Tra le due division della Acc la Coastal è quella più equilibrata e dove si possono fare meno previsioni. Una cosa è certa: Virginia Tech non è, o almeno non lo è stata l’anno scorso, la potenza che ha rappresentato nell’ultima decade di football, e quest’anno vi sono diverse concorrenti per la corona di vincitrice. North Carolina ha un attacco molto potente ma molti dubbi da risolvere in difesa, Miami è attrezzata molto bene ma sull’università pesano ancora le incertezze date dall’investigazione della Ncaa, Georgia Tech può giocarsela, ma solo se la triple offense funziona correttamente con costanza. Pittsburgh è la novità in arrivo dalla vecchia Big East. Anche in questo caso, le squadre sono classificate secondo un ipotetico ordine di arrivo al traguardo.

MIAMI HURRICANES

Stephen Morris

Stephen Morris

A Miami il tempo stringe, ma la situazione è molto complicata e non è detto che tutto si risolva entro questa a stagione. Spieghiamoci meglio: gli Hurricanes sono una delle università tradizionalmente più vincenti del college football e dal 2004 non giocano un Bowl prestigioso, le aspettative sono sempre altissime e la squadra in questi nove anni non è riuscita a rispettarle. A rendere più difficoltoso il compito dei vari allenatori che hanno provato a risollevare la situazione, l’ultimo dei quali è quello attualmente in sella, Al Golden, sono usciti scandali accademici di notevole rilevanza che hanno tenuto banco nelle ultime due stagioni, con la conseguenza che il programma di football, per evitare penalità pesanti dalla Ncaa, si è auto-imposto due anni di esclusione dalla postseason limitandosi il numero di borse di studio. Si spera che questa auto-flagellazione possa accontentare le massima autorità investigative della lega, facendo terminare la squalifica già da questa stagione, ma al momento la Ncaa non si è ancora espressa in merito e Miami spera lo possa fare presto, per allenarsi in un training camp estivo senza avere ulteriori pendenze addosso, con la sicurezza di poter competere per qualcosa di veramente tangibile. Golden riparte dalla squadra che avrebbe tecnicamente vinto la Coastal qualora fosse stata eleggibile (North Carolina aveva il tie-breaker a favore, ma era squalificata lei stessa), e proverà a portare il primo trofeo a Miami da lungo tempo.

Nella posizione di quarterback non ci sono problemi di alcun genere, in quanto Stephen Morris potrebbe essere il migliore del suo ruolo in tutta la Acc. Il regista titolare dei ‘Canes ha disputato una splendida seconda metà di campionato arrivando ad accumulare 139 passaggi consecutivi senza un intercetto mettendo a segno nel contempo 11 passaggi da touchdown, con totali stagionali di grande rispetto quali 3.345 yards, 21 mete e solamente 7 intercetti. Morris, giocatore dal braccio molto potente ed agilissimo di piedi, qualità molto utile per allungare di qualche secondo le azioni, se ripartirà da dove aveva terminato potrebbe essere il fattore che farà la differenza in positivo per questo attacco, che sarà coordinato da James Coley, proveniente dai rivali di Florida State.

Il gioco di corse ha un protagonista di lusso, Duke Johnson, il quale è arrivato a Miami un anno fa ed ha rispettato la fama di eccellente recruit collezionando 947 yards, nuovo record d’ateneo per una matricola, 10 mete, ha segnato pure su ritorno di calcio ed è un ottimo ricevitore fuori dal backfield che possiede grande visione del campo e velocità lampante in campo aperto, dove ha steso numerosi difensori grazie al completo arsenale di finte che si porta appresso. A Miami sono ben felici di poterne usufruire per i prossimi tre anni. Il playmaker più distinto tra i ricevitori è invece Philip Dorsett, che ha lentamente preso il ruolo che aveva Travis Benjamin nel recente passato proponendosi come realistica minaccia sul profondo, dove ha seminato diversi avversari connettendo per mete a lunga gittata; il suo anno è terminato con 4 mete ed altrettante gare sopra le 100 yards, e se lavora sul suo difetto principale, i drop, può migliorare ancora. Il sophomore Herb Waters ha caratteristiche del tutto simili a Dorsett e tenterà di portargli via qualche snap ottimizzando un buonissimo debutto ed una primavera di allenamenti dove è cresciuto parecchio, mentre i ruoli che richiedono più muscoli e statura saranno occupati da Rashawn Scott, che deve lasciarsi alle spalle alcuni problemi fuori dal campo, ed Allen Hurns, il quale desidera completare la sua carriera collegiale senza gli infortuni che ne hanno rovinato il 2012.

Asante Cleveland e Clive Watford sono in lizza per lo spot di tight end titolare, mentre la linea ripropone all’estrema destra il senior Seantrel Henderson, un talento soprannaturale che non ha mai rispecchiato le attese per via di un’evidente immaturità e per la propensione agli infortuni, ma sia tecnicamente che fisicamente (6’8’’ per 345 libbre) vale una scelta Nfl di primo giro. A sinistra si schiererà invece Malcolm Bunche, che può giocare sia da tackle che da guardia, e si parla molto bene di Ereck Flowers, che ha i piedi per giocare tackle sinistro e cercherà di trovare maggiore spazio.

La difesa ha concesso più di 30 punti a partita di media e terminato nei bassifondi della Ncaa in tutte le categorie statistiche riguardanti le yards concesse, numeri da migliorare obbligatoriamente per il defensive coordinator Mark D’Onofrio, il quale dovrà trovare un sistema per aumentare anche sack ed intercetti. La linea difensiva è abbastanza sospetta, il defensive end Anthony Chickillo è regredito rispetto all’anno da freshman pur accumulando il maggior numero di sack di squadra con 4, mentre il compagno Shayon Green viene da una stagione sorprendentemente positiva, nella quale ha registrato 67 placcaggi in una posizione normalmente non così produttiva, dimostrando di essere un giocatore volenteroso e attivo. Denzel Perryman guida la pattuglia dei linebacker e tornerà a far scricchiolare le ossa degli avversari, è un ragazzo che certo non si risparmia nel dispensare colpi violenti provocando spesso dei turnover, e può essere il leader che la difesa cerca per risorgere. La matricola Alex Figueroa ha vinto il posto nella strongside con una primavera molto efficiente, lasciando che l’unica vera battaglia del settore si svolga nel mezzo, dove il buon sophomore Raphael Kirby ed il senior Jimmy Gaines si stanno sfidando per avere il diritto a scendere in campo nell’opener.

