Miami Heat @ New York Knicks 106–91

Gli Heat fermano a quattro la striscia di vittorie dei Knicks sul parquet del Madison Square Garden, grazie a un grande LeBron e un’ottima prova di squadra. Miami si porta avanti già nel primo tempo, ma New York resta a contatto e rende il match molto equilibrato. All’alba del terzo periodo gli ospiti provano a scappare, portandosi oltre la doppia cifra di vantaggio, grazie a un ottimo Wade (22 punti con 10-15 dal campo) e alla garanzia di James; i Knicks però restano aggrappati alla partita, col solito Anthony (26 punti e 8 rimbalzi) che si rende protagonista di un pazzesco canestro allo scadere dei 24 secondi, coadiuvato dai 20 di Smith e dai 17 di Hardaway. C’è troppa Miami per i bianco arancio: gli Heat scappano nel quarto quarto, con un clinic di LeBron che come sempre si esalta quando respira l’atmosfera del Garden. 30 punti, 8 rimbalzi, 7 assist e 6 rubate: il Re si prende di forza il successo, gli Heat restano a tre partite di distanza dai Pacers.

Brooklyn Nets @ Indiana Pacers 96–97

I Pacers si aggiudicano una gara combattutissima alla Fieldhouse di Indiana, con un successo che vale il cappotto stagionale ai Nets. La partita è equilibrata dall’inizio alla fine, con le due squadre che si rispondono colpo su colpo: il pubblico canta “Not an All Star” all’indirizzo di Joe Johnson, reo di aver soffiato il posto al beniamino di casa Stephenson nella gara delle stelle, ed è proprio la sifda tra i due una delle chiavi della serata. Indy è avanti di uno all’intervallo grazie a un canestro di George (20 punti e 8 rimbalzi per lui), prova la fuga nel terzo quarto ma le palle perse si contano col pallottoliere (24 in totale) e permettono ai Nets di restare in scia. I padroni di casa sembrano poter controllare nel finale, ma una tripla di Johnson (24 punti, top scorer della partita) riapre i giochi e porta gli ospiti sul -1. Indiana segna dalla lunetta, Pierce ha la palla del pareggio ma è francobollato in angolo da Stephenson, e la sua tripla non tocca nemmeno il ferro sancendo la vittoria finale dei Pacers.

Oklahoma City Thunder @ Washington Wizards 81–96

Washington riesce nella non facile impresa di stoppare i caldissimi Thunder, siglando un importantissimo successo casalingo che li riporta a quota 50% di vittorie. Gli ospiti partono malissimo, con 10 palle perse nel primo quarto che permettono agli Wizards di toccare il +15 nella prima metà del secondo periodo. La riscossa di OKC non si fa attendere, grazie a Durant che trova finalmente la via del canestro e guida un parziale di 14-0 che riporta i suoi a contatto. KD, però, nonostante una partita da 26 punti, 5 rimbalzi e 7 assist non trova il fondamentale supporto della sua panchina; i padroni di casa, invece, volano sulle ali di un Wall carico a mille per la prima convocazione all’All Star Game, e a cavallo tra terzo e quarto periodo mettono a segno l’allungo decisivo. Il play chiude con 17 punti, 15 assist e 6 rubate, ispirando la vittoria che chiude a quota dieci la striscia di successi consecutivi dei Thunder.

Minnesota Timberwolves @ Atlanta Hawks 113–120

Atlanta continua il suo ottimo momento di forma, battendo in casa i Timberwolves che devono rimandare per l’ennesima volta l’occasione di scavalcare la soglia del 50% di vittorie. Sono gli ospiti a partire meglio, desiderosi di regalare al loro leader Kevin Love il primo successo in carriera contro i Falchi; è 54-48 all’intervallo in favore dei T’Wolves, grazie all’ottima regia di Rubio (partita da 11 assist per lui). Nel terzo quarto, però, gli Hawks vanno alla riscossa: Kyle Korver mette a segno la prima tripla della sua partita, portando a 115 il conto delle gare consecutive con almeno un tiro da tre a bersaglio. È proprio Korver (top scorer dei suoi con 24 punti), insieme a Millsap (20 punti e 13 rimbalzi) e Carroll (19 punti) a guidare i suoi in un terzo periodo coi fiocchi, grazie al quale i padroni di casa scavano un solco apparentemente decisivo. Love, però, non ha intenzione di arrendersi, e grazie alla consueta presenza sotto i tabelloni e all’arsenale offensivo da campione (chiuderà con 43 punti e 19 rimbalzi) riporta Minnesota sul -3. Atlanta riesce comunque a mettere al sicuro la vittoria nel finale, grazie a un’entrata di Teague che chiude i conti e la sua partita da 19 punti e 8 assist.

