ninerjag543San Francisco 42 at Jacksonville 10

Nella notte londinese, davanti alle vecchie glorie 49ers Joe Montana e Dwight Clark, capitani onorari del match, San Franciso non ha voluto sfigurare e in trenta minuti di football ha di fatto archiviato la pratica Jaguars, tramortendoli con 4 touchdowns, 2 per quarto, che gli hanno permesso di andare all’intervallo con un rassicurante vantaggio di 28 a 3, guidati da un ottimo Colin Kaepernick, che sotto gli occhi del suo illustre predecessore completa per 164 e 1 TD pass, e corre, sul terreno di Wembley, per 54 yards e 2 segnature personali, da 12 e 9 yds.

Prima del numero 7, a sbloccare l’incontro ci aveva pensato Frank Gore, che con una corsa da 19 yards aveva inaugurato l’ottima serata dei californiani, a segno nel secondo periodo anche su ricezione da 2 yards di Vernon Davis, tra i migliori receiver dei Niners a fine partita con 54 yds all’attivo in tre prese; a salvare la faccia dei padroni di casa, Jacksonville giocherà nei prossimi tre anni altre tre partite casalinghe a Londra, ci ha pensato Josh Scobee, che a 10 secondi dall’halftime ha cancellato quel bruttissimo zero dal tabellone andando a segno da 38 yards.

Nel secondo tempo San Francisco, ormai paga del vantaggio acquisito, si è limitata principalmente a mantenere il controllo del match, e dopo aver subito un touchdown da parte di Mike Brown, WR al primo anno da Liberty, su passaggio da 29 yards di Chad Henne, 228 yds e 1 TD pass, ha trovato per altre due volte la strada verso l’endzone avversaria, prima consegnando l’ovale nelle mani di Gore, per la sua seconda corsa vincente della serata, 2 yds, e poi con il ritorno su fumble del linebacker Dan Skuta, che coprendo le 47 yards che lo distanziavano dall’area di meta avversaria, ha scritto la parola fine sulla sfida inglese, per il 42 a 10 definitivo che ha permesso ai Niners di mandare in campo parecchie riserve nel quarto finale.

Dallas 30 at Detroit 31

Matthew Stafford comebackFinale dalle mille emozioni tra Dallas e Detroit, con i secondi che la spuntano grazie ad una bella giocata di Matthew Stafford, che contro la squadra della città che gli ha dato i natali, decide di inventarsi un salto palla in mano oltre le due linee, offensiva e difensiva, anzichè snappare la palla con dodici secondi, ancora da giocare, sul cronometro.

Prima del grande balzo che ha concesso ai Lions di strappare la quinta vittoria stagionale, il numero 9 non aveva però brillato, lanciando 2 pesantissimi intercetti nelle mani di Sean Lee, che, arrivati in un momento clou della partita, avevano fatto credere che la franchigia del Michigan fosse di fatto fuori dai giochi; invece, in una partita che si è infiammata nell’ultimo quarto, dove sono stati segnati 41 punti dei 61 finali, il bello doveva ancora venire, e la rimonta, spettacolare, era dietro l’angolo.

Comeback resa altresì possibile da un Calvin Johnson monumentale, che con 329 yards conquistate a fine partita si ferma a sole 7 dal record NFL di Flipper Anderson, che ne totalizzò 336 in un match tra i suoi Los Angeles Rams e i New Orleans Saints nel 1989; a quattordici anni di distanza il fenomenale receiver da Georgia Tech ci è arrivato davvero vicinissimo, ricevendo anche l’unico TD pass di giornata del suo QB, proprio in apertura di partita, per una segnatura che aveva fatto ben sperare i fans di Detroit.

Vantaggio annullato da due field goal di Dan Bailey, entrambi da 53 yards, e da un touchdown di Dez Bryant, 5 yds, che nonostante chiuda da leading receiver dei Cowboys, con 72 yards e 2 segnature all’attivo, perde le staffe e comincia a litigare di brutto sulla sideline con Tony Romo, reo di non averlo servito abbastanza; nel quarto finale, il pitcher che ha chiuso con 206 yards, 3 TD pass, e nessun intercetto, aveva preferito prima servire Terrance Williams, reception da 60 yards, anzichè il numero 88, che nel drive successivo è poi andato a segno con una sgroppata da 50 yds, sempre su imbeccata del suo compagno.

