La Atlantic Coast Conference continua la sua marcia di risalita verso la rilevanza nazionale dopo qualche anno dove le grandi potenze hanno avuto molte incertezze lasciando il palco alle altre, creando confusione ed impossibilità di capire chi avrebbe vinto le due divisioni della conference. Oggi sembra non essere più così, almeno per la Atlantic Division, e nella stagione che sta per cominciare la lotta per la supremazia è la stessa di dodici mesi fa: Clemson contro Florida State, le altre arrivano dopo. Vediamo una per una le sette squadre che compongono la division, raggruppandole nel nostro personale ordine di arrivo comprendendo la nuova arrivata Syracuse.

CLEMSON TIGERS

Tajh Boyd

Tajh Boyd

Negli anni Clemson si è costruita una purtroppo duratura fama di squadra non capace di mantenere delle aspettative troppo alte, e nonostante l’ateneo abbia messo in campo delle squadre di football veramente buone in questi ultimi anni, non sono ancora arrivati i risultati che le potenzialità parrebbero far intuire. Coach Dabo Swinney, in sella da quattro anni, ha raccolto moltissimo talento dalle high school che pare pronto oggi a dare il proprio contributo, ha costruito un coaching staff solido in grado di produrre punti a volontà e di migliorare delle prestazioni difensive a dir poco lacunose, permettendo nel 2012 un salto di qualità fermato solamente dalla sconfitta per 49-37 contro i rivali di Florida State, motivo quasi univoco per cui i Tigers non hanno potuto sognare più in grande.

L’attacco ripropone quasi integralmente il reparto che ha prodotto 41 punti a partita, il sesto miglior risultato della nazione, e ben 512 yards ad apparizione, merito del sistema ad alta velocità installato un anno fa dall’offensive coordinator Chad Morris. Si potrà usufruire per l’ultimo anno delle prestazioni del quarterback Tajh Boyd, fresco di nomina di giocatore dell’anno per la Acc e bravo a resistere alle sirene tentatrici della Nfl; Boyd si porta appresso una stagione da più di 3.800 yards con 36 passaggi da touchdown e soli 13 intercetti, ai quali ha aggiunto 10 segnature su corsa con 514 yards prodotte con le proprie gambe, un’applicazione sostanzialmente perfetta dei principi offensivi del sistema di Morris. Di ritorno sarà anche il grande playmaker Sammy Watkins, che non ha scritto cifre (708 yards e 3 mete) in grado di rispecchiare il suo esplosivo 2011 ma sul quale si conta ancora tantissimo per costruire altri fuochi artificiali, data la sua propensione a farsi trovare facilmente smarcato in profondità dopo aver battuto l’uomo con la sua velocità strabiliante, sperando che stia lontano sia dalle sospensioni che dai problemi fisici.

A dargli una mano dovranno fare un passo avanti alcuni volti nuovi, dal momento che Clemson ha spedito al piano alto sia il prolifico running back Andre Ellington che il ricevitore DeAndre Hopkins: il primo sarà rimpiazzato dal senior Roderick McDowell, che dovrà sfruttare quest’occasione dopo anni di attesa e che sarà comunque parte di una rotazione che vedrà impiegato pure il backup D.J. Howard; il secondo sarà invece sostituito da un trio di junior composto da Adam Humpries, Charone Peake e Martavis Bryant, tutti chiamati a far pagare a caro prezzo i raddoppi che Watkins inevitabilmente attirerà. Il tight end titolare sarà Stanton Seckinger, anche se il freshman Jordan Leggett ha già cominciato a far parlare molto bene di sé. La linea offensiva ripropone quattro dei cinque vecchi titolari con la sola eccezione del centro Dalton Freeman, Brandon Thomas sarà il tackle sinistro grazie all’agilità di piedi che ne ha permesso la transizione da guardia, posizione che sarà invece occupata dall’affidabile Tyler Shatley a destra e da David Beasley a sinistra.

La difesa, sotto la cura di Brent Venables, è passata dall’81mo al 48mo posto per punti concessi a partita centrando l’obbiettivo dello scorso anno, mentre il proposito per il 2013 è senza dubbio quello di migliorare ancora. Con un attacco così esplosivo, delle prestazioni difensive più consistenti potrebbero essere ciò che separa i Tigers dal contendere per il titolo nazionale. La nuova star della linea difensiva potrebbe essere Vic Beasley, un giocatore che da riserva ha piazzato 8 sack ottenendo il miglior risultato di squadra in tale statistica, e che quest’anno avrà il ruolo di titolare nella parte sinistra dello schieramento tutto per sé. La rotazione dei tackle comprende Grady Jarrett, che si è comportato molto bene portando pressione interna, ed a fargli compagnia ci sarà Josh Watson, partito da starter in 9 occasioni e molto consistente contro le corse.

Il settore linebacker sarà capeggiato da Spencer Shuey, il più consistente del trio titolare reduce da un’annata fatta di 93 placcaggi di cui 6 per perdita di yards, il quale porta in campo un’attitudine dura e volenterosa. Shuey venne inserito nel 2012 a stagione in corso al posto di Stephone Anthony, un grande talento mai del tutto realizzato che ha visto sgonfiarsi l’efficienza delle proprie prestazioni nella seconda parte del campionato, e che quest’anno avrà l’occasione definitiva per rifarsi, il terzetto viene poi completato da Quandon Christian, un atleta molto versatile che viene utilizzato anche in fase di pass rush.

Le secondarie puntano molto sulla consistenza del sophomore Travis Blanks, le cui prestazioni da matricola hanno fatto dormire sonni tranquilli allo staff in vista del termine dell’eleggibilità di Jonathan Meeks e Rashard Hall, la vecchia coppia di safety titolare. Blanks, free safety, ha dimostrato una maturità più avanzata della sua età meritandosi la responsabilità di giocare quale ultima linea di difesa, mentre al suo fianco, più vicino alla linea di scrimmage, dovrebbe schierarsi uno tra Robert Smith e Taylor Watson, che combatteranno al camp per il posto di starter. Darius Robinson e Bashaud Breeland saranno i due cornerback incaricati di diminuire il numeri di big play concessi un anno fa, facendo possibilmente scendere le oltre 240 yards medie concesse su passaggio. Gli special team godono della presenza di un kicker decisivo come Chandler Catanzaro, reduce da un 18/19 assai consistente e dal calcio che ha permesso di vincere il Chick-Fil-A Bowl contro Lsu, mentre il nuovo punter sarà Bradley Pinion, un sophomore che ha soddisfatto le attese del coaching staff.

