Ecco la seconda ed ultima parte riguardante le conferences non Bcs, che comprendono Conference Usa, Western Athletic e Mid-American, raggruppamenti che non offrono atenei agonisticamente alla pari alle conference più blasonate, ma dai quali di tanto in tanto esce la cosiddetta Bcs Buster, ovvero la squadra “piccola” che riesce ad ottenere un invito per un Bowl tra quelli più importanti. L’analisi, per ragioni di spazio e di interesse, poggia sulle compagini che partono da favorite, che hanno quindi vinto il titolo di conference l’anno passato o sono comunque nella posizione giusta per riuscirci quest’anno.

Conference Usa

La Conference Usa vede una situazione di equilibrio tra un pacchetto di università che si sono date battaglia anche lo scorso anno, con il ritorno al vertice di Houston, penalizzata dalla perdita del quarterback Case Keenum un anno fa, e che riaccoglie nel suo schieramento il suo giocatore più importante. Tulsa viene da un’offseason di cambiamenti ma l’attacco lasciato da Todd Graham è efficiente e spettacolare, può segnare tantissimo contro chiunque, mentre la Southern Miss di coach Larry Fedora viaggia da anni nella positività portando a casa bilanci molto soddisfacenti da quasi due decadi. Ucf, infine, è arrivata anni fa nel gruppo senza credenziali, ma si è tolta tante soddisfazioni e vinto titoli impensabili, ed ora deve difendere la corona dall’assalto. Queste le quattro squadre più accreditate per partecipare alla finale di Conference, ovvero lo scontro tra East e West Division.

HOUSTON COUGARS

Case Keenum ritorna per infrangere altri record Ncaa

Se, come logica normalmente vuole, il 2010 sarebbe dovuto essere un naturale progresso per una squadra condotta dal miglior quarterback della Conference Usa che aveva presenziato in maniera sostanzialmente fissa nella Top 25, a conti fatti non si può proprio dire che le cose siano andate come da previsioni. Questo perché quel quarterback, Case Keenum, nella terza partita di campionato contro Ucla, tentava di placcare un avversario che aveva appena intercettato un suo passaggio subendo una collisione terminale, con la conseguenza del brusco interrompersi di una stagione che avrebbe dovuto quantomeno replicare le 5.600 yards ed i 44 passaggi da touchdown del 2009, e che invece ha visto i Cougars terminare a quota 5-7, con due di quelle vittorie procurate in presenza di Keenum prima dell’infortunio.

Si riparte dunque con un’aspettativa tutta nuova, ma con un regista veterano, lo stesso Case, cui la magnanimità della Ncaa ha concesso l’annata di eleggibilità extra per via della stagione andata persa, quindi ci si affida ad un leader che porta con sé un record di carriera di 25 vittorie ed 11 sconfitte per inseguire un obbiettivo minimo che dovrebbe vedere Houston vincere la divisione West del raggruppamento per poi disputare la finale di conference. Keenum rientra per comandare un reparto offensivo che conosce a menadito, una spread offense basata sul ritmo e sulla precisione, costantemente sovraccaricata dalla presenza di ricevitori che allargano la difesa e che tengono sul chi va là una moltitudine di defensive backs, tenendo però conto del fatto che il gioco di corse di Houston può fare danni incalcolabili se sottovalutato.

Il wide receiver di riferimento sarà ancora Patrick Edwards, un ragazzo che ha registrato due stagioni consecutive da 1.000 yards ciascuna dopo aver lavorato tanto e sodo per rientrare da un gravissimo infortunio al ginocchio patito tre anni fa, un giocatore minuscolo e scattante, che ha segnato per 13 volte nel 2010 con 15.5 yards di media per ricezione. Al posto del laureato James Cleveland, che era la seconda opzione offensiva, coach Kevin Sumlin punta alto sulle capacità di recupero mentale da parte di Tyrone Carrier, un ragazzo che le 1.000 yards stagionali le aveva frantumato nei suoi primi due anni in campo salvo fare un grande passo indietro l’anno scorso, non casualmente in assenza del suo grande punto di riferimento, Keenum. Justin Johnson e le sue 220 libbre serviranno invece alle ricezioni di possesso, un altro elemento fondamentale di un attacco che utilizza tantissimo le vie aeree. Come detto in precedenza, guai però a mettere in secondo piano le corse, perché la combinazione di running backs formata da Bryce Bell e Michael Hayes è pronta a colpire tutte le difese troppo concentrate sui passaggi, creando la seconda dimensione utile per tenere gli avversari onesti. Bell, 12 mete l’anno scorso, è ideale per correre nel mezzo per stile e struttura fisica, mentre Hayes (8 TD) è più scattante pur mantenendo una certa fisicità, ed è un più che discreto ricevitore in caso di bisogno. La linea offensiva, abbastanza colpita dagli infortuni, ha il suo elemento più rappresentativo nella guardia Chris Thompson, un senior che si è riciclato nel delicato ruolo di centro per esigenze del roster, e che quest’anno è destinato a partire titolare proprio a stretto contatto con il quarterback.

Di fronte ad un attacco capace di racimolare yards e punti quasi a piacimento c’è una difesa spesso inadeguata, che non ha vissuto miglioramenti significativi negli ultimi due/tre anni, con numeri che parlano di 30 punti a partita concessi con preoccupante costanza, ed un contrasto alle corse avversarie pressoché inesistente, vero punto debole del reparto. Houston schiera una 3-4 non molto pesante in trincea, uno dei motivi dello scarso successo contro i running backs avversari, ragion per cui si conta molto sul pieno recupero fisico del defensive end Zeke Riser, molto promettente, e sull’addizione del tackle Dominic Smith, firmato dal junior college. I quattro linebackers sono decisamente il punto di forza della difesa, Marcus McGraw e Sam Brown risultano essere due giocatori attenti nel localizzare il pallone e tecnici nell’effettuare placcaggi finendoli, con Brown specializzatosi in pass rush.

Phillip Steward, che notoriamente resta in campo contro i passaggi ovvi, e Efrem Oliphant, distintosi da true freshman, completano un notevole schieramento, che se troverà modo di vedersi occupati i principali bloccatori offensivi avrà modo di accumulare giocate d’impatto e migliorare le 220 yards concesse su corsa di media per partita. Il safety Nick Saenz è il componente più navigato delle secondarie, mentre i due corners titolari saranno due nuovi arrivi dal junior college. Un collaudo complicato delle retrovie è tutt’altro che impensabile, e questo potrebbe rappresentare un serio problema da risolvere dovendo giocare partite importanti per la conference contro avversarie abituate a passare nel 70% delle occasioni.