Le secondarie sono traballanti e solo il safety Deon Bush, un ottimo atleta con buoni istinti per il pallone, pare essere titolare indiscusso; il settore cornerback vede impegnati l’ex junior college Ladarius Gunter, il più alto del gruppo, il secondo anno Tracy Howard, che deve ancora dimostrare di valere la pubblicità che gli era stata fatta l’anno passato in arrivo dalla high school, ed i piccoli ma veloci Antonio Crawford e Nate Dortch. Gli special teams possono contare sull’apporto del secondo anno Matt Guodis, che ha fatto registrare un buon esordio pur fallendo quando messo troppo sotto pressione, ed il ruolo di punter sarebbe potuto essere altresì suo se non fosse arrivato un transfer da Cincinnati, Pat O’Donnell.

Gli Hurricanes sembrano attrezzati per riuscire ad arrivare alla finale della Acc in quanto in possesso di un attacco molto completo in grado di far male sia su passaggio che su corsa, tutti i ruoli principali offrono profondità ed un buonissimo numero di ragazzi capaci di contribuire alla causa e soprattutto talenti come Morris e Johnson sono il sogno di ogni coordinatore offensivo. Miami deve lavorare sodo a livello difensivo per garantirsi la separazione nel punteggio necessaria per chiudere prima alcune partite, e deve imparare la lezione sofferta da alcune ripassate prese lo scorso anno, in special modo contro Kansas State e Notre Dame, altrimenti non potrà dimostrare di valere la Top 25. Quest’anno si gioca anche contro Florida alla seconda di campionato, una gara insidiosissima che si affianca alla tradizionale rivalità contro i Seminoles, e dagli esiti di queste importanti battaglie si capirà molto meglio quali saranno le reali ambizioni di un programma che conoscerà il suo destino accademico solo appena prima del kickoff.

VIRGINIA TECH HOKIES

Logan Thomas

Logan Thomas

Dopo aver dominato per una decade la Coastal Division, Virginia Tech è sprofondata nel baratro giocando un campionato molto deludente terminato con una regular season da 6-6, con ben 4 sconfitte interne alla Acc, pesanti perché giunte proprio contro tutte le migliori squadre della conference. Il 27mo anno di panchina di Frank Beamer comincia così con il dovere di ristrutturare ambedue i reparti, offensivo e difensivo, i quali non hanno giocato complessivamente male ma hanno mostrato troppa discontinuità compromettendosi la possibilità di acciuffare i livelli desiderati, i quali sono solamente un risultato minimo se considerato che gli Hokies da tantissimi anni sono un ateneo di alto profilo a livello nazionale, e spesso hanno giocato per ottenere una possibilità per vincere il titolo assoluto, non solo per vincere la conference. Quest’anno, invece, si gioca per ristabilire proprio quest’ultimo status, dal quale l’edizione 2012 di una delle squadre più costanti dell’intero panorama del college football è andata decisamente troppo distante.

Basterà un nuovo offensive coordinator a resuscitare la carriera di un Logan Thomas che, se uscito nel 2012, poteva essere uno dei primi quarterbacks scelti al Draft? L’assunzione di Scot Loeffler, che è stato allenatore di posizione di molti registi poi arrivati alla Nfl, tra i quali Tom Brady, è completamente orientata al recupero del talento più cristallino di tutto l’attacco degli Hokies, con Thomas impegnato a cancellare una stagione fatta di troppi errori di lettura e statistiche in netta regressione, come dimostrano i 18 passaggi da touchdown a fronte di 16 intercetti con 2.976 yards su lancio a referto. Il suo potenziale è ancora molto alto, un quarterback molto mobile di 6’6’’ per 257 libbre è ancora il sogno di molte squadre professionistiche, ma prima di pensare a questo Thomas deve recuperare l’efficienza di un 2011 che l’ha sparato in aria forse troppo presto, e far girare un attacco che può fare molto meglio delle 376 yards a gara prodotte un anno fa.

Quella che sta per cominciare sarà la seconda stagione senza David Wilson, ma il suo naturale sostituto non è ancora stato reperito. J.C. Coleman ci riprova arrivando da una stagione di “sole” 492 yards, cifra distante dal prototipo di running back richiesto per far funzionare questo sistema offensivo, mentre il più pesante Trey Edmunds potrebbe essere l’ideale per mischiare le carte e dare una dimensione più fisica ad un reparto che fonda tutto il suo funzionamento sulla gestione dell’orologio. Michael Holmes è invece stato espulso dal programma in seguito al suo arresto primaverile, ed un sensibile aiuto sarà dato dal medesimo Thomas, che è il miglior rusher a rientrare in squadra con le sue 574 yards condite da ben 9 mete. I ricevitori hanno perso ben tre membri del roster per fine eleggibilità, ma ritrovano il possente fisico di D.J. Coles, un senior che ha perso tutto il 2012 per infortunio. Coles riprenderà il suo cammino dalle 480 yards fatte registrare nel 2011, mentre a dare l’elemento di rapidità ci penserà Demitri Knowles, alto e leggero, chiamato a mostrare miglioramenti di tipo tecnico che ne possano ben bilanciare il talento naturale. Nella posizione di tight end torna il titolare dello scorso anno, il junior Ryan Malleck, un buon ricevitore, mentre il fullback, ruolo importante per il sistema di Beamer, sarà ancora Riley Beiro, che ha giocato solo il primo mese della regular season scorsa a causa di un infortunio alla spalla.

La linea offensiva, che non ha giocato benissimo l’anno passato, deve cambiare entrambi i tackles ma usufruirà ancora la fisicità della guardia Brent Benedict e del centro Andrew Miller; trovare un equilibrio ideale sin dalle prime battute sarà di capitale importanza, in quanto la Acc possiede molti pass rusher in grado di cambiare le partite ed avere gli estremi della linea di pari consistenza alla parte centrale sarebbe cosa gradita.

La bella notizia difensiva è che il reparto ritrova ben 9 dei vecchi titolari, dando allo storico coordinatore Bud Foster tanta esperienza e sostanza con cui lavorare. Il fronte, che ha prodotto quasi 4 sacks di media nelle ultime 7 uscite del 2012, può garantire velocità in fase di pass rush grazie alle grandi abilità fisiche dell’end James Gayle, il quale ha registrato 11 placcaggi per perdite di yards con 5 sack, mentre dal lato opposto Dadi Nicolas, 227 libbre, sta giocando talmente bene nelle sessioni di allenamento da potersi permettere di insidiare il posto di titolare a J.R. Collins, che ha invece avuto un rendimento molto altalenante. La rapidità appena dopo lo snap è qualità appartenente anche al tackle Derrick Hopkins, un giocatore molto tecnico che sa come disfarsi dei blocchi, il quale porterà pressione interna assieme al compagno di reparto Luther Maddy, un difensore spesso sottovalutato ma che ha sempre giocato in maniera consistente.