Una situazione tragicomica, sulla falsariga del siparietto che anni fa animò la sideline dei rivali Eagles, con protagonisti, nell’occasione, Donovan McNabb e Terrell Owens, che voleva più palloni destinati a lui; più o meno la stessa cosa che desiderava Bryant, preso a muso duro anche dal veterano Jason Witten, che per poco non gli ha messo le mani addosso nel tentativo di calmarlo.

In tutto questo trambusto, un field goal da 20 yards di David Akers, e due touchdowns su corsa di Joique Bell e Reggie Bush, entrambi da 1 yards, avevano riportato sotto i Lions, che dall’inizio del quarto finale, con 17 punti in tre drive consecutivi, hanno ridotto lo svantaggio a soli 3 punti; divario raddoppiato poco dopo da una nuova trasformazione di Bailey, 44 yds, a sua volta annullata dall’ultima serie condotta da Stafford, che dopo aver servito Bush, Kris Durham e il solito Calvin Johnson, ha deciso di prendersi tutti i meriti della vittoria con quel salto a pié pari finale.

Cleveland 17 at Kansas City 23

Disputano una buona partita i Browns al cospetto dei Chiefs, che rimangono imbattuti e riescono a centrare un 8-0 iniziale per la sola seconda volta nella storia della franchigia, grazie all’ennesima buona prestazione stagionale, in cui non mancano di dimostrare solidità e cura di ogni piccolo particolare, qualità fondamentali per ottenere una win contro una squadra ben organizzata come si stanno confermando ultimamente i ragazzi di Rob Chudzinski, capaci di dare filo da torcere ai padroni di casa per buona parte del match.

Avanti 13-0 con 2 field goal trasformati da Ryan Succop, 42 e 35 yards, e un TD ricevuto da Anthony Sherman, 12 yards, i Chiefs si fanno sorprendere da Josh Gordon sul finire del secondo quarto, permettendo al WR di ricevere indisturbato e raggiungere la propria endzone dopo una volata di 39 yards, per quella che potrebbe essere l’ultima segnatura con la divisa di Cleveland, visto che è molto probabile venga tradato entro martedì, giorno della trade deadline.

Accorciato il divario però i Browns si fanno nuovamente infilare da Kansas City, che allunga grazie al TD pass confezionato da Alex Smith per Dexter McCluster, a segno con una bella presa da 28 yards; il quarterback chiude con 225 yards e 2 TD pass, rispondendo per le rime al collega e avversario Jason Campbell, che tornato a calcare i campi NFL fa una buonissima impressione all’interno della offense di Cleveland, chiudendo con 293 yds e 2 touchdown pass, riaprendo definitivamente la sfida nel corso del terzo quarto, quando trova Fozzy Whittaker con un pass da 17 yaards, che vale il momentaneo -3 alla franchigia dell’Ohio, che si era già rifatta sotto in precedenza con il FG di Billy Cundiff, 44 yds. In un ultimo quarto in cui le difese hanno poi avuto la meglio, Succop ha trasformato il calcio della sicurezza centrando i pali da 40 yards di distanza.

Miami 17 at New England 27

Dopo una partenza da incubo i Patriots riescono a trovare il bandolo della matassa e con il terzo quarto migliore di questa stagione 2013, ribaltare il risultato ed ottenere la sesta vittoria stagionale, evitando un back-to-back di sconfitte contro rivali divisionali che sarebbe stato storico; New England soffre tantissimo e chiude il primo tempo sotto di 14 punti, rispondendo con il solo field goal trasformato da Stephen Gostkowski, 34 yards, alle segnature di Brandon Gibson, 4 yds, Daniel Thomas, 5 yards, entrambi su TD pass di Ryan Tannehill, e Caleb Sturgis, che dopo aver colpito un palo riesce a trasforamre un calcio da 52 yards prima dell’halftime.

