USC TROJANS

RECRUITING

Nonostante il ban imposto dalla NCAA per l’ormai noto scandalo, i Trojans hanno dettato legge in tema di reclutamento, molti addetti ai lavori ritengono quello del 2012 uno dei peggiori dell’ultimo decennio per qualità e quantità, non per questo Kiffin porta a casa un five star e ben 11 four star.

L’Juco S Gerald Bowman è il pezzo di maggior pregio dell’intero processo di reclutamento: giocatore molto fisico sia di stazza che per stile di gioco, potrebbe presto prendere il posto del Senior TJ McDonald il prossimo anno, il middle linebacker Scott Starr è l’altro prospetto difensivo di particolare interesse: eccellente placcatore ma inesperto nel sul passing coverage, ha la stazza per giocate anche outside, starà a Kiffin e allo staff dei Trojans trovargli la giusta posizione in campo.

Difesa a parte lo staff del coach, ha lavorato moltissimo per scovare talenti per la linea offensiva, reparto che ha avuto un deciso calo nel running game, ma ha dominato nella protezione del quarterback, in quest’ottica rientrano gli arrivi di Jordan Simmons, Max Tuerk, considerati da Scout due fra i migliori uomini di linea della nazione e del T Max Banner.

ATTACCO

Matt Barkley

Il momento più importante della stagione è stato il 22 Dicembre dello scorso anno quando il quarterback Matt Barkley ha annunciato, fra la sorpresa degli astanti, di voler trascorrere l’ultimo anno con ma maglia di USC, rinunciando a milioni di dollari che avrebbe guadagnato con un contratto tra i professionisti. Si perchè nessuno ha mai dubitato che dopo i numeri della scorsa stagione, che lo stesso Barkley potese essere un sicuro Top 5 al Draft di aprile, solo Kifìfin alla fine l’ha convinto che questo sia l’anno buono per USC di vincere il titolo.

D’altronde gli ingredienti per giungere alla finale di Miami il 7 Gennaio, ci sono tutti: un attacco tra i più esplosivi della nazione con l’accoppiata Robert Woods e Marquise Lee a dettare legge in ogni partita, e i numeri prodotti sono stati eccezionali. Con oltre1200 yards ricevute a testa e 26 TD realizzati, Woods e Lee hanno formato, formano e formeranno uno dei tandem più pericolosi che si sia mai visto in maglia USC.

Nel running game Curtis MacNeal ha mietuto yards ad ogni uscita, ma il pass happy offense di coach Kiffin non gli ha permesso di incidere più del dovuto, l’arrivo di Silas Redd da Penn State, non potrà che dare maggiore profondità ad un reparto orfano di un talento puro come Marc Tyler.

La linea offensiva è un reparto importantissimo per i successi di USC, senza di essa Barkley non avrebbe un’eternità per lanciare, e il gioco di corse stenterebbe a decollare, con solo 8 sack concessi (minimo quasi storico per USC) la OL ha dimostrato che non è necessario avere nomi altisonanti per avere successo, è l’affiatamento infatti l’arma migliore del reparto.

DIFESA

Se l’attacco e stata la fonte principale dei punti dei Trojans, la difesa dal canto suo ha svolto un un discreto lavoro, tendendo conto che il talento a disposizione di Kiffin, se si esclude talune eccezioni, non è di primo livello. Le fortune difensive di USC sta in una delle front seven più pericolose dell’intero campionato NCAA, la linea difensiva con Kennard,Uko, Woods e Horton ha lasciato gli avversari alla misera cifra di 111 yards di media con ben 31 sacks messi a segno, ma è la difesa nel suo complesso che mette in difficoltà qualunque avversario. Pullard, Dawson e Bailey formano un trio di linebacker intimidatorio, atletico, capace in qualunque momento di fare la giocata decisiva per cambiare le sorti della partita. Se Barkley e Woods hanno rinunciato alle sirene della NFL, anche il S TJ McDonald non è stato da meno, convito anche lui da Kiffin che USC sia predestinata per il titolo come dimostrano il primo posto nel ranking prestagionale.

