Un nuovo stadio per iniziare una nuova stagione: questo è l’incipit del 2017 targato NCAA, che vede il primo kickoff nel nuovissimo stadio di Colorado State a Fort Collins, dove i Rams affronteranno Oregon State alle 20.30 di sabato sera.

Il nuovo stadio di Colorado State, a Fort Collins

La caccia ai Clemson Tigers è quindi aperta, con tante squadre attrezzate per insidiare, se non superare i campioni in carica. Il college football, inoltre, è lo sport delle sorprese per eccellenza e quindi ogni anno ci sono gli imprevisti che nessuno si aspetta a inizio stagione: chi si attendeva, nel 2016, che Penn State potesse ottenere 11 vittorie, vincere la Big Ten e arrivare a giocarsi il Rose Bowl in una delle più belle partite degli ultimi anni?

Nonostante la vittoria della passata stagione, Clemson non può essere più considerata la favorita: tante sono state le perdite, su entrambi i lati della palla, e di conseguenza paiono esserci almeno 5-6 squadre al momento più attrezzate per arrivare a giocarsi il Championship Game, che quest’anno si giocherà nel nuovissimo Mercedes-Benz Stadium di Atlanta, l’8 gennaio prossimo.

CONTENDERS: Alabama, Ohio State, Florida State, USC, Clemson, Oklahoma, LSU, Penn State

Sorprese o non sorprese, i nomi tendono sempre ad essere gli stessi al livello più alto, con i Crimson Tide di Alabama favoriti ancora una volta grazie al mix di Nick Saban, difesa di livello assoluto e quarterback finalmente esperto e certo del posto dallo scorso anno. Alle loro spalle, Ohio State, Florida State e USC sono le università che offrono la maggiore solidità a tutto tondo, e probabilmente sono proprio queste ad essere le favorite anche per la vittoria nelle rispettive conference: i Buckeyes guidati da Urban Meyer (61-6 nei 6 anni a Columbus) non patiscono ricambi di sorta, mentre Seminoles e Trojans puntano sulla verve di due quarterback esplosivi, Deandre Francois e Sam Darnold.

I Sooners sono senza dubbio i favoriti della Big 12 e la reintroduzione del Championship Game di conference non può fare altro che consolidare il loro status, ma devono sostituire diverse importanti pedine offensive e ciò potrebbe necessitare di un po’ di tempo. Detto dei Tigers di Clemson, parliamo di quelli di LSU, i quali sono solamente ad un quarterback con qualche abilità su passaggio dall’essere competitivi. Per finire, non ci si può permettere di lasciare fuori i Nittany Lions, che guidati da coach James Franklin hanno messo a punto un attacco esplosivo che può impensierire chiunque.

PRETENDERS: Washington, Auburn, Michigan, Louisville

Le prime otto squadre sono probabilmente un lock, e le quattro semifinaliste usciranno con ogni probabilità da quel gruppo. Tuttavia, altre quattro università hanno le potenzialità di fare bene e a determinate condizioni (leggasi stagioni deludenti delle contender o magari anche solo un upset nel Championship game) potrebbero trovare un posticino tra le migliori 4.

Washington è stata la sorpresa del 2016, ha maltrattato buona parte dei propri avversari, vinto la Pac 12 e venduto cara la pelle ad Alabama nella semifinale playoff; gli Huskies, però, pur ritornando buona parte della squadra, non sono più una sorpresa e quindi questo fattore non giocherà più a loro favore. Auburn è una ottima squadra che potrà anche contare sull’ottimo quarterback Jarrett Stidham in arrivo da Baylor ma rischia di essere soffocata dall’enorme concorrenza in SEC. I Wolverines perdono tanti pezzi, soprattutto in difesa, ma con Jim Harbaugh come head coach ci si può attendere di tutto. Louisville, invece, è una squadra che viaggia sempre sottotraccia ma può contare su quello che forse è il più pericoloso giocatore dell’intera FBS con la palla in mano, il vincitore in carica dell’Heisman Trophy, Lamar Jackson.

SURPRISES: Stanford, Oklahoma State, Georgia, Miami, Texas A&M, Virginia Tech

Qui siamo in un campo piuttosto spinoso: le squadre qui citate hanno poche probabilità di fare i playoff, sia per mancanze strutturali proprie che per maggior talento di altre squadre all’interno delle proprie conference e division. Nonostante ciò, parliamo di squadre attrezzate con validi giocatori e coach, e quindi potrebbero rientrare tra le squadre che si contenderanno un posto nei principali Bowl di fine stagione.

In ogni caso, è sempre bello ricordare come il college football è qualcosa di unico, inimitabile ed irraggiungibile, ricettacolo di tradizioni che si tramandano oramai da secoli, visto che la prima partita di college football si è giocata nel 1869.

Ci sarebbero milioni di storie da raccontare sulle 130 squadre che si daranno battaglia, ognuna per il proprio blasone e per rinsaldare il dominio in antiche rivalità, ci sono decine di partite che andrebbero guardate ogni settimana per seguire i propri atenei preferiti e ci sono centinaia di piccole cose che rendono il periodo che va da settembre a metà gennaio meritevole dell’attesa per tutto il resto dell’anno.

Welcome back, college football, non vedevamo l’ora!

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