Marcell Dareus, una forza della natura!

Classe abbondante per qualità e talento quella del 2010 per quanto riguarda i DL, che presentano tra le loro fila diversi atleti di altissimo livello pronti ad avere un impatto immediato con il mondo del football professionistico; mondo in cui solo dodici mesi fa entrava il loro collega Ndamukong Suh, defensive tackle straordinario che ha cambiato volto alla difesa dei Detroit Lions, come d’altronde in molti avevano auspicato potesse fare al momento dell’uscita da Wisconsin.

Una speranza che sembrano coltivare diverse franchigie anche oggi sui prospetti che fra poco meno di una settimana verranno scelti al Draft, dove non sono di certo pochi i nomi da appuntarsi sul taccuino.

Marcel Daerus – DT – Alabama Crimson Tide – 6’3’’, 319

Probabilmente il miglior talento in assoluto presente al Draft di quest’anno, devastante contro i lineman avversari, distruttivo in azione di pass rushing, e completo al punto da poter essere impiegato sia come DT nelle formazioni 4-3 che come DE, ruolo che ha ricoperto nel 2008 e nel 2009 a ‘Bama, negli schieramenti 3-4; esplosivo, rapido nei primi passi e nei cambi di direzione, riesce a muovere con agilità una massa piuttosto consistente, il che lo rende una forza davvero difficile da arginare per chi se lo trova di fronte.

Ragazzo caratterialmente tosto con un passato alle spalle non facile, ha perso il padre, la madre, e anche l’assistant coach che lo aveva ospitato durante la high school dopo che era rimasto orfano, Dareus ha ricevuto una sospensione dai Crimson Tide ad inizio stagione 2010 per aver accettato un compenso in denaro da parte del suo agente; tolto questo, il DL di Alabama non ha mai avuto problemi fuori dal campo durante gli anni passati al college, dove è stato sempre descritto come dotato di una grandissima etica lavorativa.

Premiato come miglior giocatore del BCS National Championship 2009, vinto contro Texas, Marcel ha conquistato anche il first team All-SEC al termine di questa stagione, nella quale ha totalizzato 34 tackles e 4.5 sacks giungendo alla fine della sua carriera universitaria con 70 placcaggi, 20.0 tackles for loss e 11.0 sacks in 33 match disputati con la divisa dei Tide; giocatore esperto, ha le qualità per alzare di livello qualsiasi squadra che lo selezionerà al prossimo Draft.

 

Robert Quinn – DE – North Carolina Tar Hells – 6’4’’, 265

A detta di alcuni scouts il miglior defensive end visto all’opera nelle ultime 3 stagioni alle combine di Indianapolis, fisicato, veloce, rapido nei primi passi, Robert Quinn è un altro giocatore pieno di talento che si affaccia al Draft di quest’anno, dove sicuramente si presenta come uno dei prospetti più appetibili; validissimo DE da 4-3, ruolo in cui ha giocato nei Tar Hells, sembra avere le caratteristiche necessarie anche per coprire la posizione di OLB in uno schieramento 3-4, viste le sue grandi doti tecniche e atletiche che l’hanno portato a migliorare tantissimo in pass rushing.

Tra i finalisti del Brian Piccolo Award nel 2007, premio che va all’atleta di college football più coraggioso, Robert sembrava dover chiudere anzitempo l’avventura nel football dopo che gli era stato diagnosticato un tumore al cervello all’ultimo anno di high school, ma dopo il ricovero e le rispettive cure è stato pienamente recuperato ed ha potuto disputare una carriera universitaria ad altissimo livello, conclusa con 86 tackles, 25.5 tackles for loss, e 13.0 sacks; fuori anche lui dai giochi durante il senior year a causa di un compenso ricevuto dal suo agente, non ha potuto farsi notare ulteriormente, anche se nessuno si scorda delle grandissime giocate di cui si è reso protagonista nel 2009.

