os-magic-76ers-game-1204-20131203-001Orlando Magic 125 – 126 Philadelphia 76ers

Al Wells Fargo Center era di scena il duello fra i due principali indiziati finali al premio di rookie dell’anno, Michael Carter-Williams e Victor Oladipo, e lo spettacolo non ha tradito le attese.

Prima volta nella storia dell’NBA in cui due esordienti fanno registrare una tripla-doppia nella stessa partita: 27 punti, 12 rimbalzi e 10 assist il primo, 26-10-10 il secondo. Gli altri giocatori al primo anno possono mettersi l’animo in pace per la corsa all’ambito premio, queste sono prestazioni che che restano nel cuore e negli occhi di tifosi e addetti ai lavori.

Certo il doppio overtime e i 99 minuti giocati in coppia aiutano a mettere su tali e tante cifre. In una serata così passano in secondo piano i 43 punti di Afflalo e il career-high di Ciccio Davis (33), che segna anche la tripla del 104 pari a 18 secondi dal termine dei regolamentari.

Nel primo supplementare Afflalo realizza tutti e tre i tiri liberi assegnatigli per il fallo sul tiro di Turner a 12 secondi dalla fine, pareggiando nuovamente la partita sul 118-118. Nel secondo ed ultimo extra-time i Sixers mettono la testa avanti e conquistano la settima vittoria stagionale.

Milwaukee Bucks 100 – 108 Boston Celtics

I Celtics a distanza di pochi giorni si vendicano della sconfitta di sabato maturata nel Wisconsin, grazie a 15 dei 25 punti finali di Jordan Crawford nell’ultimo periodo. 2 delle 3 vittorie totali in stagione per i Bucks sono venute proprio contro i bianco-verdi che, di conseguenza, avevano tutto l’interesse ad evitare almeno la terza.

Il greco Antetokounmpo finalizza al ferro l’alley-oop di Neal per il -4 di inizio ultimo quarto. Crawford risponde con una tripla che segna l’inizio di un parziale di 15-6 con cui Boston cerca di prendere il largo. Milwaukee tuttavia si riporta sotto di sole tre lunghezze (90-87 Celtics) ma i padroni di casa riescono comunque a conquistare la vittoria, mandando tutto il quintetto in doppia cifra.

Denver Nuggets 111 – 87 Brooklyn Nets

Dopo la boccata d’aria della vittoria di Memphis, la compagine di Kidd ripiomba nel baratro e lo fa nel modo in cui ci ha abituato in questa stagione, venendo surclassata nel terzo quarto per 31-15. Monumentale prova di Timofey Mozgov, autore di 17 punti e 20 rimbalzi. La panchina dei Nuggets, dopo averne rifilati 72 domenica a Toronto, mette a referto 57 punti totali. Joe Johnson guida i Nets, orfani di Williams e Pierce, con 22 punti finali.

Brooklyn ancora una volta non riesce a conquistare due vittorie consecutivamente – non lo fa dall’inizio del campionato – e si appresta a ricevere i Knicks giovedì al Barclays Center in un derby che si annuncia fra i più tragicomici della loro recente storia.

Detroit Pistons 107 – 97 Miami Heat

Sorpresona della notte. I disfunzionali Pistons di questo primo scorcio di regular season sbancano l’AmericanAirlines Arena, interrompendo a 10 la striscia vincente dei padroni di casa. Come dice James “It’s a miss or make league at times”, Detroit segna i propri tiri, Miami li sbaglia. Così i campioni in carica vanno sotto fin da subito e non ritrovano più il bandolo della matassa.

Avendo in squadra Lebron però finisce che pur giocando male – 44% al tiro di squadra – ti ritrovi a -3 a pochi minuti dalla fine. Ci deve pensare allora uno dei giocatori più discussi in casa Pistons a chiudere il conto, Brandon Jennings, mettendo a segno due giocate decisive. Prima realizza una tripla centrale pazzesca da distanza considerevole e con l’uomo in faccia (94-88 Pistons a 4:09 dal termine), poi con 2:13 rimasti sul cronometro ruba palla a The King per mandare a segnare in contropiede Monroe per il 100-91 per i suoi.