Il miglior linebacker a disposizione è senza dubbio Jack Tyler, un mostro nei placcaggi che è arrivato in squadra da walk-on, si è ritagliato un posto fisso da titolare senza usufruire di una borsa di studio per il football, ed è il leader riconosciuto dell’unità grazie ai 119 tackle, dei quali 13 sono arrivati dietro alla linea di scrimmage e ad una generale capacità di farsi trovare ovunque, qualità che lo ha reso un ottimo difensore contro le corse. Ad affiancarlo ci sarà Tariq Edwards, sfortunato per aver perso mezza stagione a causa di un’operazione al piede e che cercherà di confermare i buonissimi progressi che stava facendo vedere dopo aver giocato un 2011 già di per sé molto positivo. Le secondarie hanno perso il cornerback Antone Exum in quanto il medesimo si è rotto il crociato anteriore in febbraio e potrebbe non rientrare per la gara di apertura, togliendo momentaneamente al reparto un fisico da linebacker dotato di enorme velocità. Exum potrebbe rientrare in agosto così come in ottobre, e quando tornerà potrà fare coppia con un altro defensive back molto forte come Kyle Fuller, un gran colpitore ed assai versatile, che gli scout Nfl stanno già osservando da parecchio. L’allineamento difensivo degli Hokies può trarre in inganno per merito delle differenti qualità dei suoi protagonisti, ed è esattamente questo l’effetto che si desidera produrre quando si utilizzano le qualità dei safety Kyshoen Jarrett e Detrick Bonner, rispettivamente un rover (ibrido tra linebacker e strong safety) ed un free safety dotato di una fluidità di movimenti in grado di farlo mascherare da cornerback aggiunto. Il kicker sarà ancora il senior Cody Journell, che ha vinto tre partite con i suoi calci decisivi terminando l’anno con un ottimo 20/25, mentre il punter sarà il sophomore A.J. Hughes, un calciatore molto più tecnico che potente, ma non per questo inefficiente.

Nonostante un 2012 da dimenticare, gli Hokies possono usufruire di tantissimi giocatori già titolari durante lo scorso anno, i quali avranno sicuramente tratto profitto dagli errori commessi e non vorranno ripetere le sensazioni di scoramento provate in un ambiente che punta molto più in alto di una misera qualificazione al Russell Athletic Bowl, ma che vuole piuttosto tornare a mostrare rilevanza a livello nazionale e competere per il trofeo più prestigioso di tutti. Negli anni Beamer ed il suo storico assistente Bud Foster hanno costruito una macchina da guerra fondata sul possesso offensivo, una difesa opportunistica in grado di provocare turnover e segnare spesso, e degli special team il cui marchio di fabbrica era il punt o il calcio bloccato, o il fumble provocato su ritorno di calcio. Se i numerosi nuovi assistenti, soprattutto offensivi, riusciranno a recuperare Logan Thomas ed una linea offensiva problematica ai lati Virginia Tech può competere per il titolo divisionale a patto di non toppare le gare più importanti, perché la difesa c’è, ed è in grado di effettuare le giocate che servono nei momenti decisivi. Gli Hokies non sono attrezzati per battere i campioni in carica di Alabama, ovvero gli avversari della prima e tremenda gara di campionato, ma lo sono per vincere tante partite nei mesi di ottobre e novembre, nei quali le rivali della Coastal arriveranno copiose.

NORTH CAROLINA TAR HEELS

Bryn Renner

Bryn Renner

La scorsa stagione dei Tar Heels è terminata in modo quanto meno singolare: impegnati a scontare un anno di squalifica dai Bowl per violazioni di tipo accademico, i ragazzi di Larry Fedora hanno conquistato la vetta della Coastal Division alla pari con Georgia Tech e Miami, vincendo il tie-breaker ma non potendo partecipare alla finale della Acc. L’head coach ha comunque trovato il modo di riconoscere lo sforzo fatto dai suoi, ed ha procurato ad ognuno degli anelli di campioni divisionali attirandosi alcune critiche da squadre rivali, e sottolineando che quel risultato, al di là del divieto di partecipare alla postseason, era comunque stato ottenuto. Quest’anno North Carolina non avrà restrizioni di alcun tipo e potrà tentare di ripetere l’impresa, il primo anno di Fedora alla guida della squadra è stato un grande successo – soprattutto offensivo – e molti dei protagonisti di quella cavalcata stanno per rientrare ai loro posti per un ultima stagione da giocare assieme, possibilmente con qualcosa di sostanzioso da mettere nella bacheca dei trofei di un ateneo dove il basket è sempre dominante.

L’attacco di Fedora, ribattezzato “Fed Spread”, una spread che alza vertiginosamente i ritmi offensivi utilizzando la no-huddle, ha prodotto 40 punti a partita ed è stata interpretata come meglio non si poteva chiedere dal quarterback Bryn Renner, un senior che non ha mostrato alcun problema ad effettuare la transizione ad un sistema diverso da quello giocato in passato, riuscendo a rendere l’attacco esplosivo e terminando la stagione con 3.356 yards, 28 passaggi da touchdown e soli 7 intercetti, numeri che se ripetuti potrebbero iscriverne il nome tra i più grandi registi di sempre in maglia azzurra. Il reparto dovrà sostituire due eccellenti giocatori come Giovanni Bernard e Jonathan Cooper, rispettivamente running back esplosivo e guardia offensiva di grande talento.

Per il backfield A.J. Blue sembra pronto ad un ruolo a tempo pieno perché possiede le caratteristiche per restare in campo a lungo, è un running back resistente ai contatti che può far correre l’orologio macinando yards sfiancando le difese, ed è bravo anche in fase di passaggio, dove protegge ed esce a ricevere. Il suo complemento principale sarà Romar Morris, un folletto dalle movenze rapidissime che può far male negli spazi aperti, e che ha raccolto 386 yards su corsa e 204 su ricezione dimostrando di essere adatto ad essere saltuariamente schierato da ricevitore nello slot. Il wide receiver Quinshad Davis ha vissuto un campionato 2012 molto sorprendente in positivo, nel quale ha terminato ciascuna delle ultime tre partite con almeno 100 yards segnando 5 mete totali, un numero che pare destinato a salire notevolmente. Ad affiancarlo nei frequenti set a tre ricevitori vi saranno Sean Tapley, anch’egli autore di 5 mete ma dal quale si attendono segnali di crescita tecnica, e l’esordiente Kendrick Singleton, che ha passato l’anno scorso a giocare negli special team e che ha la prima vera occasione di mettere in mostra statura e fisico portando all’attacco caratteristiche differenti.