Altro DE proveniente dalla florida scuola di UNC, Quinn è abilissimo a penetrare tra le maglie delle linee offensive avversarie, trasformandosi in un vero e proprio incubo per il bacfkield, dove solitamente riesce sempre a portare a termine il suo compito con un placcaggio sul runningback o un sack rifilato al quarterback; grandissimo lavoratore, è un investimento quasi assicurato.

 

Da’Quan Bowers – DE –  Clemson Tigers – 6’3’’, 280

Giocatore completo, defensive end più puro rispetto a Quinn e in grado di ricoprire più ruoli sulla linea visto la stazza fisica imponente e le qualità tecnico-atletiche in suo possesso, che dovrebbero farlo integrare senza problemi sia nelle difese 3-4 che in quelle 4-3; limitato durante la carriera collegiale dagli infortuni ricorrenti, è esploso definitivamente proprio nell’anno da senior, totalizzando 67 placcaggi, 25.0 tackles for loss, e 15.5 sacks.

Potente ed esplosivo Bowers è in grado di fronteggiare con efficacia sia i passaggi che le corse, grazie ad una crescita costante che ha avuto soprattutto in fase di pass rushing, dove nel corso degli anni passati in North Carolina è migliorato davvero parecchio; intelligente, dotato di una buona visione di gioco, riesce a seguire lo sviluppo dell’azione con facilità e farsi trovare sempre nella posizione migliore per mettere a segno il placcaggio.

Grandissimo amico dello sfortunato Gaines Adams, anche lui ex Clemson, Da’Quan ha rischiato di essere messo fuori squadra nella scorsa offseason, quando a causa della morte dell’ex Buccaneers e di suo padre Dennis Bowers, aveva passato un brutto periodo e perso diversi chili di muscoli; sempre corretto fuori e dentro al campo, dovrebbe rivelarsi un innesto importante per la squadra che deciderà di puntare su di lui.

 

Nick Farley – DT –  Auburn Tigers – 6’3’’, 291

In un solo anno da starter nella difesa dei Tigers ha conquistato tutto quello che si poteva conquistare nel college football, vincendo in un sol colpo il premio come miglior defensive lineman della nazione, Vince Lombardi Award, miglior difensore della SEC, e Defensive MVP del BCS National Championship; a questi tre riconoscimenti ha aggiunto la nomina nel first team All-SEC, altra affermazione importante per un giocatore che solo dodici mesi prima fungeva solo da DT di situazione.

Arrivato dal Copiah-Lincoln Community College nel 2009, in due stagioni Farley ha messo a segno 88 placcaggi, 27.5 tackles for loss, e 13.0 sacks, mostrando una certa attitudine a seminare il panico nel backfield avversario, dove riesce a penetrare con una certa facilità grazie ad una grandissima capacità di lettura che gli permette di anticipare i movimenti degli avversari negl’istanti immediatamente successivi allo snap.

Validissimo pass rusher, in possesso di una grande velocità e un buon atletismo per la taglia fisica, viene considerato una sorta di novello Kevin Williams, per la versatilità che può offrire in fase difensiva; talento pazzesco, le uniche riserve sul suo conto riguardano il carattere, da molti scout infatti viene definito immaturo e non pronto mentalmente a calcare i palcoscenici NFL. Se hanno ragione, lo scopriremo solo, salvo lockouti, nel corso della prossima stagione.

 

J.J. Watt – DE –  Wisconsin Badgers – 6’5’’, 290

Colpitore eccelso, dotato di un grandissimo fiuto per l’ovale, Watt rischia seriamente di provocare un turnover alla squadra avversaria ogni qual volta riesce a penetrare nel backfield e mettere pressione, o direttamente le mani addosso, al malcapitato di turno, che può essere il quarterback o il runningback; chi ha avuto modo di vederlo in azione infatti avrà sicuramente notato come il giocatore di Wisconsin abbia una propensione pazzesca per cercare di strappare sempre la palla all’avversario, cosa, tra l’altro, che gli è riuscita con una certa assiduità durante la carriera collegiale, nella quale ha totalizzato 4 fumble recovered, 3 forced fumble, 2 field goal e 2 extra point bloccati.

