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1- New England Patriots

Nelle ultime settimane di NFL una squadra è balzata al comando del power ranking superando tutti ed ottenendo il primo posto, i New England Patriots, che dopo la maestosa prova di ieri sera, scalzano i Texans e volano in cima alla vetta.

A Foxborough, Massachussets, nel mese di Dicembre, dal 2009 in stagione regolare non vince mai nessuno, e non è una vergogna quindi uscire sconfitti contro Brady e co., anche se per Houston ieri è stato davvero tutto sbagliato.

I Pats hanno comandato la gara dall’inizio alla fine, con qualche momento imperfetto tra secondo quarto e terzo quarto ma che non ha mai dato modo ai Texans di rendersi pericolosi e di rifarsi sotto concretamente; tanti i motivi che spingono a vedere New England come la squadra da battere, partendo da un Brady che sembra essere sempre più attento al gioco, sempre più preciso e spietato, una difesa che non ha concesso nulla, solo un touchdown alla offense dei Texans che ricordiamolo fino a ieri sera erano 11-1 (ora 11-2). Quella che doveva essere la partita della settimana, possibile preview di playoffs, è finita subito, quando nel primo quarto il parziale di 14-0 dei padroni di casa ha spezzato le gambe degli ospiti che andranno poi sotto 21-0 nel secondo quarto e non si riprenderanno più.

La giocata della difesa che ha aiutato ad indirizzare a gara è stato sicuramente l’intercetto di Devin McCourthy sul 7-0 a partita apertissima, ed è servito a mettere ulteriore pressione su Schaub.

Da qui in poi sarà un clinic di Brady che troverà quasi sempre i suoi ricevitori, tra qui anche il neo-ritornato Stallworth, e chiuderà la gara sul 42-7; il risultato si è modificato poco dopo nel definitivo 42-14 nel cosiddetto “garbage time” con le seconde e terze linee in campo.

Tom “terrific” si piazza di prepotenza nel podio della discussione dell’MVP stagionale, dopo la settima vittoria consecutiva in stagione per i suoi, dove ha totalizzato 21 completi su 35 per 296 yards e 4 segnature.

Da segnalare l’ottima prova della difesa che con Talib e il rookie Dennard non ha dato respiro ai ricevitori avversari, infatti Johnson concluderà con più di 90 yards ricevute ma senza segnature, e che ha concesso si un touchdown, ma un totale bassissimo di sole 46 yards di corsa per Arian Foster.

Andre Johnson, e qui non mi trovo d’accordo, aveva dichiarato in settimana che questa era la partita più importante per i giovani Texans, da interpretare come un apssaggio della torcia per la testa della AFC dopo anni di dominio dei Patriots; purtroppo per Houston arriva nel momento dell’anno in cui i Patriots giocano meglio e si vede, mentre questa sconfitta alimenta i dubbi sui Texans, squadra fragile che negli scontri importanti  tende a lasciarsi andare e a disunirsi.

Io non credo che questa gara influisca sulla stagione dei Texans a livello di statistiche e possibilità, ma potrebbe farlo a livello psicologico, vero aspetto da tenere in considerazione.

 

2- Cam Newton

Dopo la partita che definiamo “particolare” per tutto quello che era la cornice ed il momento, contro i Chiefs della scorsa settimana, Carolina, grazie ad un Cam formato Superman, ottiene una vittoria molto positiva davanti al proprio pubblico contro quei Falcons che, fino a pochi giorni fa, erano imbattuti ma, come abbiamo espresso più volte, non imbattibili.

Parte subito fortissimo Carolina e si capisce che non sarà un abella giornata per Atlanta che va subito sotto per 0-16; nella ripresa un parziale di 20-14 per gli ospiti non basterà a cambiare le sorti del match che terminerà 20-30 per i Panthes.

Eroe di giornata Cam Newton, che lancia per 287 yards ma soprattutto corre per 116 yards (record personale), registrando 2 passing td’s e un rushing td personalissimo dove ha corso addirittura per 72 yards.

I Panthers non hanno più nulla da dire in questa stagione (4-9) e si trovano a lottare per l’orgoglio, mentre Atlanta ha davvero disputato un adelle peggiori partite viste in stagione, e questo preoccupa essendo alle porte dei playoffs; Anch’essi, come Houston, sono in una posizione invidiabile con un record di 11-2, ma non stanno dimostrando la solidità che altri teams in questo periodo dimostrano.

Per tornare sul secondo classificato Newton, abbiamo rivisto quello che abbiamo ammirato lo scorso anno, giocatore fatto di un estro formidabile, solido, con un grande braccio, che ha saputo reagire e rispondere alle critiche battendo un ottimo team.