Uno dei punti di forza è senza dubbio il tight end Eric Ebron, un junior che ha ottenuto il record di ateneo di ricezioni per un giocatore del suo ruolo in singola stagione con 40, e che si è sempre fatto trovare smarcato nelle situazioni di pressione accumulando 625 yards e 4 mete, qualità che lo rendono un prospetto molto appetibile anche per la Nfl. Al piano di sopra appartiene il futuro anche del tackle sinistro James Hurst, uno dei motivi per cui i Tar Heels sono stati noni a livello nazionale per sack concessi, mentre l’assenza di Cooper dovrà essere colmata da una coppia di giocatori inesperti come Caleb Peterson, redshirt freshman strappato alla nativa Auburn, e Landon Turner, che nel 2012 è partito titolare in tre occasioni. Russell Bodine è uno dei migliori centri della conference e torna ad offrire esperienza e gioco duro, proponendosi come un’autentica sicurezza nel ruolo più celebrale della linea offensiva.

La difesa ha concesso almeno 33 punti in sei differenti partite ed ha sofferto molto nelle ultime 20 yards, dove ha concesso molte mete. Il sistema coordinato da Vic Koenning è una singolare 4-2-5 contraddistinta dai ruoli di bandit, un pass rusher ibrido, e ram, ruolo che aggiunge un quinto defensive back alle secondarie con compiti misti di blitz e copertura a seconda delle letture offerte dall’attacco. Il defensive end Kareem Martin ed il tackle Tim Jackson sono gli elementi più consistenti della linea difensiva: Martin ha registrato 15.5 placcaggi per perdite di yards mettendo a terra il quarterback in quattro occasioni risultando difficilmente contenibile ma anche passibile di miglioramenti statistici; Jackson ha giocato all’interno e all’esterno ed ha bisogno di essere più aggressivo per vincere le battaglie che gli si pareranno davanti posizionandosi costantemente da nose tackle.

Il ruolo di bandit, una via di mezzo tra un defensive end ed un outside linebacker, sembra essere di Norkeithus Otis, ragazzo che ha dimostrato maggiore costanza in termini di pass rush rispetto ai diretti concorrenti e che quindi per primo verrà provato in questa particolare posizione. I linebacker veri saranno Travis Hughes, che riceverà l’occasione della carriera dovendo sostituire l’eccellente Kevin Reddick, e Tommy Heffernan, un giocatore molto solido che ha terminato l’anno con 73 placcaggi e 3 sack. Le secondarie hanno concesso molte giocate consistenti e devono complessivamente migliorare le coperture, il leader del settore è il free safety Tre Boston, un giocatore versatile che ha racimolato 86 placcaggi e 4 intercetti, mentre Darien Rankin sarà strong safety per il secondo campionato consecutivo dopo un primo anno di alto livello, dove ha raccolto 3 intercetti e dimostrato di avere senso della posizione. Tim Scott e Jabari Price sono i cornerback titolari, i quali giocano entrambi in maniera molto fisica ma portano punti di domanda in copertura, dove hanno lasciato passare parecchio, mentre Brandon Ellerbe si schiererà da ram, una sorta di linebacker in miniatura, un ruolo di grande responsabilità nel far funzionare il sistema. Il kicker sarà Thomas Moore, che ha già giocato sprazzi di gare in sostituzione dell’infortunato Casey Barth e deve dimostrare maggiore affidabilità dalla lunga distanza, mentre il punter Tommy Hibbard è stato uno dei migliori nel suo ruolo in tutta la Acc, piazzando North Carolina in testa alla classifica per yards nette.

I Tar Heels possono tranquillamente competere per un altro titolo della Coastal Division, questa volta con anelli ufficiali e non ufficiosi, ma devono trovare un equilibrio tra i fuochi pirotecnici dell’attacco e la scarsa consistenza di alcuni aspetti difensivi. Di sicuro a Chapel Hill ci si potrà divertire guardando l’attacco giocare, e nelle partite vicine nel punteggio – potrebbero spesso esserci un centinaio di punti combinati a referto – sarà di capitale importanza riuscire ad effettuare quelle piccole giocate difensive puntuali che permettono di aggiudicarsi le partite che contano, o di evitare upset indesiderati. Quel che è certo, è che dopo gli scandali dell’era Butch Davis, Larry Fedora ed i suoi grandi concetti offensivi hanno aperto un nuovo capitolo vincente.

GEORGIA TECH YELLOW JACKETS

Jeremiah Attaochu

Jeremiah Attaochu

La squadra allenata da Paul Johnson è reduce dal raggiungimento della finale della Acc, manifestazione a cui ha avuto accesso dopo aver terminato la regular season con un record di 7-5 alla pari di North Carolina e Miami, entrambe escluse da qualsiasi evento post-stagionale a causa dei noti problemi riguardanti violazioni accademiche. Nell’ultimo triennio, pur mantenendo un buon livello di risultati, la barca si è in qualche modo arenata facendo allontanare il ricordo dell’Orange Bowl raggiunto nel 2009, quando Johnson era solamente al secondo anno alla guida della squadra, la sconfitta nella finale Acc 2012 contro i Seminoles è stata senza dubbio rispettabile (15-21) e la vittoria nel Sun Bowl contro Usc per 21-7 è stata addirittura prestigiosa, ma va anche detto che il piazzamento finale è stato in parte merito della brutta stagione vissuta da chi questa division la domina da anni, vale a dire Virginia Tech.

Lo schema offensivo predicato da Johnson è una spread option chiamata Triple Offense, che vede lo schieramento contemporaneo di tre running backs dotati di differenti caratteristiche ed investiti di diversi compiti, ed il tutto è gestito da un quarterback che deve avere l’agilità di piedi tra le sue peculiarità principali, oltre ad essere un ottimo lettore delle situazioni nei primissimi secondi dell’azione, per poi decidere se dare l’handoff al running back, fintarlo, oppure correre lui stesso. Durante la offseason lo staff dei Jackets ha studiato attentamente gli schemi dei San Francisco 49ers decidendo di aggiungere degli allineamenti tipici della Pistol Offense, per sfruttare al massimo le qualità di Vad Lee, che ha passato un anno a guardare Tevin Washington e rispetto a questi sembra essere un passatore più efficiente, caratteristica di non poco conto se considerato che in questo attacco si passa pochissimo ma quando lo si fa si devono ottenere risultati concreti, pena la perdita del fattore imprevedibilità. Lee ha un braccio potente che molte difese Acc non hanno ancora visto sul campo, e non è da escludere che lo staff decida di mischiare le carte mettendo in campo il più minuto backup Justin Thomas, per dare saltuariamente una lettura differente agli avversari.