Prediction: 11-1

 

ARIZONA STATE SUN DEVILS

RECRUITING

Dopo l’ennesima stagione deludente, Dennis Erickson e Arizona State, hanno di comune accordo di cessare anzitempo il rapporto che con tanti trionfalismi, avevano portato lo stesso Erickson sulla panchina dei Devils dopo i successi ottenuti in quel di Miami. Eppure la stagione era iniziata nel migliore dei modi con un record di 6-2 con annesse inaspettate vittorie su la #21 Missouri e la #20 USC, da quel momento per i Sun Devils si è aperto un baratro che li ha portati a 6 sconfitte consecutive che alla fine sono costate il posto allo stesso Erickson.

Con un coaching staff totalmente rinnovato, nel poco tempo a disposizione, il recruiting staff ha reclutato quanto di meglio era nelle loro possibilità: in attacco gli unici nomi di spicco sono i RB D.J. Foster e l’Juco Maryon Grace, dall’altro lato della palla, tenete d’occhio il linebacker Steffon Martin, Juco con notevole potenziale e il CB Richard Smith, nomi non certo di spicco, ma che ben presto potrebbero trovare ampio spazio tra i titolari.

ATTACCO

Cameron Marshall

Già prima della conclusione della scorsa stagione, l’avventura di Erickson sulla panchina dei Devils era terminata anzitempo, con il consueto anticipo, il dipartimento atletico si è mosso per cercare un degno sostituto, il primo obiettivo era il coach Kevin Sumlin che, onorato di tale attenzioni, ha sentitamente ringraziando, preferendo la panchina di Texas A&M, la scelta è ricaduta su Todd Graham da Pittsburgh. Il suo arrivo ha scatenato una sequela di polemiche all’interno dell’università, poiché Graham ha una pessima fama di seguire spudoratamente i propri interessi economici, infischiandosene di tutto il resto, non è da sottovalutare il suo palmares di 49-29 in stagione regolare, e 3-1 nella postseason, ma nonostante ciò quello che lo attende sarà un lungo anno a Tempe.

In qualunque vocabolario alla voce “cambiamento” potrete trovare una miriade di significati applicabili agli ambiti più vari, nel football per coach Graham avrebbe un significato particolare: sostituire il quarterback, i tre migliori ricevitori e 7 uomini della difesa; per la posizione di QB le soluzioni sono piuttosto limitate: Mike Bercovich, Michael Eubank e Taylor Kelly sono tutti nelle stesse condizioni: nessuna partita giocata da titolari e nessuna familiarità con il sistema offensivo di Graham e come se non bastasse, scarsissimo affiatamento con i compagni. Eubank sembra il favorito dopo i primi allenamenti estivi, grazie ad un atletismo(6’5 245 libbre) fuori dal comune, un buon braccio e tanto carisma.

Se nel ruolo chiave in cabina di regia Graham sembra abbia le idee chiare, non le ha affatto nel reparto ricevitori con ben due Freshmen, Gary Chambers e Karl Holmes, chiamati ad assumersi notevoli responsabilità già al primo anno, ne consegue che Graham, almeno ad inizio stagione, darà maggior enfasi al gioco di corse grazie alla presenza di ottimi elementi come il Freshman Maryon Grace e il veterano di mille battaglie Cameron Marshall, autore di un’annata da incorniciare con 1100 yards e ben 18 TD segnati.

DIFESA

Buone e cattive notizie in casa Arizona State; le buone sono il drastico passaggio da uno schema difensivo 3-3-5 stack, residuo della vecchi gestione Erickson e considerato ormai superato, ad una difesa mista con allineamento 4-3 o 3-4, che nelle intenzioni di Graham e del DC Paul Randolph, riesca a mettere più pressione all’attacco avversario, evento raramente accaduto la scorsa stagione, come dimostrano i soli 7 sacks messi a segno nelle ultime 5 partita di regular season. Le cattive notizie riguardano tutta la difesa che, oltre a dover fare a meno di gran parte dei migliori elementi della scorsa stagione, avrà altri problematiche da affrontare; la sospensione a tempo indeterminato del LB Junior Onyeali e il lento recupero da un grave infortunio al tendine d’Achille del LB Brandon McGhee sono una mazzata per Graham. Nonostante i positivi risultati ottenuti in carriera, Graham è chiamato ad un arduo compito, fare di Arizona State una squadra competitiva all’interno di una delle Conference più impegnative del college football, ed eliminare allo stesso tempo quell’alone di mediocrità che ha segnato Arizona State per più di un decennio.