Ovviamente manca qualcosa a questa offense, ma se sapranno lavorare bene con quello che hanno, Cam potrà togliersi qualche soddisfazione prossimamente.

 

3- Seattle Seahawks

Battere 0-58 in casa un avversario è una sensazione tra le più dolci possibili credo, e farlo con una difesa cosi stratosferica dev’esserlo ancora di più.

Certo, adesso possiamo dire che i Cardinals non sono un avversario ostico, ma vi ricordate a inizio stagione quando i Cardinals erano 4-0, avevano battuto i Pats a Foxborough e tutti parlavano di quanto Arizona fosse finalmente pronta per il grande salto?

Ecco da li in poi le hanno perse tutte, sono 4-9 e domenica sono stati il sacco da allenamento contro il quale i pugili di Seattle si sono allenati.

Per i Seahawks record di franchigia di 58 punti segnati, 8 turnovers forzati, tra cui 2 intercetti ed un fumble ricoperto da Richard Sherman, sempre più protagonista di questa stagione.

Pete Carroll, l’head coach di Seattle, può finalmente festeggiare la prima stagione da 8 vittorie per lui con i Seahawks, coni playoffs a portata di mano e la possibilità ancora aperta di raggiungere i 49ers per il titolo della division.

La giornata di Russell Wilson non è stata positiva anzi, i numeri ci dicono 7 completi su 13 per 148 yards, 1 td ed 1 intercetto, ma ci ha pensato la difesa, insieme ad un Marshawn Lynch in “beast mode” (11 portate per 128 yards e 3 touchdowns) a chiudere i conti.

Richard Sherman, alla seconda stagione da Stanford, sta veramente dimostrando a tutti il suo valore, e i suoi numeri stagionali dicono al momento 50 tackles, 1 sack, 3 forced fumbles e 6 intercetti, e quella di Seattle è una delle secondarie difensive migliori in circolazione.

Bisogna vedere cosa aspettarci da questi giovanissimi di Seattle in vista della post-season.

 

MENZIONI D’ONORE

Adrian Peterson: nell’importantissima gara casalinga contro i Bears, Peterson porta i suoi a vincere grazie ai suoi 2 touchdowns ed alle 154 yards corse su 31 portate. Questa stagione lo ha visto tornare presto e forse addirittura più forte di prima dall’infortunio.

Travis Benjamin: io lo dicevo che i Browns erano meglio di quelle due misere vittorie che avevano all’attivo, ed ora se ne escono con tre vittorie consecutive; l’ultima, ottenuta anche grazie ad un punt riportato in touchdown per ben 93 yards da Benjamin che ha di fatto spezzato la gara in favore dei padroni di casa contro Kansas City.

David Wilson: il rookie dei Giants segna due touchdowns su corsa e ne aggiunge un altro su kick off return, settando il record di franchigia di 327 “all purpose” yards, incredibile.

 

WORST

1- New Orleans Saints

Dopo la brutta batosta ottenuta contro i Giants, socnfitta per 27-52, i Saints (5-8) vedono verosimilmente scomparire le loro sottilissime speranze di post-season, con un Drew Brees ancora sotto i riflettori per la brutta prova; il quaterback numero 9 dei Saints infatti concluderà con 26 completi su 43 per 354 yards, 1 td e ben 2 intercetti.

Forse i Giants chiudono definitivamente la stagione dei Saints, facendoli tornare coi piedi per terra dopo qualche vittoria che aveva paventato nell’aria odore di playoffs; ovviamente il fascino di giocarsi il superbowl in casa, nella “Big Easy”, culla dei Saints, è stato il motore che ha tenuto vive le speranze anche nei momenti più duri, in una stagione che era partita peggio che mai.

La difesa dei Saints in questa stagione ha dimostrato di non essere in grado di fermare costantemente nessun tipo di offense e questo non ha certo aiutato Brees, che non vive una situazione serena con una offense che non trova equilibrio e continuità.

In stagione Brees ora ha gli stessi intercetti del rookie Luck, 18, a testimonianza del fatto che ha forzato troppo spesso dei lanci che non avevano alte percentuali di riuscita, ma ha dovuto farlo perchè spesso sotto o perchè le corse non davano i risultati sperati.

L’unico modo per vincere, almeno quest’anno, per New Orleans era di avere un Brees da MVP ogni singola gara, e così non è stato, come era facile prevedere. Stagione da cancellare, si pensa al prossimo anno.

 

2- Houston, abbiamo un problema

Nella altisonante sconfitta subita contro i Patriots, i campanelli d’allarme che hanno suonato per i Texans sono molteplici.