Dotato di un’ottima velocità e di una eccellente rapidità nei primi passi, l’ex Badgers è riuscito a metere in difficoltà anche i quarterback più mobili che ha incontrato nel corso del suo biennio a Wisconsin, dove è arrivato nel 2008, redshirt year, dopo aver giocato la stagione 2007 con Central Michigan da TE; trasformato in DE dopo il suo trasferimento, Watt ha confezionato 106 tackles, dei quali 36.5 for loss, e 11.5 sacks in due season, conquistando la nomina a MVP della squadra al termine del torneo 2010.

Versatile, potrebbe anche essere spostato all’interno ed utilizzato come defensive tackle in entrambe gli schieramenti difensivi, inoltre, vista anche la sua grande etica lavorativa e le sue caratteristiche non è detto che possa inizialmente ritagliarsi un ruolo importante negli special team.

 

Aldon Smith – DE –  Missouri Tigers – 6’4’’, 263

Probabilmente arrivato al Draft con un anno di anticipo, questo redshirt sophomore da Mizzou è un talento grezzo, in parte ancora da costruire, che ha delle potenzialità enormi e in prospettiva potrebbe diventare uno dei top player del ruolo in NFL; solo in prospettiva perché almeno all’apparenza non pare del tutto pronto al mondo del football professionistico, anche per la limitata esperienza fatta con i Tigers, nei quali ha giocato solo due stagioni mettendo insieme numeri comunque importanti, 112 tackles e 17.0 sacks.

Ottimo pass rusher, abile a penetrare nel backfield avversario e portare pressione sul quarterback, Smith presenta invece qualche limite quando deve fronteggiare le corse, anche se le qualità atletiche di cui è in possesso dovrebbero permettergli quanto prima di diventare un fattore anche in queste situazioni; adatto a ricoprire il ruolo di OLB in una 3-4, l’ex Missouri è un giocatore esplosivo e veloce che riesce a raggiungere l’obiettivo anche partendo da lontano. Buon colpitore, deve però ancora migliorare la propria tecnica di placcaggio.

 

Cameron Jordan – DE –  California Golden Bears – 6’4’’, 287

Figlio dell’ex tight end dei Minnesota Vikings Steve Jordan, Cameron è cresciuto tantissimo nelle ultime stagioni diventando un giocatore piuttosto completo ed abile a fronteggiare sia i passaggi che le corse; dotato di una buona base di pass rushing, ha affinato la propria tecnica puntando parecchio sul suo naturale istinto di run stopper, e sfruttando appieno i grandi mezzi atletici che gli ha messo a disposizione madre natura.

Non esplosivo, Jordan è comunque rapido e veloce a penetrare le offensive line avversarie, tanto che veniva considerato un vero e proprio artista del sack durante la carriera collegiale a California, dove ha totalizzato 175 tackles, 34.0 for loss, e 17.5 sacks in quattro stagioni, raggiungendo un importantissimo All-American Honor proprio nell’ultima, il 2010; dotato di una buona tecnica di placcaggio e di una grande conoscenza del gioco, l’ex DE dei Golden Bears che può avere un buon impatto tra i professionisti, anche perché la mentalità Pro e la cultura del lavoro gli è stata trasmessa con cura dal padre, uno che, indubbiamente, di queste cose se ne intende.

 

Corey Liuget – DT –  Illinois Fighting Illini – 6’2’’, 298

Defensive tackle probabilmente più mobile tra quelli presenti al Draft, Liuget è un colpitore devastante, che magari non possiede la stessa capacità dei suoi colleghi di penetrare con facilità le linee avversarie, ma che comunque si fa trovare al posto giusto nel momento giusto, grazie anche ad un’ottima visione di gioco che gli permette di dare un grande contributo anche in campo aperto, cosa che non molti DT sono in grado di fare, soprattutto se si avvicinano alle 300 libbre di peso.