I Cougars dovranno segnare tantissimo in attacco, e contenere quindi i danni quando sarà la difesa ad essere chiamata in campo. Houston ha l’occasione della vita per riaffacciarsi all’interno delle migliori 25 della nazione potendo usufruire di un calendario benevolo, che non presenta grossi ostacoli nemmeno dentro la conference, e tutto si deciderà nelle ultime due gare di stagione regolare, con scontri consecutivi contro Southern Methodist e Tulsa che decideranno una corsa a tre presumibilmente molto stretta.

TULSA GOLDEN HURRICANE

G.J. Kinne, il direttore dell'attacco potente di Tulsa

Quando il coach di un piccolo college compila una stagione di successo come è effettivamente capitato a Todd Graham allenando Tulsa, il pericolo di vederselo portare via è sempre molto alto. Così, dopo un 2010 che ha sancito la terza di quattro stagioni con almeno 10 vittorie in bilancio, e dopo aver allestito un attacco pirotecnico, Graham ha accettato l’offerta di Pittsburgh con la prospettiva di poter finalmente allenare in un Bowl Bcs, traguardo che restando a Tulsa non gli sarebbe stato possibile. Il suo successore, Bill Blakenship, non ha esperienza alcuna da allenatore capo, ma ha familiarità con l’ambiente e con i sistemi di gioco essendo stato assunto cinque anni fa da assistente, ed essendo stato un giocatore dei Golden Hurricane a suo tempo. In suo aiuto c’è da tenere in considerazione il fatto che la squadra che si ritroverà per le mani sarà molto esperta e collaudata, composta per la maggioranza da senior che hanno gli ingranaggi oliati e sanno bene cosa fare una volta chiamata l’azione, e che quindi non c’è sostanzialmente da insegnare nulla.

L’attacco è stato spettacolare e produttivo, ha segnato a comando ed ha terminato primo nella Conference Usa per yards corse, e contemporaneamente terzo nel successo sui passaggi, togliendo quindi l’idea che il reparto fosse fortemente orientato ai lanci come si sarebbe potuto presumere guardando le caratteristiche delle altre squadre rivali di conference. G.J. Kinne rientra in un ruolo di quarterback che ha fornito un doppio apporto grazie alle sue duplici caratteristiche, che raccontano di un ragazzo bravo e preciso nel passare il pallone, ma anche di un paio di gambe capaci di correre per 560 yards, miglior risultato di squadra, con la conseguenza di 38 mete totali. Uno dei piccoli cambiamenti in programma per la stagione sarà comunque quello di far correre meno Kinne ed utilizzare maggiormente chi il running back lo fa di mestiere, per preservare la salute del regista e per rendere ancora più imprevedibile l’attacco.

Alex Singleton è il rusher che ha segnato più di tutti, 9 mete, assieme a J’Terian Douglas e Trey Watts, costituendo un trio che ha prodotto poco più di 900 yards in combinata, numero che dovrà per forza crescere. Così non fosse, non dovrebbe comunque essere un problema dal momento che il wide receiver Damaris Johnson, 870 yards e 4 touchdowns, è stato spesso utilizzato per giochi su corsa sulla falsariga di quanto fatto per Percy Harvin a Florida, terminando un 2010 molto positivo anche con 560 yards e 7 mete guadagnati per vie terrene. Kinne avrà almeno altri due ricevitori su cui poter fare affidamento, Ricky Johsnon e le sue 16 yards per ricezione e Thomas Roberson, che ha giocato un’ottima annata da true freshman. La linea offensiva ha fatto produrre eccellenti statistiche in entrambi gli aspetti del gioco, e tornerà al completo costituendo un punto di estrema forza dell’attacco, grazie all’esperienza del centro Trent Dupy, della guardia Clint Anderson e del tackle Tyler Holmes.

Ai grandi attacchi spesso corrispondono difese approssimative, che sono costrette a riposarsi molto poco per via della celerità con cui il reparto offensivo riesce normalmente a segnare, anche se questa non può essere una giustificazione per aver concesso nel 2010 ben tre partite sopra ai 50 punti agli avversari. Gli end Tyrunn Walker, 5.5 sacks, e Cory Dorris si schiereranno su una linea più tradizionale che quest’anno farà rientro alla 4-3, ma il cuore della difesa è senza dubbio rappresentato dai linebackers, formato da Cornelius Arrick, autore di placcaggi in tripla cifra, 5 sacks e 4 intercetti, da Shawn Jackson, 8.5 sacks, e dal rientrante DeAundre Brown, reintegrato in squadra dopo un’annata di ineleggibilità accademica. Il problema forse più grosso della difesa sono le secondarie, unità che ha concesso il 60% dei completi ai quarterbacks avversari assieme a più di 300 yards aeree di media, numeri che hanno fatto capitolare il reparto all’ultimo posto di conference per efficienza contro i lanci. La coppia di safety composta da Dexter McCoil e Marco Nelson tornerà più esperta e potrà meglio mettere a disposizione l’attitudine all’intercetto, visti i 12 registrati in totale dal duo, possibile chiave di volta per riuscire a rompere i ritmi agli avversari.

Settembre sarà tuttavia un mese durissimo, con sfide contro Oklahoma, Oklahoma State e Boise State che potrebbero benissimo rappresentare tre sconfitte. Ciò che più conta, in questi casi, è comunque il cammino all’interno della conference, ed un piccolo vantaggio arriverà dal fatto di ospitare Houston e Southern Methodist in casa propria, con il vantaggio del pubblico amico, in quella che sarà la tornata decisiva di gare che incoronerà la vincitrice della West Division. Considerato pure il fatto che questo attacco può fare ciò che desidera e quando lo desidera, Tulsa può considerarsi la più pericolosa rivale di Houston per la vittoria finale e per il raggiungimento conseguente della finale della Conference Usa.