I Tigers possono benissimo essere competitivi per giocarsela fino in fondo, vincere la Acc e partecipare alla partita che decide il campione nazionale. Per fare questo debbono sicuramente ripetere i numeri del 2012 a livello offensivo e tagliare qualche concessione di troppo dal lato difensivo, sono sicuramente in grado di dominare molte squadre e possono puntare sulla maggiore maturità rispetto a Florida State per poter provare a fare un cammino privo di sconfitte. La partita contro i Seminoles è ovviamente la più importante dell’anno, perché lì finirono le speranze di un qualcosa di grandioso giusto un anno fa. Swinney ed i suoi ragazzi, stavolta vogliono portare a casa l’argenteria pesante.

FLORIDA STATE SEMINOLES

Rashad Greene

Rashad Greene

Nel giro di quattro anni Jimbo Fisher, 31-10 da head coach dei Seminoles, sembra avere riportato l’ateneo con sede a Tallahassee nel giro che conta, arrivando a vincere l’Orange Bowl contro Northern Illinois e a regalare alla Nfl ben 11 giocatori, facendo meglio delle università più blasonate e sottolineando un lavoro molto efficiente in fase di recruiting. Il traguardo minimo fissato per la nuova stagione è quello di ripetersi, di ottenere un’altra campagna dal numero di vittorie in doppia cifra, ma anche di reinserirsi nel club più prestigioso di tutti, quello in grado di competere ogni anno per il National Championship. Florida State non ha grosse concorrenti divisionali al di fuori di Clemson, ed ha un calendario inizialmente più tosto rispetto alla morbida partenza del 2012, quando proprio la sfida contro i Tigers fu la prima vera partita disputata, alla quarta giornata di campionato. Per scalare fino a raggiungere le vette del ranking, servirà una perfezione assoluta.

L’attacco ha registrato 6.591 yards un anno fa, il miglior risultato di sempre per questo programma di football, che aveva trovato un corretto mix tra lanci e corse lasciando ai ricordi la mono-dimensionalità quasi del tutto aerea della fine dell’era di Bobby Bowden. Il sistema di Fisher, che è anche l’offensive coordinator, ha finalmente ridato l’importanza che meritava al gioco di corse e trovato giocatori in grado di supportarlo al meglio, tanto che la coppia di running backs che dovrebbe darsi il cambio quest’anno potrebbe essere migliore dell’anno scorso, non facendo quindi pesare troppo l’assenza di un Chris Thompson tanto talentuoso ma troppo spesso infortunato. Il titolare sarà il fisico James Wilder Jr., che un anno fa ha eccitato le folle con corse piene di placcaggi rotti, una cavalcata entusiasmante terminata con 11 mete e 635 yards in 110 portate, mentre Devonta Freeman è più leggero ma non meno tosto da tirare giù, ed ha registrato cifre del tutto simili (660 yards, 8 mete) pur restando assente in tre partite.

Il dubbio più grande riguarda la sostituzione del quarterback titolare, E.J. Manuel è stato una scelta di primo giro da parte dei Bills ed il futuro della posizione sembra essere stato ipotecato da un redshirt freshman, ovvero quel Jameis Winston che i ‘Noles portarono a casa quale pezzo pregiato del recruiting 2012. I dubbi non stanno certo nelle capacità fisiche ed atletiche del ragazzo, ma nella sua mancanza di esperienza nel gestire un attacco come questo con determinate aspettative da rispecchiare. 6’4’’ per 218 libbre, un cannone al posto del braccio ed atletico al punto da fare onde durante le sessioni primaverili, Winston ha un talento immenso e dovrà essere bravo a non bruciarselo troppo presto, gestendo bene la sua posizione di prestigio e confermando le sue capacità partita dopo partita, cercando di limitare gli errori che certamente gli si pareranno contro. Clint Trickett, che aspirava a diventare il successore di Manuel, si è invece trasferito a West Virginia.

La batteria di ricevitori è profonda e molto consistente, ed avrà come punto di riferimento il junior Rashad Greene, che da due stagioni piene effettua giocate molto importanti per questo attacco. Greene è il ricevitore più veloce della squadra e può incidere sia esplodendo dopo la ricezione breve che bruciando il difensore in profondità, ed ha accumulato 741 yards e 6 mete, aggiungendone pure due su ritorno di calcio ed una su corsa. Kelvin Benjamin porta con sé caratteristiche differenti, è difatti un wide receiver possente dotato di un fisico da tight end che dovrebbe creare panico nelle ultime 20 yards, e sostituirà Greg Dent, sospeso a tempo indeterminato per gravi problemi fuori dal campo, mentre nello slot si piazzerà Kenny Shaw, il più leggero di tutti, che cercherà di portare all’attacco altre giocate esplosive. Nick O’Leary torna quale tight end titolare, portando efficienza sia da ricevitore che da bloccatore.

La linea offensiva vede rientrare al proprio posto quattro di cinque titolari, con Cameron Erving a schierarsi da tackle sinistro dopo aver completato con successo il passaggio da difesa ad attacco, dall’altro estremo Bobby Hart dovrà dimostrare di aver recuperato il tempo perduto, avendo già perso il posto di starter in passato. Bryan Stork potrebbe essere il miglior talento a disposizione e gestirà le chiamate da centro, è un giocatore possente ed agile che possiede vasta esperienza avendo giocato anche da guardia, ruolo in cui è fortemente emerso Trè Jackson, chiamato a ripetersi.

