Johnny “Football” Manziel scappa, Alabama non è mai riuscita a fermarlo in tutta la partita!

Alabama doveva aver fugato tutti i dubbi riguardo la sua eventuale presenza al prossimo BCS Championship con la vittoria all’ultimo respiro su LSU della scorsa settimana. Ma non aveva fatto i conti con Johnny “Football” Manziel e gli Aggies.

Nel prepartita si discuteva se Texas A&M avrebbe saputo confermare la sua vocazione da team corsaro in trasferta, o se Manziel avrebbe invece ripetuto le prestazioni mediocri disputate contro le difese di Florida e LSU, match in cui gli avversari hanno surclassato la squadra di Sumlin nei secondi tempi.

Johnny Football, già leggenda liceale del Texas, alla sua prima vera stagione di college football sta riscrivendo il libro dei record del proprio ateneo, nonostante le difficoltà legate al cambio di conference e di coaching staff che Texas A&M ha dovuto affrontare durante l’ultima offseason. Il clinic di football con cui ha sezionato la difesa dei Crimson Tide ha qualcosa di leggendario, o semplicemente da Heisman Trophy.

Manziel riconcilia lo spettatore con l’idea di football: la sua capacità di creare sensibili guadagni di campo esulando dagli schemi chiamati dalla sideline scomoda confronti con predecessori illustri, per esempio con Ty Detmer.

La sua efficacia di lancio, criticata per l’eccessiva innaturalezza (ma è un redshirt freshman!), sabato non ha causato i turnovers che avevano contraddistinto le sconfitte contro Florida e LSU, anzi ha sfiorato la perfezione con 24 completi su 31 tentativi per 253 yards e 2 TD.

Coach Sumlin ha creato – anzi, ricreato dopo gli anni esaltanti all’università di Houston – una giostra perfetta che si poggia sulle acrobazia del trapezista con il numero 2, le cui spesso discutibili scelte fanno sempre presumere per il peggio, tranne poi rimanerci di sasso quando semina per il campo una muta di avversari che lo vorrebbero livellare al terreno, trovando incredibilmente l’uomo libero, con una visione periferica inspiegabile, a quella velocità, in quel contesto.

Nella pratica questa è stata la dinamica del secondo touchdown degli Aggies, quando Johnny Football ha recapitato ad un solidissimo Ryan Swope (11 rec per 111 yards ed 1 TD) un’assistenza morbidissima in endzone, dopo aver rischiato di perdere l’ovale sbattendo contro un compagno di linea. Impossibile per (quasi) tutti, normale per chi osserva la realtà circostante come se fosse al rallentatore.

Il primo quarto di gioco è stato addirittura imbarazzante per la superiorità di una squadra in campo. E, sorpresa sorpresa, questa non era la favorita Alabama.

Il 20 a 0 del primo quarto è sacrosanto: attacco di ‘Bama surclassato da una vitale difesa di A&M, mentre si assiste al già menzionato one man show di Manziel: mai è successo di vedere l’ottima difesa di ‘Bama in difficoltà come in questa occasione, sebbene gli scricchiolii mostrati contro Zach Mettenberger una settimana or sono avrebbero dovuto far suonare i primi campanelli d’allarme a Tuscaloosa.

In realtà gli sforzi dell’erede di Ryan Tannehill sarebbero stati invani, senza un immenso contributo dei compagni dell’attacco. La linea d’attacco ha dimostrato di non aver nulla da invidiare alla straordinaria linea offensiva di Alabama, mentre il passo avanti necessario per prevalere in partite di questo tipo è stato ampiamente compiuto dalla pattuglia dei ricevitori, a cui non sono mai tremate le mani, grazie anche alla straordinaria leadership di Ryan Swope.

Ma mai sottovalutare il cuore dei campioni, soleva dire Rudy Tomjanovich. Perché sebbene la rabbia rappresentava la foglia di fico sotto cui si nascondeva una ‘Bama stritolata dalle energie nervose utilizzate per costruire “The Drive”, questa sembrava nuovamente bastare per avere la meglio su una Texas A&M che in stagione sembrava subire troppo i ritorni delle avversarie di rango.

Nick Saban è un coach troppo scafato per abbandonare il suo gioco più redditizio, la corsa, anche con un punteggio così severo. Eddie Lacy inanella un secondo quarto di grazia, seguendo il Mar Rosso – ops, cremisi – aperto da Warmack e Kouandjio. 21 a 14 a fine primo tempo ed entusiasmo decisamente smorzato tra le fila ospiti. Oh no, ecco la nuova ondata pronta ad abbattersi sui ragazzi di College Station, penso.

E invece no: gli Aggies tengono il campo anche grazie ad una prova eroica della difesa, costruita per affrontare gli attacchi pass-happy della Big 12 ed invece catapultata nelle trincee della SEC. Ma questo è il college football e le favole hanno diritto di cittadinanza. Le squadre si scambiano solo due buffetti sotto forma di calci piazzati da 3 punti, prima dei fuochi d’artificio finali.

La voce dell’incoscienza si impossessa nuovamente di Johnny Football: messa da parte il gioco di gambe, ecco una palla radiocomandata sulla sideline per il solito, eroico Ryan Swope, che concluderà la partita come l’Aggie con più ricezioni nella storia di Texas A&M. Alabama soffre troppo la mancanza di un top rusher e la difesa 3 – 3 – 5 non riesce a mettere pressione sulla tasca avversaria. Fino alla capitolazione: Manziel, sulle 24, sfida la copertura del prossimo all-american Dee Milliner e Kennedy lo ricompensa con la presa del 29 a 17.

Le telecamere insistono sugli incubi che si impossessano dei volti dei tifosi del Bryant-Denny Stadium, lo stadio intitolato al leggendario coach di Alabama Bear Bryant, che in pochi sanno aver contribuito come coach a far muovere i primi passi al programma di football del college texano specializzato nelle facoltà di tecnologia meccanica ed agraria.

A meno di sei minuti, la partita sembra in ghiaccio, ma Texas A&M è tutto tranne che una buona amministratrice di vantaggi: il ritrovato freshman Amari Cooper vince il proprio duello personale e si invola in meta. 29 a 24, Alabama non muore mai.

Tanto è vero che la beffa per Manziel e compagni appare ormai ineludibile, quando l’ennesimo grande drive dei padroni di casa bussa alla goal line avversaria. Ma le mani dello sceneggiatore segreto scrivono freneticamente ed ecco il colpo di scena che non ti aspetti: il defensive back Deshavor Everett legge lo sguardo solitamente spietato di McCarron, che incappa nel secondo intercetto personale della giornata. Non ne aveva concesso nessuno fino ad ora.

Il dramma di Alabama è realtà: dopo una sola settimana dalla vittoria nel classico contro LSU, ‘Bama abdica, sebbene rimanga la magra consolazione di essere padrona del proprio destino nella SEC West. Saban ha poco da rimproverare ad un team che è sembrato svuotato dall’impresa dello scorsa settimana. Se Atene piange, Sparta non ride.

Umore opposto tra i giocatori di Texas A&M: corsa sotto lo spicchio riservato ai propri tifosi, ringraziando il loro “dodicesimo uomo” che ha creduto in un upset che pareva per lo più improbabile alla vigilia.

Prima grande affermazione per il fenomeno Johnny Manziel, che si prenota per dominare il college football per i prossimi anni a venire. Sky’s the limit, come si usa dire in questi casi.

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