Nel secondo tempo i padroni di casa, completamente trasformati, vanno a segno in ben tre occasioni, prima con il rookie WR Aaron Dobson, che arpiona un lancio da 14 yards di un Tom Brady, 116 yds, 1 TD, 1 INT, ancora poco convincente, poi con Brandon Bolden, corsa da 2 yards, e nuovamente Gostkowski, che questa volta realizza un calcio da 48 yards. Nel quarto finale i Pats trovano poi il touchdown della sicurezza con Stevan Ridley, che oltre a chiudere come miglior runner del team, 79 yards in 14 portate, segna la sua quarta meta stagionale, alternandosi nel backfield con LeGarrette Blount e il già citato Bolden.

Buffalo 17 at New Orleans 35

Torna Jimmy Graham e il gioco dei Saints migliora sensibilmente, con Drew Brees che rinnova la sua fama di quarterback letale lanciando per 332 yards e 5 touchdowns senza concedere alcun intercetto, aprendo il match contro i Bills con una segnatura da 15 yards confezionata per Lance Moore, al primo TD stagionale, che permette alla franchigia della Louisiana di resistere al primo ritorno di Bufflo, che trova il modo di ribaltare lo svantaggio iniziale con un pass da 13 yards di Thad Lewis per Stevie Johnson e un field goal da 37 yds di Dan Carpenter.

All’uno-due degli ospiti riponde però subito la offense di New Orleans, che va a segno in rapida successione con Kenny Stills, protagonista di una grandissima partita, e il già citato Graham, che andando nuovamente avanti, 21 a 10, prima dell’intervallo; nel secondo tempo aumenta ulteriormente il divario ancora il tight end proveniente dai Miami Hurricanes, che dopo aver segnato su passaggio da 15 yards raddoppia con una presa da 13, prima che Fred Jackson, su corsa centrale da 1 yard, provi a rimettere in partita i Bills.

Buffalo che esce definitivamente di scena a metà dell’ultimo quarto, quando ancora una bella ricezione di Stills, su lancio di Brees da 42 yards, consente ai Saints di trovare il 35 a 17 definitivo, con il rookie receiver da Oklahoma che sforna la sua miglior prova da professionista concludendo il match con 129 yards all’attivo in 3 ricezioni completate, confermando una propensione per i big play davvero invidiabile.

New York Giants 15 at Philadelphia 7

In pochi i giorni i Giants ottengono due vittorie e si rimettono in corsa nella NFC East, attualmente la Division più combattuta, e abbordabile, dell’intera lega dopo la sconfitta subita dai Cowboys a Detroit; dopo Minnesota, a rimetterci sono stati gli Eagles, che hanno così prolungato a dieci sconfitte il numero di partite in cui non riescono ad uscire con una win dalle mura amiche del Lincoln Financial Field.

A condannarli, ancora una volta, i problemi nella posizione di quarterback, dove dopo l’infortunio che ha messo fuori dai giochi Nick Foles la situazione pare davvero complicata; Michael Vick, tornato disponibile oggi, ha iniziato la partita, ma dopo aver combinato poco o nulla in cmapo ed aver lanciato un intercetto, è stato sostituito dal rookie Matt Barkley, che non ha fatto certamente meglio chiudendo con 158 yards e un’ovale pizzicata.

A peggiorare le cose, le prestazioni sottotono dei due fuoriclasse che solitamente aggiustavano le cose, ovvero LeSean McCoy, limitato a sole 48 yards in 15 portate, e DeSean Jackson, che ha chiuso con appena 63 yds in 8 ricezioni; numeri che la dicono lunga sull’attacco di Philadelphia, capace di segnare solo con la difesa, grazie al fumble ricoperto in endzone da Najee Goode, su errore del punter avversario Sean Weatherford.

Nei Giants, non fa errori clamorosi Eli Manning, che colleziona 246 yards senza lanciare ne touchdowns ne intercetti, limitandosi ad affidare l’ovael al kicker Kris Brown una volta entrato in zona buona per provare il field goal; un gioco conservativo che premia la franchigia newyorkese e il kicker veterano, che confeziona il proprio career high trasformando ben 5 calci, dalle 40, 44, 33, 46 e 27, per un 15 a 7 finale che rilancia i ragazzi di Tom Coughlin.

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.