Alla fine i pronostici sono stati rispettati: Alabama ha schiacciato Washington nel Peach Bowl con il risultato di 24 a 7 e si è presa meritatamente il pass per la finale, la tappa dove per tutti i Tide dovevano essere prima dell’inizio della stagione e della semifinale contro gli Huskies.

Perché se il punteggio non è stato schiacciante come quello dell’altra semifinale tra Ohio State e Clemson, la sensazione avuta sul campo è di una Washington impotente di andare a mettere punti sul tabellone dopo un aver mosso per primi lo score del punteggio grazie al touchdown del wide receiver  Dante Pettis dopo un buon drive guidato dal quarterback Jake Browning.

Bo Scarbrough

Alla lunga i valori in campo sono emersi prepotentemente: Alabama ha mostrato tutto il suo talento difensivo mettendo nel sacco l’attacco dei Huskies infliggendo il colpo di grazia alla fine del secondo quarto con l’intercetto riportato in touchdown dal rusher Ryan Anderson creando il gap di dieci punti divenuto fatale pur con un terzo quarto dove le difese hanno recitato la parte principale lasciando entrambi gli attacchi a zero punti.

Perché se il punteggio è rimasto a distanza di due segnature molto lo si deve alla buonissima prestazione dei Huskies nel saper contenere la duttilità del quarterback Jalen Hurts, limitato a 107 yards totali e con cifre piuttosto preoccupanti in ottica finale contro Clemson. Delle 107 yards conquistate, 50 sono state ottenute in 19 tentativi di corsa e solamente 57 sono state ricevute in 14 passaggi eseguiti. Gran merito va alla secondaria di Washington, confermatasi tra le migliori della Nazione, capace di cancellare dal campo i wide out del coordinatore Lane Kiffin.

La differenza sostanziale sta nella concretezza di Bama nel non concedere mai agli avversari turnovers facili e, se all’inizio Washington si presentava con un turnover ratio molto migliore di quelli dei Tide, la partita si è chiusa con un deciso +3 in favore dei ragazzi di Nick Saban  che hanno portato a dieci punti se si aggiunge il field goal del senior Adam Griffith oltre all’intercetto di Anderson.

Si sapeva che a Washington avrebbe avuto bisogno di una gran prova per ribaltare i valori del roster, purtroppo l’attacco è scomparso dal campo troppo presto e Alabama ha preso in mano la partita manifestando il suo martellante gioco sulle corse guidato dal MVP di giornata, il sophomore Bo Scarbrough, apparso letteralmente implacabile ogni qualvolta un pallone veniva consegnato nelle sue mani.

Il 6’2’’ per 228lbs originario della città locale di Northport ha corso per 180 yards in 19 portate (media di 9.5) con due touchdown di cui uno da 68 yards. Complessivamente i Tide hanno corso per 269 yards contro le 44 di Washington, inoltre questo ha portato Washington a dover lanciare senza allungare il campo e i tentavi di corsa di Browning che avevano portato spesso a dei buoni guadagni come in occasione del drive dove sono arrivati gli unici punti dei Huskies.

Forse serviva un playbook meno pro style ma il compito per l’head coach Chris Petersen non era facile perché contro c’era un reparto dal talento altissimo e quando le tue principali stelle, il running back Myles Gaskin e il wide receiver John Ross, vengono contenuti rispettivamente a 34 e 28 yards capisci quanto giocare contro i Tide sia difficile pur provando ad allargare in quanto giocatori come il linebacker Reuben Foster sono capaci di coprire il campo con estrema rapidità.

Certo il duello tra le due secondarie è stato molto interessante perché la fisicità dei Tide con Marlon Humphrey, Anthony Averett e Minkah Fitzpatrick (settimo intercetto stagionale realizzato) è stata ben contrapposta dalla zona dei Huskies dove Budda Baker ha diretto con la solita sicurezza un reparto davvero ben assestato. A Washington è mancato forse un po’ di supporto da parte della linea e dal front seven nel contenere le corse, certo che il terzo quarto giocato dai ragazzi in maglia purple è stato ai limiti delle loro possibilità.

Questo fa capire quanto affrontare Alabama sia difficile, viene difficile pensare che Saban possa avere a disposizione un gruppo ancora così forte perché davvero leggendo i nomi ti verrebbe il dubbio su chi possa essere il migliore, anche se Jonathan Allen ha ancora confermato di essere un giocatore speciale per abilità tecniche, fisiche oltre alla sensazione di avere sempre pronta la giocata decisiva confermata dal fumble recuperato oltre al sacks e i sei placcaggi messi a segno.

Washington ha giocato una stagione di alto livello e ha meritato di giocarsi questa partita, purtroppo l’avversario in questione era fuori portata; questo non deve cancellare quanto fatto di buono da Petersen e i suoi ragazzi perché una stagione così deve servire da trampolino di lancio per provare a rimanere fissa ai vertici della Pac 12: infatti Washington potrebbe ritrovare numerosi titolari e tra cui Browining come in difesa e questo fa ben sperare per un’altra annata positiva come quella appena conclusa.

I Crimson Tide si apprestano a cercare di fare il comeback, ma per farlo dovranno fare i conti con una Clemson assettata di rivincita e la sfida in quel di Tampa non sarà affatto semplice perché Deshaun Watson e il suo attacco unito a una difesa mostratosi dominante su OSU possono avere le carte per mettere in difficoltà i loro avversari.

Lo scorso anno la finale fu decisa dalla prestazione di OJ Howard, fino ad allora parte marginale dell’attacco, poi divenuto un ottimo pezzo della squadra. Il Peach Bowl è stata la serata di Scarbrough, chi sarà il prossimo? Perché se i numeri dicono che Saban si giocherà il quinto titolo negli ultimi otto anni, vuoi che qualche coniglio nel cilindro non possa ancora uscire?

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