioco ricco di collisioni e colpi duri non è certo destinato ad allungargli la carriera, il che aggiunge peso al fatto che oltre a lui le secondarie presentano altri due elementi che stanno affrontando la parte conclusiva della loro carriera, Ryan Clark e Ike Taylor, i quali hanno peraltro sofferto dei notevoli peggioramenti nell’efficacia in copertura, e molti big play sono stati concessi proprio dalle retrovie nonostante le statistiche dicano che questa è la quarta miglior difesa Nfl per yards concesse su passaggio. E non più giovani non sono nemmeno Brett Keisel, che sta tenendo botta più che dignitosamente, e Larry Foote, tornato a Pittsburgh nel 2010 dopo un breve esilio a Detroit, ma che oltre a non essere più il giocatore di prima è pure finito in injured reserve per quest’anno.

La sesta sconfitta rende improbo il compito di rincorrere dei playoffs già lontani anni luce per la squadra di Mike Tomlin, servirebbe una stagione perfetta senza più battute d’arresto, ed un po’ di fortuna (anzi, tanta fortuna), dal momento che la Afc è molto combattuta e Pittsburgh si è ulteriormente allontanata dal sesto posto valido per la post-season.

Distrutti dai Patriots in crisi, tagliati a fette da Terrelle Pryor con una corsa di 93 yards con nessuno a badare al quarterback. No, non sono più gli Steelers di una volta, e la famosa trademark defense, l’indissolubile marchio di fabbrica della squadra del cuore della cittadina della Pennsylvania, sembra vada ricostruita daccapo.

La squadra è comunque unita e chiunque sia stato interpellato in merito dalla stampa, ansiosa di cogliere reazioni e dichiarazioni dopo la batosta, ha garantito che gli Steelers combatteranno fino alla fine, senza perdere fiducia in loro stessi, senza perdere di vista quella filosofia che sta alla base del football, il sacrificio per il proprio compagno di squadra. Sia che vincano il Super Bowl che finiscano per scegliere nelle prime 10 posizioni, sono pur sempre il blue collar team per eccellenza, che rispecchia l’essenza della città in cui giocano.

Se non altro, nel prossimo fine settimana, potrebbero avere un compito un po’ più semplice. Il duo formato da Fred Jackson e C.J. Spiller potrebbe fare danni contro una difesa che concede 131 yards a partita, ma se Pittsburgh trasformerà la frustrazione in rabbia positiva, chiunque verrà schierato tra Jeff Tuel e E.J. Manuel potrebbe trovarsi a trascorrere un pomeriggio davvero lungo.

Una vittoria non salverà la stagione, ma l’onore, quello sì.

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