La difesa ha perso il coordinator Mark Stoops, diventato il nuovo head coach di Kentucky, ed accolto Jeremy Pruitt, il cui atteggiamento aggressivo e la provenienza dallo staff di Alabama fanno ben sperare per un reparto che ha giocato molto bene ma che ha bisogno di portare più pressione al quarterback e di recuperare più palloni. La nuova linea difensiva avrà un grosso peso sopra le spalle da questo punto di vista, ma sembra possedere i pezzi giusti per avere successo: Timmy Jernigan è forse il miglior defensive tackle della conference, è grosso ed esplosivo ed ha raccolto ottimi numeri giocando da riserva nel 2012; Mario Edwards è stato uno tra i recruit più desiderati dello scorso anno e sostituendo Bjoern Werner ha la possibilità di diventare la superstar del reparto; Demonte McAllister avrà anch’egli la prima possibilità di scendere in campo di più essendo stato una riserva a lungo. La rotazione del fronte è molto profonda e può garantire il mantenimento di un’ideale freschezza a tutti gli elementi del gruppo.

Il leader del cuore della difesa è il linebacker Christian Jones, che ha intelligentemente deciso di tornare per la sua stagione da senior dopo un anno composto da 95 placcaggi, due fumble ricoperti, ed è pronto a giocare il suo terzo differente ruolo nel giro di quattro anni che l’hanno portato dalla strong alla weakside, per terminare il giro collegiale nel mezzo. Telvin Smith, un backup, giocherà sul lato debole al posto di Jones meritandosi la promozione dopo aver effettuato 9.5 placcaggi per perdita di yards e difeso molto bene contro i passaggi, il che lo rende un elemento molto versatile, in grado di restare in campo anche durante i down di passaggio, mentre l’atletico Terrance Smith completerà lo schieramento proponendosi quale elemento di minor esperienza.

Le secondarie sono ancorate da LaMarcus Joyner, giocatore di grande talento, dotato di enorme velocità per restare in copertura e delle fisicità adatta per giocare da safety nonostante il peso sia sotto le 200 libbre, tuttavia lo staff prevede di utilizzarlo da corner proprio per la bravura nel coprire, e quindi per sostituire Xavier Rhodes, andato in Nfl. L’altro titolare sarà Nick Waisome, anch’egli non un colosso fisico, ma dotato di movimenti rapidi ed intelligente nel capire l’azione, con Karlos Williams a fare da backup e giocare i down di nickel defense, mentre Tyler Hunter e Terrence Brooks occuperanno i due spot di safety. Il kicker non sarà più Dustin Hopkins, scelto dalla Nfl, e toccherà al redshirt freshman Roberto Aguayo non far rimpiangere la sua grande consistenza. Dopo un buon lavoro nell’anno di esordio, sarà ancora Cason Beatty ad occuparsi delle situazioni di punt.

Per capire se potranno avere il successo che ricercano, i Seminoles dovranno trovare presto risposta a numerose domande. Jameis Winston e la sue grandi capacità intellettuali ed atletiche saranno abbastanza per bilanciare la sua mancanza di esperienza? La pur forte difesa risentirà dell’abbandono del coordinator Mike Stoops? Di contro Florida State ha molti playmaker in grado di fare la differenza in diversi reparti di attacco e difesa, e molti ruoli sono coperti da adeguati sostituti in caso di infortuni. La formula è sempre la solita che Fisher ha messo in campo sin dalla sua promozione a head coach, l’attacco corre duro e forte e trova belle giocate dai ricevitori, la difesa aggredisce e gioca in maniera molto fisica, intimidatoria. Se la miscela funziona i Seminoles possono sicuramente contendere per il titolo della Acc e tornare all’Orange Bowl, per il titolo nazionale potrebbero volerci ancora un paio d’anni.

MARYLAND TERRAPINS

Stefon Diggs

Stefon Diggs

Per Maryland il 2013 sarà l’ultimo anno da trascorrere nella Acc prima del trasferimento nella Big Ten previsto per la stagione ventura, e tutti sperano non solo che questo campionato possa concludersi in maniera più felice del 4-8 dello scorso anno, ma anche che la salute guardi da questa parte ed aiuti a preservare almeno un quarterback sano fino al termine della regular season. La storia racconta di una partenza molto promettente a quota 4-2, e del conseguente infortunio a tre differenti registi, con l’attacco a concludere la stagione con al timone un true freshman arrivato in squadra per giocare linebacker. Il 2012 dei Terrapins si riassume tutto qui, molto probabilmente ci sarebbero stati maggiori progressi con un briciolo in più di fortuna, ed invece coach Randy Edsall conta solo 6 vittorie nei due anni allenati a College Park, numero destinato ad aumentare sicuramente se il ruolo più delicato del reparto offensivo troverà la continuità che cerca.

Di C.J. Brown ci si ricordano gli exploit di due stagioni fa, in quanto quella passata è stata brutalmente terminata dalla rottura del crociato anteriore. Brown è un quarterback capace di passare con limitata efficienza ma pericolosissimo quando si mette a correre, ed il sistema pensato dallo staff era stato perfezionato proprio guardando alle sue caratteristiche personali. Ora tutti sperano che il ragazzo torni alla sua forma originaria, quando aveva infranto un record di ateneo per i quarterback correndo per 162 yards in singola partita, realizzando 574 yards in 79 portate. L’attacco possiede una vera e propria superstar che ha mantenuto tutte le promesse fatte intravedere alla high school, Stefon Diggs ha esordito con il botto da true freshman collezionando il secondo maggior numero di yards totali nella storia dei Terps con 1.896, e terminando l’anno con 54 ricezioni per 848 yards e 6 mete a cui ne ha aggiunte altre due su ritorno di calcio, cifre che gli sono valse immediate comparazioni con Sammy Watkins di Clemson.

