Eccoci qui, ancora una volta, a stilare la nostra personalissima classifica dei migliori e dei peggiori della recente domenica ( o lunedì, o giovedì ) di football. Nelle vesti di supplente del titolare della rubrica, sono lieto di poter dare il via all’ottava puntata della stagione 2012 del Top & Worst!

TOP

Come sempre, sono tanti i personaggi degni di apparire tra i Top per i loro meriti sul campo. Ma tre di loro forse più di altri:

1° Stevie Brown (N.Y. Giants, safety): e chi è costui? Pescato per 251° al Draft del 2010 dai Raiders, finora aveva solo vagato in varie squadre senza riuscire praticamente mai a fare roster. Ingaggiato dai Giants per riempire il buco lasciato dall’infortunio di Kenny Phillips, è esploso. Domenica, nel caldissimo  match di Dallas, si è superato: 2 intercetti e un fumble recuperato, aiutando i Giants prima a scavare il solco iniziale (23-0), poi a difenderlo nelle concitate fasi finali in cui i Cowboys sembravano poter prevalere. Dopo Victor Cruz, un altro diamante grezzo scovato dai Campioni del Mondo?

2° Alex Smith (San Francisco, Qb): d’accordo, la difesa di Arizona non è più quella che ha sorpreso tutti nel mese di Settembre. Però una prova con 18 passaggi completati su 19, 232 yds, 3 Td pass senza intercetti, beh, può essere solo da applausi. Una dimostrazione di accuratezza ai limiti della perfezione, che consente a Smith di scrollarsi di dosso la criticatissima prestazione contro i Giants (3 intercetti). Insomma, Smith non sarà Joe Montana, e neanche Steve Young, ma se i Niners possono essere considerati una serissima contender lo devono anche al loro precisissimo Qb.

3° Peyton Manning (Denver, Qb): niente partenza al rallentatore, stavolta, per i Broncos. E Peyton stravince la sfida contro Drew Brees e i Saints, che lo avevano sconfitto nel SuperBowl XLIV. I suoi numeri? 22 passaggi completati su 30, 305 yds, e 3 Td pass, per la gioia di Demaryus Thomas e di Eric Decker (2 volte). Alla faccia di quelli che dicevano che dopo l’infortunio al collo non avremmo mai più rivisto il solito, vecchio, perfetto Peyton dei tempi dei Colts…

Menzione d’onore

C’era veramente l’imbarazzo della scelta questa settimana. Releghiamo quindi ad una comunque ragguardevole menzione d’onore il duo dei Falcons formato da Matt Ryan e Julio Jones, capace di annichilire Philadelphia. Menzione per Big Ben Roethlisberger, che sfodera una prestazione notevole e coi suoi Steelers ferma i Redskins dell’arrembante RGIII. Infine, Doug Martin, il Rb prima scelta dei Tampa Bay Buccaneers, che vince lo scontro con il collega Adrian Peterson e trascina i Bucs ad una vittoria a Minneapolis tanto netta quanto imprevedibile.

 

WORST

E veniamo adesso a quelli che, a questo giro, hanno meritato di finire dietro la lavagna, con l’augurio di risollevarsi presto.

1° Tony Romo (Dallas, Qb): ma qual è il vero Romo? Quello che spara 3 intercetti in 20 minuti scarsi e lascia scappare i Giants avanti di 23 punti? O quello che poi si scuote, lancia per più di 450 yds e riporta i Cowboys avanti 24-23, togliendosi anche lo sfizio di segnare un bel Td su corsa? O quello che finisce i superpoteri sul più bello e lancia un altro pallone in bocca agli avversari? Fatto sta che Dallas è già quasi fuori dai giochi, e l’etichetta di “perdente di talento” che gli è stata affibbiata è ben lungi dallo staccarsi…

2° I Saint Louis Rams (intero team NFL): quando la NFL ha annunciato che la partita londinese di quest’anno sarebbe stata Rams-Patriots, molti hanno storto il naso, fiutando un massacro. Poi però le buone prestazioni dei Rams e l’andamento un po’ altalenante dei Patriots avevano fatto sperare in una partita almeno combattuta. Invece il punteggio all’half-time diceva: Patriots 35, Rams 7. Per il pubblico di Wembley, in pratica, 40 minuti di garbage time, coi Rams seppelliti da Brady e co. senza mai dare l’impressione di poter risollevarsi. Forse, la platea internazionale avrebbe meritato uno spettacolo migliore…

3° La linea offensiva degli Arizona Cardinals: la peggiore, o quasi, dell’NFL. Un autentico colabrodo contro le pass rush avversarie (chiedere al convalescente Kevin Kolb e al povero Skelton), ma lunedì semplicemente inguardabile contro i Niners anche nell’altro fondamentale: aprire i varchi per le corse. D’accordo che Stephens-Howling non è un fenomeno, ma se in 8 portate totali mette a referto solo 6 yard (su 7 totali realizzate di squadra) non può essere solo colpa sua o merito della difesa avversaria. Urge una registrata immediata, se no la striscia di 4 sconfitte consecutive rischia di allungarsi, e parecchio.

Menzione di disonore

Non dietro la lavagna, ma quasi, questa settimana ci mettiamo senza dubbio il backfield dei Kansas City Chiefs. Nelle intenzioni del GM Pioli, il tandem Charles-Hillis doveva spaccare il mondo, e invece, domenica contro Oakland, il miglior Rb è stato…il Qb Matt Cassell! Dietro la lavagna pure i Minnesota Vikings, che dovevano sfruttare il sulla carta agevole impegno casalingo coi Bucs, e invece hanno rimediato una sonora batosta. Menzione di disonore per i San Diego Chargers, attesi al riscatto in quel di Cleveland e invece sconfitti, con una offense incapace di segnare un solo Td. Infine, una grossa menzione di disonore a tutti i papaveri della Lega che ogni anno, guarda caso in coincidenza con il match di Londra, tirano fuori il solito ritornello di creare una franchigia europea con sede nella capitale inglese. Per aiutare il football ad espandersi nel Vecchio Continente, forse, servirebbe una scelta dei match un po’ più ponderata.

 

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