Philadelphia 76ers @ Detroit Pistons 96–113

Boccata d’ossigeno per gli zoppicanti Pistons, che battono agevolmente i rimaneggiati Sixers. I padroni di casa si mettono avanti fin dalle prime battute, non voltandosi più fino alla sirena finale. Nel primo temopo, chiuso in vantaggio di 8 lunghezze, Detroit fa la voce grossa a rimbalzo offensivo, consolidando il proprio vantaggio grazie a tanti punti da seconda opportunità. Drummond è pressoché infallibile nei pressi del ferro (10-11 dal campo) e si rende protagonista con 22 punti, 14 rimbalzi e 5 stoppate. Philadelphia resta in partita un tempo, per poi crollare sotto le triple dei Pistons nel terzo quarto: Singler e Jennings segnano 20 punti a testa, Monroe aggiunge la doppia doppia a quota 21 punti e 12 rimbalzi e il match si chiude sostanzialmente a dodici minuti dal termine, con la vittoria dei padroni di casa. Sette minuti di garbage time per Datome, che chiude senza punti (0-4 al tiro).

Cleveland Cavaliers @ Houston Rockets 92–106

Houston prosegue la propria marcia nella Western Conference, battendo in casa i sempre più disuniti Cleveland Cavaliers. La resistenza degli ospiti dura un tempo e spiccioli: Houston sembra addirittura poter scappare nella prima frazione, ma un parziale di 10-2 messo a segno dagli ospiti riporta il vantaggio sotto la doppia cifra in un primo tempo concluso dalla tripla di Harden sulla sirena. I Cavs acciuffano il pareggio in apertura di terzo periodo, grazie a un canestro di Deng (24 punti per lui) ma è l’ultimo squillo della loro partita: sarà infatti un monologo Rockets da lì al termine, con un successo che arriva al termine una bella prova collettiva. Beverley non segna ma è una presenza costante a tutto campo, come testimonia uno score di 10 rimbalzi, 8 assist e 5 rubate; Harden rientra dopo un breve stop per infortunio e chiude con 28 punti, mentre Howard domina e ne mette a segno 26 (10-12 dal campo). La ciliegina sulla torta arriva dalla panchina, con la prima tripla doppia in carriera realizzata da Jeremy Lin: 15 punti, 11 rimbalzi e 10 assist per il taiwanese, e Rockets che consolidano il loro quinto posto a Ovest.

Milwaukee Bucks @ Memphis Grizzlies 90–99

Memphis suda le proverbiali sette camicie ma batte i fanalini di coda Bucks, continuando la rincorsa alla zona playoff della Western Conference. Sono gli ospiti a partire meglio, con un primo tempo in controtendenza con una stagione da dimenticare che viene chiuso in vantaggio di 6 lunghezze, dopo aver toccato anche il +12. Il solito Knight ispira a tutto tondo (23 punti, 6 rimbalzi e 7 assist), mentre Iliyasova va per la doppia doppia (14 punti, 13 rimbalzi) Memphis inizia a rimontare nel secondo tempo, con pazienza, sangue freddo e un Gasol da 19 punti e 6 rimbalzi: l’aggancio avviene all’inizio del quarto periodo, con il sorpasso firmato da un’entrata di Johnson, prima che la coppia Randolph-Calathes piazza i punti decisivi per l’allungo finale. Z-Bo chiude con 23 punti e 10 rimbalzi, il sostituto dellinfortunato Conley ne mette 22 (4-5 dall’arco), per la sesta vittoria in fila dei Grizzlies.

Chicago Bulls @ New Orleans Pelicans 79–88

I Pelicans ritrovano Anthony Davis e la vittoria, battendo i Bulls in una partita dal punteggio bassissimo. È sfida tra un All Star, Joakim Noah, e uno mancato ma ancora per poco, proprio Davis: i due si marcano e si cercano, dando vita al duello che caratterizzerà l’intera partita. I Pelicans mettono subito la testa avanti, per tenercela fino alla sirena finale: il vantaggio è oltre la doppia cifra già all’intervallo, anche se i Bulls non mollano e rimangono a contatto grazie a un grande Augustin (23 punti, 7 assist) alla doppia doppia di Gibson dalla panchina (17 punti e 10 rimbalzi) e all’uomo squadra Noah che chiude con 14 punti, 16 rimbalzi e 5 assist. Per i Pelicans, però, è one man show di Davis: The Brow domina, mettendo a referto 24 punti, 8 rimbalzi e 6 stoppate e regalando una sensazione di onnipotenza cestistica. La convocazione all’All Star Game può attendere, ma stasera la vittoria sorride ai suoi Pelicans.