Lo schieramento titolare a tre ricevitori vede anche la presenza di Deon Long, un giramondo che ha giocato anche a West Virginia e New Mexico prima di produrre 25 mete l’anno passato all’Iowa Western Community College, ed il fisico ma grezzo Nigel King, dotato di grande stazza ma di fondamentali tutti da migliorare, ideale contraltare per le caratteristiche esplosive degli altri due compagni. Il gioco a terra è stato deficitario tanto quanto quello aereo, facendo della matricola Brandon Ross il miglior rusher statistico con appena 390 yards. Ross si contenderà il ruolo di titolare con un altro sophomore, Wes Brown, costruito meglio fisicamente ma fermato dagli infortuni alla spalla e alla caviglia, responsabile di 382 yards in 90 portate con 2 mete a referto. Il tackle sinistro Mike Madaras è l’elemento di maggiore talento per quanto concerne la linea offensiva, ed ha soppiantato l’attuale tackle destro Nick Klemm durante la scorsa stagione, mentre la rimanenza dello schieramento vedrà accese battaglie al camp per la definizione degli altri titolari.

La difesa 3-4 importata da Brian Stewart, ex Dallas Cowboys, un anno fa ha prodotto immediati dividendi dando buonissimi ed eguali risultati sia contro le corse che contro i passaggi (tra cui 5 partite con gli avversari tenuti sotto le 100 yards su corsa), il reparto ha tenuto in partita Maryland in più di qualche occasione fino a crollare per il tanto tempo speso in campo a causa dell’inefficienza offensiva. La linea difensiva punta molto sul nose tackle Darius Kilgo, una rivelazione dello scorso campionato che ha concluso con 40 placcaggi ed un sack e mezzo, mentre gravi sono state le perdite di Joe Vellano e A.J. Francis, i quali verranno sostituiti da Quinton Jefferson, end che ha mostrato buone cose in tempo limitato anche per colpa di una preparazione fisica non eccelsa, e da Keith Bowers, che ha collezionato tanti placcaggi quante partite ha disputato da starter, 11, ed è chiaramente chiamato a migliorare le proprie statistiche.

Uno dei punti di forza della difesa è la coppia di linebacker interni, formata da Cole Farrand e L.A. Goree: Farrand è stato uno dei giocatori più produttivi del 2012 con 78 placcaggi di cui 6 per perdite di yards e tre fumble forzati, ha un’ottima statura (6’3’’) ed ha messo su qualche libbra di muscoli in offseason; Goree passa nel mezzo arrivando dalla weakside e per il primo anno in carriera giocherà da titolare fisso dopo aver racimolato 46 placcaggi e 3 fermate dietro alla  linea di scrimmage. Una buonissima secondaria vede il rientro del cornerback Dexter McDougle, 71 placcaggi ed una presenza costante nelle vicinanze del pallone, e del compagno di reparto Jeremiah Johnson, velocissimo nel muoversi e molto solido nel suo primo anno da titolare, dove ha giocato ogni singola partita. Le grandi cose mostrate in copertura non sono state bilanciate dai turnover forzati, e la difesa di Maryland ha prodotto solamente 4 intercetti senza riuscire a rompere il ritmo agli attacchi avversari. L’australiano Brad Craddock sarà il kicker titolare nonostante i quattro calci mancati dall’interno delle 40 yards per un totale di 10/16, e si attendono prestazioni più consistenti anche dal punter Nathan Renfro, che ha prodotto solo 39.7 yards per calcio.

Randy Edsall è riuscito a far vedere notevoli miglioramenti da un anno all’altro nel biennio in cui è stato investito di questo incarico, e nel 2012 avrebbe tranquillamente potuto fare di meglio delle quattro vittorie ottenute se solo avesse avuto un quarterback in grado di non infortunarsi così gravemente e così spesso. Se C.J. Brown torna vicino al rendimento di due anni fa e se Stefon Diggs conferma il suo enorme talento all’attacco servirà  solo stabilire chi sarà il running back titolare, mentre dalla difesa possono arrivare ancora tante cose buone, in quanto chi ha già giocato bene un anno fa ha dell’esperienza in più, e può ripetersi in questo 2013 in cui Maryland vorrebbe salutare la sua permanenza in Acc nel migliore dei modi, ovvero un passo dietro alle due potenze Clemson e Florida State.

NORTH CAROLINA STATE WOLFPACK

Brian Underwood

Brian Underwood

Stanchi di essere destinati alla mediocrità più deprimente, i Wolfpack hanno deciso di dare il benservito a Tom O’Brien dopo sei stagioni di mancati progressi, nei quali il programma è rimasto in secondo piano senza riuscire a scalfire nemmeno da vicino la supremazia delle grandi squadre. L’uomo scelto per questo ennesimo tentativo di cambiamento culturale è Dave Doeren, un grande allenatore offensivo che ha portato Northern Illinois ad un record di 23-4 durante la sua permanenza in loco, con l’apice del raggiungimento dell’Orange Bowl 2012, poi perso contro Florida State. Il suo compito sarà quello di far pervenire alla sua nuova squadra dei risultati più consistenti dei continui posizionamenti a metà della division, con saltuarie e deludenti partecipazioni a Bowl nemmeno troppo prestigiosi.

Il primo e significativo cambiamento, che potrebbe comunque non essere apportato tutto e subito, riguarda lo schema offensivo, che sotto O’Brien era prettamente di stampo professionistico e si avvaleva di quarterback alti e poco mobili come Sean Glennon, oggi ai Buccaneers, mentre d’ora in poi sarà sostituito dalla spread offense che Doeren ha installato con grande successo sia in termini di vittorie che di yards a Northern Illinois. Non è certo Pete Thomas, prototipo di regista del tutto simile a Glennon e transfer da Colorado State, la persona giusta per mettersi a correre in determinate situazioni, ed è proprio per questo che i cambiamenti saranno effettuati mano a mano che il nuovo coach riuscirà a reclutare giocatori più adatti ai suoi scopi. Al camp se la vedrà con Manny Stocker, molto più agile ed atletico, anche se questi è molto meno preciso rispetto a Thomas, che viene considerato come favorito proprio per le migliori percentuali di completi fatte vedere, uno degli elementi fondamentali per il funzionamento dello schema.