SOUTHERN MISS GOLDEN EAGLES

Austin Davis, quarterback dei Golden Eagles

17 è il numero magico di questa prossima annata dei Golden Eagles, cifra che rappresenta il numero di stagioni consecutive nelle quali la squadra ha concluso con un record positivo, e l’8-5 del 2010 potrebbe addirittura essere facilmente migliorato se questo gruppo, comandato ancora da coach Larry Fedora, saprà gestire meglio le gare perse in passato con minimi scarti di punteggio, abbinando ad esse la costanza nel vincere con larghi scarti i confronti più agevoli. Una della scommesse chiave del campionato sarà quella di capire le potenzialità di un nuovo sistema difensivo, mantenendo contemporaneamente intatto un attacco molto bilanciato e poco propenso all’errore, caratteristiche che fanno di Southern Miss la prima candidata a togliere a Ucf la corona di campione in carica.

Efficienza è la parola che meglio si addice alle caratteristiche del quarterback Austin Davis, un senior con tanta esperienza alle spalle che gioca in maniera precisa e conservativa, come testimoniano il 63% di completi registrato ed i 20 passaggi da touchdown a fronte dei soli 6 intercetti, numeri cui ha aggiunto anche 10 mete ottenute con le proprie gambe. Il bilanciamento quasi perfetto del sistema offensivo è stato garantito dalla coppia di running backs che rientra intatta per questo campionato, formata dal junior Desmond Johnson, 611 yards ed 8 mete, e da Kendrick Hardy, più giovane di un anno rispetto al collega e responsabile di 903 yards e 7 mete, grazie alle quali si è ritagliato un posto nella squadra ideale di conference riservata ai rookies.

Kelvin Bolden sarà l’opzione primaria tra i ricevitori capaci di andare in profondità, ed assieme a Quentin Pierce dovrà fare un bel passo in avanti per dare un contributo ancora maggiore, considerato che il principale punto di riferimento dell’attacco era il tight end Johdrick Morris, oggi laureatosi, e responsabile di 50 ricezioni, migliore statistica del 2010. Il suo sostituto sarà Ryan Hanks, sophomore che è comunque stato in campo parecchio accumulando quel minimo di esperienza necessaria per prendersi maggiori responsabilità. Lamar Holmes, giunto dal junior college un anno fa, ha disputato un ottimo campionato schierandosi da tackle sinistro, continuando ad annullare avversari e dando la sensazione di essere dominante, e sarà il pilastro di una linea offensiva coesa che non ha perso praticamente nulla rispetto all’anno passato.

La novità in difesa è l’arrivo di Dan Disch, che era assistente ad Illinois e che ha preferito lasciare una conference maggiore per venire a fare il defensive coordinator qui. La sua prima mossa è stata quella di proporre a Fedora il passaggio dalla 4-3 alla 4-2-5, installando quindi un pacchetto difensivo di base che vedrà molti giocatori dal ruolo ibrido, con l’intenzione di non far capire fino al momento della partenza dell’azione chi andrà a portare pressione echi arretrerà per difendere il passaggio. Ambedue i defensive end titolari dello scorso campionato saranno nuovamente ai loro posti, fatto importante valutando l’elasticità delle posizioni che possono occupare, a metà tra l’end puro e l’outside linebacker (posizione denominata bandit nel college football – ndr). Cordarro Law ha effettuato 6 sacks ed 11 placcaggi per perdite di yards forzando 4 palloni persi, sviluppando l’attitudine ad effettuare giocate importanti in momento salienti, mentre il collega Jamie Collins ha eguali possibilità di chiamare raddoppi a sé, meccanismo fondamentale per avere ancora successo. Korey Williams e Ronnie Thorton saranno i due linebackers titolari, mentre il free safety Kendrick Presley sarà il leader indiscusso delle retrovie, che secondo le dichiarazioni di Disch vedranno un apporto più consistente dal migliorato Jerrion Johnson, che si è guadagnato la titolarità della cosiddetta spur position, ruolo a metà tra linebacker e safety.

Un calendario favorevole con il vantaggio del campo nella sfida contro Ucf costituiscono delle credenziali importanti di partenza per giungere al traguardo della vittoria della East Division, il tutto corredato dalla possibilità di possedere un roster adeguato all’impresa. I confronti fuori dalla Conference Usa sono tutt’altro che proibitivi, quelli interni sono da giocare con attenzione e vedranno i Golden Eagles misurarsi con Southern Methodist, unica avversaria della West che possa creare difficoltà.

UCF KNIGHTS

Coach George O'Leary impartisce ordini sulla sideline

L’ultimo quadriennio è stato particolarmente positivo per gli uomini di coach George O’Leary, che hanno conquistato ben due titoli di conference, hanno quindi ottenuto il maggior numero di vittorie di sempre con 11 l’anno passato, poi concluso con una più che significativa vittoria su Georgia nel Liberty Bowl. Con il ricordo di quei grandi festeggiamenti ancora fresco, il nuovo obbiettivo è quello di mantenere degli standard che mai sono stati raggiunti in precedenza dai Knights, i quali sono lentamente riusciti a portare via qualche reclutamento alle università vicine e molto più forti, ricavandosi un piccolo ma significativo spazio in uno stato che abbonda da sempre di talento pronto per giocare a football.

Uno dei motivi del successo dell’attacco è senza dubbio stata l’inaspettata esplosione del quarterback Jeff Godfrey, un true freshman piccolo e molto veloce che non ha avuto un rendimento positivo solamente nel settore che per motivi di aspetto fisico sarebbe dovuto essere l’unico a vederlo eccellere, in quanto la sorpresa vera è stata data dalla grande precisione mostrata, un 67% sui passaggi con cui Godfrey ha capeggiato l’intera nazione. Il giovane regista ha aggiustato diverse situazioni improvvisando, correndo e segnando 10 mete, e lanciando per 2.159 yards, 13 TD ed 8 intercetti. Latavius Murray conduce un trio di running backs molto efficace, e si è distinto specialmente nel finale di stagione, quand’è stato nominato Mvp sia della finale di conference vinta contro Southern Methodist e sia nel Bowl contro Georgia.

