Drew Brees ed il suo attacco sono tornati ai consueti alti livelli di gioco.

La presente stagione Nfl è talmente equilibrata che è divenuto impossibile predire le sorti di un match, con la momentanea sola eccezione di tutte le partite che coinvolgono i Packers, al momento ancora imbattuti.

Tra le squadre più discontinue, i Saints di quest’anno hanno solamente in parte mostrato il loro potenziale offensivo a pieno regime, ed hanno mostrato debolezze in una difesa che un tempo capitalizzava sui turnovers provocati, e che oggi è stata spesso intenta a limitare i danni come può.

Così, durante il loro cammino attuale, è capitato di vedere quattro vittorie consecutive ma anche uno stop divisionale contro Tampa, proprio l’avversario affrontato nuovamente ieri pomeriggio, e dopo lo scrimmage contro i poveri Colts, subissati ed umiliati in ogni modo possibile ed immaginabile, ecco pervenire una sconfitta bruciante contro i Rams, che prima di incontrare New Orleans non avevano ancora provato la gioia di una singola vittoria.

I Saints avevano dinanzi a loro lo scenario perfetto, ed hanno recitato il copione alla perfezione. Tanta voglia di rivalsa, sia nei confronti di una sconfitta imbarazzante di sette giorni prima, e sia nei riguardi di una rivale divisionale come Tampa che tre settimane prima, pur nella sua discontinuità cronica di questo 2011, era riuscita a portarsi a casa una sudata affermazione per 26-20 creando ulteriore confusione nell’equilibrata Nfc South.

Ieri pomeriggio, in casa e davanti al solito affezionato pubblico rumoroso, Drew Brees e compagni avevano a disposizione il loro ambiente ideale ed in un colpo solo hanno riequilibrato il singolo confronto con i Buccaneers e riaffermato la vetta divisionale approfittando della momentanea partita di vantaggio nei confronti di Atlanta, la prossima importante avversaria, gara di differenza decretata dal fatto che New Orleans sarà tra le ultime squadre ad usufruire della bye week.

A conti fatti, i Saints hanno vinto una gara che dovevano assolutamente fare loro, anche se non si trattava necessariamente di una situazione che li vedesse con le spalle al muro. C’era però da stabilire l’ordine delle forze all’interno della division, e la squadra ha risposto presente.

La chiave principale di lettura per la vittoria è stata la riuscita di un corretto bilanciamento tra gioco aereo e di corse; assodato che Drew Brees – 36 partite consecutive con almeno un TD pass – è un distributore di palloni eccelso che riesce a dimenticare in fretta gli errori commessi, l’aspetto cardine è stato rappresentato dall’importante rientro di Chris Ivory, uscito la settimana scorsa dalla PUP list e membro di rilievo della moltitudine di running backs che compongono il backfield di New Orleans. Ivory, con Mark Ingram appiedato da un problema al tallone, ha corso in maniera tosta e sfiancante racimolando 67 yards, Pierre Thomas ha registrato una meta e prodotto 66 yards a terra e 6.1 di media nelle quattro ricezioni effettuate, ed il folletto magico Darren Sproles è esploso ancora una volta, manco fosse una pallina di flipper impazzita, così evidentemente più veloce degli avversari da rappresentare l’addizione di free agency forse più importante di tutta la scorsa offseason.

Sproles può raggiungere l’angolo di taglio più velocemente di chiunque e quando si propone in ricezione sulla flat è devastante, e tolto il solo intercetto rimediato da Ronde Barber in una situazione di quell’esatto tipo, il fatto che lo scattante Darren (99 yards totali, TD) fosse costantemente in libertà garantiva continuamente l’ottenimento di un primo down sistematico.

Il rientro di Chris Ivory nel backfield non è affatto da sottovalutare.

La difesa è stata arcigna e si è stretta nel momento del bisogno, la linea ha portato parecchia pressione nei confronti di un Josh Freeman privo di turnovers ma poco bilanciato nel gestire la velocità di alcuni lanci, mentre il back seven ha ben sopperito alle assenze di Jonathan Vilma (out prima dell’inizio della gara) e di Tracy Porter, infortunatosi dopo pochissime azioni a causa di un malaugurato colpo ricevuto da un attaccante che gli ha provocato la perdita temporanea dei sensi.