Prediction: 5-7

 

UCLA BRUINS

RECRUITING

Aria nuova a Westwood, e non poteva essere diversamente dopo l’ennesima stagione deludente della gestione Nehueisel, che pur avendo portato i Bruins alla finale della Conference contro Oregon, aveva ormai perso le redini della squadra tanto da averlo portato più volte a scontrarsi con i senatori della squadra. Ucla ha comunque raggiunto un primato ineguagliabile: è stata la prima squadra della storia del college football, capace di raggiungere una finale di Conference con un record perdente, evento verificatosi anche grazie al ban imposto dalla NCAA a USC. Col Jim Mora come capo allenatore e di Noel Mazzone come OC, dovrebbe, almeno nelle intenzioni iniziali riportare UCLA sulla retta via, il primo passo in tale direzione è stato scatenare il recruiting staff, capitanati dallo stesso Mazzone dedito alla fase offensiva e dal esperto Demetrice Martin più concentrato a quella difensiva, il binomio ha raccolto risultati davvero eccellenti.

Il DE Ellis McCarty è il pezzo più pregiato dell’intero recruiting: 6’5 per 250 libbre, è un concentrato micidiale di potenza, velocità, tecnica sopraffina che ne fanno il numero due della nazione, il quarterback Devin Fuller, considerato il miglior giocatore dello stato del New Jersey, è il classico scrambler che ama più correre che lanciare, caratteristica che potrebbe far venire il mal di testa a qualunque coach, figuriamoci ad un coach esigente come Mora.

Sempre nella fase offensiva il WR Jordan Peyton pur non facendo della velocità la propria arma migliore, è il classico ricevitore di stazza tanto caro a Mora, dato che la stazza media dei pari ruolo è almeno 6’2. Durante il reclutamento, un’attenta analisi della squadra, ha evidenziato la necessità di particolare attenzione alla fase difensiva, ma privilegiando la qualità a discapito della quantità; il CB Ishmael Adams è stato graziato da madre natura che l’ha fornito di tutto quello che era possibile concedere ad un essere umano: velocità alla Usain Bolt, flessibilità da ginnasta, mani da pianista, ne fanno uno 5 migliori prospetti nella nazione, il Californiano Aaron Porter è il prototipo del linebacker perfetto per il college: istintivo, ottima visione di gioco, eccellente placcatore come confermano i 156 stops messi a segno nell’anno da Senior, caratteristiche che l’hanno già messo un luce durante il trainig camp.

ATTACCO

Jonathan Franklin

L’arrivo di un coach quotato ed esperto come Jim Mora, offensivamente equivale ad un terremoto della scala Richter, passando dalla pistol offense tanto amata da Neheisel, ad un classico pro style offense ritenuto più congeniale per sfruttare appieno le caratteristiche dei giocatori a disposizione. Fin dall’estate Mora ha spremuto a dovere sia Keith Price, titolare lo scorso anno con buoni numeri dalla sua parte, che Richard Brenhaut, giocatori tanto simili fisicamente quanto diversi tecnicamente, entrambi daranno allo stesso Mora sicurezza ed esperienza in un ruolo fondamentale nel football moderno. Appena arrivato a Westwood, Mora si è sincerato delle condizioni fisiche di Nick Hudley, conscio del fatto che un suo pronto recupero sia fondamentale per il successo del gioco aereo dei Bruins, Hudley, five star quarteback dall’Arizona, è considerato uno dei migliori quarteback mai giunti a vestire la divisa dei Bruins, ha vissuto una carriera tanto breve quanto costellata dia una miriade di infortuni quanto un veterano, ma le caratteristiche uniche che lo contraddistinguono, mobilità, braccio e sopratutto velocità, gli permetteranno ben presto di essere schierato da titolare, magari fin dalla prima uscita contro Rice.

Con la presenza di un running back di livello come Jonathan Franklin, Mora non potrà fare a meno di dare il giusto spazio al gioco di corse; una sicurezza con la palla in mano, Franklin ha zittito tutti gli scout che non lo ritenevano adatto al college, con un’annata da incorniciare correndo oltre 1000 yards per la seconda volta in carriera, togliendo le castagne dal fuoco alla squadre nei momenti di difficoltà. Se il ruolo di quarterback è stato il principale responsabili di un attacco statico e poco produttivo, la linea offensiva, nonostante la presenza di personale di ottimo livello come il T Su’A Filo (ritornato dopo i due anni canonici in missione mormone) e il C Capella, non è stata da meno, palesando lacune preoccupanti nella protezione del quarteback, ma la versatilità di ogni elemento della linea, fa ben sperare per il futuro.