Le tre posizioni del backfield, che l’anno scorso ha prodotto 312 yards a gara, quarto miglior risultato della nazione, saranno come sempre garantite da un’ampia profondità a roster ed una rotazione varia, necessaria per confondere la difesa, e vedrà l’impiego dei due A-back Robert Godhigh, 429 yards e 4 mete e che porta con sé la capacità di ricevere bene, e B.J. Bostic, il più piccolo e veloce del gruppo, che dovrebbe ricevere un numero più consistente di snap dopo un utilizzo limitato nel campionato scorso, dove ha corso per 34 volte per 212 yards. Il B-Back titolare sarà David Sims, cui piace correre in mezzo ai tackle dall’alto delle sue 222 libbre, mentre il junior Zach Laskey sarà invece il suo backup e viene da una stagione dove ha fatto ingresso una sola volta in endzone percorrendo quasi 700 yards, e non ha mai commesso un fumble. Il sistema di Johnson predilige l’uso di ricevitori veloci, alti e grossi, in grado di creare separazione nell’uno contro uno in profondità facendosi sempre trovare pronti per l’occasionale bomba in arrivo. La posizione è molto sottile in termini di esperienza e dovrà contare sull’apporto di Darren Waller, un 6’5’’ per 228 libbre che ha giocato 10 gare da starter prendendo 8 palloni, molto più bravo a bloccare che non a ricevere. Lo schieramento titolare della linea offensiva ritrova quattro dei vecchi cinque protagonisti con la sola eccezione di Omoregie Uzzi, con la guardia destra Will Jackson pronto per un’altra stagione consistente ed il centro Jay Finch a fornire sicurezza nelle analisi degli schieramenti difensivi.

Uno dei problemi più evidenti delle ultime edizioni dei Jackets è stata la difesa, che tempo fa aveva accettato di convertirsi alla 3-4 seguendo le indicazioni di un veterano come Al Groh. Dopo le recenti delusioni è stato cancellato ogni segno del vecchio sistema ed è stato assunto Ted Roof, che ha già esperienza nella Acc per essere stato già coordinatore a Georgia Tech negli anni ottanta e quindi head coach a Duke (non propriamente con egregi risultati), la quale prima mossa è stata il ripristino immediato della 4-3. La presenza di un pass rusher versatile come Jeremiah Attaochu, senior reduce da un’annata di 10 sack schierato da outside linebacker, sarà certamente d’aiuto per ripristinare il vecchio sistema difensivo, nel quale il ragazzo tornerà a fare il defensive end puro. Euclid Cummings subirà un uguale destino ma andrà a schierarsi da tackle un anno dopo aver occupato l’altro lato da outside linebacker producendo 23 placcaggi e 3 sack, e condividerà l’allineamento con il possente Adam Gotsis, un giocatore che lo staff ha descritto come molto interessante per il potenziale, dato che viene dal football australiano.

Numerosi anche i movimenti tra i linebacker, ruolo nel quale l’outside Brandon Watts, un senior, avrà il compito di tenere alta la pass rush assieme al compagno Quayshawn Nealy, giocatore molto completo e solido, ora che Attaochu è stato avanzato in trincea. Le secondarie vedono il rientro di due ottimi giocatori come il safety Isaiah Johnson ed il cornerback Jemea Thomas: Johnson è stato il miglior placcatore di squadra con 87 tackles ed ha difeso veramente bene contro le corse, Thomas ha finito con 86 placcaggi, 4 intercetti e sei passaggi difesi, dimostrando di essere un difensore agile ma aggressivo. La posizione di kicker è aperta alla competizione, che vedrà protagonisti David Scully, 4/8 in limitata presenza nel 2012, ed il true freshman Harrison Butker, per molti pronto a giocare da subito e leggermente favorito per vincere il posto. Sean Poole è un buon punter dalla gamba non molto potente, ma giocherà ugualmente da titolare per il quarto anno consecutivo.

Johnson rimetterà sul campo una squadra piena di esperienza e con possibilità di competere ancora per il titolo Acc pur non partendo da favorita, il calendario interno alla conference andrà gestito al meglio e Georgia Tech dovrà migliorare il 2-8 che da quando Johnson è coach ha fatto registrare contro Miami e Virginia Tech, rivali che sembrano essere costantemente un passo avanti rispetto agli Yellow Jackets. L’attacco può correre addosso a chiunque per la grande varietà di soluzioni proposte dal gioco a terra, così come può prendere un paio di giornate storte e non riuscire a fare nulla contro le difese meglio preparate, ma è il reparto difensivo il vero punto di svolta per la prossima stagione, con giocatori esperti che possono rendere il passaggio al nuovo schema molto più agevole del previsto ed un pacchetto di secondarie molto buono che deve però concedere meno dei 23 touchdown aerei elargiti l’anno passato. Non saranno i primi della classe, ma contarli già fuori potrebbe essere molto pericoloso.

PITTSBURGH PANTHERS

Devin Street

Devin Street

Per il suo primo anno all’interno della Acc Pittsburgh potrà contare su un lusso che in passato non ha avuto: avere lo stesso allenatore tra un anno e l’altro. I Panthers sono difatti stati tediati dalla porta girevole che è stata azionata dal susseguirsi di head coach che, per un motivo o per l’altro, si sono frettolosamente avvicendati nel giro di pochissime stagioni, una girandola cominciata con il licenziamento di Dave Wannstedt, proseguita con l’immediato licenziamento di Michael Haywood subito dopo la presentazione in seguito ad una denuncia da lui ricevuta per violenza domestica, per non parlare della breve parentesi di Todd Graham, che ha salutato tutti dopo una sola stagione per accasarsi ad Arizona State. Paul Chryst comincia quindi il suo secondo campionato consecutivo con tutta l’intenzione di riportare l’ateneo a livello competitivo come nel periodo 2005-2008, quando godeva di rispetto e credibilità anche a livello nazionale ed ambiva costantemente a vincere la Big East.

I dilemmi principali dell’attacco riguardano i posti di quarterback e running back, data la fine dell’eleggibilità per Tino Sunseri, titolare negli ultimi tre anni con risultati non certo eccelsi, e considerato il trasferimento di Rushel Shell, corridore reclutato con tanta fatica che ha lasciato il programma per poi tornare sui suoi passi trovando il no di Chryst, trovando la sua definitiva destinazione in una arci-rivale di Pittsburgh, West Virginia. Il futuro regista dovrebbe essere il giramondo Tom Savage, che qualcuno ricorderà titolare a Rutgers prima di perdere il posto e decidere per un trasferimento ad Arizona, a suo vantaggio ha vasta esperienza ed è veterano di mille battaglie al training camp, il rovescio della medaglia è che negli ultimi tre anni è stato parecchio inattivo per via delle lunghe pause che la Ncaa impone dopo i trasferimenti, ed ha imparato diversi sistemi offensivi senza perfezionarne alcuno. Dietro di lui incombe Chad Voytik, un ragazzo molto più atletico di Savage che può portare una seconda dimensione, la mobilità, al gioco di passaggi e che rappresenta, essendo un redshirt freshman, il futuro della posizione. Resta da decidere se questo futuro sarà immediato, posticipato al prosieguo della stagione qualora Savage fallisse, o direttamente rimandato all’anno venturo. Il nuovo titolare del backfield sarà invece certamente Isaac Bennett, che pur non avendo vasta esperienza è fisicamente l’unico a roster che porta caratteristiche fisiche ideali per giocare un attacco pro-style, ha visione del campo e capacità di lettura e può ambire ad una stagione da 1.000 yards visto l’utilizzo che se ne farà.

