La perfezione non esiste, ma Tom Brady ci va sempre molto vicino...

Esistono sfide nel football, ma in qualunque sport dove la competizione raggiunge i massimi livelli, che fanno leccare i baffi soltanto a sentire il nome di chi si scontra. E ci si contrsuice intorno già una storia di come potrà andare la partita, aspettandosi sempre piogge di punti ed azioni mozzafiato.

Per la Week 11 della NFL 2010, va in scena al Gillette Stadium di Foxborough, Massachussets, la gara tra Indianapolis Colts e New England Patriots, che di diritto entra nella categoria immaginaria di quelle partite entusiasmanti solo a sentirle, che citavamo in apertura.

Nel caso specifico, la sfida tra Colts e Pats è prima di tutto una sfida tra i due leader delle due squadre, ovvero tra Tom Brady e Peyton Manning che ogni anno si rinnova ed apre lo stesso interrogativo : chi è più forte tra i due?
State tranquilli, se credete che lo sia uno piuttosto che l’altro, non sarà questa gara (e forse qualunque gara che li contrappone) a farvi cambiare idea.

Al di là della sfida fuori dal campo, c’è la cronaca. La cronaca di una gara  vinta dai Patriots meritatamente per 31-28, pur con un finale tutto da vivere , ma che alla fine consegna un grido di gioia che vale il record invidabile stagionale di 8-2.

I Colts si presentano all’appuntamento con i soliti, abituali problemi d’infortunio che si portano avanti da tutta la stagione: ed allora non figurano, ed addirittura non compiono il viaggio con la squadra in quel di Boston, nomi come quelli di Addai, Brackett, Hart, Session, Sanders, Clark, Bullit, solo per citare i principali. Si va ad aggiungere un Austin Collie non in condizione, uscente anch’egli da infortunio.

I Patriots sono una macchina: nella prima metà di football, arrivano 3TD sui primi 3 drive, un parziale di 6/6 nelle conversioni di 3rd down, e neanche una penalità. Tom Brady (19/25; 186 yards; 2TD) è spumeggiante e la combinazione a TD con Wes Welker, per i primi punti sul tabellone, fa capire che l’attacco di NE avrà vita facile, almeno in questa fase di gioco.

Ed è proprio così, in effetti. I Colts sembrano imbambolati, Peyton Manning (38/52; 396; 4TD 3INT) ci mette del suo con un intercetto (ma è anche una traccia corsa male) e NE non ci pensa due volte a portarsi sul 14-0. Sembrerebbe una gara già conclusa. A parte il punteggio piuttosto rotondo, per quelllo visto in campo sinora, i Colts non sembrano in grado di organizzare sortite offensive che possano far male.

Ma Manning non è in NFL per caso e cominciano a vedersi combinazioni con Reggie Wayne degne dei migliori Colts,  come il TD sul finire di secondo quarto che è uno spettacolo per gli occhi e soprattutto riapre i giochi consegnando agli spettatori una seconda metà di gara tutta da vivere. Nell’occasione specifica, Manning orchestra un drive perfetto, macinando 85 yards in 3:30 minuti. Si va all’Half sul punteggio di 21-14 NE.

La musica cambia, nel senso che cambia proprio la mentalità in campo delle due squadre. Ora, a ragione, i Pats utilizzeranno maggiormente il Rushing Game, lasciando a Brady il compitino che può svolegere egregiamente e questo giustificherà un numero di yards guadagnate dal QB decisamente sottotono. Trova ancora spazio Danny Woodhead, a proposito chissà se non sarà proprio lui il RB del futuro per NE, che sottolinea ogni problema difensivo contro le corse per i Colts, in particolare per la Safety Aaron Francisco. E’ pur vero che con l’elevato numero  di infortunati, è già gran cosa riuscire a tener testa ai Patriots ed è d’obbligo utilizzare il “di necessità fa virtù”.

Con l’ultimo quarto entrante, il punteggio recita: Colts 14 – Pats 28. Giochi finiti, o quasi. Manning ha invece il tempo per dire la sua ancora un paio di volte, con 2TD che consegnano gloria anche al WR Rookie Blair White da Michigan State, che li riceve entrambi. NE fa in tempo a segnare un FG che consente di guadagnare quei 3 punti in più che valgono ua vittoria.

Manning manca nel momento decisivo e lancia l’ennesimo intercetto (il terzo della giornata) proprio quando sembrava che le cose dovessero volgere in favore Colts, con un ultimo drive che già faceva gridar vittoria ai tifosi di Indianapolis. Ma la perfezione non esiste.

Lo scontro ai numeri tra i QB è sicuramente vinto da Manning, ma la solidità maggiore e la freddezza con qui Brady ha diretto i suoi Pats è stata impressionante. Nuovi spunti per continuare la discussione sul “chi sia il QB più forte”, con un duello che deve tener conto di statistiche, ma anche di concretezza.

E’ una grande partita offensiva, da un lato e dall’altro. Lo è stata difensiva solo in parte, NE si è dovuta arrendere al braccio di Manning nel finale, che però non è stato decisivo. La sensazione è che i Patriots siano attualmente la squadra da battere in AFC e danno esempio che pur perdendo lo scontro statistico, dettato anche da un evidente rimonta forzata per i Colts, la solidità e la varietà di soluzioni offensive, è una grande arma in più.

5 thoughts on “Patriots: una macchina perfetta

  1. Sono i 2 veri mostri sacri della NFL e guardare quando si salutano a fine match è sempre un’emozione incredibile. Io preferisco Manning…sembra sempre che dipinga. Poi a volte gli infortuni mettono in evidenza la vera qualità del giocatore. Quest’anno Indi stà perdendo i pezzi dell’attacco e lui tranquillamente continua a far segnare tutti. Brady quando si infortunò, i Pats finirono ugualmente 12/4 o 11/5 (non ricordo) e lo scorso anno una volta infortunato Welker furono sculacciati dai Ravens. Speriamo di rivedere quest’anno un’altra sfida tra di loro…..i 2 VERI qb della lega.

    • Vabè..però querst’anno hanno lasciato andar via Moss e non mi sembra che Brady abbia accusato il colpo più di tanto..io onestamente non saprei chi scegliere..

  2. ricordo a tutti che brady a vinto 3 finali in 4 anni con 0 ricevitori decenti. e l’anno scorso secondo me a pagato ancora l’infortunio (gli avevano rifatto tutti i legamenti del ginocchio). tra laltro l’unico anno che a avuto moss in condizione a fatto una stagione quasi perfetta 16-0 regolare e a perso una partita in finale che se la giocano 20 volte la perdono una.

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