Pur avendo buoni elementi a disposizione, Neuheisel preferiva ricevitori in grado di bloccare in profondità per aprire ampi spazi al gioco di corse, impedendo così agli stessi di potersi esprimere al meglio delle proprie potenzialità, ma con il cambio di scenario e con un pro style offense alle porte, gli spazzi e le opportunità diventeranno realtà. Sin dai primi allenamenti Mora è entusiasta di Shaq Evans; trasferitosi da Notre Dame nel 2010, seppur a sprazzi, ha mostrato tutto il suo immenso talento, così come Joshep Fauria, altro Notre Dame transfer, che con il suo metro e novantacinque con annesse mani da pianista, è un incubo per qualunque difesa.

Riuscirà Mora a rivitalizzare una squadra alla deriva come UCLA? Riuscirà lì dopo i fallimenti di Seattle e Atlanta?

DIFESA

La difesa nel suo insieme, ha perso ben poco personale rispetto alla scorsa stagione, ma sarà necessario un periodo di adattamento al nuovo regime difensivo voluti dal neo DC Lou Spanos, che fin dal suo arrivo a UCLA, ha deciso di modificare l’assetto difensivo dalla 3-4 alla più convenzionale 4-3, ritenuto più congeniale per i giocatori a disposizione. Finiti 89esimi in total defense, i Bruins hanno un insieme di giocatori che in quanto a talento puro non sono secondi a nessun; nella linea difensiva il DT Cassius Marsh e il fenomenale DE Datone Jones e il neo arrivato Ellis MacCarty, formano un gruppo affiatato ed esperto ma che non fa della costanza la propria arma milgiore. Con un allineamento 3-4 il reparto dei linebackers sarà chiamato agli straordinari; su Eric Kendrick e Jornad Zumwalt, autori di oltre 130 placcaggi, graverà tutta la responsabilità delle chiamate difensive, ma è nel ruolo outside che la concorrenza si fa serrata tra il veterano Damien Holmes, autentico portento contro le corse ma deficitario in copertura, e Keenan Graham ancora grezzo ma talento ed istinto da vendere. Pesantissima sarà l’assenza del vero leader difensivo Pat Lattimore che mentre scriviamo (25 Agosto) ha deciso di ritirarsi dal football a causa di numerose commozioni celebrali subite negli ultimi due anni, da tutti gli amanti del football gli auguriamo una pronta guarigione.

 

UTAH UTES; ARIZONA WILDCATS; COLORADO BUFFALOES

RECRUITING

Dall’arrivo di Utah nella Pac 12 due anni fa, gli Utes hanno avuto avuto due stagioni fantastiche sotto ogni punto di vista concluse entrambe con record ampiamente vincente, avvalorando se ve ne fosse bisogno, la scelta di abbandonare anzitempo la Mountain West Conference. Far parte di una delle Conference più prestigiose del panorama college football come la Pac 12 offre innumerevoli vantaggi, in termini di visibilità per l’Università, notevoli entrate economiche mai da sottovalutare, e il recruiting è forse il beneficio maggiore per una squadra di football, ampliando notevolmente il bacino di utenza in un’area come quella della costa Est degli Stati Uniti, tra le più ricche di atleti.

Da tempo immemore Utah ha un particolare appeal per tutti i prospetti di chiara origine Hawaiana, e anche il 2012 ha confermato questa tendenza con particolare attenzione alla fase offensiva: dal Texas proviene il four star C Hiva Lutui, molto undersized per il ruolo, atletico è tecnicamente già pronto per il ruolo di titolare, dal Nevada proviene uno dei miglior prospetti nel ruolo di T della costa est, Jeremiah Poutasi, autentico portento nel running game, avrà ben presto l’occasione per emergere, stesso discorso per l’idolo di casa Zach Lindsay che però necessita di un lavoro molto approfondito causa una tecnica che definire grezza sarebbe un eufemismo.