Il lavoro svolto per tre quarti dello scontro è stato di altissima qualità, sono difatti arrivati solo field goal di Connor Barth a muovere il tabellino dello score degli ospiti, e la prestazione del reparto allenato da Gregg Williams ha evidenziato l’assenza di un punto di sicuro riferimento per Freeman, che ha fatto girare l’attacco con giocate troppo occasionali da parte dei vari Briscoe e Parker, in un reparto che avrebbe disperato bisogno dei progressi – per ora mancati – di Mike Williams e Arroelius Benn.

Non traggano inoltre in inganno le 5.5 yards per portata ottenute dal rientrante LeGarrette Blount, in quanto le corse hanno portato solamente 4 primi downs in tutta la gara.

Freeman ha pescato Kellen Winslow per il touchdown del 16-24 con poco più di cinque minuti rimasti sul cronometro ed i Saints chiaramente a loro agio nel consumare ulteriore tempo da lì sino alla fine dell’incontro, e le eccessive penalità di squadra (80 yards, tra cui una manata di Blount a Will Smith che ha fatto tornare gli incubi sul carattere del ragazzo…), hanno chiaramente determinato una buona percentuale dell’insuccesso dei Buccaneers. Come ha detto coach Morris alla fine delle ostilità, si tratta di smetterla di giocare senza disciplina e con troppi egosimi addosso.

I Saints hanno imposto da subito i loro ritmi di gioco, dominando pur non capitalizzando immediatamente su quanto prodotto sul campo, a causa dello sfortunato palo preso da John Kasay nel primo drive offensivo della gara. Brees ha metodicamente centrato le mani di otto diversi ricevitori pescando Lance Moore in occasione della prima meta e sfruttando la rapidità di Sproles per realizzare la seconda, ottenendo il 50% di successo in fase di conversione di terzo down, regalando la necessaria continuità al suo attacco gestendo in contemporanea il cronomentro.

Concessi solo 3 punti agli avversari, New Orleans trovava pure il modo di sfruttare a dovere il minuto e mezzo rimasto da disputare prima dell’intervallo in seguito al field goal di Barth, e Kasay si è così rifatto dell’errore precedente mandando la sua squadra negli spogliatoi con il morale intatto, dopo che Brees e Payton avevano diretto un drive con 79 yards all’attivo in neanche due minuti di tempo effettivo.

Il già menzionato intercetto di Brees arrivava nella prima serie del terzo quarto, ma non cambiava di molto le sorti della partita, in quanto Tampa non era riuscita a far fruttare un turnover recuperato in territorio molto favorevole (il già menzionato intercetto di Barber), dovendosi accontentare di altri tre frustranti punti. La rotazione nel backfield dei Saints dava il meglio nella parte centrale del medesimo quarto, dove Ivory, Sproles e Thomas, autore della meta della staffa (24-6 a 3:11 dalla fine del terzo quarto) , si erano intercambiati al meglio per creare faticosi adattamenti difensivi.

Da quel momento in poi ai padroni di casa non era restato che gestire la gara al meglio, cominciando a concedere qualcosa stringendo i cordoni difensivi nelle ultime 20 yards, con la conseguenza della terza realizzazione di giornata per Barth ed il già citato touchdown di Winslow, entrambi inutili ai fini dello scoreboard, in seguito al quale i Saints avevano disposto una serie di corse in mezzo ai tackle per Ivory, ottenendo tanto tempo mangiucchiato dal cronometro e gli ultimi 3 punti della gara, che avevano fissato il definitivo 27-16, andato non solo a nutrire il morale dopo la battuta d’arresto contro i Rams, ma soprattutto a rinsaldare la volontà dei Saints nel far intendere di voler tornare a vincere la Nfc South.

In prospettiva, ora, la questione si fa quanto mai interessante, in quanto il calendario ha riservato alla seconda parte della stagione ambedue i vitali scontri con i Falcons, reduci ieri da una partita non certo troppo impegnativa contro i resti dei Colts. Durante la scorsa stagione lo scontro tra Brees e Ryan è stato tra i maggiori motivi d’interesse, le due rivali si sono affrontate combattendo ad armi pari vincendo una gara a testa con uno scarto di soli tre punti per ciascuna occasione, due autentiche battaglie caratterizzate da un bilanciamento quasi perfetto delle forze manifestate in campo.

Tale contesa, che metterà in palio la vetta divisionale, riparte domenica prossima al Georgia Dome, e fa già respirare aria di playoffs.

 

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