Sacramento Kings @ San Antonio Spurs 93–95

Vittoria sul filo di lana per gli Spurs, che dopo tre sconfitte di fila evitano una dele peggiori strisce negative della loro storia recente e consentono a coach Popovich di scavalcare Red Auerbach al decimo posto della classifica dei coach più vincenti della storia. I Kings, però, rendono la vita difficile ai texani, lottando dall’inizio alla fine e sfiorando un prestigioso successo in trasferta. Sono proprio gli ospiti a chiudere avanti all’intervallo, una prima frazione che va in archivio con una tripla allo scadere di Belinelli (8 punti per lui); il terzo periodo è ancora favorevole a Sacramento grazie alle ottime serate di Gay e Thomas. La rimonta degli Spurs arriva nel quarto periodo: Bonner è ottimo dalla panchina, e un canestro di tabella di Duncan (23 punti, 17 rimbalzi e 5 assist) che sigla il sorpasso dei padroni di casa. Thomas (26 punti, top scorer dell’incontro) pareggia di nuovo i conti dall’arco, ma tocca a Parker rispondere con la stessa moneta, riportando sul +3 gli Spurs. San Antonio può chiudere con due liberi a disposizione di Duncan: il caraibico, però, fa zero su due, e gli ospiti hanno la chance di vincere proprio nel finale. Gay (23 punti, 7 rimbalzi e 6 assist) costruisce un ottimo tiro che però finsice sul ferro, il tap-in a rimbalzo finisce corto e Parker fa suo il pallone che significa vittoria per i texani.

Charlotte Bobcats @ Phoenix Suns 95–105

Vittoria in carrozza per i Suns, che continuano la loro sorprendente stagione demolendo i malcapitati Bobcats. Le imbarazzanti velleità della squadra della Carolina vengono spazzate via dagli uomini dell’Arizona, che chiudono la pratica già all’intervallo sfiorando i 20 punti di vantaggio: Dragic domina in lungo e in largo, con 25 punti frutto di un 10-14 dal campo reso possibile da penetrazioni nel deserto del pitturato ospite. La partita finisce ufficialmente nel terzo periodo, quando i Suns toccano quasi il +30: Phoenix è addirittura sesta nella Western Conference, un risultato impronosticabile prima dell’inizio della stagione.

Toronto Raptors @ Portland Trail Blazers 103–106

Partita pazza in quel di Portland, dove i padroni di casa vincono la trentaquattresima partita stagione superando il totale dei successi portati a casa la scorsa stagione. I Blazers sembrano aver vita facile nel primo tempo: Aldridge spadroneggia (chiuderà con 27 punti e 15 rimbalzi), Matthews (21 punti) bombarda dall’arco e i padroni di casa chiudono vanti di 17 all’intervallo. Toronto rimonta prepotentemente nel terzo periodo, grazie a DeRozan che continua la sua ottima stagione legittimando la chiamata all’All Star Game (36 punti, 30 dei quali segnati nella ripresa, e 12 assist per lui). Portland, però, sembra poter scrivere la parola fine grazie a un parziale fulminante nel quarto periodo: +16 con meno di 8 minuti da giocare. Toronto però non ci sta, ed è ancora DeRozan a guidare la riscossa e a segnare i liberi del sorpasso, con il 103-102; tocca a Lillard incaricarsi della giocata decisiva, con un canestro al vetro che riporta avanti i suoi con 11 secondi sul cronometro. DeRozan ha in mano la palla per diventare l’eroe della serata, ma la marcatura stretta di Matthews lo costringe alla palla persa che indirizza il successo verso Portland.

Utah Jazz @ Los Angeles Clippers 87–102

I Clippers ci mettono un tempo a carburare, prima di battere sul parquet di casa i Jazz per continuare l’inseguimento al podio della Western Conference. Utah oppone una strenua resistenza, chiudendo in parità la prima frazione grazie a un ottimo Enes Kanter, che domina a rimbalzo offensivo e mette a referto una sostanziosa doppia doppia (chiuderà infatti con 23 punti e 14 rimbalzi). I Clippers iniziano a macinare gioco nel terzo quarto, riuscendo a mettere a segno un parziale di 15-3 che indirizza l’esito del match: Crawford è protagonista assoluto, con 27 punti e un dominio offensivo arricchiato anche da 5 assist che armano le schiacciate di Griffin e Jordan, entrambi in doppia doppia. Los Angeles scappa via ad inizio quarto periodo, con Griffin che completa l’opera e la sua partita da 25 punti e 11 rimbalzi. I Clippers consolidano il quarto posto e restano in scia ai primissimi posti a Ovest.

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