Ciò che è certo è che chiunque dei due vincerà la battaglia avrà il lusso di poter lanciare palloni a Brian Underwood, il secondo miglior scorer della conference con 10 mete, ivi compresa quella che, con 16 secondi da giocare, provocò uno degli upset più clamorosi della scorsa stagione ai danni di Florida State. Underwood giocherà da esterno appaiandosi per un altro anno al possente Quintin Payton, 6’4’’ per 211 libbre ed un fisico in grado di fare da scudo contro qualsiasi defensive back, mentre l’esplosivo Rashard Smith, un ex-cornerback, sarà allineato all’interno cercando di ripetere i 5 touchdowns segnati nello scorso campionato. I due corridori principali saranno Tony Creecy e Shadrach Thornton: il primo ha siglato 5 mete correndo per 476 yards ed offrendosi anche come buonissimo ricevitore fuori dal backfield, mentre il secondo, che sarà sospeso per la prima di campionato, ha racimolato 476 yards e 3 segnature ma perso qualche pallone di troppo, il che potrebbe costargli il posto da titolare pur essendo comunque destinato a passare parecchio tempo in campo, essendo anch’egli dotato di ottime mani in grado di supportare un gioco veloce e sviluppato sul medio-corto. La linea offensiva è il punto debole del reparto, e non sempre ha fornito un’adeguata protezione al quarterback, chiave di tutto lo sviluppo del gioco specialmente se il regista è poco mobile. Tyson Chandler è un tackle di enormi dimensioni che tuttavia non regge il confronto con i pass rushers piccoli e rapidi, ragion per cui viene schierato a destra, mentre a sinistra presenzia Robert Crisp, originariamente un recruit di ottima reputazione che non ha mai giocato al livello sperato.

Dave Huxtable è stato nominato quale nuovo defensive coordinator e manterrà la 4-3 di base già vigente in precedenza, ma il reparto dovrà cambiare tutto il reparto linebacker e trovare nuovi giocatori senza esperienza in grado di reggere la pressione sul campo. Il defensive end Darryl Cato-Bishop è reduce dalla migliore annata di carriera nella quale ha messo a segno 6.5 sacks, migliore statistica di squadra, ed aiutato molto a difendere bene contro le corse; farà parte di una rotazione comprendente Mike Rose ed Art Norman, due end costruiti fisicamente da linebacker. La coppia di tackle sarà formata da T.Y. McGill, che ha siglato 10.5 placcaggi per perdite di yards e 5 sacks, e da Thomas Teal, sorprendente con i suoi 10 placcaggi dietro alla linea di scrimmage.

Il settore linebacker, come detto, sarà tutto nuovo e ritroverà la presenza di D.J. Green, reduce da un anno di inattività causato dalla sospensione inflittagli dalla Ncaa per uso di sostanze per migliorare le prestazioni, con Rodman Noel, Brandon Pittman e M.J. Salahuddin a giocarsi i due posti rimasti in ballottaggio. Le secondarie hanno perso l’efficienza di David Amerson, scelto dai Redskins, ma ritrovano il duttile Dontae Johnson, in grado di schierarsi sia da corner che da safety. La difesa poggerà ancora una volta le basi delle secondarie su ragazzi ben costruiti fisicamente, in grado di colpire i ricevitori sulla linea di scrimmage: oltre a Johnson, che ha effettuato 80 placcaggi, rientra pure Juston Burris, il quale ha difeso molto bene sui passaggi e collezionato tre intercetti. La coppia di safety, che completa quello che è il migliore reparto della difesa, sarà costituita da Jarvis Byrd, ragazzo perennemente infortunato che ha l’occasione della vita per mettersi in mostra, e da Hakim Jones, che partirà da titolare per la prima volta nella carriera collegiale portandosi comunque appresso un’esperienza che lo ha visto in campo per 13 partite.

I Wolfpack si qualificano per un Bowl da tre stagioni consecutive, ma non sono questi i risultati che si aspettano a Raleigh. Tuttavia la squadra deve digerire numerosi cambiamenti, far inserire un allenatore nuovo con concetti rivoluzionari rispetto a quelli precedentemente apportati da O’Brien, e non tutti i giocatori attualmente a roster posseggono le caratteristiche adatte a svolgere questo delicato compito. North Carolina State è attesa dall’ennesimo anno di transizione e ricostruzione, dove sicuramente ci sarà da soffrire da ambo i lati del campo, un po’ per le numerose modifiche, un po’ per l’inesperienza di tanti dei nuovi titolari. Doeren è capace di far segnare un attacco a volontà, ma gli serve il personale giusto, quindi, per competere ad alti livelli, potrebbero volerci un paio di classi di recruiting in più.

SYRACUSE ORANGE

Prince Tyson-Gulley

Prince Tyson-Gulley

Poche squadre hanno chiuso il 2012 così bene come sono riusciti a fare gli Orange, firmatari di una striscia positiva di 6-1 culminata con una prestigiosa vittoria al Pinstripe Bowl contro West Virginia. Poi sono arrivati i cambiamenti: anzitutto quello di conference, previsto appunto per quest’anno, con il trasloco dalla Big East alla Acc ed il conseguente inserimento nella Atlantic Division, quindi l’addio di Doug Marrone, divenuto l’head coach dei Buffalo Bills, e la conseguente promozione del suo defensive coordinator, Scott Shafer. Il nuovo capo allenatore ha già promesso che non apporterà modifiche all’attacco ad alto ritmo installato dal suo predecessore e che la velocità di esecuzione sarà la parola d’ordine anche in difesa, senza però perdere in termini di grinta e combattività fisica, quest’ultimo marchio di fabbrica dell’edizione 2012 di questa sorprendente squadra tornata ad avere importanza a livello nazionale sotto le cure di Marrone medesimo.

