Dura un quarto di gioco la resistenza di Arizona State al cospetto di una maestosa Oregon che quest’anno non si arresta davanti a niente e nessuno.

Resistenza che aveva già mostrato delle falle nel pomeriggio, quando dei tifosi burloni di Oregon, per rallegrare il loro soggiorno in Arizona, si erano avventurati sulla collina che domina il campus di Tempe e avevano ridipinto di verde la gigantesca A gialla disegnata. Immediatamente un pool di tifosi casalinghi aveva cercato di salvare l’onore ripassando di nero (il colore dominante delle seconde uniformi di OSU) la A simpaticamente vandalizzata prima dell’inizio del match. Decisamente un sinistro presagio di come si sarebbe indirizzato il match in serata.

I blitz difensivi dei Sun Devils, atti a rompere gli ingranaggi perfetti dei portatori di palla dei Ducks, si dimostrano vani e Chip Kelly può ritenersi soddisfatto dalla risposta del suo team, sempre più concentrato sull’obbiettivo del BCS National Championship.

A dire la verità, un passaggio a vuoto nell’infallibile sistema offensivo dei Ducks, si era verificato nella seconda azione della partita: Will Sutton, uno dei migliori defensive linemen della Lega, capisce con un giro d’anticipo le intenzioni del quarterback avversario Marcus Mariota, il quale viene colpito dal mastodontico numero 90, perdendo la palla e il possesso della stessa.

Sembrerebbe l’azione che possa destare l’entusiasmo dei presenti al Sun Devil Stadium, corroborato dalla seguente segnatura di Kevin Ozier, invece è il primo segnale che sarà una lunga notte per i supporter dell’ateneo di Tempe: Sutton esce infortunato e abbandona definitivamente l’agone sportivo, lasciando un vuoto incolmabile, ripetutamente infilato dai temibili runningback di Oregon. La linea difensiva, vanto di OSU, uscirà ulteriormente acciaccata dall’incontro, dovendo sottoporre ad ulteriore accertamento medico la spalla di Onyeali. Una sfortuna veramente accanita.

Ma sarebbe alquanto ingeneroso archiviare la sfida di giovedì sera imputando unicamente la grande affermazione del college di Eugene alla cattiva sorte altrui: coach Kelly ha creato un meccanismo che ormai i giocatori conoscono a memoria e le 20 vittorie consecutive con almeno 30 punti segnati stanno lì a dimostrarlo; inoltre, in nessuna delle recenti stagioni, i Ducks hanno potuto schierare una difesa così competitiva come quella di quest’anno.

La schiacciante prova di forza offerta da Oregon, con 43 punti messi a referto in un quarto e tre minuti di partita, sembra una chiara risposta al ranking BCS, che inspiegabilmente ha preferito al numero 2 assoluto l’Università della Florida, dopo che da inizio stagione il posto era stato occupato stabilmente da UO.

Passando ai protagonisti, prestazione sontuosa per Kenjon Barner, che rimane un’incognita irrisolvibile per la difesa avversaria per tutta la sera, piazzando subito la corsa da 61 yards che pareggia la partita. Il “sostituto” di LaMichael James si dimostra spietato nella redzone portando a 3 i touchdown personali nella serata, destando nuovamente l’interesse dell’Heisman Watch; per lui un bottino finale di 143 yards corse, ampiamente frenato dall’esito già segnato del match dopo un quarto e poco più, basti pensare che dopo 5 tocchi il numero 24 aveva già ampiamente varcato la soglia delle 100 yards guadagnate.

Il nome nuovo di questi Ducks è però Marcus Mariota, che ha dato un saggio di tutte le sue incredibili qualità: prima un passaggio calibratissimo in endzone per il freshman Bralon Addison, poi la ricezione vincente su una magia del backup quarterback Bryan Bennett ed infine, la ciliegina sulla torta, la keeper centrale per 86 yards che ha definitivamente chiuso le ostilità già in conclusione della prima frazione di gioco.

Il numero 2 ha stupito per come ha saputo imporsi dopo un inizio di partita balbettante, salendo di ritmo azione dopo azione con il suo straripante atletismo e dando l’impressione di essersi perfettamente adattato agli schemi di coach Kelly, nonostante contro Arizona State dovesse affrontare il suo primo vero test probante lontano dalle mura dell’Autzen Stadium.

La difesa ha prodotto delle importanti indicazioni per quello che è storicamente il punto debole del team di Eugene, costringendo il frizzante attacco di coach Rich Rodriguez al secondo peggior risultato stagionale per punti segnati e infliggendo 2 intercetti nel secondo quarto che hanno affossato le possibilità di rimonta dei Sun Devils.

Coach Chip Kelly sembra pronto a cogliere i frutti delle ultime 3 fantastiche stagioni inseguendo il secondo biglietto al BCS Championship in 3 anni: sulla strada verso il sogno, tra due settimane, un infuocato scontro al Memorial Coliseum di Los Angeles, dove USC cercherĂ  di rilanciarsi con una vittoria contro i Paperi.

Alcuni dubbi rimangono: Mariota si manterrà sugli stessi livelli, quando la pressione metterà a nudo l’inesperienza del freshman? La difesa riuscirà a contenere attacchi più incisivi? Chi risolverà l’annoso problema dei Ducks tra i ricevitori, visto che il bersaglio più affidabile di Mariota continua a rivelarsi il folletto De’Anthony Thomas, di professione runningback?

Sul fronte Sun Devils, giudizio sospeso per Arizona State: il tocco di RichRod inizia solo ora a intravedersi e sinceramente non sono questi gli scontri da cui trarre un giudizio complessivo del progetto, nonostante la rivalitĂ  di conference.

La difesa non ha retto da subito l’urto contro l’attacco atomico di Oregon, condannando il proprio reparto offensivo ad allontanarsi prematuramente dal piano partita che consisteva nel ripetuto coinvolgimento della triade di runningback Grice-Marshall-Foster.

I Ducks continuano imperterriti il loro volo, i Sun Devils non riescono nell’imboscata.

 

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