Brutte notizie per gli Heat che al cospetto di una delle frontline più imponenti della lega vanno sotto a rimbalzo 46-34 (18 solo di Drummond). Con Wade a guardare, James e Beasley ne mettono 23 a testa. Dall’altra parte buona distribuzione di punti con 7 giocatori in doppia cifra (Singler 18, Monroe e Stuckey 16, Jennings e Smith 15).

Phoenix Suns 91 – 110 Memphis Grizzlies

I tuoi due migliori giocatori nonchè unici membri della frontline, vero punto di forza dei Grizzlies, Zach Randolph e Marc Gasol, sono fermi ai box? Che problema c’è? Ci pensano Jon Leuer e Ed Davis a sostituirli come si deve. Il primo si rende protagonista di un career-high di 23 punti, il secondo completa una sontuosa prova da 21 punti e 12 rimbalzi. Memphis tira col 55% totale di squadra dal campo e, grazie anche ai 18 punti e 14 assist di Mike Conley, riesce ad evitare la quinta sconfitta consecutiva fra le mura amiche.

Per i Suns buona prova di Marcus Morris che chiude con 18 punti ma non riesce ad impedire che i suoi vengano sotterrati nel secondo tempo con il punteggio parziale di 64-37.

Charlotte Bobcats 82 – 89 Dallas Mavericks

Dirk Nowitzki segna 14 dei suoi 25 punti totali nel quarto e decisivo periodo di gioco e insieme ad Ellis è responsabile degli ultimi 19 punti dei suoi. Dopo essere stati anche avanti di 12 lunghezze, Walker e compagni si fanno riprendere e superare dalla raffica di canestri della coppia di stelle della squadra texana. I Mavericks infliggono agli avversari un parziale di 29-15 nei 12 minuti finali. Così il computo delle sconfitte Bobcats a Dallas sale a 10, a fronte di 0 vittorie. Non bastano i 19 punti e 12 rimbalzi di Jefferson.

Oklahoma City Thunder 97 – 95 Sacramento Kings

Anche se alla fine chiuderà con 27 punti ed 11 rimbalzi, Durant sbaglia 3 dei suoi 4 tiri nell’ultimo quarto, che conclude peraltro con soli 3 punti all’attivo. I Thunder costruiscono un vantaggio solido grazie allo sforzo difensivo compiuto nei 2 periodi centrali, durante i quali tengono gli avversari a soli 34 punti segnati. Si presentano all’inizio dell’atto finale avanti di 17 ma negli ultimi 12 minuti non riescono minimamente ad opporsi alle incursioni di Isaiah Thomas (21 dei 24 pti finali all’interno di questo parziale).

Il piccolo grande uomo dei Kings si ritrova fra le mani anche il pallone per mandare la partita all’overtime ma il jumper con 2 secondi sul cronometro finisce sul primo ferro. I Kings, alla quinta sconfitta consecutiva, giocano senza la loro stella più luminosa e top-scorer, DeMarcus Cousins, a causa della distorsione alla caviglia destra rimediata dal giocatore domenica scorsa contro Golden State.

Toronto Raptors 103 – 112 Golden State Warriors

Entusiasmante rimonta casalinga dei Warriors davanti al pubblico della Oracle Arena, per più di due quarti inusualmente ammutolito. Sotto 75-48 con 9:20 da giocare per finire il terzo quarto, improvvisamente scatta la riscossa dei giallo-blu della Baia che iniziano a difendere e segnare e concludono il periodo sul -18. E’ nei 12 minuti finali però che succede il putiferio. Golden State segna 8 canestri da 3 punti (4 solo di Thompson), l’ultimo dei quali è realizzato da Barnes e da ai suoi il vantaggio per 109-103 a 47 secondi dal termine.

Il comeback dell’ultimo quarto dal -18 rappresenta la rimonta più ampia della storia per la franchigia dal 9 febbraio del 1962, quando i Warriors colmarono un deficit di 19 punti sempre nel periodo finale per battere i Celtics 126-124. Klay Thompson, autore di 22 punti e 7 assist che si aggiungono ai 27+10 del solito Curry, giura che la violenta reazione dei suoi è scaturita esclusivamente dalla scossa provocata dalle parole pronunciate dal veterano Jermaine O’Neal negli spogliatoi durante l’halftime.

Pare che il compianto Abramo Lincoln debba cominciare a preoccuparsi: il primato del suo celebre discorso di Gettysburg nell’immaginario collettivo americano non è più così al sicuro.

 

 

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