Rich Rodriguez

Dopo una serie di stagioni disastrose, il dipartimento atletico di Arizona ha preso la giusta decisione allontanando Mike Stoops (ritornato alla corte del fratello Bob ad Oklahoma come DC) senza tanti commiati, decidendo allo stesso tempo di affidare la squadra alle mani esperte di un coach poco convenzionale come Rich Rodriguez a sua volta messo alla porta dopo 3 anni deludenti a Michigan. Dedito allo spread offense fin dagli esordi a West Virginia, Rodriguez si è subito adoperato per in prima persona per reclutare il personale necessario per l’applicazione dei propri schemi offensivi, nonostante l’impegno, almeno dal punto di vista offensivo, i risultati raggiunti sono ampiamente deludenti.

Sul versante difensivo, visto le orribili statistiche della scorsa stagione, è arrivato qualche interessante prospetto come l’outside linebacker Dakota Conwel, più conosciuto per le abilità come quarterback che come difensore, ha ben poche chance di star dietro al centro a livello collegiale. Il mike linebacker C.J Dozier ha attratto le attenzioni di Rodriguez dopo una stagione collegiale da manuale conclusa da 113 tackles mostrando una notevole maturità per un ragazzino, il Californiano Kyle Kelley ha evidenzia tutto il suo potenziale nella stagione collegiale da Junior mettendo a segno 88 placcaggi, 5 fumble ricoperti e altrettanti forzati, basterà per rinvigorire una squadra che ha subito 35 punti a partita?

Di cosa abbia bisogno Colorado per invertire la tendenza negativa che contraddistingue la franchigia da tempo immemore? Della bacchetta magica? Di un viaggio a Lourdes con miracolo annesso? Eppure a sentire le parole di Jon Embree i Buffaloes hanno il talento necessario per capovolgere tale tendenza, le sue però sono discorsi un po’ di parte, perchè nessun capo allenatore sputerebbe nel piatto dove mangia. Una combinazione di fattori ha fatto regredire statisticamente Colorado in ogni fase della partita come evidenziano i miseri 20 di media segnati e i 36 subiti, Embree in virtù di questi dati, si è subito attivato attivato per reclutare il personale necessario su entrambi i dati della palla, convinto che con poche aggiunte i Buffaloes possa essere più competitivi. Il primo colpo è la firma del nativo del New Jersey CB Yuri Wright, eccellente atleta con particolare attitudine alla copertura a uomo, è il classico playmaker difensivo che ogni allenatore vorrebbe avere nella propria squadra. Nel ruolo di quarterback, vero tallone d’Achille lo scorso anno, è di notevole importanza l’arrivo di Shane Dillon, tipico pocket passer con innate doti atletiche, che seppur tecnicamente da rifinire, ha le caratteristiche ideali per giocarsi una maglia da titolare.

ATTACCO

Per varie ragioni la stagione di Utah non è conclusa come coach Witthingham si aspettava, causa anche l’ennesimo grave infortunio che ha costretto il quarterback titolare Jordan Wynn a saltare gran parte ella stagione, gli Utes, nonostante il record ampiamente positivo, hanno concluso la stagione all’ultimo posto della Conference in total offense, questo per Witthingham dovrebbe essere un punto dal quale ripartire. Wynn a parte, le soluzioni in cabina di regia sono assai scarse e ristrette a l’Juco Jon Hayes, al suo secondo anno come backup di Wynn, e al True Freshman Travis Wilson, giocatore, elettrizzante in special modo in campo aperto, con stazza ideale (6’5 x 225 lbs) per un quarterback da college football, lo staff di Witthingham crede molto in questa giocane promessa, ma solo l’ennesimo infortunio di Wynn potrebbe dargli la possibilità di vedere il campo quest’anno.

Jordan Wynn

Utah, nonostante il prematuro addio dell’OC Norm Chow con destinazione Hawaii, ha a disposizione un parco di ricevitori di tutto rispetto, capitanati dal Senior DeVonte Cristopher, autentico trascinatore e leader all’interno dell’huddle, e dall’altro Senior Luke Matthews, entrambi, nonostante scarsa stabilità nel ruolo di quarterback, hanno ammassato poco meno di 1000 yards ma realizzando solo 7 mete.