Quello che stupisce maggiormente di questo ragazzo è proprio questo, ovvero il fatto che il suo stile di gioco non sia affatto limitato da un fisico ben strutturato ma ovviamente difficile da muovere con agilità e leggerezza su un campo da football, eppure il talento di Illinois riesce a portarselo a spasso per tutto il campo senza alcuna fatica.

Potente, istintivo, sempre in movimento, in carriera Liuget ha totalizzato 125 placcaggi, 25.5 tackles for loss, e 8.5 sacks, quasi tutti messi a segno nella senior season, dove è riuscito finalmente a giocare titolare tutte le partite dopo aver perso 30 libbre di peso ed aver migliorato sensibilmente il suo stile di gioco. Altro papabile first rounder, sembra un prospetto più adatto però a giocare DT nelle difese 4-3 perché, almeno all’apparenza, pare che possa rendere meglio con un compagno a fianco piuttosto che solo in una linea a 3..

 

Muhammad Wilkerson – DT/DE –  Temple Owls – 6’4’’, 315

La squadra che cerca un giocatore potente e difficile da superare non può far altro che puntare diritta su di lui, perché Wilkerson fa della potenza fisica la sua più grande arma, visto che è un giocatore non molto esplosivo e decisamente meno rapido di altri talenti presenti al Draft; istintivo, atletico, abbastanza mobile, sfrutta le sue lunghe leve per arrivare dove la velocità non lo porta, capita spesso infatti di vedergli strappare il pallone dalle mani di un avversario o completare un placcaggio in tuffo, cosa che ha fatto con una certa assiduità, e anche con profitto, negli anni collegiali, dove ha totalizzato 144 tackles, 26.0 for loss, e 17.5 sacks; grandissimo lavoratore, nominato capitano degli Owls nell’ultima stagione, è maturato con il passare del tempo, trovando la stabilità che gli era mancata in passato, quando non era nemmeno riuscito a diplomarsi al termine della high school ed ha dovuto passare un anno di purgatorio nella Hargrave Military Accademy per acquisire i titoli necessari ad entrare nel panorama NCAA.

Un anno rigido che effettivamente gli è servito, perché ha restituito a Temple uno dei migliori giocatori della storia recente degli Owls, nei quali Wilkerson è stato una sorta di leader. Versatile, l’ex numero 9 può essere schierato sia come defensive tackle negli schemi 4-3 che come defensive end in quelli 3-4.

 

Ryan Kerrigan – DE –  Purdue Boilermakers – 6’3’’, 267

Rispetto a molti altri prospetti che possono ambire ad una chiamata al primo round del Draft, Kerrigan non possiede delle doti atletiche naturali, ma è diventato un ottimo giocatore di football a livello collegiale lavorando sodo ed impegnandosi ogni giorno più di ogni altro, aiutato anche da un programma che nel corso degli anni ha sfornato fior di talenti, e campioni, nella posizione; irreprensibile, votato al sacrificio, molto solido caratterialmente, ha avuto una crescita costante che lo ha portato al top nella senior season, nella quale ha conquistato un premio importantissimo come il Big Ten Defensive Player of The Year.

Oltre a questo riconoscimento Kerrigan ha concluso la propria carriera riuscendo ad ottenere anche l’ambito All-American Honor al termine di una stagione che lo ha visto totalizzare 70 tackles e 12.5 sacks che gli sono serviti per entrare nella storia di Purdue eguagliando il record di sacks messi a segno nel corso della carriera universitaria; una carriera che per il numero 94 è durata quattro stagioni e che ha chiuso con 209 tackles, 55.5 tackles for loss, e 37.5 sacks. Dotato di una buona tecnica di placcaggio, reattivo, abile ad intrufolarsi nei backfield avversari nonché eccellente sacker, l’ex Boilermacker, come tanti suoi predecessori, sembra adatto sia a coprire la posizione di DE nella 4-3 che quella di outside linebacker in una 3-4, un ruolo in cui si sono riciclati parecchi end usciti in passato dal college dell’Indiana.