Tuttavia il leader statistico del gruppo è risultato essere Ronnie Weaver, 890 yards ed 11 TD, con Brynn Harvey a chiudere la fila di un terzetto dotato di tre elementi sopra le 200 libbre di peso, che consente schieramenti con due backs in campo contemporaneamente, uno dei quali con funzioni di bloccaggio. Poca esperienza invece tra i ricevitori, se ne sono difatti andati i tre più d’impatto a livello di numeri, i quali dovranno essere sostituiti adeguatamente da giocatori quali A.J. Guyton e Quincy McDuffie, utilizzati meno degli altri in passato, ma pronti a sfruttare l’occasione di avere più chiamate verso i loro numeri. I veterani non difettano invece alla linea offensiva, che ha perso Jah Reid, oggi a Baltimore nella Nfl, ma che conta ben 87 partite da titolari sommando l’esperienza dei quattro che torneranno ai loro posti in trincea, compreso il centro Jordan Rae, molto bravo ad effettuare in breve tempo la transizione arrivando dalla difesa.

Il defensive end Darious Nall, 8.5 sacks, avrà l’assegnamento di prendere il posto del leader ogni epoca in fatto di sacks registrati, Bruce Miller, scelto da San Francisco all’ultimo giro dello scorso draft. mentre il linebacker Josh Linam, 78 placcaggi, sarà l’unico rientrante rispetto all’anno passato. Ray Shipman, ex giocatore di basket, è ritenuto un potenziale starter dal coaching staff, che ne ha parlato molto bene dopo la chiusura degli allenamenti primaverili, dati i progressi rapidi mostrati nell’apprendere le varie sfaccettature della disposizione difensiva e dei compiti da eseguire. Le retrovie dovranno sostituire metà dei titolari dello scorso anno ma potranno contare su un’altra stagione di qualità da parte del free safety Kemal Ishmael, uno dei migliori della conference, e del cornerback Josh Robinson, che ha collezionato 2 intercetti e 5 passaggi deviati.

Ripetere le grandi gesta della scorsa stagione non sarà facile, ma di certo non è impossibile. O’Leary conduce una squadra molto preparata ed equilibrata, piena di esperienza ed in grado di giocarsela anche con università provenienti da conferences di livelli suoperiori. Un buon banco di prova sarà il confronto con Boston College alla seconda di campionato, che sarà seguito dal derby con Florida International ed un’interessante partita contro la neo-indipendente Brigham Young. Il terzetto di gare da seguire arriva nella seconda parte di stagione, con sfide consecutive contro Tulsa, pretendente al titolo nella West, Southern Miss, diretta concorrente nella East, ed East Carolina, non titolata come in passato ma pur sempre insidiosa.

Western Athletic Conference

Annata molto particolare quella della Wac, che vivrà di una folle corsa per la vittoria di conference in assenza di Boise State, trasferitasi nella Mountain West, movimento che lascia aperte le porte ad almeno tre squadre e che toglie di mezzo l’università che ha dominato il gruppo negli ultimi anni, determinando un’occasione quindi irripetibile. Sia Hawaii che Nevada vorranno vincere la Wac per l’ultima volta, in quanto dal 2012 si trasferiranno anch’esse nella stessa conference de Broncos per ravvivare le vecchie rivalità.

HAWAII RAINBOW WARRIORS

Bryant Moniz è l'ennesimo regista produttivo del sistema di Hawaii

Al quarto anno sulla sideline più calda (nel senso di temperatura) del college football, coach Greg McMackin può ritenersi fiero di essere riuscito a riportare in alto la Hawaii del periodo post-June Jones e di tutti i record statistici registrati da Timmy Chang e Colt Brennan, epoca la cui punta più alta è stato senza dubbio il raggiungimento del Sugar Bowl. I numeri sono stati impressionanti anche nel 2010, quando i Warriors sono diventati solamente la seconda squadra FBS a produrre un quarterback da 5.000 yards, oltre a due ricevitori ed un running back ciascuno oltre le 1.000 yards nell’arco della stessa stagione, poi conclusa condividendo la vetta divisionale grazie ad un bilancio di 10-4, compreso un 7-1 nelle sole partite giocate all’interno della Wac.

Il quarterback Bryant Moniz è stato il decimo migliore ogni epoca in Ncaa per yards lanciate in singola stagione ed è stato il vero motore della squadra, primo della nazione per yards medie registrate su lancio a gara , nonché per passaggi da touchdown, ben 39. Moniz non avrà il lusso di poter disporre nuovamente di Greg Salas e Keloha Pilares, i suoi due migliori ricevitori, ma dato il sistema giocato, e messa in conto la capacità di lettura e la precisione nei passaggi, non dovrebbe avere troppi problemi a trovare nuovi bersagli da colpire con costanza. Royce Pollard, che in mezzo alle statistiche di alto livello dei due colleghi appena citati ha “semplicemente” segnato 7 mete superando le 900 yards, sarà l’unico tra i vecchi titolari a rientrare al suo posto, mentre dall’altro lato è probabile si riesca a schierare l’ex junior college Darius Bright, bersaglio di stazza con caratteristiche opposte e complementari a quelle del minuto Pollard. Le due posizioni di slot tipiche della Run & Shoot di Hawaii prevedono l’utilizzo di Jeremiah Ostrowski, la point guard della squadra di basket, e Billy Ray Stutzmann, giocatore al secondo anno.

La posizione di running back, lasciata vacante dall’ottimo Alex Green, potrebbe non vedere un giocatore altrettanto produttivo sia su corsa che in uscita in ricezione, con l’ex junior college Sterling Jackson in vantaggio sugli altri. La linea offensiva avrà cinque nuovi protagonisti, parrebbe essere il punto debole dell’intero attacco ma così era stato detto anche l’anno scorso in condizioni similari, salvo vedere smentiti tutti i pronostici, l’idea è quella di ruotare parecchio e per questo motivo sono stati preparati almeno due giocatori per ciascun ruolo di tackle.

La difesa non ha concesso nessuna partita superiore alle 100 yards ad alcuna avversaria della Wac, quindi il fatto che i due tackles titolari della forte linea offensiva siano ancora al loro posto non può che far sorridere coach McMackin. Vaughn Meatoga e Kaniela Tuipulotu sono costantemente penetrati nei backfield avversari racimolando anche un sack ciascuno, ed una rotazione di cinque uomini ad alternarsi nei due posti da defensive end garantisce continuità di risultati. Il settore linebackers ritrova Corey Paredes, 10.8 placcaggi di media a gara, trovando pure il tempo per aggiungervi 4 intercetti ed un paio di fumbles forzati.