L’attacco ha perso tre playmaker importanti, ovvero il quarterback Ryan Nassib, snobbato da Marrone al Draft, ed i ricevitori Alec Lemon e Marcus Sales, lasciando il reparto alla ricerca di nuovi go-to-guy. Shafer intende utilizzare parecchio quella che sa essere la sua arma più forte rimasta dopo le detrazioni, ovvero il gioco di corse, il quale utilizzerà la combo formata da Jerome Smith e Prince Tyson-Gulley, i quali hanno registrato 2.001 yards nel 2012 grazie al mix di potenza data da Smith, classico running back da spedire via dritto e forte, e dalla velocità e pericolosità in campo aperto di Tyson-Gulley, autore di 9 mete. Il funzionamento del rushing game, come sempre accade in queste situazioni, sarà a dir poco fondamentale per permettere al nuovo quarterback di crescere senza subire enormi quantità di pressione, catalizzando la maggior parte delle attenzioni altrove. Il ruolo di regista è destinato a regredire per la totale mancanza di esperienza dei tre contendenti, vale a dire il transfer da Oklahoma, Drew Allen, che ai Sooners era la riserva di Landry Jones e che come è facile immaginare ha trovato pochissimo spazio per giocare; Terrell Hunt, atletico sophomore che deve ancora tentare il suo primo passaggio ufficiale ma che si è ben comportato nelle sessioni primaverili; Charly Loeb, un classico passatore da tasca, un mancino che ha giocato in tutto 6 down in carriera.

Il ricevitore più dotato di esperienza è senza dubbio Jarrod West, un giocatore molto fisico in grado di vincere quasi tutte le competizioni di salto alla ricerca dei palloni alti, reduce da una stagione da 43 ricezioni per 588 yards e 2 mete, per la velocità pura ci si rivolgerà invece a Jeremiah Kobena, talento grezzo rapido come un lampo, e Adrian Flemming, ragazzo perennemente infortunato che deve ancora scrivere la prima ricezione di carriera al quarto anno di attività. Il tight end Beckett Wales, anch’egli senior, è un ottimo bersaglio in fase di ricezione, ed aiuterà non poco il nuovo quarterback a risolvere situazioni complicate. La linea offensiva non è pesantissima in quanto deve mantenere una certa componente atletica per poter giocare la no-huddle offense, l’eredità di Justin Pugh, prima scelta dei Giants, viene raccolta da Sean Hickey, il quale ha esperienza in entrambe le posizioni di tackle e si stabilirà definitivamente a sinistra, ed il suo posto sarà di conseguenza preso da Ivan Foy, che con 318 libbre è l’elemento più pesante della linea. Il leader del reparto è comunque Macky MacPherson, il centro, dotato di intelligenza sopra la media ed in grado di eseguire gli aggiustamenti pre-snap che spesso migliorano l’esito dei giochi offensivi.

Shafer, la cui difesa si è classificata al sesto posto nazionale per placcaggi dietro alla linea di scrimmage, ha assunto una sua vecchia conoscenza per gestire la difesa, ovvero quel Chuck Bullough con cui aveva allenato a Western Michigan e che fonda il suo credo in un coordinamento molto aggressivo della difesa, con blitz che possono provenire da ogni dove. La parte più consistente del gruppo è il back seven, composto da giocatori che riportano tutta la loro esperienza nuovamente al servizio della squadra. Dyshawn Davis è il playmaker più riconoscibile della difesa, e sarà ancora uno dei due outside linebacker titolari, la sua accelerazione gli permette di essere spedito in blitz così come il suo ampio raggio d’azione e la voglia di non mollare mai gli hanno consentito nei primi due anni di carriera di difendere bene le corse, mentre Marquis Spruill è titolare per il quarto anno consecutivo nel mezzo, è un combattente che ha collezionato 64 placcaggi di cui 9 per perdita di yards, che ha grande esplosività ed ottimi istinti per seguire lo sviluppo dell’azione.

La perdita più sentita nelle secondarie è quella di Shamarko Thomas, scelto dagli Steelers, il quale sarà rimpiazzato da Durell Eskridge, gran colpitore dotato della versatilità necessaria per giocare ambedue i ruoli di safety, anche se quello per lui progettato quest’anno è il più vicino alla linea di scrimmage. Keon Lyn è stato il miglior cornerback del gruppo grazie al possente fisico da opporre ai ricevitori, la rotazione non è affatto male e propone validi elementi come Ri’Shard Anderson, titolare in 19 partite nelle ultime due stagioni, e Brandon Reddish, che ha collezionato numeri di tutto rispetto giocando meno snap degli altri. La linea difensiva pecca di esperienza e profondità, e per avere successo la difesa deve necessariamente trovare un pass rusher costante. Il miglior produttore di sack al rientro è l’outside linebacker Cameron Lynch, ragion per cui si attendono consistenti passi in avanti da parte dei due end progettati quali titolari, Robert Welsh e Micah Robinson. Jay Bromley, senior da 39 placcaggi e 2.5 sack, è uno dei due tackle nonché il veterano della linea difensiva.

Doug Marrone ha fatto letteralmente risorgere il programma di football di Syracuse dalle ceneri, ed il suo lavoro è stato così eccelso da metterlo in lista per diversi posti di lavoro più redditizi. Gli Orange devono sopportare tanti cambiamenti in uno dei momenti più belli della loro recente crescita  e si dovranno misurare con squadre più forti rispetto a quelle che hanno affrontato nella Big East, maggiore sarà la rapidità dei nuovi giocatori da ambo i lati del campo ad inserirsi negli schemi di gioco, maggiore sarà il successo di una squadra che ritrova vecchie rivali di conference come Boston College, che d’ora in poi sarà affrontata una volta l’anno rinnovando una rivalità in passato molto sentita. Se gli Orange dovessero riuscire a ripetere l’8-5 con cui chiusero il 2012, sarà sicuramente considerato un risultato di grande successo.

WAKE FOREST DEMON DEACONS

Michael Campanaro

Michael Campanaro

La qualificazione all’Orange Bowl 2007 e la generica nomea di squadra solo apparentemente debole e da non sottovalutare mai che Jim Grobe aveva impresso a Wake Forest non c’è oramai più da un quadriennio, spazio temporale nel quale il programma di football ha collezionato 19 vittorie e ben 30 sconfitte, perdendo di rilevanza all’interno della Acc. Anche nel corso del 2012, la squadra che aveva concluso le prime quattro uscite a quota 3-1 si è poi dissolta nel nulla, concludendo la propria regular season a quota 5-7, con un significativo 3-5 interno alla conference soprattutto a causa di uno dei peggiori attacchi di tutta la nazione, che ha portato a casa la miseria di 18.5 punti e 300 yards a partita, fatto che spinto Grobe a ripristinare il suo vecchio sistema fatto di corse e counter a volontà, lasciando perdere un fitto sistema di passaggi che ultimamente non ha reso per nulla.