Il wide receiver Devin Street è destinato a produrre altre giocate elettrizzanti dopo una stagione che lo ha visto come protagonista più efficace dell’intero reparto con 73 ricezioni per 975 yards e 5 mete, la sua combinazione tra leggerezza di movimenti e statura può essere sfruttata ancora per risolvere situazioni offensive intricate e le sue mani sicure porteranno giovamento a chiunque sia il quarterback; il suo compagno di allineamento sarà Ed Tinker, abbastanza inesperto, il quale dovrà sostituire il graduato Mike Shanahan. Attese di un certo tipo si sono focalizzate sul tight end J.P.Holtz, già titolare nell’anno da matricola e figura imponente che ha doti atletiche molto interessanti, mentre il miglioramento della linea offensiva deve essere netto, perché la stessa ha concesso quasi 3 sack a partita nel 2012, una statistica ai limiti dell’accettabile. Chryst è stato assistente a Wisnconsin, ottima scuola di uomini di linea e questo dovrebbe sicuramente aiutare, ma qui si riparte da un nuovo centro, Gabe Roberts, due tackle che si schiereranno da partenti per la prima volta, ovvero l’ex wrestler Adam Bisnowaty e l’ex defensive end T.J. Clemmings, quindi le sole sicurezze arrivano dalle guardie Cory King e Matt Rotheram, due giocatori mastodontici e difficili da gettare indietro, ideali per aprire varchi per correre in mezzo ai tackle. Attenzione al true freshman Dorian Johnson, di cui si parla un gran bene, che potrebbe giocare qualche partita in uno dei due estremi della linea.

La difesa è stata la 17ma di tutta la nazione per yards concesse a partita con 330.5, ed avrà in Matt House, promosso dall’interno dello staff, il suo nuovo coordinatore, il quale avrà come missione primaria quella di aumentare le produttività dei defensive end, autori di soli 6 sack l’anno passato, e di migliorare le percentuali sui terzi down, dove agli attacchi è stato concesso troppo. La forza della linea frontale sta nel mezzo, dove alloggiano Aaron Donald, un giocatore più basso e leggero del dovuto ma capace di creare confusione deformando la tasca trovando 18.5 placcaggi per perdite di yards, e Tyrone Ezell, un senior firmatario di 3.5 sack capace di ottime cose anche contro le corse. Gli end Brian Murphy e David Durham, quest’ultimo un fullback convertito trasferitosi da Ohio State, avranno il compito di portare maggiore pressione al quarterback, come detto uno dei punti più deboli del reparto. Tra i linebacker si spera che gli infortuni questa volta rivolgano il loro sguardo altrove, dando la possibilità ai titolari Todd Thomas e Shane Gordon di poter rimanere in salute e disputare per intero il campionato: Gordon è la stella del reparto in quanto porta in campo grandi doti atletiche che gli permettono di affrontare anche i down di ovvio passaggio ed è complessivamente una certezza nel ruolo di middle, mentre Thomas ha raccolto 59 placcaggi in 9 partite dopo aver saltato tutto il primo mese di regular season, a causa di un problema al ginocchio. Il terzetto viene completato da un giocatore incredibilmente duttile come Anthony Gonzalez, che nella sua carriera collegiale si è schierato ovunque gli abbiano chiesto di farlo trovando spazio da safety, fullback e persino quarterback.

Le retrovie sono rese sicure dagli eccellenti istinti del free safety Jason Hendricks, il quale si è classificato al sesto posto nazionale per intercetti medi per partita e colpisce forte tutto ciò che gli capita a tiro, con una precisione che gli è valsa 90 tackles molto puntuali come tempistica. Confermata anche la coppia di cornerback che ha dato una mano al reparto a raggiungere il 21mo posto sulla difesa aerea, con K’Waun Williams, terzo anno da starter, e Lafayette Pitts, nove passaggi difesi, a fornire un buonissimo tandem in grado di dare efficienza in fase di copertura. Il posto di kicker vede impegnati tre ragazzi in competizione serrata, con il true freshman Chris Blewitt in grado di assicurarsi l’assegnazione, mentre il punter è ancora Matt Yoklic, terza stagione in campo e migliore del suo ruolo nella Big East dell’anno passato.

Pittsburgh non è affatto una brutta squadra, che ha molte domande a cui rispondere ma anche tante certezze in reparti dove conta molto averne. Non sarà un primo anno di facile permanenza nella Coastal Division della Acc, con un proibitivo esordio contro Florida State ed un percorso che vedrà partite extra-conference contro Notre Dame e Navy, tuttavia i Panthers possono togliersi più di qualche soddisfazione e guardare con ottimismo al futuro grazie alla stabilità che fino adesso ha fornito l’era di Paul Chryst, il quale dovrà trovare dei rimedi offensivi abbastanza urgenti per bilanciare bene una difesa che si è classificata nei primi 30 posti in tutte le categorie statistiche che contano in termini di yards e punti concessi. Sapere che l’allenatore non cambierà ancora aiuterà senz’altro il recruiting dei prossimi anni, e Pittsburgh potrà un domani tornare ad avere quella rilevanza che cerca.

VIRGINIA CAVALIERS

Kevin Parks

Kevin Parks

Il quarto anno della gestione Mike London comincia con una serie interminabile di dubbi e con un coaching staff di assistenti tutto nuovo, che porta una notevole esperienza e fungerà quale strumento ideale per tentare di salvare il posto all’head coach. Le domande cominciano dal cervello dell’attacco, dove per l’ennesimo anno ci saranno tre o quattro giocatori a darsi battaglia senza però averne uno che si distingua chiaramente sugli altri, e proseguono con un gioco di corse deficitario e una difesa capace di contenere le yards al passivo ma non i punti subìti. London aveva portato una ventata d’aria fresca al suo arrivo in loco, ma a tre anni di distanza è giunto a quota 16-21 con una sola stagione giocata in maniera convincente. Il tempo rimasto per impressionare i piani alti non è poi molto.