Ad egli complementare sarà il pass rusher Aaron Brown, secondo nei placcaggi stagionali ed autore di 5 sacks, tutt’altro che mono-dimensionale come si intuisce dai 3 intercetti registrati, il che gli ha permesso di restare in campo anche nelle situazioni do ovvio lancio. Richard Torres sarà ancora uno dei safety titolari, regalando nuovamente alle retrovie un elemento molto atletico e versatile, che è stato schierato in numerose altre posizioni in carriera, mentre John Hardy-Tuliau sarà uno dei cornerbacks di maggiore esperienza, derivata da numerose occasioni nelle quali ha presenziato parecchio in campo fronteggiando squadre con grandi tendenze al gioco aereo; sarà coadiuvato da Mike Edwards, pronto per scendere in campo dopo l’anno di ineleggibilità conseguito al trasferimento da Tennessee.

Hawaii ha l’esperienza ed i giocatori per segnare tanto contro qualsiasi difesa, anche se la perdita più notevole potrebbe essere proprio quella di Alex Green, che forniva quell’elemento cui le difese avversarie dovevano comunque stare attente cercando di non sottovalutare il gioco di corse. Moniz è un quarterback molto forte e preciso, ad ogni modo, il che significa la possibilità di giocarsi alla pari con Nevada e Fresno State la possibilità di agguantare la cima della Wac per l’ultima volta, prima di seguire i Wolfpack nella Mountain West dove ritroveranno i vecchi rivali di Boise State. La partenza tutta Pac-12 composta da scontri con Washington e Colorado darà sicuramente delle indicazioni, anche se la parte sostanziosa del cammino arriva verso il fondo, quando in gare consecutive bisognerà affrontare sia Wolfpack che Bulldogs, tutto sommato con il vantaggio di un calendario fino a quel momento più facile rispetto alle due rivali di conference.

FRESNO STATE BULLDOGS

Robbie Rouse, running back in grado di eseguire ottime giocate

Da quindici anni, ovvero da quando è stato assunto per stazionare sulla sideline dei Bulldogs con le cuffie in testa, coach Pat Hill non è mai riuscito a vincere un titolo di conference (condivise la vittoria nel 1999, poi null’altro) ed a superare quella piccola manciata di rivali che si è sempre frapposta ai desideri di vittoria del programma di football. Quest’anno potrebbe cambiare qualcosa se non altro perché una di quelle rivali, Boise State, si è trasferita nella Mountain West in cerca di maggiore esposizione, lasciando Fresno State a combattere (perlomeno quest’anno) con sole due concorrenti per il trofeo finale, Nevada ed Hawaii. I Bulldogs sono motivati per concludere al meglio questa stagione, sapendo che l’occasione è propizia e che c’è una brutta sconfitta all’Humanitarian Bowl (40-17 contro Northern Illinois) da vendicare a tutti i costi.

Tanti pezzi di un attacco molto produttivo (30 punti e 400 yards a gara) sono rimasti al proprio posto, anche tra i ruoli più importanti. Su tutti il quarterback Derek Carr, fratello minore di quel David che fu prima scelta assoluta di Houston per poi passare ad una carriera di backup e che proprio a Fresno trascorse la sua avventura collegiale, con aspettative molto alte da rispettare dal momento che Derek sembra essere il regista più forte che i Bulldogs abbiano schierato nell’ultima decade, ovvero da quando David passò alla National Football League. Soddisfacentemente mobile, Carr ha impressionato gli scout che ne hanno spesso sottolineato la precisione nel passaggio in tutte le direzioni, qualità che gli ha permesso in parte del suo anno da true freshman di guidare un attacco dalle numerose opzioni,e di prendersi quel piccolo vantaggio in più sui defensive backs che così tanta difficoltà trovano nel rompere un passaggio che arriva con precisione e velocità nelle mani del ricevitore. Non può che essere d’aiuto il fatto che ben quattro dei migliori wide receivers a livello di statistiche siano in loco per un altro campionato, con maggiori spazi che si apriranno per Rashad Evans ed A.J. Johnson, che nei progetti di Hill sono i giocatori che dovrebbero vedere più snap degli altri.

Il sophomore Isaiah Burse potrà invece essere utilizzato in situazioni diverse, grazie alla sua capacità di correre saltuariamente il pallone, che lo rende utilissimo anche in fase di special teams. Non sarà Ryan Mathews, ma Robbie “Mighty Mouse” Rouse ha comunque prodotto 1.129 yards senza il beneficio di poter giocare tutte le gare – si è rotto un polso a stagione in corso – mostrando un fisico perfetto per assorbire i colpi ed arrivando persino a registrare due gare consecutive con 200 o più yards corse, una delle quali contro Nevada. Le sue movenze scattanti costituiscono una caratteristica ideale se miscelata con lo stile dritto e forte del transfer Milton Knox, giunto da Ucla. Le statistiche di Rouse sono una sufficiente dimostrazione della solidità della linea offensiva nell’aprire varchi, ciò che preoccupa è invece la profondità del reparto, che non propone moltissimo dietro ai cinque titolari, che rientreranno in blocco da uno dei molteplici schieramenti provati nel 2010.

La linea difensiva ha perso la star Chris Carter, oggi a Pittsburgh nella Nfl, un giocatore di grandissima importanza che ha registrato 19.5 sacks nel suo ultimo anno al college. Il defensive tackle Logan Harrell ha spesso e volentieri approfittato delle attenzioni rivolte al compagno per andare anch’egli in doppia cifra, e nel campionato che sta per cominciare dovrà dimostrare di sapersela cavare da solo, prendendo ancora vantaggio dal suo primo passo fulmineo. La missione della linea difensiva è di fondamentale riuscita per migliorare quella statistica che vuole i Bulldogs concedere tanti punti quasi quanti l’attacco ne segna, per evitare che tutti gli sforzi offensivi siano vanificati dalle giocate concesse dall’altra parte. Conterà molto l’esperienza del linebacker Kyle Knox, che per 35 volte ha vestito l’uniforme di Fresno State in carriera chiudendo il 2010 a quota 74 placcaggi, mentre le secondarie saranno ancorate ai duri colpi del safety Philip Thomas, miglior intercettatore di squadra (3 intercetti) e genericamente l’unico in grado di far succedere qualcosa di positivo rompendo il ritmo all’attacco avversario.

