L’attesa è finita. Era inevitabile, la domanda era solamente “quando?”.

Il momento è arrivato oggi, Tim Tebow è stato nominato il quarterback titolare dei Denver Broncos.

Notizia scontata dopo la partita di domenica, dove coach John Fox nell’intervallo aveva deciso di mettere in panchina un Kyle Orton spaesato e inadeguato, dando le chiavi dell’attacco a Tim Tebow. Nelle interviste post match però Fox si era preso ancora un po’ di tempo, dicendo che la situazione sarebbe stata valutata con tutto lo staff, ma è bastato dormirci sopra una paio di notti e poi, quello che per tutti era ormai chiaro, è stato prima comunicato alla squadra e poi ufficializzato.

Le ragioni del cambio sono evidenti, Orton sta giocando troppo male per non prendere provvedimenti e la stagione sta iniziando a prendere una brutta piega per i Broncos, che con il record negativo di 1-4 sono all’ultimo posto nella AFC West.

La stagione di Tebow è iniziata in maniera strana, alla fine del lockout Denver ha imbastito una trade con Miami per cedere Orton e ha quel punto sembrava chiaro che si puntasse sul ragazzo della Florida fin da subito. Poi Orton non ha accettato il contratto proposto dai Dolphins, bloccando lo scambio e così è iniziato il training camp e la preseason. In questa fase è parso chiaro a tutti, a partire dai coach, che Tebow avesse bisogno di ancora molto lavoro prima di essere lanciato al comando della squadra. Nel frattempo le discrete prove di Orton lo hanno confermato di diritto nel ruolo di titolare, con Tim che si è visto costretto addirittura a lottare per il ruolo di backup con Brady Quinn e in alcuni momenti a essere relegato a terzo quarterback.

Ma sappiamo che non è durante gli allenamenti che si vedono le qualità di Tim Tebow, quarterback che fa dell’improvvisazione, dalla corsa, della grinta e del carisma le sue qualità migliori, qualità che non si mettono in mostra cercando di ripetere più volte azioni scritte in allenamento.

Durante le prime partite della stagione, Orton ha giocato davvero sotto le sue potenzialità e l’ambiente che già sosteneva l’utlizzo di Tebow da tempo, ha iniziato a farsi sentire chiedendo il cambio in cabina di regia. Addirittura alcuni fans, esagerando, hanno acquistato uno spazio pubblicitario vicino allo stadio per esporre un cartellone a favore dell’utilizzo del quarterback numero 15.

Coach Fox non si è fatto condizionare dall’ambiente, ma di fronte alle prestazioni pessime e in continuo peggioramento di Kyle Orton, non ha potuto non prendere i giusti provvedimenti.

Dentro dunque Tim Tebow e già nella metà partita disputata contro i Chargers domenica scorsa il cambiamento si è visto. Tim si è dovuto togliere di dosso un po’ di ruggine, con i primi tre drive chiusi con il punt e poche yard di guadagno, ma nel quarto periodo si è accesa la scintilla. Molte corse, molta improvvisazione ma alla fine i punti sono arrivati, un touchdown su corsa (sua specialità) e uno su passaggio per Knowshon Moreno hanno rimesso in gara i Broncos, fino all’ultimo secondo quando un disperato passaggio in endzone è caduto incompleto spegnendo le speranze di una folla comunque eccitata da quello che stava accadendo.

Al fischio finale, dopo la quarta sconfitta stagionale, sentire tutto il pubblico gasato che urla “Te-bow! Te-bow!” è una bella iniezione di carica per l’ambiente, che rischiava di scivolare nei bassifondi della lega e perdere anche il supporto dei propri fans.

Tutte rose e fiori quindi? Nemmeno per sogno, adesso inizia il difficile. A Tim Tebow si chiede di riportare alla vittoria una squadra che ha molti problemi e non certamente solo quello del quarterback.

Non sarà facile, Tim Tebow non era pronto per partire titolare alla prima giornata e non sarà pronto nemmeno adesso, il cambio non è arrivato per merito suo ma per demerito di Orton e non sarebbe mai successo se Orton avesse giocando anche solo un poco meglio. Ma era l’unica soluzione logica possibile.

I limiti del ragazzo della Florida sono ancora evidenti, ci mette ancora troppo tempo per leggere le difese avversarie e spesso è costretto a rompere il gioco iniziale e rifugiarsi nelle sue corse per scappare dalla pressione avversaria. I primi lanci effettuati domenica sono stati tutti imprecisi, troppo lontani dal ricevitore e solo quelli “in emergenza” hanno portato a qualche guadagno.

Il gameplan offensivo andrĂ  modificato, prevedendo un gioco completamente diverso da quello preparato per Kyle Orton, piĂą corse per non esporre troppo Tebow alla pressione avversaria che sarĂ  feroce, inoltre molti piĂą bloccatori in campo per aiutare i suoi scramble e le sue corse.

Probabilmente a rimanere più delusi saranno i ricevitori che vedranno meno palloni dalle loro parti, anche se c’è da dire che l’inizio di stagione in questo senso è stato già pessimo con Orton che cercava molto di più i suoi appoggi sul corto che non i ricevitori sul profondo.

Tebow di contro porterà entusiasmo, e quell’innata capacità di essere leader e di caricare al massimo i propri compagni e questo farà sicuramente bene a una squadra che è sembrata troppo apatica e molle in questa prima parte di stagione.

Nella sua prima dichiarazione il nuovo quarterback titolare ha detto: «sono molto onorato di avere questa opportunità, mi allenerò il più duramente possibile e farò del mio meglio per aiutare la squadra».

I Broncos avranno ora 11 partite per capire se il ragazzone dal grande carisma potrĂ  essere il loro quarterback del futuro o se al prossimo draft dovranno fare il possibile per scegliere il nuovo faro della franchigia (qualcuno ha detto Andrew Luck?).

4 thoughts on “Denver Broncos: it’s Tebow Time!

  1. persino Brady Quinn è meglio di Orton, quindi ben venga Tebow titolare….è comunque un upgrade per come la vedo io

  2. Forse non diventerĂ  mai un grande qb con il braccio chirurgico, ma sicuramente uno che non ha paura di sfidare i le difese, uno che può trascinare a colpi di “non mi hai fatto niente, ritenta se ci riesci”…..vedrò con interesse il suo giocare.

  3. Lo staff dei Dolphins voleva sostituire Henne con Orton???
    E’ andata bene che il contratto non si sia perfezionato: meglio la mediocritĂ  a buon prezzo di un backup come Moore adesso, che lo strapagare un mediocrissimo qb come Orton che, a parte mezza stagione a Denver due anni fa, non ha mai combinato quasi nulla in carriera.

    • Denver e Miami avevano giĂ  trovato l’accordo, ma i Dolphins volevano prima definire il prolungamento del contratto con Orton per non perdelo poi a fine stagione. La trattativa con il giocatore si è arenata e quindi la trade è saltata. Visti i risultati Orton o Henne fa poca differenza, entrambi non sono qb di grande valore.

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