Ben Roethlisberger ha lanciato il 16mo TD pass stagionale.

Un motivo più che valido perchè gli Steelers non avessero di che preoccuparsi per la dolorosa sconfitta patita in casa contro Baltimore era rappresentato dall’opportunità per una redenzione sostanzialmente immediata, caratterizzata da uno scontro divisionale contro i Bengals che avrebbe potuto svelare di più sull’ingarbugliata situazione di classifica della Afc North.

Ben Roethlisberger e compagni si saranno pure fatti sfuggire una buona occasione la settimana scorsa, peraltro nella rivalità attualmente più sentita di tutta la Nfl, tuttavia la situazione si è rimessa a posto da sè, grazie alla felice – per gli Steelers ovviamente – concomitanza dell’ennesimo passo falso dei Ravens contro una squadra dal record perdente, arrivata qualche ora dopo che gli uomini di Mike Tomlin avevano archiviato, non senza fatica, la pratica Cincinnati, cui è mancata solo un pò di esperienza in più per avere ragione di un avversario molto tosto da affrontare.

Esperienza che Andy Dalton, fino ad ora nell’opinione opinabile di chi scrive meritevole del premio di rookie dell’anno, sicuramente si farà strada facendo e con questa giungerà anche la minor propensione agli errori costosi, vedi quello – simbolico – che in sostanza è andato a determinare la sconfitta dopo che la difesa aveva consentito numerose volte ai Bengals di riacciuffare il pareggio durante il quarto periodo, segno che la squadra non è buona solo per gli impegni soft (la maggiore critica mossa a Cincinnati ed al suo 6-2 prima di questa partita) ma che le fondamenta sono solide.

Determinante è stato dunque l’intercetto commesso da Dalton con un solo touchdown da recuperare e con l’attacco ben inoltratosi all’interno del territorio ad egli favorevole, un turnover – il suo secondo del pomeriggio – nato con tutta probabilità da un errore di comunicazione con il destinatario di quel pallone, Jerome Simpson, cercato in quattro differenti occasioni senza mai riuscire ad effettuare una sola ricezione. Una punizione forse eccessiva per un ragazzo che fino a questo momento ha dimostrato di possedere tonnellate di personalità mischiandole agli inevitabili errori da matricola, ma che si è confermato una delle migliori scelte effettuate dai Bengals negli ultimi dieci anni. Fino a quel momento determinante del quarto periodo, l’ex quarterback di TCU aveva cercato di fare il possibile per sostenere un attacco immobile nel primo periodo (un solo terzo down convertito), aveva dovuto improvvisare nuove connessioni per via dell’infortunio di A.J. Green. E produttiva, in particolare modo, è stata quella inscenata con un altro rookie d’impatto, Andrew Hawkins, che con le sue 5 ricezioni per 56 yards ha tenuto vive le speranze di Cincy proprio fino all’ultimo.

I Bengals hanno steso Big Ben per 5 volte.

Gli Steelers hanno vinto la loro partita esattamente dominando quel primo quarto, creando il distacco necessario per controllare la situazione, e trovando poi la forza di reagire al pareggio subìto per mordere un’ultima volta, e poi difendere ancora. Le soluzioni proposte dal playbook sono state quanto mai varie, si è visto correre Mike Wallace per un paio di volte racimolando ben 31 yards, ed è oramai chiaro l’abbandono dello stile punitivo di corsa che ha sempre contraddistinto Pittsburgh, in quanto è un dato di fatto che le sapienti movenze di Big Ben all’interno della tasca ed il suo saper tenere vivo un gioco, hanno fatto tutta la differenza del mondo per raddrizzare una stagione cominciata male.

Cincinnati ha cominciato male la sua partita difensiva, le coperture a zona non hanno funzionato un granchè inizialmente, con la conseguenza di una meta concessa ad un Jerricho Cotchery incredibilmente solo, che un drive più tardi, non avesse droppato un pallone assolutamente da tenere, avrebbe addirittura ripetuto il gesto senza alcun difensore nei paraggi.

La difesa di Dick LeBeau ha invece tolto immediatamente tutte le armi a disposizione di Dalton, togliendo al giovane quarterback punti di riferimento essenziali come Green e Gresham, che ieri rientrava dopo essere rimasto a riposo alcune gare per infortunio, e già nei primi momenti William Gay – che avrebbe poi effettuato l’intercetto decisivo – si era fatto notare per un paio di palloni battuti a terra.