Gli impegni del 2011 saranno tanti e difficoltosi, con un inizio molto duro: l’esordio sarà in trasferta contro California, partita seguita da un altro viaggio lontano da casa nel Nebraska, mantenendo comunque la sfida annuale contro Boise State nonostante il cambio di conference dei Broncos. Per primeggiare realmente nella Wac i Bulldogs dovranno giocare al meglio specialmente nel finale di stagione, quando affronteranno Nevada ed Hawaii per la supremazia di conference in entrambi i casi lontano dalle mura di casa.

NEVADA WOLFPACK

Il fenomeno Rishard Matthews

Il ricordo di una partita diventata un classico per gli anni a venire è ancora fresco, viene difatti facilmente alla mente quella storica e rocambolesca vittoria contro Boise State, cancellata istantaneamente dal radar dei Bowl Bcs con quell’unica sconfitta patita in stagione, e quei due field goal mancati che hanno fatto eruttare dalla gioia il Mackay Stadium di Reno, Nevada. Uno dei giocatori più rappresentativi nella storia dei Wolfpack, Colin Kaepernick, ha terminato la sua eleggibilità e la sua assenza sarà molto sentita, ma il sistema di Chris Ault, la Pistol Offense, ovvero quello schieramento con il quarterback perennemente a tre yards di distanza dal suo centro, potrà ancora essere produttivo anche senza il suo indiscusso principe.

Non che sia tutto automatico, per carità, sostituire Kaepernick ed il running back Vai Taua non sarà esattamente l’impresa più facile del mondo, ma resta la certezza inossidabile di poter contare su un campione nascente come il wide receiver Rishard Matthews, 843 yards in 55 ricezioni per 5 mete nel 2010, ivi compresa la sistematica distruzione delle secondarie di Boise State nella già citata e leggendaria partita. Matthews sarà la prima opzione offensiva per il nuovo regista, Tyler Lantrip, un senior che ha fatto parecchia esperienza negli anni scorsi potendosi permettere il lusso di giocare spezzoni di partite ampiamente già decise a favore di Nevada, sintonizzandosi in maniera ufficiale con il sistema offensivo e ricevendo numerosi attestati di stima da parte di coach Ault. Il fatto che Lantrip sia un miglior passatore puro di quanto Kaepernick non fosse è direttamente correlato al fatto che il playbook vedrà parecchi giochi di passaggio aggiunti alla strategia offensiva, e peserà pure la statistica che ha visto migliorare i passaggi così tanto da scalare verso l’alto una cinquantina di posizioni tra il 2009 e l’anno scorso, segno che Nevada non è più altamente dipendente dal suo rushing game per avere successo. Qualche snap potrebbe anche vederlo il backup di Lantrip, Cody Fajardo, un redshirt freshman che possiede velocità e rapidità di piedi paragonabili a quelli di Kaepernick, che potrebbero permettergli di accumulare esperienza senza troppa pressione addosso in attesa di capire se possa essere pronto già dall’anno prossimo.

Per correre Ault ricorrerà al tandem composto da Lampford Mark, che dietro a Taua ha comunque scritto più di 400 yards nel 2010, e da Mike Ball, che ha sempre giocato molto bene in quelle poche occasioni in cui dovette sostituire chi veniva prima di lui nella depth chart. Già detto del fenomeno Matthews, l’altro posto di titolare lasciato vacante da Brandon Wimberly, che sta recuperando dalle gravi ferite conseguite ad una rissa terminata con una pallottola nello stomaco e che ha probabilmente finito di giocare a football, potrebbe essere preso da Tray Session o Aaron Bradley, due velocisti dotati di buon fisico che vedranno le loro presenze in campo sicuramente incrementate. La linea offensiva, battezzata “The Union” e capitanata dalla guardia Chris Barker, riporta tre dei cinque titolari dello scorso anno, ovvero di quell’unità che ha fatto entrare Kaepernick e Taua nella storia della Ncaa.

La difesa deve costantemente migliorare le statistiche contro i passaggi, piccolo tallone d’Achille da qualche anno a questa parte, e cercare di trovare adeguati sostituti per rimpiazzare entrambi i defensive ends, tra cui l’incisivo Dontay Moch. La parte centrale del reparto propone una solida coppia di linebackers, James-Michael Johnson (88 placcaggi) e Brandon Marshall (84), ambedue giunti all’ultimo anno di esperienza al college e quindi pratici dei meccanismi con cui deve funzionare questa difesa, che contro le corse è stata molto positiva per tutto lo scorso anno.

Il defensive tackle Brett Roy si dovrà prendere sulle spalle molto del peso della linea difensiva, per la quale ha prodotto 8 sacks e 13 placcaggi dietro alla linea di scrimmage, grazie anche ad una duttilità che potrebbe vederlo schierarsi anche da end. I miglioramenti consistenti delle secondarie sono parte merito di Isaiah Frey, appropriatosi definitivamente nel 2010 di uno dei due posti di corner titolare dopo una buonissima stagione da true freshman nel campionato ancora precedente, ed oramai punto fermo di tutto il settore dietro. A vantaggio dei Wolfpack c’è il fatto di possedere altri tre ragazzi pronti a giocare da titolari, tra cui il transfer da Cincinnati Malik James, aspetto da non sottovalutare se si pensa all’elevato numero di avversarie che prediligono i passaggi che Nevada dovrà affrontare, il che fa preventivare un insolito numero di snap giocati con tre o più cornerbacks contemporaneamente in campo.

Nonostante le ingenti perdite i Wolfpack sembrano nuovamente pronti a presenziare all’interno delle migliori 25 squadre della nazione ed a vincere quello che sarà il loro ultimo campionato nella Wac prima del passaggio alla Mountain West nel 2012. La prima parte del cammino sarà comunque tutt’altro che facile, con Oregon da affrontare alla prima giornata con il pericolo di una sconfitta anche larga, e la rivale Boise State da affrontare sul Blue Turf. Da metà campionato in poi cominciano le partite che contano per la conference, molte delle quali dovrebbero essere impegni non troppo difficoltosi con la naturale eccezione di Hawaii e Fresno State.

Mid-American Conference

La singolare situazione della Mac vede le tre squadre favorite partire per la nuova stagione con tre allenatori nuovi, ed in tutti i casi questo non è visto come un deterrente per ripetere i successi del 2010, se non altro per la presenza di roster profondi, di giocatori d’esperienza, e di sistemi che non necessitano di ritocchi eccessivi per continuare a funzionare bene.