L’attacco vede l’inserimento di due figure di grande personalità, l’offensive coordinator Steve Fairchild, che ha lavorato in Nfl ed è stato head coach a Colorado State, e Tom O’Brien, ex capo allenatore di Boston College e North Carolina State, assunto con l’incarico di head coach associato per l’attacco. Virginia opera attraverso un sistema di stampo professionistico con registi da tasca, solo che non si sa ancora chi scenderà in campo alla partita di apertura, un fatto che si è ripetuto a lungo andare negli anni recenti, dove nessuno dei reclutati è stato in grado di farsi ricordare positivamente. La situazione è ancora meno chiara dopo i trasferimenti di Michael Rocco e Philip Sims, i due quarterback titolari della scorsa stagione, ragione per la quale si è aperta una nuova competizione che vede impegnati David Watford, leggermente favorito sugli altri in quanto ritenuto maturo e distinto nelle decisioni prese sul campo, ed il redshirt freshman Greyson Lambert, che avrebbe comunque bisogno di maggiore esperienza prima di vedersi consegnare in mano le chiavi dell’attacco.

Il backfield è un altro problema da risolvere in fretta, ed ha perso il buonissimo Perry Jones per termine dell’eleggibilità, facendo slittare il promettente Kevin Parks nella posizione di starter. Parks è un junior che ha registrato più di 1.400 yards nei primi due anni di carriera con apparizioni limitate in campo, e le aspettative dello staff su di lui sono tali da far pensare che sia ormai pronto a sobbarcarsi sulle spalle il peso dell’attacco a furia di placcaggi rotti. A dargli una mano cambiando il ritmo ci penserà il velocista Khalek Shepherd, che ha per lo più giocato negli special team da ritornatore, mentre utile sarà la presenza del fullback Vincent Croce, il quale è stato convertito da defensive end e dovrà aiutare a creare i varchi adatti utilizzando al meglio le 275 libbre che si porta appresso. Il reparto ricevitori propone giocatori minuti e molto veloci, e l’unica componente fisica è data dal tight end, un elemento chiave come da tradizione dei Cavaliers. Darius Jennings è il playmaker che può tramutare qualsiasi pallone in un touchdown a lunga gittata grazie alla lampante accelerazione ed è stato spesso il faro di tutto il reparto, a fargli compagnia nella lineup partente vi sarà Tim Smith, un senior che ha registrato 17 yards di media per ricezione in carriera; il tight end sarà invece Jake McGee, che ha fatto registrare 27 ricezioni per 366 yards e 5 mete, segnando tanto quanto Jennings. Il tackle sinistro Morgan Moses torna per l’ultima stagione eleggibile per ancorare il lato cieco del quarterback e cercare di tenere fede alla sua fama di eccellente recruit dopo un 2012 con alti e bassi mentre a destra, dove Moses giocava l’anno passato, si farà affidamento su Jay Whitmire; Sean Cascarano, che ha giocato anche da tackle, sarà la guardia di destra, vecchio ruolo di Luke Bowanko, d’ora in poi impiegato nel medesimo spot a destra.

La difesa sarà coordinata dall’esperto Jon Tenuta, che ha lavorato da assistente di reparto a Georgia Tech e a Notre Dame, e che si porta appresso la fama di allenatore estremamente aggressivo nelle chiamate. Uno dei traguardi che si intende raggiungere presto, e lo schema aiuterà sicuramente, è il raccogliere un maggior numero di sack: l’end Jake Snyder è il giocatore rientrante che ha meglio figurato nella statistica 2012 mettendone a segno solamente 2.5, ma la vera sorpresa del reparto potrebbe arrivare da Eli Harold, giocatore costruito come un linebacker la cui velocità può diventare veramente difficile da contenere per l’uomo di linea di turno. Le aspettative sono abbastanza alte nei confronti da Henry Coley, giocatore che in passato era titolare della strongside ma che le cui qualità si riflettono meglio nella posizione di middle, può fare meglio dei 40 placcaggi con 4.4 fermate dietro alla linea di scrimmage ma deve anche dimostrare una maggiore maturità, ed evitare di essere sospeso come accadde nelle ultime partite del 2012.

La rimanenza dello schieramento vede ragazzi leggeri, tra le 220 e le 230 libbre, i quali hanno giocato da titolari solo part-time o entrando in gioco in situazioni particolari: lo strongside linebacker sarà Demeitre Brim, che ha forzato un paio di fumble in presenza limitata, mentre il weakside sarà DaQuan Romero, ovvero colui che aveva rimpiazzato Coley durante la sua assenza disciplinare. Il reparto ha bisogno di un nuovo leader avendo perduto Steve Greer e LaRoy Reynolds, ma in questo momento non è ancora emerso nessuno, perlomeno a livello caratteriale. Le secondarie hanno visto due giocatori in particolare affermarsi, ovvero il cornerback Demetrius Nicholson ed il safety Anthony Harris, rispettivamente un secondo ed un terzo anno; Nicholson è molto leggero, forse troppo, ma ha dimostrato attitudine riuscendo a difendere ben 15 passaggi, Harris passa da free a strong safety ed ha avuto un rendimento mai calato di un centimetro, rivelandosi un ottimale placcatore contro le corse. Completano il quartetto partente l’altro cornerback DreQuan Hoskey, anch’egli sotto-dimensionato e che potrebbe, come Nicholson, soffrire i ricevitori più fisici, ed il free safety Brandon Phelps, una buona ultima linea difensiva che ha difeso tre passaggi ed ha registrato un buonissimo rendimento in quello che è stato il suo primo anno completo da titolare. I Cavaliers hanno senza dubbio contrastato al meglio i passaggi, ma come mancano i sack scarseggiano pure gli intercetti che possono cambiare il corso di una partita. Ian Frye è il nuovo kicker ed ha un’esperienza molto limitata, andrà quindi testato, Alec Vozelinek è invece un punter esperto.

Mike London ha fatto vedere molte buone cose dal suo arrivo in ateneo, ma oggi ha un buon numero di problemi da risolvere. L’attacco è privo di identità, non ha mai avuto solidità e continuità nel ruolo di quarterback ed ogni anno si ripete sempre la stessa storia, si prendono tre ragazzi e li si fa competere al camp senza decidere definitivamente, continuando a cambiare mano a mano che la stagione avanza. La difesa è buona ed efficace, ma ancora non esegue le giocate che veramente portano a sé l’inerzia di un confronto di football. Fairchild, O’Brien e Tenuta sono stati assunti proprio per aggiustare questi aspetti tecnici, e per permettere a London di avere un’altra offseason per lavorare su questo programma, provando a tornare ai livelli di un sorprendente 2011 al quale al squadra non ha saputo tenere testa.