Con gli Steelers già capaci di entrare in endzone due volte (la seconda con una breve corsa di Rashad Mendenhall) c’era voluto un errore insuale del solitamente disciplinato Heath Miller, che si palleggiava due volte di troppo l’ovale tra le mani finendo per consegnarlo nelle mani di Leon Hall (poi uscito per infortunio) e permetteva agli avversari di poter provare a rientrare in partita. Cincinnati aveva segnato in precedenza grazie ad un’acrobazia di Green, grandioso nell’andare a pigliarsi una ricezione in doppia copertura sopra la testa di tutti, girandosi purtroppo il ginocchio nella ricaduta e dovendo in seguito abbandonare la partita prima dell’intervallo. Nel  secondo quarto gli Steelers erano riusciti ad andare a segno solo con una conclusione di Suisham, rischiando un intercetto fortunatamente non raccolto da Reggie Nelson, e vedendosi annullare un’altra meta di Cotchery (con Chris Crocker ancora responsabile nel ritardare la copertura) per un fallo offensivo di Miller.

Con le squadre sostanzialmente alla pari nella produttività a terra e con l’unica differenza statistica testimoniata dalla maggiore efficienza fatta vedere da Roethlisberger, Dalton ha preso un ritmo più alto non appena rientrato dagli spogliatoi, e non a caso i Bengals andavano a pareggiare la gara durante il primo drive offensivo del terzo periodo. La differenza, tuttavia, la faceva la difesa di Mike Zimmer: pressando solamente con i quattro della linea davanti, il defensive coordinator ha sfruttato al meglio la sua filosofia ruotando 7-8 uomini in trincea per avere gambe sempre fresche, e le giocate positive si sono accumulate con una puntualità impressionante, arrivando a mettere le mani addosso a Big Ben in cinque differenti situazioni. Tale pressione ha consentito di stringere le coperture dietro lasciando spazio al solo Antonio Brown (5 prese, 86 yards), cancellando di fatto qualsiasi opzione profonda che potesse produrre il big play che avrebbe altrimenti rischiato di chiudere la partita. Agli Steelers veniva concessa l’unica segnatura del secondo tempo nel drive del 24-17 (il risultato finale), portato a compimento grazie alla seconda meta di giornata di Mendenhall, caratterizzata da due placcaggi completamente mancati dai difensori.

Rashad Mendenhall non ha corso molto, ma ha segnato due volte.

Nell’ultimo periodo Frostee Rucker, Manny Lawson e Robert Geathers hanno ulterormente alzato il livello delle loro prestazioni, e la difesa ha concesso – come già detto in precedenza – numerose occasioni per riuscire a pareggiare i conti. Dalton andava a farsi intercettare da Lawrence Timmons ma Pittsburgh non capitalizzava alcun che, gli Steelers andavano a collezionare più 3 & out consecutivi lasciando sempre la porta aperta, e la tensione a montare per la posta in palio. Con poco più di 6 minuti da disputare una penalità di Andre Withworth bloccava una serie di giochi interessante per Cincy, mentre un drive più tardi Gay andava a chiudere ogni discorso con il già menzionato intercetto.

Grazie alla combinazione di eventi accaduti ieri, gli Steelers sono improvvisamente piombati in cima alla division, effettuando un doppio sorpasso che ribalta completamente la situazione rispetto a sette giorni fa. Pittsburgh sarà tra le ultime squadre a poter usufruire del bye week e domenica prossima non sarà quindi in campo, sarà invece comoda spettatrice del duello che porterà la quarta sconfitta stagionale ad una tra Cincinnati e Baltimore, lasciando quindi la sicurezza al team di Tomlin di poter almeno condividere la vetta della Afc North almeno per altri quindici giorni.

Come aveva dichiarato Terrell Suggs dopo la vittoria contro gli Steelers, guai a darli per morti, ci sarà ancora modo di affrontarli a gennaio. Per quante difficoltà abbiano attraversato e per quanto male abbiano cominciato questa stagione, gli uomini d’acciaio sono ancora una volta lì, davanti a tutti. Qualcosa ci dice, che chi vorrà fare strada nei playoffs, dovrà discuterne anche con loro…

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