Sotto il centro torna l’esperienza, e si spera che il senior Tanner Price disputi un 2013 migliore dello scorso anno, nel quale ha registrato statistiche in regressione rispetto alla prima parte di carriera. Price deve certamente ritrovare la precisione, punto di forza del suo gioco sul medio-corto, così come deve ritrovare una linea offensiva anche solo decente, lontana da quell’autentico disastro che, a causa di molteplici infortuni, lo ha visto soffrire non poco la pressione delle difese avversarie finendo per minarne le cifre finali, difatti ben lontane dalle oltre 3.000 yards del 2011. La buona notizia è che Price avrà di ritorno il suo bersaglio preferito, quel Michael Campanaro rivelatosi quale uno dei migliori – per alcuni il migliore in assoluto – ricevitori della Acc. Campanaro è uno slot receiver coi fiocchi che possiede delle movenze molto atletiche in grado di far mancare il placcaggio, e contemporaneamente è veloce al punto da creare separazione con il difensore, le sue 763 yards e 6 mete possono sensibilmente incrementare se il quarterback avrà il tempo necessario per trovarlo di più. Inoltre, le 7.9 prese per partita di media sono il secondo miglior risultato di sempre nella storia della conference. Nessun altro dei compagni di reparto vanta l’esperienza di Campanaro: Sherman Regland III può essere un’ottima arma sul profondo ma si è allenato poco con la squadra per problemi disciplinari; Brandon Terry e Matt Jones sono giocatori possenti, dalla statura notevole ma dalla presenza in campo assai limitata; il tight end Spencer Bishop non è di grande aiuto, in quanto se è vero che come bloccatore è molto più che soddisfacente, è vero anche che come ricevitore non offre alcun che.

La criticata linea offensiva recupera in toto la parte sinistra, il tackle Steven Chase viene dalla rottura del crociato anteriore, mentre la guardia Antonio Ford sta recuperando dalla rottura di una gamba; Frank Souza ritorna nella sua posizione preferita di guardia dopo aver fatto da giramondo per tappare i buchi creati dagli infortuni. La linea avrà il compito di creare varchi migliori per un gruppo di running back dotato di differenti caratteristiche, ma accomunato dalla discontinuità nelle prestazioni. Josh Harris è l’elemento di velocità che predilige correre in mezzo ai tackles, mentre DeAndre Martin è il più pesante dall’alto delle sue 235 libbre ed è in grado di rompere numerosi placcaggi, e dalle retrovie Josh Wilhite, un redshirt freshman, spinge per ritagliarsi uno spazio tutto suo proponendo l’esplosività che gli altri non offrono.

La difesa ha subìto anch’essa parecchi infortuni, e la linea non ha retto l’eccessivo sforza fisico dato dalla mancanza di rotazione e freschezza atletica. L’elemento più consistente e bizzarro è Nikita Whitlock, un nose guard di 5’11’’ per 250 libbre dalle misure chiaramente inferiori al prototipo ideale per il ruolo, tuttavia la sua tecnica e l’esplosività subito dopo lo snap gli hanno fatto racimolare statistiche sorprendenti per un giocatore di quella stazza inserito in quella posizione. A dargli una mano nel fronte a tre vi saranno due end addirittura più pesanti di lui, ovvero il pass rusher Zach Thompson, che ha collezionato 55 placcaggi con 4 sacks, e Kris Redding, 3.5 sack e due fumble forzati.

Il reparto sta cercando di ritrovare velocità e pass rush anche dai linebacker, uno dei punti di forza di quando questa squadra usava battere a sorpresa le grandi, e Justin Jackson, esperto senior, ha le caratteristiche fisiche adatte per riuscire a far funzionare il sistema. Outside linebacker di 230 libbre, Jackson è molto rapido di piedi e bravo in copertura, reduce da 81 placcaggi di cui 8.5 per perdite di yards, 4 sack ed altrettante pressioni sul quarterback. Le sue caratteristiche si bilanciano molto bene con quelle del middle linebacker Mike Olson, bravo contro le corse e quindi adatto a disporsi nel mezzo, un giocatore di ottimi istinti nel localizzare il pallone e comprendere dove si sviluppa l’azione. Le secondarie danno una buona affidabilità e contano sull’efficienza del tandem di cornerback composto da Merrill Noel e Kevin Johnson, con il primo impegnato a ripristinare le cifre di un 2011 a dir poco impressionante prima della regressione dello scorso anno, ed il secondo che ha guidato tutti i Demon Deacons con 15 passaggi difesi. A.J. Marshall, il free safety titolare, è un ragazzo atletico ed istintivo, ideale per essere schierato quale ultima linea della difesa. Il nuovo kicker sarà il secondo anno Chad Hedlund, che ha già disputato spezzoni di gara durante il 2012, mentre Alex Kinal, ex giocatore di football australiano, ha già avuto modo di fare grande esperienza a causa delle numerose occasioni in cui l’attacco si è dovuto disfare del pallone.

A Jim Grobe servono risultati utili, da troppi anni consecutivi Wake Forest non è competitiva e vivacchia nei bassifondi divisionali della Atlantic. L’anno scorso è stato a dir poco disastroso per gli infortuni ma stavolta, con tutti in salute, non ci sono più scuse. La concorrenza della conference è molto agguerrita anche se il calendario propone una partenza soft, la squadra può sicuramente dire la sua potendo offrire maggiore esperienza in molti ruoli delicati, ma il destino di questa edizione dei Demon Deacons sembra molto simile a quello del recente passato, con la squadra impegnata ad acciuffare la qualificazione per un Bowl per i capelli cercando di vincere un numero più consistente di partite distante dalle mura amiche del BB&T Field di Winston-Salem.