Come hanno sottolineato alcuni dei giocatori come Andre Johnson, questa era una partita fondamentale per svariati motivi; doveva segnare il passo di strapotenze nella AFC, con una sorta di passaggio del testimone tra i Patriots, che da una decina d’anni dominano la conference, e i nuovi Texans, così ricchi di individualità, così bilanciati in attacco, con una difesa così claustrofobica.

Ed invece i Texans sono arrivati molli, dimostrando che i critici che ancora non credono in Houston forse qualche ragione ce l’hanno anche.

Molti indicano negli avversari affrontati, spesso non proprio di prima fascia, il motivo della stagione quasi perfetta dei Texans, altri nella casualità o nel fato; sta di fatto che ieri notte hanno mostrato i loro limiti.

Pensiamo a questo:

– Il controllo della division non è poi così certo ormai, visto che i Colts in forma splendida potrebbero soffiarglielo via proprio battendoli nel finale di stagione, in una division che sembrava chiusa fino a poche settimane fa

– Houston è forse la squadra che più di tutte ha bisogno del fattore casa; non li vedo raggiungere il superbowl passando da Denver o da Foxborough

– Le due sconfitte sono avvenute contro Rodgers (Packers) e Brady (Patriots), e nella vittoria con Denver hanno concesso comunque moltissimo a Peyton Manning; considerando che la difesa dei Patriots è notevolmente migliorata, e che ai playoffs Manning e Brady diventano computer e la tensione aumenta, non li vedo capaci di sopperire a queste difficoltà.

Il linebacker Brady James ha dichiarato: “Credo che ci abbiano dimostrato cosa bisogna avere per essere campioni..”

Ancora più severo il defensive tackle Antonio Smith che dice: “L‘ho notato dal lancio della monetina… loro erano in business, seri in volto e più concentrati che mai… loro sono abituati a partite del genere, e ci guardavano come a dire adesso vi dimostriamo chi sono quelli duri, quelli veri…”

Siamo chiari: la stagione dei Texans non è compromessa, loro rimangono una grandissima squadra piena di talento e devono mantenere la grinta e l’entusiasmo se vogliono vincere, ma di certo sono stati sbattuti contro il muro e messi faccia a faccia con quello che li aspetta nel prossimo futuro nei playoffs.

 

3- Brandon Jacobs/ 49ers

Sarebbe stato troppo facile mettere nei peggiori i Cardinals, Raiders, i soliti Chiefs ecc..invece voglio fare una analisi più sottile con voi.

Quest’anno i San Francisco 49ers hanno aggiunto profondità al reparto dei runningbacks, che oltre a Gore e Hunter ha visto unirsi l’ex Giants B.Jacobs, che avrebbe dovuto dare esperienza e minuti di qualità dalla panchina.

La stagione è andata diversamente e il giocatore non si è mai inserito pienamente nel gruppo.

E’ notizia di pochi giorni fa, che la dirigenza dei ‘Niners ha deciso di sospendere Brandon Jacobs per le gare rimaste di regular season, dopo una serie di posts sui vari social media, dove si lamentava del poco tempo di gioco che gli veniva concesso e, in particolare, in uno dove dice che sta letteralmente marcendo in questa squadra.

Jacobs ha inoltre chiesto di essere reintegrato immediatamente oppure ceduto.

Sul popolare Instagram, applicazione per smartphones, ha continuamente pubblicato per tutta la settimana foto sue con la divisa dei Giants e anche molte sue foto nell’ultimo Super Bowl, senza sentirsi per nulla in colpa; per Jacobs infatti, questo è il suo anno peggiore e non ha nessun legame con una squadra che lo sta facendo marcire in panchina dopo aver vinto un anello.

A mio avviso invece, entrando nei playoffs di questa stagione, Jacobs poteva diventare protagonista; non voglio augurare certamente un infortunio a Gore, titolarissimo, ma la sua esperienza nelle gare che contano avrebbe potuto fargli fare il salto in avanti, magari passando davanti al giovane Kendall Hunter, ottimo prospetto ma che lascia ancora qualcosa sul tavolo dell’esperienza.

Esperimento dunque fallito per entrambe le parti, e pessima gestione della cosa; in un mondo dove girano miliardi di dollari e dove si fa una vita di cosi alto livello, questi siparietti non fanno nemmeno ridere, sono proprio spiacevoli, o perchè ci si aspetta una maggiore comprensione da un professionista di 30 anni, o perchè ci si aspetta che una società come i 49ers riesca a gestire meglio i suoi giocatori.

 

One thought on “NFL – Top & Worst week 14

  1. come non citare la debacle della AFC North? I Ravens sempre più erratici, gli Steelers che riescono a dare il peggio contro i peggiori e Cincinnati che si aggrega al ciapanò generale. e se fossero i Browns a fare i playoff?

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