Per la prima volta nella sua carriera, Flacco si prende i meriti personali di una vittoria in post-season.

Seguire l’evoluzione o l’involuzione di un Quarterback può essere un arduo compito nel corso degli anni.

Bisogna tener conto, parallelamente alle doti atletiche del QB stesso sia chiaro, anche delle armi d’attacco di cui dispone così pure della sua linea offensiva.

Si arriva spesso ad emettere sentenze definitive su un determinato QB, senza tener conto degli aspetti citati sopra.

E questo accade, per la verità, quasi con ciascun ruolo del football americano.

Alcune volte però, accade che i numeri piazzati da un determinato giocatore siano talmente netti e autoesplicativi, che tutto ciò che lo circorda passa necessariamente in secondo piano. Joe Flacco, nella partita di Wild Card contro i Kansas City Chiefs dei playoff della stagione NFL 2010/2011, si toglie la soddisfazione di essere protagonista per la prima volta nella sua carriera di una gara di post-season. E’ per protagonista non intendiamo certo vincente, no davvero, le vittorie fuori dalla Regular Season erano già arrivate negli anni precedenti; lo intendiamo trascinatore, pungente, carismatico, capace di prendersi l’attacco sulle spalle e di mandarlo avanti a proprio piacimento.

Ebbene, dato che di numeri abbiamo parlato, ci sembra doveroso ricordarne qualcuno di quelli che Flacco ha piazzato contro KC: i 25 passaggi completati (record personale in post-season), i 2TD (record personale in post-season), le 265 yards lanciate (record personale in post-season); il QB-Rating di 115,4 (record personale in post-season), fanno si che sia impossibile parlare del resto della squadra offensiva, che pure c’è stata, ma per una volta viene messa senz’altro in ombra.

Flacco aveva raggiunto i playoff con i Ravens anche nei due anni precedenti, dunque può godere del privilegio di averli sempre giocati da quando è nel football a livello professionistico. Ma mai con questi risultati. Il bilancio prima della partita contro i Chiefs, lo vedeva, se pur vincente per 3-2, per evidenti meriti difensivi della franchigia del Maryland, con un parziale TD-INT di 1-6 e non aveva, per dirne una ma potremmo continuare all’infinito, mai toccato quota 200 yarrds lanciate.

Il Coaching Staff dei Ravens ha voluto palesemente seguire quella strategia di sviluppo del giocatore che già si era preventivata quando al Draft 2008 aveva scelto la Trade-Up per andarsi ad accalappiare il QB: coltivare il giovane Joe andando per gradi, facendolo crescere con il tempo e senza mai strafare. Questo spiega come i numeri di Flacco siano cresciuti enormemente dal primo al terzo anno di NFL. Anche in Regular Season infatti, Flacco ha settato tutti i record che, in misura minore, si è guadagnato nella sfida di Wild Card. I Ravens si son potuti permettere un tipo di gioco del genere, sfruttando anche e sopratutto quella difesa guidata da Ray Lewis che spesso e volentieri li ha tirati fuori dai pasticci, non dovendo quindi lasciare le partite sulle spalle del giovane QB.

Seguendo l’ottica della crescita bilanciata, Flacco dovrebbe avere evidentemente numeri sempre migliori col passare degli anni. Ma qualunque amante del football sa che ogni giocatore ha i propri limiti. Non se ne tira certo fuori Joe Flacco. I maggiori problemi del QB, che pure possiede un braccio molto potente tanto da fargli guadagnare talvolta l’appellativo di “Bazooka“, sono nel timing.

Flacco impiega qualche decimo di secondo in più a pensare/lanciare rispetto ai Big Qbs attualmente presenti in NFL. E sembra un suo difetto congeniito, con pochi margini di miglioramento al di là del tempo e che quindi lo lascerà sempre piuttosto lontano dalla schiera dei QB d’elite. Tuttavia, la saggezza e l’umiltà di Flacco, che preferisce prendersi un Sack in più dalle difese avversarie invece di rischiare forzatamente il lancio a tutti i costi, si inserisce alla perfezione nel gioco dei Ravens che sono, e saranno almeno di clamorose svolte comunque non immediate, volti più ad un tipo di gioco efficace che spettacolare.

Un passo alla volta. Flacco si è preso la soddisfazione personale di gestire la tensione dei playoff per una volta contando sulle sue doti. E non è poco. Tuttavia, ci permettiamo di chiudere citando una frase di Todd Heap, l’attuale TE dei Ravens che, forse parlando in realtà di se stesso, ci sembra esplicare al meglio ciò che aspetta Flacco nel brevissimo: “Having a good game, personally, in the first game in the playoffs doesn’t mean anything if you don’t get it done in the second game”.

7 thoughts on “Il nuovo Flacco della post-season

  1. flacco è cresciuto molto,e personalmente credo sia leggermente sopra i vari ryan,sanchez,rivers,romo, leggermente sotto a big ben e decisamente sotto a manning,brady,brees e rodgers. si fa sempre fatica a valutare un Qb in pochi anni specialmente si rimane nella medesima franchigia. ma giudico i 4 Qb che ho citato come top,gli unici in grado di cambiare le sorti di un team mentre big ben e lo stesso flacco,sono ottimi giocatori perfetti per i play book che le loro franchigie attuano. vi lancio una provocazione: big ben a san diego,romo a pitts,rivers a baltimora,flacco a dallas. come li vedete? io male,tutti!

    • Non vorrei essere preso per eretico, però con la linea offensiva ed i ricevitori che ha sempre avuto, Manning è sopravvalutato; a parita di condizioni con Brady, Big Ben o Rodgers (gli ultimi due con 50 sack subiti a stagione) risalterebbero le sue lacune…
      Che vergogna quando ho visto la sua scivolata a pochi passi dalla end zone per il timore di essere colpito, semplicemente ridicolo.

  2. Attenzione a fare i complimenti a Falcco. A me non piace, spesso si accontenta della prima opzione e poi, se è coperta quella, sparacchia il pallone o corre. Inoltre ha poco tocco.

    Di buono ha un bel braccione, dei grandi ricevitori e una buona line offensiva.

    Steelers 23 – Baltimore 13

  3. D’accordissimo con fabio. Capisco la posizione di alessio ma non mi trova in sintonia. Rivers, Ryan e Romo gli sono superiori a mio avviso (non Sanchez).

  4. Non dimentichiamoci che si parla di baltimore, una squadra che da un decennio a questa parte ha un Dna molto preciso: super difesa, tante corse, un qb che non deve vincere le partite ma solo svolgere il compitino senza fare errori. Hanno vinto un SB con Trent Dilfer!!!In questi 10 anni in cabina di regia si sono alternati Dilfer, Banks, Boller…..tranne una breve parentesi di Steve McNair, lui sì grande, tutti mediocri Qb. Eppure Baltimore era quasi sempre nei playoff.
    Ecco, io credo che Flacco come talento, tra quelli sopra elencati, sia secondo solo a McNair. Con la differenza che è molto più giovane (Air McNair era a fine carriera) e possiede un parco ricevitori molto più valido (a Mason si sono aggiunti Boldin e Houshmandzadeh). E’ inferiore a star come Brady, Manning e Rodgers, ma può dirigere una buona orchestra senza farla sbandare e talvolta azzeccare una giocata importante. Scusate se è poco!

    • perfetta disamina gerki,io aggiungerei anche todd heap,sottovalutato ma fondamentale. flacco a me tutto sommato piace,e come leadership e caratteristiche è perfetto nel contesto baltimora. deve fare pochi danni,tutto qui,e lui esegue alla grande.

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