BOSTON COLLEGE GOLDEN EAGLES

Chase Rettig

Chase Rettig

Maine e Maryland non sono esattamente le vittorie più prestigiose che Boston College potesse riuscire ad ottenere l’anno passato. Ebbene, sono state anche le uniche, in quanto una delle peggiori edizioni mai messe in campo dai Golden Eagles ha concluso il proprio 2012 a quota 2-10 con un 1-7 interno alla conference, portando il loro record dell’ultimo triennio a quota 13-24. La peggior stagione dal 1978 ad oggi ha comportato una decisione abbastanza ovvia, quella di licenziare coach Frank Spaziani e di sostituirlo con l’ex head coach di Temple, Steve D’Addazio, uno che non accetta comportamenti indisciplinati e che non guarda il talento per decidere chi gioca titolare ma solamente la serietà e l’impegno, a Chesnut Hill sono tutti avvertiti.

L’attacco ha segnato pochissimo, 19.8 punti a gara, ed è molto sbilanciato, in quanto è stato evidente che i passaggi abbiano funzionato nettamente meglio delle corse. Il segno più tangibile dell’instabilità di questo reparto offensivo è il fatto che il quarterback Chase Rettig giocherà per il quinto diverso coordinatore nei quattro anni passato qui, cercando ancora una volta di trovare un rimedio ad un numero di errori di lettura a volte eccessivo. Rettig non ha prodotto grandi statistiche sia per colpe proprie che per l’assenza di un gioco di corse in grado di impensierire le difese, concludendo l’anno con 17 passaggi da touchdown e 13 intercetti, totalizzando 3.060 yards con il 54% di completi a referto.

La migliore arma offensiva di squadra sarà ancora il wide receiver Alex Amidon, che ha stabilito nuovi record di ateneo per ricezioni e yards accumulate in singola stagione rispettivamente con 78 e 1.210, producendo più di 100 yards a partita da solo, il tutto senza possedere un grande fisico, mentre servono contributi decisamente migliori da parte dei compagni di reparto, compreso quello Spiffy Evans fermo a quota 2 mete, e di un gruppo di ragazzi, che comprende il probabile nuovo tight end Mike Naples, che ha totalizzato un numero bassissimo di snap ufficiali in carriera. Il gioco di corse ha perso i contributi di Rolandan Finch, che ha lasciato la squadra questa primavera, creando spazio per Andre Williams, un corridore possente che ama andare dritto e forte, il cui compito principale sarà quello di far rivivere un rushing game a dir poco deficitario. La linea offensiva accoglie il tackle sinistro Matt Patchan, un transfer da Florida che ha esperienza di vendere, così come il centro Andy Gallik, che non ha mostrato grossi disagi nell’intesa con il nuovo offensive coordinator Ryan Day.

Disastrosa forse più dell’attacco, la difesa poggia le sue speranze nel coordinator Don Brown, il quale deve lavorare duro per migliorare l’enormità di yards elargite agli avversari, ben 456 a partita, delle quali 214 di media sono state prese in faccia attraverso le corse, dimostrando di non possedere soluzione alcuna da questo punto di vista. I Golden Eagles sono inoltre arrivati ultimi in tutta la nazione per sack messi a segno, solo 6, e per placcaggi effettuati dietro alla linea di scrimmage, 45. La linea difensiva è poco profonda e non possiede elementi di vasta esperienza, rendendo molto difficoltosa una previsione chiara su chi partirà da titolare. Kasim Edebali è stato il miglior placcatore del fronte con 59 tackles, ma con un solo sack e mezzo, Brian Mihalik ha sfruttato pochissimo il possente fisico traducendo il tutto in un’assenza pressoché totale di pass rush, e Kaleb Ramsey tenterà di rientrare da due stagioni di infortuni sfruttando un anno extra di eleggibilità, tutto da verificare a seconda delle sue condizioni fisiche.

Il weakside linebacker Kevin Pierre-Louis è un giocatore sotto-dimensionato ma molto volenteroso, ed è colui che ha effettuato il maggior numero di giocate convincenti di recente piazzando 85 placcaggi e due sack nonostante l’assenza in ben tre partite. Steele DiVitto, strongside linebacker, aggiunge ulteriore qualità grazie alla capacità di provocare turnover, mentre le secondarie vedranno rientrare il versatile Sean Silvya, corner che ha giocato alcune partite pure da free safety. Il corner più efficiente in copertura è senza dubbio Manny Asprilla, che ha collezionato due intercetti e difeso sei passaggi presenziando in ogni gara, ed una grossa mano la dovrebbe dare il rientro da un infortunio al piede di Al Louis-Jean, che ha perso tutto il 2012. Il kicker Nate Freese è stato il miglior produttore di punti offensivi di tutta la stagione ed ha centrato 18 calci su 20 tentativi senza sbagliare alcuno dei 24 extra points, mantenendo la sua media di carriera in termini di field goals realizzati attorno all’82%; Alex Howell è al momento favorito per prendersi il ruolo di punter grazie alla notevole potenza della gamba.

Per quest’anno a Chesnut Hill non sono previsti grossi miglioramenti, ed il posto dei Golden Eagles dovrebbe essere ancora una volta il fondo della Atlantic Division. A meno di drastiche e sinceramente poco probabili rivolte statistiche in termini di atterraggi del quarterback la difesa avrà ancora vita dura non possedendo alcun giocatore in grado di fare la differenza in pass rush, aspetto negativo che potrà continuare ad avere conseguenze sull’efficienza delle secondarie. L’attacco deve per forza migliorare ma al di là di Amidon non ha un altro playmaker in grado di effettuare giocate concrete che cambiano le partite, e la scarsa precisione del gioco di passaggi dovrà essere bilanciata da un gioco di corse quasi inesistente. Il calendario è a dir poco brutale, e se venissero fuori tre o quattro vittorie, sarebbe già motivo di grande soddisfazione per il nuovo coaching staff, in attesa di poter effettuare altre sessioni di recruiting in cerca di maggiore talento da mettere da ambo i lati del campo.

3 thoughts on “ACC Preview: Atlantic Division

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