DUKE BLUE DEVILS

Jamison Crowder

Jamison Crowder

Quando David Cutcliffe aveva dichiarato al suo arrivo a Durham che avrebbe riportato la parola rispettabilità a Duke, molti non gli avevano creduto, se non altro per la fama ridicola che il programma di football si portava appresso. I Blue Devils non sono certo diventati una squadra vincente e sono lontani dall’esserlo, ma l’head coach ha mantenuto le sue promesse e scritto un record di 21-40 in cinque anni portando l’ateneo ad un Bowl per la prima volta dal 1994, un’impresa titanica non certo sminuita dal 48-34 con cui Duke è uscita sconfitta dal Belk Bowl contro Cincinnati.

La filosofia offensiva, perso il quarterback Sean Renfree per termine di eleggibilità, prenderà una piega decisamente spread per venire incontro alle caratteristiche del nuovo regista designato a partire titolare, Anthony Boone, un junior che sa lanciare e correre con agilità che ha dimostrato di saper stare bene in campo nel 2012 in sostituzione di Renfree, collezionando 531 yards con 5 passaggi vincenti a fronte di 2 intercetti, e correndo per per 82 yards e 2 mete. Boone sarà coadiuvato da un gioco di corse che vedrà la partecipazione di tre differenti giocatori: il senior Juwan Thompson è al momento pensato quale più che probabile starter ed è il più pesante del gruppo con le sue 225 libbre; Josh Snead non ha ancora fatto vedere tutto ciò di cui può essere capace ed è il più veloce del roster; Jela Duncan è il meno esperto del trio ma ha ottenuto 553 yards e 4 mete, migliori risultati di tutto il backfield, e per questo è probabile che Cutcliffe scelga di volta in volta chi mettere in campo, a seconda della situazione di gara e della difesa contro cui si gioca.

Il minuto Jamison Crowder troverà grandi spazi dopo un 2012 condiviso con lo stratosferico Conner Vernon, ma ha ugualmente trovato il tempo, nonostante l’ingombrante presenza del compagno, di terminare l’anno con 1.082 yards ricevute in 76 prese con 8 mete a referto, facendo da punto di riferimento alternativo per quello che è stato il 31mo gioco aereo di tutta la nazione. Il ruolo di secondo ricevitore è tutto di un figlio d’arte, Max McCaffrey, figlio del grande Ed, ex giocatore dei Denver Broncos, mentre la presenza di Isaac Blakeney mette a disposizione dell’attacco una sorta di tight end secondario (6’6’’ per 235 libbre), tuttavia in grado di muoversi con impensabile agilità. Il tight end di ruolo sarà invece Braxton Deaver, che ha perduto tutto il 2012 per infortunio. La linea offensiva non è certo la forza del reparto ma è molto migliore di quanto non fosse nelle passate stagioni, c’è molta esperienza da schierare e qualche incertezza da risolvere: la guardia destra Laken Tomlinson è un bloccatore molto solido e costante nel rendimento, Takoby Cofield è un tackle sinistro affidabile e l’unica reale fonte di preocupazione è il centro, posizione occupata per la prima volta a tempo pieno da Matt Skura, un secondo anno che ha giocato molto poco.

Il reparto difensivo ha scritto tra le peggiori statistiche a tutto tondo non solo per la conference, ma che sono valse a Duke i posti più bassi nella nazione in tutte le categorie più importanti, e si può dire che con una difesa migliore probabilmente la squadra sarebbe riuscita a restare più a lungo in gara in qualche disfatta. Il numero di punti concessi, 36 di media a partita, in qualche singola gara è stato così alto da essere eguagliato a fatica dall’attacco della squadra…di basket. La linea difensiva deve mettersi in testa che deve contenere in qualsiasi modo il gioco di corse avversario, e per questo si fa affidamento sui progressi del defensive tackle Syndey Sarmiento, da molti giudicato come il miglior uomo di trincea disponibile, mentre per la pressione sul quarterback ci si rivolgerà al defensive end Kenny Anunike, il quale ha ottenuto un sesto anno di eleggibilità per via dei molteplici infortuni al ginocchio di inizio carriera, che ha registrato 9 sacks nelle ultime 16 partite in cui ha messo piede in campo.

Lo schieramento base difensivo dei Blue Devils propone due linebacker e cinque defensive backs. Il cuore della difesa ritrova il linebacker Kelby Brown dopo un 2012 di totale inattività a causa di un infortunio al ginocchio che ha tolto di mezzo una delle armi più consistenti che la squadra aveva da opporre alla sua piaga, la già citata difesa sulle corse, mentre il fratello Kyler sta cercando di farsi spazio dalle retrovie dopo una stagione fatta di due partenze da titolare, 51 placcaggi di cui 14 arrivati nella sola gara contro Georgia Tech. Il cornerback Ross Cockrell è stato una sorta di predicatore nel deserto, ovvero il miglior performer di un’unità carente sotto tutti i punti di vista. Cockrell è sempre partito titolare sin dal primo momento in cui si è iscritto al campus, ed ha terminato l’annata scorsa con 5 intercetti, 2 mete, e 13 passaggi difesi. Lo schieramento prevede l’utilizzo di tre safety, con Dwayne Norman a dare grandi garanzie per il futuro dopo aver disputato l’anno da true freshman eseguendo giocate di qualità. Il kicker Ross Martin è un giocatore assai consistente che ha battuto il precedente primato di ateneo per punti segnati in singola stagione registrandone ben 106, ed ha centrato 20 dei 23 field goal tentati con il 100% da oltre le 50 yards. Molto consistente è anche il punter Will Monday, le cui prestazioni saranno ancora una volta importanti per schiacciare gli attacchi in posizioni svantaggiose di ripartenza.

Duke potrebbe confermare i notevoli progressi fatti nel 2012 ripetendo gli exploit offensivi che ha mostrato di poter mettere in piedi con neanche troppa difficoltà, c’è un nuovo quarterback che ha tuttavia già messo piede in campo e tanti dei vecchi protagonisti di un attacco capace di generare più di 400 yards a gara sono pronti a rientrare al proprio posto. Ciò che separa i Blue Devils dall’essere una squadra più consistente è proprio la tanto criticata difesa, che non ha elementi di grande talento e che non è attesa a grossi miglioramenti in questa prossima stagione, ragion per cui è facile prevedere che la squadra segnerà tanto ma continuerà a subire parecchio, soprattutto se tutti gli avversari correranno a piacimento così come è accaduto nel campionato scorso. Dal calendario mancano le sfide contro Clemson e Florida State, già una vittoria di per sé, ma ci sono numerose altre partite che i Devils dovranno portare a casa per ottenere un’insperata seconda qualificazione consecutiva per la postseason, impresa tutt’altro che facile.

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