NORTHERN ILLINOIS HUSKIES

Chandler Harnish è l'anima offensiva degli Huskies

Nonostante un cambio al timone abbastanza importante, fatto che non ha toccato comunque solo gli Huskies nella Mac, Northern Illinois riparte da favorita per giocare la finale di conference persa lo scorso anno contro Miami. Era la squadra di Jerry Kill, l’autore di una stagione che per poco non si era concretizzata in un ottimo successo viste le 11 vittorie di regular season, la vittoria della West Division e la conseguente disputa dell’atto conclusivo. Gli Huskies del 2011 sono attrezzati per riprovarci in tutto e per tutto, anche se Kill è stato nel frattempo assunto da Minnesota, e si può ripartire a costruire ottime cose da un’ottima affermazione come quella dello scorso Humanitarian Bowl, vinto per 40-17 contro Fresno State, rispondendo da ora in poi agli ordini di Dave Doeren, proveniente dalla tosta Wisconsin dove eseguiva i compiti di defensive coordinator.

L’attacco ha il suo protagonista indiscusso nel quarterback Chandler Harnish, una doppia minaccia che ha lanciato 21 passaggi vincenti contro soli 5 intercetti e che ha contemporaneamente raccolto 830 yards su corsa segnando 7 volte, con il JuCo transfer Jasmin Hopkins e le sue 9 yards a portata a contribuire per tenere alto il ritmo di un gioco di corse determinante per il buon funzionamento di tutto il sistema. Il quale si identifica peraltro molto bene con le idee di Doeren, che proviene esattamente da un programma che privilegiava una linea offensiva punitiva ed un controllo dell’orologio attraverso l’uso massiccio del ground game. La linea offensiva degli Huskies è intatta rispetto al 2010, e non ci saranno quindi problemi di doverla amalgamanre prima di vedere risultati soddisfacenti. L’attacco è ben bilanciato perché conta su una buonissima coppia di ricevitori capace di tenere oneste le difese, Will Clark e Nathan Palmer hanno difatti collezionato più di 1.000 yards e 13 mete sommando le rispettive statistiche, con Martel Moore a fungere da terza opzione dotata di esperienza e pericolosità.

La difesa, la specialità d Doeren, non potrà che trarre giovamento dalle direttive del nuvo ohead coach, e conta sulle prestazioni più che positive del miglior defensive end della Mac, Sean Progar. Continuità e produzione sarà garantita anche dal tackle Nabal Jefferson, 2.5 sacks l’anno scorso, mentre il trio di linebackers va interamente sostituito, con la conseguenza che il senior Jordan Delegal ed i suoi 38 placcaggi saranno quanto di più pomposo possano presentare le cifre di chi è rimasto in squadra. Molto ci si attende pure dall’emergere dell’end Cameron Clinton-Earl, backup specializzato in situazioni di pass rush che vedrà aumentato il numero di snap a sua disposizione. Il livello di rendimento della linea sarà importantissimo per una secondaria che dovrà evitare di essere colpita troppo pericolosamente, giusto per dare il tempo al reparto di acclimatarsi attorno al safety Tommy Davis, l’unico starter rimasto dalla scorsa edizione.

Il calendario propone una gara ostica proprio con Wisconsin, troppo superiore per epnsare ad un upset, che potrebbe invece giungere contro Kansas. Il cammino interno alla Mac vede le sfide più impegnative caratterizzate da Toledo e Kent State, e partite molto meno impegnative contro Buffalo ed Eastern Michigan, quest’ultima sotterrata per 71-3 nell’ultimo scontro diretto tra i due atenei. Con il roster a disposizione, esperto nei ruoli che contano, ed un allenatore forgiato da un sistema basilare e concreto, ripetere la vittoria divisionale non dovrebbe essere un problema insormontabile.

TEMPLE OWLS

Bernard Pierce è fondamentale per l'attacco degli Owls

Nell’ultimo biennio Temple è stata sicuramente una delle squadre più continue a livello di risultati registrati nella Mac, soprattutto per merito della gestione capace di Al Golden, il quale ha costruito un roster profondo e competitivo, ed una squadra capace di vincere con costanza all’interno del proprio raggruppamento. Oggi Golden ha lasciato la missione per dedicarsi ai Miami Hurricanes, una sfida senza dubbio più accattivante ed ateneo neanche da mettere in paragone a livello di prestigio, lasciando Temple nelle mani di un assistente affermato come Steve Addazio, proveniente dallo staff di Urban Meyer a Florida, nela quale svolgeva i compiti di coordinatore del’attacco. Uno dei compiti del nuovo head coach, che si è portato un paio di assistenti dai Gators, sarà quello di ripristinarei 5 punti di media a gara in meno segnati dal reparto offensivo rispetto al 2009, trovando una buona comunione d’intenti con la spread offense che già a Florida aveva praticato con successo.

Chester Stewart e Matt Girardi sono stati posti in competizione per tutta la durata degli allenamenti per ottenere uno starter nel ruolo di quarterback: il primo era stato dichiarato titolare in apertura della scorsa stagione salvo perdere il posto a favore del secondo, con il quale non si erano risolti proprio tutti i problemi derivanti dalle decisioni errate prese da entrambi, fatto che aveva portato sia nell’uno che nell’altro caso i numeri di intercetti vicini a quelli dei passaggi finiti in meta, ma se non altro avevano migliorato sensibilmente precisione e produttività di yards, tutte cifre che avevano visto una crescita nelle ultime cinque gare di stagione regolare. Uno dei pilastri dell’attacco sarà il running back Bernard Pierce, che non è riuscito a replicare una stagione d’esordio fantastica a causa dei numerosi infortuni che ne hanno limitato l’efficienza ed  i numeri, in un anno dove è comunque riuscito a segnare una meta in 10 diverse occasioni.  Visto il tipo di schema praticato, la profondità del reparto ricevitori è assolutamente adeguata potendo proporre sei o sette alternative da ruotare, con Michael Campbell, 16 yards di media a presa, Rod Streater,ex junior college, e Joe Jones, le cui prestazioni hanno incoraggiato molto in primavera, a recitare il ruolo principale nello schieramento.