Se il gioco aereo non rende, non resta che affidare le sorti dell’attacco al gioco di corse, e non potrebbe essere diversamente vista la presenza di un RB di ottimo livello come John White; fin dal suo arrivo a Salt Lake City, il piccoletto ha dimostrato tutto il suo talento nonostante la concorrenza nel ruolo di Matt Asiata e Eddie Wide, attendendo il proprio turno con pazienza, per poi esplodere letteralmente stabilendo il nuovo record dell’università per singola stagione correndo per 1520 yards segnando 15 mete. Ma un running back non potrebbe fare miracoli se non c’è una linea offensiva a supportarlo, in qust’ambito gli Utes hanno una delle linee più esperte della Conference con 65 partite disputate, tutto ruota all’esperto e carismatico C Tevita Stevens, al 4 anno come titolare, è un atleta unico per etica del lavoro a tecnica.

Aria Nuova a Tucson, Arizona, e non poteva essere diversamente con l’arrivo anticonvenzionale come Rich Rodrigues, ma saranno i prossimi mesi, o settimane mentre scrivo, a determinare il successo di una scelta drastica come quella del coach ex Michigan. Di certo l’acclimatamento di personale e giocatori allo spread offense sarà presumibilmente abbastanza lungo e tutti gli occhi saranno puntati su QB Matt Scott che per caratteristiche tecnico-fisiche, è l’esatto opposto di un QB da spread alla Pat White a West Virginia o Denard Robinson, dettto Shoelace, a Michigan. Se nel ruolo di quarteback le alternative sono assai scarse, nel reparto running back le opzione sono decisamente più ampie, poter contare su Ka’Deem Carey e sul fullback Taimi Tutogi è fondamentale se il gioco aereo dovesse trovare pochi sbocchi, ma il gioco di corse ha sempre avuto poco spazio negli schemi offensivi di Rodriguez. Con un quarterback alla prima esperienza da titolare, un parco di ricevitori totalmente rinnovato e un running game appena accettabile, è scontato che il primo anno di Rodriguez sulla panchina dei Wildcats sarà solo di introduzione come fu per West Virginia e Michigan, attendiamo la prossima stagione per tirare le somme su uno dei coach più controversi degli ultimi anni.

Per i tifosi di Colorado si prospetta l’ennesima stagione ricca di passioni, perchè se i Buffaloes lo scorso anno sono apparsi disastrosi ad ogni uscita, il futuro si prospetta sulla falsa riga di quello della stagione 2011. Offensivamente Embree poteva contare su giocatori esperti che, almeno potenzialmente, potevano rappresentare un punto fermo anche per la stagione 2012, vediamo di chi stiamo parlando: QB Tyler Hansen? Andato, RB Tony Stewart? andato, siccome piove sempre sul bagnato il WR Paul Richarson salterà l’intera stagione per un grave infortunio al ginocchio destro. Ma Embree non si è arreso risolvendo da subito le controversie nel ruolo chiave di quarterback reclutando due elementi di primo livello come Jordan Webb di provenienza Kansas, e Connor Wood di provenienza Texas; la battaglia fra i due è stata serrata fin dai primi allenamenti, la sensazione è che Wood, in virtù dell’esperienza accumulata in maglia Longhorns, si sia guadagnato una maglia da titolare per la prima uscita contro i cugini di Colorado State. Dopo le orrende statistiche della scorsa stagione (109 yards, 3,5 yards a portata), il running game è atteso ad un pronto riscatto, ma il personale a disposizione, ridotto al Sophomore Tony Jones e al perennemente infortunato Malcolm Creer, non fanno affatto sperare per un roseo futuro, se aggiungiamo una linea offensiva stile gruviera, la frittata è già fatta.

DIFESA

Con il ritorno di ben sette titolari, gli Utes puntano decisamente a migliorare le proprie statistiche difensive grazie al prezioso apporto di coach Witthingham che ha trasformato una difesa appena decente, in una delle più temibili della Conference. La presenza di un mammut (6’4, 330 libbre) come il NT Star Lotulelei ha certamente agevolato il compito del coach; grazie una tecnica sopraffina, una potenza fuori dal comune tanto da venir premiato dalla lega con il prestigioso Morris Trophy Award, trofeo assegnato al miglior uomo di linea della lega, molti scout dei professionisti ritengono che sarà il primo defensive lineman scelto al Draft 2013, ma nella linea difensiva non è stato il solo Lutolelei ad emergere, i fratelli Kruger rappresentano il complementi ideali per formare una linea dal potenziale illimitato.