 

Menzioni d’onore.

Come anticipato la classe di quest’anno sembra davvero ricca di prospetti, e non sono solo dieci quelli che possono puntare ad essere scelti nel primo round, tant’è che meritano di essere citati almeno quattro talenti che possono benissimo rientrare nel primo round e che, in caso non dovessero farcela, verranno comunque probabilmente chiamati, salvo sorprese, nella prima metà del secondo.

Il primo di questi è Stephen Paea, prospetto di origine polinesiana che gioca a football da appena sei stagioni e che ha trascorsi nel rugby, visto che fino a 16 anni ha vissuto in Nuova Zelanda, la patria degli All-Blacks; arrivato ad Oregon State solo nel 2008, dopo due anni passati al Snow Community College, ha confezionato 124 tackles e 14.0 sacks mostrando buone doti di pass-rusher e una certa abilità a difendere anche contro le corse.

Ottimo placcatore, è un buon colpitore e un giocatore abbastanza atletico, che non offre molta versatilità ma che può certamente trovare una sua collocazione nel ruolo di DT; una capacità di adattarsi che invece sembra avere Adrian Clayborn, straordinario atleta da Iowa che è stato limitato dagli infortuni, soprattutto nell’ultima stagione, ma che ha i numeri per giocare come DE sia nelle difese 4-3 che in quelle 3-4, dove può comunque fornire un grandissimo contributo grazie al fisico possente e all’esplosività.

Ottimo pass rusher, adora mettere a tappeto i quarterback avversari, che ha inchiodato al terreno 19 volte nel corso della sua carriera universitaria, con il picco toccato nella stagione 2009, quando ha totalizzato 11.5 sacks; tornato negli Hawkeyes per disputare la senior season, ha centrato il back to back conquistando per il secondo anno consecutivo la nomina nel first team della Big Ten, dove è entrato soprattutto grazie al suo modo di giocare, feroce, potente, istintivo, ma allo stesso tempo molto tecnico.

Versatilità e tecnica che fanno parte anche del pedigree di Cameron Heyward, altro figlio d’arte, suo padre era il runningback Craig “Ironhead” Heyward, che si affaccia al Draft di quest’anno uscendo da un’università che solitamente ha prodotto fior di talenti come Ohio State, dove in quattro stagioni ha messo a segno 163 tackles e 15.5 sacks, facendosi notare principalmente nel ruolo di end ma, all’occorrenza, anche in quello di DT; giocatore potente, fisico, aggressivo, dotato di un buon istinto e di una solida tecnica ha le potenzialità per fare davvero bene in NFL, soprattutto nelle difese di situazione contro le corse, dove ha dimostrato di saper rendere al meglio.

Situazioni in cui deve per forza migliorare Brooks Reed, talento che arriva da Arizona e che molti paragonano, forse per via della capigliatura, al giocatore dei Packers Clay Matthews, con cui condivide la conference di provenienza, la Pac-10, e delle statistiche non eccezionali al termine della carriera collegiale, che nel suo caso parlano di 114 placcaggi e 17.0 sacks messi a segno; eccellente atleta, rapido, aggressivo, istintivo, e in possesso di una buonissima tecnica di placcaggio, il numero 4 ex Wildcats può contare su una buona conoscenza globale del gioco e su un’intelligenza che dovrebbe permettergli di giocare in più posizioni a livello professionistico, ovvero sia come End nella 4-3 che come OLB nella 3-4, dove, in caso, ripercorrerebbe davvero le orme del 52 di Green Bay.

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