Addazio eredita un sistema difensivo molto aggreessivo che poggia tanta della sua efficacia nella pressione generata dalla linea frontale, fondamentale per vantare una delle migliori difese sui passaggi dell’intera nazione. Per confermare le buonissime cose fatte vedere nel recente passato saranno fondamentali le prestazioni del defensive end Adrian Robinson, che aveva mosso onde nel 2009 raggiungendo una quota di sacks in doppia cifra, ma registrandone addirittura 10 in meno nel 2010, per cui un suo ritorno alla produttività perduta sarebbe necessario per colmare il grosso vuoto lasciato da Muhammad Wilkerson, scelto dai Jets al primo giro dell’ultimo draft. Le secondarie presentano molti elementi con esperienza alle spalle nonostante la partenza di Jaiquawn Jarrett per la Nfl, l’unità ceh ha concesso solamnte 9 passaggi da touchdown ripresenta difatti il safety Justin Gildea ed i cornerbacks Kee-ayre Griffin e Maurice Jones, coppia che aveva fatto parte del pacchetto nickel e che ora è stata promossa a principale responsabile della difesa aerea. Diverso il discorso per i linebackers, che dovranno rimpiazzare due terzi dello schieramento e ripresenteranno il solo senior Tahir Whitehead come elemento di esperienza.

Il calendario è molto duro fuori dalla conference visti i confronti con Maryland e Penn State, senza dubbio più morbido il cammino Mac, che propone Toledo in casa e non prevede confronti con Northern Illinois, fattore che assieme alle sette partite da disputare tra le mura amiche costituisce un notevole punto a favore per gli Owls.

MIAMI REDHAWKS

Coach Don Treadwell al lavoro

Quello effettuato da Miami è stato un salto enorme ed inaspettato. La squadra che solo due stagioni fa aveva chiuso la stagione regolare con un deprimente 1-11 si è ritrovata a vincere la East Division con un bilancio complessivo di 10-4, ottenendo anche la corona di conference grazie ad un pazzo 4° e 20 convertito contro Northern Illinois, in uno degli upset più clamorosi verificatisi nell’ambito dei raggruppamenti non appartenenti alla Bcs. Il responsabile di quella cavalcata, Mike Haywood, come da aspettative aveva ottenuto una chiamata troppo importante per essere tralasciata ed aveva accettato le lusinghe di Pittsburgh, salvo lasciare quasi immediatamente l’incarico in seguito alle accuse di violenza domestica che ne hanno determinato il licenziamento. Largo quindi a Don Treadwell, ex-alunno, ed ex-offensive coordinator di Michigan State, per la quale ha maturato un’importante esperienza da interim head coach in assenza di Mark Dantonio in occasione dell’attacco di cuore occorso a quest’ultimo.

La bontà del sistema offensivo aereo ha permesso a due quarterback di ottenere successi sostanzialmente uguali senza influire negativamente sul rendimento del reparto. Il titolare del 2010, Zac Dysert, era difatti stato sostituito per infortunio nel momento più importante del campionato da Austin Boucher, che aveva puntualmente traghettato la squadra attraverso le importanti vittorie della volata conclusiva, compresi la finale contro Northern Illinois ed il GoDaddy.com Bowl vinto contro Middle Tennessee State. La competizione tra i due è destinata a protrarsi fino all’ultimo e forse anche durante la stagione, e potrebbe essere da non escludere un duplice utilizzo a seconda della occasioni.

Il wide receiver Armand Robinson, fresco di laurea,  aveva ottenuto la miglior stagione di sempre per l’ateneo in termini di palloni catturati, 94, per non far sentire la sua mancanza tornerà un’altra opzione offensiva molto importante come Nick Harwell, giocatore al secondo anno che si è distinto grazie alle 6 mete segnate racimolando contemporaneamente 870 yards. Uno dei motivi per cui l’attacco si è assestato sui 22 punti a gara è stata l’assenza di un gioco di corse costante e concreto, che peraltro ha perso Thomas Merriweather, ovvero il corridore più gettonato, lasciando Tracy Woods e le sue 376 yards con una meta quale unica opzione percorribile. Se il nuovo gruppo di running backs dovesse migliorare le proprie statistiche tenuto conto del fatto che la linea offensiva è migliorata costantemente progredendo nel momento giusto del campionato, ci saranno molte altre oppotunità per emttere punti sul tabellone.

Miami è stata anche la quarta miglior difesa della conference soprattutto grazie ai notevoli risultati ottenuti in termini di punti concessi, scesi da 34 a gara a 23, altra statistica-chiave che aiuta a spiegare l’enorme differenza registrata nell’arco di soli dodici mesi. Il settore linebackers è stato produttivo e soddisfacente come rendimento, e vedrà tutti gli elementi ritrnare ai posti di combattimento: Jerrell Wedge ed Evan Harris hanno scritto rispettivamente 101 e 94 placcaggi classificandosi nei primi due posti in tale statistica di squadra, con Harris ad aggiungervi addirittura 6 intercetti, dimostrazione della sua completezza e della capacità di coprire l’uomo in situazioni di passaggio.

Le giocate dei linebackers sono sempre state favorite dai bloccaggi di una linea difensiva intercambiabile, profonda, la quale è stata contraddistinta dalle prestazioni positive del defensive tackle Austin Brown, 3 sacks ed una cinquantina di placcaggi, oltre che un mismatch continuo per glui avversari. Le secondarie sono di grande qualità, probabilmente le migliori di tutto il gruppo, e fondano la loro consistenza sulla presenza della coppia formata da Dayonne Nunley, 6 intercetti da true freshman, e DJ Brown, con Pat Hinkel ad arricchiare il tutto giocando molto bene il ruolo di safety, ricoprendo il quale ha ottenuto 3 intercetti.

L’inizio non sarà dei più facili e porrà di fronte ai Redhawks delle avversarie fuori dalla conference sicuramente difficoltose da affrontare, una su tutte Missouri, oltre alla sfida statale contro Cincinnati. A Treadwell importa più del cammino all’interno della Mac, con insidie rappresentate da Ohio, Temple e Toledo, partite che comunque costituiscono un calendario abbastanza tosto, con la squadra che sembra comunque in grado di affrontare con successo, in attesa di capire se la vittoria prestigiosa dello scorso anno sia un episodio isolato, o se possa esserci un minimo di continuità su quanto costruito negli ultimi sorprendenti mesi.

 

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