Pur avendo concesso solo 114 yards su corsa, gli Utes hanno spesso mostrato preoccupanti pause in molti frangenti aggravate quset’anno dalla contemporanea assenza dei due migliori placcatori della squadra come Chez Wheeler e Matt Martinez, tutte le responsabilità graveranno sulle spalle dell’outside linebacker Trevor Reilly, che seppur visto a sprazzi la scorsa stagione, ha mostrato le doti di leadership necessarie per dettare i tempi all’intera difesa.

C’è un vecchio adagio, se così possiamo chiamarlo, che enuncia che ogni squadra nel corso degli anni, può avere un anno negativo perchè infortuni, scelte sbagliate, episodi, fortuna incidono in modo rilevante sulle sorti di una formazione di football. Certo far peggio della scorsa stagione sarà quasi impossibile per Arizona, con oltre 35 subiti a partita e un imbarazzante 460 yards di total defense hanno finito per relegare i Wildcats agli ultimi posti nella Conference in ogni statistica difensiva. L’arrivo di Jeff Casteel come nuovo offensive coordinator, potrebbe apportare quei cambiamenti ritenuti necessari affinchè la squadra riesca non solo a migliorare, ma ad esprimere appieno il talento a disposizione. Con un pass rush inesistente con 10 sacks all’attivo, un reparto linebackers totalmente rinnovato e una secondaria imbarazzante, Rodriguez sarà costretto a ricorrere ai ripari modificando l’assetto difensivo dalla 4-3 all’ibrida 3-3-5 stack, per arginare così gli arrembanti attacchi della Pac 12.

Jon Major

Se l’annata di Arizona potrebbe definirsi fallimentare, altrettanto si potrebbe affermare per Colorado che a livello statistico e di gioco ha effettuato una delle peggiori stagione degli ultimi 20 anni. Il talento ai Buffaloes certo non manca in ogni reparto difensivo; la linea difensiva, totalmente rinnovata, necessiterà di un periodo di adattamento maggiore, il settore linebackers è l’unico punto fermo dell’intera franchigia con Jon Major e Derrick Webb a far la voce grossa per una delle coppie di difensori migliori della Conference, la secondaria è stata penalizzata da infortuni a catena, tanto da costringere Embree a switchare runnig back e ricevitori in ruoli come CB e S con i risultati che potrete immaginare, il pronto recupero del S Ray Polk e del CB Greg Henderson, sono fondamentali per decretare le sorti di Colorado.

3 thoughts on “Pac 12 South Division: Preview

  1. Ciao. Volevo solo segnalare qualche piccolo errore di battitura nei nomi dei ragazzi di UCLA.
    Il redshirt freshman QB si chiama Brett Hundley. Il RB Franklin di nome fa Johnathan (con h anche in John..), così come il top recruit DL Ellis McCarthy. Nei LB, Zumwalt si chiama Jordan, mentre Eric Kendricks è il fratello di Mychal (ex California oggi agli Eagles). Avrei citato anche qualcuno nella secondaria, per esempio Tevin McDonald che non è solo un safety in rampa di lancio, ma il fratello di TJ (USC Trojans) e quindi anche lui figlio di Tim McDonald (ex campione del mondo nei 49’ers di Steve Young e oggi allenatore delle secondarie dei Fresno State Bulldogs).

    Non ho capito perché Utah è finita nei ‘bassifondi’ con Buffaloes e Wildcats, ma quelli poi sono gusti personali.

    Saluti.

  2. sui giocatori di UCLA ho notato anche io i nomi errari, Nick Hudley gioca nella MLB nei Padres, mi sono confuso sicuramente, su Utah è una questione di spazio, parlare singolarmente di ogni squadra significa passarci gran parte dell’estate a scrivere, al momento che scrivevo UCLA aveva milgiori chance di Utah, Arizona State, è una squadra interessante in trasformazione, poi Utah ha perso Norm Chow che è HC ad Hawaii.

  3. Si Dario. Nick Hundley, omonimo di Brett, gioca a San Diego nei Padres.
    Grazie per la risposta, la mia non voleva comunque essere una critica. Capisco ciò che vuoi dire su ASU, ma dato che la disamina dei Sun Devils termina con una previsione di record 5-7, mi era venuto il dubbio sul perché fossero stati analizzati prima di Bruins e Utes…

    Saluti e buon lavoro!

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